Credearn e il suo fallimento: mi chiedono indietro le crypto?

nonalias

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A novembre 2020 Creadearn dichiarò il Chapter11. Fino ad allora concedeva un APY considerevole sulle cripto poste in staking per almeno 6 mesi.
Io misi in staking a marzo 2020 e a settembre 2020 mi restituirono le crypto messe in staking.
Da marzo 2020 a settembre 2020, gli interessi APY arrivavano regolari.

Adesso mi scrive uno studio di avvocati internazionali chiedendomi la restituzione delle cripto (NON dell'interesse) che Creadearn mi restituì a settembre 2020, in quanto la legge americana permette di risalire alel operazioni di liquidazione svolte nei 90 giorni prima del fallimento per operare una sorte di recupero credito su base volontaria.
Come se le crypto che mi restituirono a settembre 2020 non fossero state oggetto di una operazione avviata a marzo 2020 (8 mesi prima del fallimento).

La domanda è: posto che potrei aderire al concordato, cosa rischio?
Una ingiunzione di pagamento emessa da tribunale americano?

Ovvero, se vengo dichiaro debitore dal tribunale di new york, cosa succede?
Non posso più andare negli USA?
 
Ultima modifica:
A novembre 2020 Creadearn dichiarò il Chapter11. Fino ad allora concedeva un APY considerevole sulle cripto poste in staking per almeno 6 mesi.
Io misi in staking a marzo 2020 e a settembre 2020 mi restituirono le crypto messe in staking.
Da marzo 2020 a settembre 2020, gli interessi APY arrivavano regolari.

Adesso mi scrive uno studio di avvocati internazionali chiedendomi la restituzione delle cripto (NON dell'interesse) che Creadearn mi restituì a settembre 2020, in quanto la legge americana permette di risalire alel operazioni di liquidazione svolte nei 90 giorni prima del fallimento per operare una sorte di recupero credito su base volontaria.
Come se le crypto che mi restituirono a settembre 2020 non fossero state oggetto di una operazione avviata a marzo 2020 (8 mesi prima del fallimento).

La domanda è: posto che potrei aderire al concordato, cosa rischio?
Una ingiunzione di pagamento emessa dia trabunale amaricano?

Ovvero, se vengo dichiaro debitore dal tribunale di new york, cosa succede?
Non posso più andare negli USA?

Strana storia, questa della lettera.
Bisognerebbe capire esattamente cosa hanno scritto.

Inoltre, come ti è stata recapitata, es. via raccomandata ?

A prescindere mi spiace.
Però prima di fasciarmi la testa aspetterei un momento.
 
Io ti suggerirei di consultare un legale e chiedergli se questa lettera ti è stata notificata nei modi previsti dalle norme.

Se è una lettera ordinaria puoi sempre dire che non l’hai mai ricevuta.
 
Credo che si tratta di una richiesta preventiva avanzata da una studio di avvocati incaricato di tentare il recupero credito secondo la legge americana.
Non mi pare debba essere recapitata come un atto giudiziario.
 
a me pare follia, cioè le cripto erano le TUE, e questi le vogliono solo perchè le avevi "affidate" a questi falliti per lo staking?
 
Nessuna novità.

Nei fatti, mi hanno fatto comprendere che gli interessi da me ricevuti regolarmente rientrano in un lasso di tempo per cui possono essere avocati dal Trust che sta tentando il recupero per ridistribuirli.
 
ma se come dici, è su base volontaria, non puoi dire di no?
come possono sanzionare, se è su base volontaria?
 
Si, infatti, mi hanno chiesto indietro le cripto ed ho risposto di no.
MI hanno fatto comprendere che ridarle indietro a questa richiesta evita di essere gravato di spese di riscossione successivamente.

Nei fatti, sembra che le legge americana permette, nei sei mesi precedenti la bancarotta, di procedere con la revoca di tutti i flussi in uscita per poi operare una sorta di ridistribuzione, equiparando tra di loro i creditori. A me pare follia. Io ho versato lo staking, ho ricevuto il rendimento ed ho ripreso il capitale messo in staking. Dunque non ho alcuna pendenza.

Il tema è: un (eventuale) decreto ingiuntivo americano per il quale io dovrei restituire, al Trust dei creditori della società andata in bancarotta, le cripto messe in staking - attenzione, non il rendimento, ma le cripto messe in staking!!! -, quali effetti produce su un cittadino italiano che non ha beni e conti bancari in USA ma solo in Italia?
 
Ultima modifica:
in linea di principio non è certo equo un simile comportamento da parte di questa società però occorrerebbe apprendere le regolamentazioni in materia sul suolo americano e approfondire se sussiste un diritto reale di avviare tali metodiche. Un atto di forza potrebbe produrre vari risultati ... magari semplicemente non potrai mettere piede negli USA
 
Si, infatti, mi hanno chiesto indietro le cripto ed ho risposto di no.
MI hanno fatto comprendere che ridarle indietro a questa richiesta evita di essere gravato di spese di riscossione successivamente.

Nei fatti, sembra che le legge americana permette, nei sei mesi precedenti la bancarotta, di procedere con la revoca di tutti i flussi in uscita per poi operare una sorta di ridistribuzione, equiparando tra di loro i creditori. A me pare follia. Io ho versato lo staking, ho ricevuto il rendimento ed ho ripreso il capitale messo in staking. Dunque non ho alcuna pendenza.

Il tema è: un (eventuale) decreto ingiuntivo americano per il quale io dovrei restituire, al Trust dei creditori della società andata in bancarotta, le cripto messe in staking - attenzione, non il rendimento, ma le cripto messe in staking!!! -, quali effetti produce su un cittadino italiano che non ha beni e conti bancari in USA ma solo in Italia?

ciao Nonalias, mi ero dimenticato di questa vicenda.

Credo che la preoccupazione che hai tu sia assolutamente normale ed è quella che avremmo un po' tutti nella stessa circostanza: il timore che recandosi in viaggio in un paese si corra il rischio di essere fermati o notificati di qualcosa di spiacevole.

Io ad esempio nel mio piccolo ho già cominciato da diverso tempo a chiudere quegli account su exchange che non uso più, proprio per evitare situazioni in sospeso in contesti che non segui più

Tienici aggiornati se vuoi e in bocca al lupo
 
Mi spiace molto. Ma ti hanno chiesto il valore in dollari dei token prelevati a settembre 2020 o la quantità esatta di token (a prescindere dal valore in dollari) prelevati a settembre 2020?
 
Ciao ti posso chiedere per il tuo caso se ci sono degli aggiornamenti? Lo chiedo anche alla luce delle varie vicende che stanno coinvolgendo piattaforme come Celsius, dove sono riuscito a ritirare un pò prima...c'è qualcuno esperto in questi aspetti legali che può dare un parere ? Grazie
 
Nessun tribunale americano vi puo' costringere a fare nulla in Italia. Devono portarvi in tribunale qui e gli costa sicuramente di piu' di quello che recupererebbero. La stessa cosa vale per Celsius se ci dovessero provare. Ignorate le comunicazioni e basta.
 
Allucinante questa vicenda, da non credere veramente...
Quindi se uno si trova in una situazione opposta lo vengono a cercare per restituirgli quanto dovuto? :rolleyes:

A me ste cose ricordano proprio...

https://youtu.be/_IRJtcfusQo?t=199
 
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Quando è fallito Crederan ero uscito pochi giorni prima.
Quando attivai Creadearn, 1 BTC rendeva il 12% APY, e veniva liquidato ogni mese con precisione impressionante, ma era bloccato per 6 mesi,
Decorso un semestre in cui non potevo toccare nulla, incassai lo state trasferì tutto, poche settimane prima della dichiarazione del capitolo 11.

Nel corso del 2022, dopo due anni dal fallimento (arrivato a novembre 2020) mi arrivò la lettera dall'avvocato americano, con studio anche a Milano.
Dicevano: hai ritirato nei 6 mesi prima della data di dichiarazione del capitolo 11, ora dacci quanto hai versato.
E io dicevo: ho solo ripreso quello a settembre 2020 quello che avevo messo in stake 6 mesi prima, a marzo 2020, non vi do nulla.

Non accolsero le mie argomentazioni. O non riuscii ad argomentare bene. Non so.
Ebbi la sensazione che facevano sul serio nel chiedere di contribuire a ristorare chi aveva perso tutto.
Ho cercato di resistere, facendo finta di nulla. Al massimo, non sarei mai più andato negli USA.
Ho sentito uno studio di avvocati internazionali, con sede qui Milano, ed esperti di mondo DeFi; mi hanno consigliato di cercare una mediazione, e per quella mediazione, mi avrebbe chiesto, quello stesso studio di avvocati, un 10-15 K circa. Decisi di andare avanti da solo, senza assistenza di un legale.

Ho iniziato io una trattativa con lo studio di avvocati americani incaricati di "salvare il salvabile" prima che trust intentasse causa, e mi vedesse coinvolto formalmente.

Alla fine, dopo che mi hanno chiesto cripto che in quel momento valevano 50k, hanno firmato un settlement agreement per cripto che - al momento dal trasferimento - valevano 5K.


Cosa ho imparato?
Il capitolo 11 in America funziona e raggiunge anche chi ha fatto operazioni dall'Italia. Ti arriva a casa la loro lettera.
Iniziano a chiedere tutto quello che a loro risulta, e i loro conteggi erano esatti.
Sei libero di fare finta di nulla e sperare che non arrivino ad aggredire il tuo patrimonio qui, ma se capiscono che hai un po' di ciccia, lo faranno.
Se sei bravo a trattare, te ne esci versando un 10-20%, prima di arrivare ad essere parte in causa.
Credo che alla fine i creditori non avranno nulla e quasi tutto andrà agli avvocati.


che brutta storia.

In poche parole se un exchange sta per fallire quasi quasi conviene non ritirare nulla, soprattutto se sono cifre irrisorie.
Immagino che nel tuo caso si parli di una cifra importante (da quello che ho capito superiore ai 50k).

Ci mancavano solo gli ufficiali giudiziari americani.....

Ma che poi non ho compreso una cosa: ti avrebbero citato in giudizio presso un tribunale americano o italiano?
se italiano l'azione revocatoria fallimentare produce i suoi effetti solo dopo la dichiarazione di fallimento e non prima.
 
Ultima modifica:
Comunque questa storia smentisce in pieno la teoria di molti utenti di questo forum che spesso scrivono "non lasciate crypto su exchange o al massimo se proprio dovete lasciarli su exchange allora lasciateli su exchange con sede USA che è più sicuro".

Non è affatto più sicuro lasciare le proprie crypto su exchange USA sia perchè pure loro possono fallire benissimo (vedi Credearn e FTX US) e sia perchè nel caso di fallimento ti vengono pure a chiedere in dietro le crypto che sei riuscito a salvare poco prima del fallimento. Se invece fallisce l'exchange di un altro Paese e tu sei riuscito pochi giorni prima a salvare le crypto, almeno sei tranquillo che nessuno ti viene a chiedere indietro nulla.
 
Comunque questa storia smentisce in pieno la teoria di molti utenti di questo forum che spesso scrivono "non lasciate crypto su exchange o al massimo se proprio dovete lasciarli su exchange allora lasciateli su exchange con sede USA che è più sicuro".

Non è affatto più sicuro lasciare le proprie crypto su exchange USA sia perchè pure loro possono fallire benissimo (vedi Credearn e FTX US) e sia perchè nel caso di fallimento ti vengono pure a chiedere in dietro le crypto che sei riuscito a salvare poco prima del fallimento. Se invece fallisce l'exchange di un altro Paese e tu sei riuscito pochi giorni prima a salvare le crypto, almeno sei tranquillo che nessuno ti viene a chiedere indietro nulla.


A me questa normativa USA fa letteralmente rabbrividire (se davvero è quella descritta), cioè esempio supponiamo che io abbia comprato azioni di una società con sede negli Stati Uniti, dopo un po' di tempo vendo questi titoli quattro mesi prima che l'azienda dichiari fallimento (fallimento di cui io non ne ero a conoscenza e nemmeno sospettavo), dopo due anni gli americani bussano alla mia porta e pretendono che io restituisca tutto quanto ho ricavato dalla vendita di queste azioni in quanto quote del capitale sociale. :rolleyes:

E se nel frattempo con quei soldi ho comprato casa oppure ho dovuto sostenere delle spese necessarie?

Cioè posso capire che vengano a chiederti tutto se sospettano che tu abbia cercato di frodare, rendendoti compartecipe di un azione premeditata e criminosa volta alla dissipazione del patrimonio aggredibile da parte dei creditori, ma con questa normativa mi pare di capire che tanti investitori in buona fede rischiano di trovarsi con un bel cetriolo americano per le mani....:no:
 
Per la legge americana, l'azione revocatoria copre tutti gli asset liquidati nei sei mesi prima del fallimento. E riguarda tutti gli asset che avevi in deposito.

Per quella italiana, non so di preciso.
 
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