Non ce la faccio a leggere tutti i post, alcuni saranno sicuramente molto interessanti, ma francamente troppo lunghi e contorti.
Alcune cose mi hanno colpito, due considerazioni di vinkor, che evidentemente è arrivato ad almeno intuire le cause profonde della sua sostanziale incomunicabilità con la figlia, ma a mio parere si rifugia poi in un rigido gioco di ruoli, rovesciando così la questione.
Io ho l'impressione che vinkor si dimentichi che sua figlia è stata, innanzitutto, una bambina, che non ha avuto un papà e non perché c'è stata una crisi della coppia, che se gestita, non provoca sconquassi nei figli, mentre questa ragazzina ha subito un vero e proprio tsunami, oltretutto senza soluzione di continuità per diversi anni.
Vinkor butta lì che la sua decisone di diventare padre è stata presa per vedere cosa significasse e questo, senza quel che poi è accaduto, non sarebbe di per sé un problema, lo è diventato quando raggiunge la consapevolezza, in ogni modo cerca anche qui di nasconderla, che la bambina poi non lo soddisfa, la cosa non è come si era immaginato e lei non le piace, ha bisogno di far male e lo confessa alla figlia, quindi l'abbandona.
La bambina inizia un'elaborazione lunghissima del dolore, che sfocia, fortunatamente per lei, in non gravi episodi di dipendenza alcolica e da sostanze psicotrope, fortunatamente non in episodi di autolesionismo estremo, com'è tipico in questi casi, infatti ha avuto la forza di vincere il padre dentro di sé, arrivando a dipingerlo come malato e bisognoso di cure, è stata la sua salvezza, perché si è accettata e voluta bene.
Nelle consulenze psicologiche familiari alle quali ho assistito e preso parte, i soggetti estremamente pianificatori come vinkor, quasi sempre maschi, con una estrema rigidità paranoica, che non possono mai perdere il controllo di chi li circonda, hanno quasi sempre avuto mogli o compagne disorganizzate e border line, almeno un figlio border line, con estremi istinti autolesionisti, molto problematici e pericolosi per i fratelli.
Un episodio è veramente emblematico, vinkor ancora ne soffre ed è indicativo. Dopo una discussione con i parenti della compagna durante una vigilia di Natale, vinkor si aspetta da lei che si schieri al suo fianco, la donna non lo segue, quindi lui esce di casa.
Dovrebbe riflettere e cercare di arrivare a conclusioni contrarie rispetto a quelle che ha qui espresso riguardo quest'episodio, troverebbe poi molto più semplice dialogare con la figlia.
Ho una grande ammirazione per questa ragazza, che è riuscita a compensare senza nuocere agli altri e neppure a se stessa.
Vinkor deve solo scusarsi con la figlia e poi ancora scusarsi, la porta non gliel'ha chiusa, ma accetti e la realtà su di sé e l'ascolti finalmente.
Oppure la lasci perdere definitivamente, anche questo sarebbe, seppur in exremis, un gesto d'amore.
Alcune cose mi hanno colpito, due considerazioni di vinkor, che evidentemente è arrivato ad almeno intuire le cause profonde della sua sostanziale incomunicabilità con la figlia, ma a mio parere si rifugia poi in un rigido gioco di ruoli, rovesciando così la questione.
Io ho l'impressione che vinkor si dimentichi che sua figlia è stata, innanzitutto, una bambina, che non ha avuto un papà e non perché c'è stata una crisi della coppia, che se gestita, non provoca sconquassi nei figli, mentre questa ragazzina ha subito un vero e proprio tsunami, oltretutto senza soluzione di continuità per diversi anni.
Vinkor butta lì che la sua decisone di diventare padre è stata presa per vedere cosa significasse e questo, senza quel che poi è accaduto, non sarebbe di per sé un problema, lo è diventato quando raggiunge la consapevolezza, in ogni modo cerca anche qui di nasconderla, che la bambina poi non lo soddisfa, la cosa non è come si era immaginato e lei non le piace, ha bisogno di far male e lo confessa alla figlia, quindi l'abbandona.
La bambina inizia un'elaborazione lunghissima del dolore, che sfocia, fortunatamente per lei, in non gravi episodi di dipendenza alcolica e da sostanze psicotrope, fortunatamente non in episodi di autolesionismo estremo, com'è tipico in questi casi, infatti ha avuto la forza di vincere il padre dentro di sé, arrivando a dipingerlo come malato e bisognoso di cure, è stata la sua salvezza, perché si è accettata e voluta bene.
Nelle consulenze psicologiche familiari alle quali ho assistito e preso parte, i soggetti estremamente pianificatori come vinkor, quasi sempre maschi, con una estrema rigidità paranoica, che non possono mai perdere il controllo di chi li circonda, hanno quasi sempre avuto mogli o compagne disorganizzate e border line, almeno un figlio border line, con estremi istinti autolesionisti, molto problematici e pericolosi per i fratelli.
Un episodio è veramente emblematico, vinkor ancora ne soffre ed è indicativo. Dopo una discussione con i parenti della compagna durante una vigilia di Natale, vinkor si aspetta da lei che si schieri al suo fianco, la donna non lo segue, quindi lui esce di casa.
Dovrebbe riflettere e cercare di arrivare a conclusioni contrarie rispetto a quelle che ha qui espresso riguardo quest'episodio, troverebbe poi molto più semplice dialogare con la figlia.
Ho una grande ammirazione per questa ragazza, che è riuscita a compensare senza nuocere agli altri e neppure a se stessa.
Vinkor deve solo scusarsi con la figlia e poi ancora scusarsi, la porta non gliel'ha chiusa, ma accetti e la realtà su di sé e l'ascolti finalmente.
Oppure la lasci perdere definitivamente, anche questo sarebbe, seppur in exremis, un gesto d'amore.