La penso allo stesso modo.
Ma poi sarebbe così semplice trasferirsi in Francia ? Incombenze burocratiche/controlli da parte delle autorità (per una residenza permanente) non ce ne sono ?
In Francia, c'è un problema, i francesi. Ed avendo nazionalità francese lo posso dire senza valenze discriminatorie. Ci ho vissuto, Bretagna, Parigi. Non ci tornerei a vivere per nessun motivo. Poi è questione di carattere e tanti stranieri ci si trovano benissimo.
Quindi, parlando in termini oggettivi:
I servizi ci sono. Lo Stato sociale lo senti davvero, in particolare in Bretagna. Però sono quadrati. Ti fanno perdere il senno. Faccio un esempio concreto, realmente capitato, per far capire.
L'esito di un esame richiesto da un medico, esame che riguarda te, eseguito su tuoi campioni, viene consegnato al medico. Non a te. Questo esame è di quelli che devono dire "sì va tutto bene" oppure "no, sei nei guai". Vai presso il laboratorio è sabato, la tizia ha gli esiti davanti agli occhi. Sguardo da poker.
"Mi potrebbe far cenno?".
No. Lunedì il medico riceverà l'esito, deve chiedere a lui. Ora le devo chiedere di andare, cortesemente".
Ecco, se questa scena avviene in Italia sei sicuro che sia una brutta notizia e non si assumono la responsabilità di dartela. Perché altrimenti nessuno ti fa trascorrere il fine settimana a tremare, ti direbbero senza dire, "vada serenamente dal medico", ti farebbero un sorriso o altro. In Francia no.
Poi lunedì vai dal medico che ti dice "tutto bene".
Ecco, questo vale per la salute, per le tasse, per ogni singola pratica che dovrai fare, per un parcheggio o per attraversare le strisce pedonali. Qualcuno dirà bene, uno Stato fatto di regole. Sì, in gran parte bene, ma senza flessibilità (di cui noi siamo maestri) laddove le regole si inceppano sono guai. Questo oltre ad una mancanza generale di empatia.
Inoltre i prezzi sono altissimi, quindi per viverci di rendita ci vuole davvero parecchio.
Sulle destinazioni esotiche anche io resto scettico. Quando decidi di ricomprare il tempo della tua vita, devi valutare anche la qualità del tempo in questione. Ho visto posti, nel mondo, dove si vive con poco ma la qualità della vita non è quella italiana (fermo restando che anche questa è un'idea soggettiva, magari c'è chi è contentissimo di vivere a Tortuga nell'appartamento sotto quello di Barbanera e buon per lui).
La piccola (o meglio, misera) rendita che mi sono creato mi permette di cavarmela in Italia, nel luogo dove per ora ho scelto di vivere (con tutti i suoi difetti, sanità, criminalità, rischio nazione), dopo averne visiti parecchi, di luoghi.
Devo però abbassare il tenore di vita. Sono scelte. Credo non ci sia una regola, né consigli universalmente validi sul da farsi. Ognuno deve vedere per sé, per tentativi magari.
Utile può essere condividere le esperienze, vuol essere il senso di questo messaggio.