Se questi avessero studiato la Storia, saprebbero che TUTTI quelli che se ne sono andati dal Milan di loro volontà, poi lo hanno sempre rimpianto. Ben gli sta!
Gigio, Calha e Kessie: la "maledizione" dei parametri zero rossoneri
Sfoghi, errori, scudetti persi e tesseramenti in bilico: chi ha lasciato il Milan a scadenza di contratto è andato incontro a diverse disavventure
Marco Pasotto
15 agosto - MILANO
Molti ne sono assolutamente certi: se una macumba è organizzata da (centinaia di) migliaia di persone, la riuscita è garantita. Altri si limitano a prendere atto con un sorrisino compiaciuto, confortati dal vecchio detto sulla ruota che gira, sul cadavere che prima o poi passerà sotto il ponte per chi avrà pazienza di aspettarlo, e via andare coi luoghi comuni.
Una cosa è sicura: quelle che hanno accomunato buona parte degli illustri fuoriusciti rossoneri a scadenza di contratto, sono difficoltà che riscuotono un tangibile piacere fra il popolo milanista. Potremmo chiamarla, ovviamente esagerando, la maledizione dei parametri zero.
CONDIZIONI— Insomma, lo scenario è piuttosto inquietante se osserviamo gli ultimi quattordici mesi. Donnarumma, Calhanoglu, Kessie: metteteli in fila e avrete una somma di “disgrazie” sportive mica da poco. Gli acidissimi commenti sui social possiamo anche bypassarli, ma i fatti sono fatti: nessuno di questi tre signori ha trovato la Terra Promessa. Quanto meno, non ancora. No, l’Eden sta altrove, e quell’altrove per l’esattezza si chiama Milan. Milanello, dai. Dove chi è andato via, forse – anche se non lo ammetterebbe mai – non disdegnerebbe di riuscire a tornare. Impresa ovviamente impraticabile. Ne stiamo parlando chiaramente in termini leggeri, ma pensateci un attimo. Le disavventure dei tre sono oggettive, e magari in un futuro a breve termine si trasformeranno in sorrisi larghi così. Ma per adesso il saldo... è quello che è.
Continuano gli allenamenti nel precampionato per il Psg e Navas sembrerebbe essere pronto e reattivo per l'inizio della Ligue 1. Sarà lui il primo o questa volta Donnarumma spodesterà l'ex Blancos
GIGIO— Andiamo in ordine temporale, e partiamo quindi da Donnarumma. Lo shock della gente rossonera per l’addio di Gigio è stato forte, ma l’irruzione di Maignan – praticamente un tackle a piedi uniti e a martello – ha relegato l’ex 99 di Pioli in un cassetto del solaio. Donnarumma chi?, noi abbiamo Magic Mike, è il grido di battaglia popolare, peraltro ampiamente supportato dalle prestazioni spesso da urlo del guanto francese. Intanto, Gigio, al di là delle Alpi ha faticato parecchio. Addio serenità, addio gigante al centro di un progetto. Se al Milan lo era, a Parigi non lo è più stato, costretto a sperimentare un’esperienza del tutto nuova: giocarsi la maglia da titolare. Non solo: senza garanzia di poterla bissare nella partita successiva. La gestione di Pochettino tra lui e Navas, in perenne e sottilissimo bilico, è stata quanto di più devastante può esserci per un portiere. Difficile quindi pensare a una casualità nella serie di inciampi accusati da Gigio lungo l’annata. Con tanto di sfoghi pubblici e di polemiche mediatiche sui propri errori. I tifosi del Milan? Perfidamente, hanno gongolato parecchio.
La rivalità tra Hakan Calhanoglu e Zlatan Ibrahimovic si arricchisce di un nuovo capitolo social: il turco partecipa a una challenge su TikTok che consiste nel dire il primo calciatore che viene in mente di ciascuna nazionalità che compare a schermo. Quando spunta la bandierina della Svezia, l'interista stranamente non menziona l'ovvio Zlatan, ma il nome ben più "hipster" di Alexander Isak della Real Sociedad.
Calhanoglu, stoccata a Ibra: se pensa alla Svezia...
HAKAN— Probabilmente, però, l’apice della vendetta per il popolo rossonero è stato Calhanoglu. Che, a differenza di Donnarumma, non ha avuto problemi di titolarità. Anzi: è stato una colonna dell’Inter di Inzaghi, con cui ha pure vinto due titoli. Per il turco soltanto una difficoltà, ma colossale: aver perso lo scudetto dopo essersi trasferito nell’altro club di Milan proprio con l’idea per vincerlo. Per chi si sente “abbandonato e tradito” (da chi ha fatto una scelta – peraltro assolutamente legittima – anche di carattere economico), può esserci godimento maggiore? La cartolina che più sta “a cuore” è ovviamente il primo piano al termine di Inter-Samp, ultima di campionato, che inquadra tutta la comprensibile sconsolatezza di Hakan. Proprio mentre in quei minuti piazza Duomo e Casa Milan stavano iniziando ad accogliere la festa rossonera. Nel caso del fantasista turco c’è però un’acredine che non trova radici solo nell’addio a Milanello, ma anche a determinati atteggiamenti – mani alle orecchie sotto la curva milanista dopo un gol nel derby, botta e risposta con l’ex sodale Ibra – mal digeriti dai tifosi rossoneri.
Franck Kessiè è pronto per esordire in Liga con il Barcellona e continua ad allenarsi nel centro sportivo dei blaugrana. Il club nel frattempo lo esalta: "Qualità"
FRANCK— Kessie invece fa un po’ storia a sé. Nel senso che fino a un certo punto della passata stagione, alla lettura delle formazioni e all’ingresso in campo veniva seppellito sotto i fischi. Poi, con l’ingresso nella fase cruciale del torneo, col profumo di scudetto sempre più intenso, e con l’innegabile grande utilità in campo dell’ivoriano, l’ira funesta dei tifosi si è placata ed è sbocciata persino la pace. Linea di pensiero pressoché comune: è sempre stato un professionista esemplare, è stato fra i protagonisti della rinascita milanista, è un giocatore che va rispettato. Franck, però, è appunto l’ultimo fuoriuscito illustre del Milan a essere incappato nelle disavventure. In termini di upgrade, il passaggio al Barcellona è indiscutibile. Ma “questo” Barcellona si stava rivelando un trappolone, se è vero che Franck ha trascorso diversi giorni con l’incubo di non poter essere tesserato. Criticità recentemente superata, anche se ora poi si porranno le questioni di campo, territorio dove per l’ivoriano non sarà semplicissimo affermare le sue qualità (sabato ha giocato gli ultimi venti minuti nell’opaco 0-0 dei blaugrana contro il Rayo Vallecano). Mala tempora currunt per gli addii a parametro zero di Milanello. Romagnoli è autorizzato a qualsiasi scongiuro gli passi per la testa.