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Paolo Baroni per La Stampa
Se il prezzo del gas resta quello attuale, 200 euro e più a megawattora (più del doppio dei prezzi, già molto elevati, registrati nei mesi precedenti e dieci volte quelli medi degli ultimi cinque anni), a ottobre le bollette aumenteranno del 100%. E anche se il governo confermerà gli interventi per calmierare le bollette si prevedono «variazioni mai verificatesi dei costi», «difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici, con potenziali ripercussioni sulla tenuta dell'intera filiera».
Mentre il governo si appresta a varare un nuovo decreto aiuti l'Autorità per l'energia, con una segnalazione inviata venerdì scorso al Parlamento, rilancia l'allarme caro-energia. Arera, innanzitutto, segnala le «forti criticità per il sistema nazionale in relazione alla situazione di crisi dei sistemi energetici legata ai prezzi estremamente elevati raggiunti sui mercati all'ingrosso, per effetto dell'ormai conclamato uso del gas quale strumento di pressione sulle economie europee».
Di suo l'Autorità, proprio la scorsa settimana, ha deciso di modificare il meccanismo di formazione dei prezzi del servizio di tutela del gas naturale a partire dal prossimo mese di ottobre, decidendo di calcolare ogni mese (anziché trimestralmente) i nuovi prezzi e di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all'ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all'ingrosso italiano. Ma ovviamente questo non basta: occorrerà adottare misure straordinarie a fronte di uno scenario dei prossimi mesi che viene definito «drammatico».
La concentrazione nel mese di agosto degli approvvigionamenti per l'autunno-inverno, infatti, potrebbe creare un ulteriore incremento dei prezzi.
Fattore che assieme all'incertezza circa la disponibilità effettiva di un'adeguata offerta di gas sfocerebbe in forti difficoltà per gli esercenti che faticherebbero a soddisfare la domanda e ad attivare nuovi contratti sino al punto da finire in default, come hanno segnalato all'Autorità grandi consumatori gas, singoli operatori ed associazioni di settore e come, peraltro, è già avvenuto in diversi paesi europei.
Col risultato di forti ripercussioni prima sull'equilibrio economico finanziario del sistema e poi su tutti gli italiani che sarebbero chiamati a «socializzare» i costi del crack del sistema. Per correre ai riparo l'Autorità guidata da Stefano Besseghini suggerisce di ripristinare l'equilibrio domanda/offerta, «sia attraverso la riduzione della domanda su base volontaria, anche attraverso indifferibili campagne di comunicazione»; sia attraverso «l'identificazione di meccanismi per la gestione di interventi da adottare in caso di emergenza». Andrebbero poi fissati a livello europeo tetti temporanei dei prezzi all'ingrosso, e - come già segnalato più volte - andrebbe prorogata la fine della tutela di prezzo per i clienti domestici che scade a fine anno. Insomma, il governo (pur se dimissionario) è avvertito.
Se il prezzo del gas resta quello attuale, 200 euro e più a megawattora (più del doppio dei prezzi, già molto elevati, registrati nei mesi precedenti e dieci volte quelli medi degli ultimi cinque anni), a ottobre le bollette aumenteranno del 100%. E anche se il governo confermerà gli interventi per calmierare le bollette si prevedono «variazioni mai verificatesi dei costi», «difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici, con potenziali ripercussioni sulla tenuta dell'intera filiera».
Mentre il governo si appresta a varare un nuovo decreto aiuti l'Autorità per l'energia, con una segnalazione inviata venerdì scorso al Parlamento, rilancia l'allarme caro-energia. Arera, innanzitutto, segnala le «forti criticità per il sistema nazionale in relazione alla situazione di crisi dei sistemi energetici legata ai prezzi estremamente elevati raggiunti sui mercati all'ingrosso, per effetto dell'ormai conclamato uso del gas quale strumento di pressione sulle economie europee».
Di suo l'Autorità, proprio la scorsa settimana, ha deciso di modificare il meccanismo di formazione dei prezzi del servizio di tutela del gas naturale a partire dal prossimo mese di ottobre, decidendo di calcolare ogni mese (anziché trimestralmente) i nuovi prezzi e di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all'ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all'ingrosso italiano. Ma ovviamente questo non basta: occorrerà adottare misure straordinarie a fronte di uno scenario dei prossimi mesi che viene definito «drammatico».
La concentrazione nel mese di agosto degli approvvigionamenti per l'autunno-inverno, infatti, potrebbe creare un ulteriore incremento dei prezzi.
Fattore che assieme all'incertezza circa la disponibilità effettiva di un'adeguata offerta di gas sfocerebbe in forti difficoltà per gli esercenti che faticherebbero a soddisfare la domanda e ad attivare nuovi contratti sino al punto da finire in default, come hanno segnalato all'Autorità grandi consumatori gas, singoli operatori ed associazioni di settore e come, peraltro, è già avvenuto in diversi paesi europei.
Col risultato di forti ripercussioni prima sull'equilibrio economico finanziario del sistema e poi su tutti gli italiani che sarebbero chiamati a «socializzare» i costi del crack del sistema. Per correre ai riparo l'Autorità guidata da Stefano Besseghini suggerisce di ripristinare l'equilibrio domanda/offerta, «sia attraverso la riduzione della domanda su base volontaria, anche attraverso indifferibili campagne di comunicazione»; sia attraverso «l'identificazione di meccanismi per la gestione di interventi da adottare in caso di emergenza». Andrebbero poi fissati a livello europeo tetti temporanei dei prezzi all'ingrosso, e - come già segnalato più volte - andrebbe prorogata la fine della tutela di prezzo per i clienti domestici che scade a fine anno. Insomma, il governo (pur se dimissionario) è avvertito.