Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte X

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Pareri/consigli?

Tralasciando il discorso prezzi, dipende molto da cosa ti aspetti dai prossimi 5-10 anni della tua vita. Potenzialmente il b&b in darsena può darti delle ottime soddisfazioni dal punto di vista economico, ma l'impegno per massimizzare i profitti non è da sottovalutare (soprattutto se non ci abiti vicino).
Io probabilmente cercherei di non vendere e di pagarmi (idealmente) il mutuo con i ricavi dell'appartamento in darsena. Tra 10 anni probabilmente avrei dei risparmi che mi consentirebbero di acquistare una casa più bella vendendo solo uno dei due appartamenti e di tenermi la rendita dell'altro (magari integrando con un altro piccolo mutuo).

Però c'è da sbattersi. E in 10 anni possono succedere più cose che in 5 o in 0.

Se l'obiettivo è la stabilità e vuoi dedicare questi anni a mettere in piedi una bella famiglia e ad avere il tempo per godertela senza sbattimenti vai di casa bella in contesto bello ad 1 km da 90/91. Un domani nessuno ti vieta di vendere e prendere qualcosa di più centrale.

P.S. se ti interessa il genere dai un occhio a questa, potrebbe avere le caratteristiche che ti interessano. Zona onesta, contesto bello, non hai le mille opportunità della darsena, ma i servizi ci sono tutti e in 5/10 minuti di auto sei in wagner/de angeli/vercelli con ristorantini e negozi di buon livello. https://www.immobiliare.it/annunci/94332802/
 
il casale é composto da 5 appartamenti, accesso con 1 km di strada bianca, riscaldamento a gpl, no adsl, in mezzo al nulla.....
meglio l appartamento di milano

vero, anche perchè l'appartamento di milano non lo paghi, muori prima asfissiato dalle polveri sottili. :o
 
vero, anche perchè l'appartamento di milano non lo paghi, muori prima asfissiato dalle polveri sottili. :o

a me lo dici?
ci ho abitato 3 anni in periferia(affori) dal57 al 60, sempre con la tosse cronica, il giorno che ci siamo traferiti fuori milano ho smesso di tossire.
 
Io non glieli darei, ma attualmente in quella zona il nuovo costa 10k/mq. Se fosse tuo quanto chiederesti?

Chi glieli da lo manderei un mese a friggere i nuggets da MC Donald a fine mese ti do 1000 euro ...poi vediamo se li spende così!
 
https://www.immobiliare.it/annunci/97320870/

Per chi volesse... Un affarone, fresco fresco (ripubblicato)...
Un bel classe F da buttare giu, secondo piano su incrocio trafficato e sopra alle rotaie del tram (quello vecchio!)...
6.500 mq

Sarei curioso di sentire l'agente che lo tratta 🤭🤭

mamma mia ragazzi.....che schifo....530mila euro per un rudere, disposto male, fatto male, che cade a pezzi, vista casermoni dai poggioli....non sono milanese, ma spendere 530mila euro per una roba del genere è da folli....peraltro saranno 60mq calpestabili, sono 3 stanze uguali da forse 16/18mq....."cucinino" è un loculo di 2mq....un bagno largo 1.30 che non ci sta manco una doccia, anche a ristrutturarlo rimane un bagno invivibile e uno schifo uguale come disposizione, abitabilità, come tutto....allucinante....garage niente...3mila euro di spese all'anno...un miliardo di lire....
poi parliamo di qualità della vita...... aggiungi 40k tra notaio e agente, 100k per metterlo a posto....mutuo tombale per la vita per 60mq del genere....

non parlo dei milanesi che ovviamente a milano ci nascono e crescono e la loro vita è a milano, ma penso a quei giovani under35 da piemonte/triveneto/emilia che avevano iniziato a lavorare post università a milano e che pensano ad imbarcarsi a comprare casa a sti prezzi, invece di valutare e provare il rientro.....
ho amici che l'hanno già fatto causa prezzi, ma alcuni che in effetti continuano a stare li in affitto....perchè proprio il fatto di dire che "stanno a milano" gli piace proprio.....
e alla fine si, avranno lo stipendio di un 30% piu alto rispetto a quello che prenderebbero in terra natia.....ma un 30% di stipendio in piu a fronte del prezzo del mattone letteralmente del 300% piu alto al mq....come si fa a compenare la cosa?! è troppo sbilanciato il prezzo del mattone rispetto allo stipendio piu alto....allucinante...con 530mila ti compri un quadrilocale ristrutturato di fino vista duomo in quasi qualsiasi altro capoluogo di provincia del nord....
 
mamma mia ragazzi.....che schifo....530mila euro per un rudere, disposto male, fatto male, che cade a pezzi, vista casermoni dai poggioli....non sono milanese, ma spendere 530mila euro per una roba del genere è da folli....peraltro saranno 60mq calpestabili, sono 3 stanze uguali da forse 16/18mq....."cucinino" è un loculo di 2mq....un bagno largo 1.30 che non ci sta manco una doccia, anche a ristrutturarlo rimane un bagno invivibile e uno schifo uguale come disposizione, abitabilità, come tutto....allucinante....garage niente...3mila euro di spese all'anno...un miliardo di lire....
poi parliamo di qualità della vita...... aggiungi 40k tra notaio e agente, 100k per metterlo a posto....mutuo tombale per la vita per 60mq del genere....

non parlo dei milanesi che ovviamente a milano ci nascono e crescono e la loro vita è a milano, ma penso a quei giovani under35 da piemonte/triveneto/emilia che avevano iniziato a lavorare post università a milano e che pensano ad imbarcarsi a comprare casa a sti prezzi, invece di valutare e provare il rientro.....
ho amici che l'hanno già fatto causa prezzi, ma alcuni che in effetti continuano a stare li in affitto....perchè proprio il fatto di dire che "stanno a milano" gli piace proprio.....
e alla fine si, avranno lo stipendio di un 30% piu alto rispetto a quello che prenderebbero in terra natia.....ma un 30% di stipendio in piu a fronte del prezzo del mattone letteralmente del 300% piu alto al mq....come si fa a compenare la cosa?! è troppo sbilanciato il prezzo del mattone rispetto allo stipendio piu alto....allucinante...con 530mila ti compri un quadrilocale ristrutturato di fino vista duomo in quasi qualsiasi altro capoluogo di provincia del nord....

Il problema del rientro non è il pregio di Milano, ma l'offerta di lavoro fuori.

Se è vero che gli stipendi non sono granché più bassi è anche vero che il tessuto produttivo è molto diverso.
Milano permette di cambiare lavoro ogni 2 anni e volendo di piazzarsi in una corporate con elevata solidità, fuori come sono le prospettive?

Perché l'Italia ha il problema di cianciare di laureati che mancano, ma poi sti laureati non hanno reali sbocchi. Tutte quelle sfumature di impiegato, dall'ing gestionale al project manager (a cui aggiungere i vari consulenti) avrebbero lavoro fuori? Con che prospettive?


Non è che sti ragazzi siano stupidi, a tutti piace stare a casa propria o quasi. Però per molti la prospettiva è la PMI dove non cresci oppure mansioni poco stimolanti. Quelli laureati in roba industriale sono pochi e si collocano ugualmente, ma per molti altri la scelta è poca.
 
Il problema del rientro non è il pregio di Milano, ma l'offerta di lavoro fuori.

Se è vero che gli stipendi non sono granché più bassi è anche vero che il tessuto produttivo è molto diverso.
Milano permette di cambiare lavoro ogni 2 anni e volendo di piazzarsi in una corporate con elevata solidità, fuori come sono le prospettive?

Perché l'Italia ha il problema di cianciare di laureati che mancano, ma poi sti laureati non hanno reali sbocchi. Tutte quelle sfumature di impiegato, dall'ing gestionale al project manager (a cui aggiungere i vari consulenti) avrebbero lavoro fuori? Con che prospettive?


Non è che sti ragazzi siano stupidi, a tutti piace stare a casa propria o quasi. Però per molti la prospettiva è la PMI dove non cresci oppure mansioni poco stimolanti. Quelli laureati in roba industriale sono pochi e si collocano ugualmente, ma per molti altri la scelta è poca.

Poni dei punti senz’altro concreti.

Però noto sempre questa tendenza a dipingere l’offerta lavorativa fuori Milano come “povera”, limitata, di serie b, non dico come se fuori ci fosse il deserto dei tartari, ma quasi.
E ci sono ancora alcuni stereotipi che, non dico che non abbiano un fondo di verità, ma che andrebbero rivisti, parlo in particolare del tessuto produttivo fatto solo di “PMI ingabbianti e soffocanti”.
Sicuramente è vero, parlo almeno per il Triveneto, che una grossa fetta dell’offerta di lavoro viene dalle PMI. Ma molte PMI negli ultimi 20/30 anni hanno saputo anche evolversi, modernizzarsi sotto tutti i punti di vista, si sono ingrandite, alcune sono diventate (o già lo erano, ma comunque hanno fatto ulteriore upscaling) delle multinazionali e leader del settore, dove anche un giovane laureato rampante può trovare spazio in termini di mansioni ricoprendo quelle figure da te citate. Ci sono delle eccellenze e dei gioiellini industriali sparsi nel territorio nel Nord, dove anche un laureato può sentirsi appagato e che hanno saputo tenere il passo in termini di riorganizzazione e welfare aziendale.
Ma non mancano servizi, studi professionali, professionisti….sedi delle Big4 esistono anche qui in ogni città…Non dico che sia immediato come a Milano, ma un cambio lavorativo appagante “di rientro” non è cosi improbabile per me se uno si mette.
Parlo sempre per le “mie” realtà, qui in Veneto, Verona, Vicenza, Padova, Treviso, sono province da 900mila abitanti l’una. Insomma, il tessuto esiste, è forte, traina, lavorano tutti, giovani, meno giovani. E pare sempre stiano tutti benone…Idem in Friuli, in Trentino, insomma il lavoro non manca ecco. E per quelle (sicuramente numerose) PMI che sono rimaste “ruspanti” e po’ retrò a livello organizzativo e dove sono richiesti profili più tecnici, c’è comunque un grossissimoo bacino di “non laureati” che si trovano assai bene in ogni caso
Certo, sicuramente Milano sarà imbattibile come offerta di “corporate di livello alto/multinazionale”, però fuori non c’è il deserto. Le prospettive ci sono.

Poi c’è il discorso “qualità della vita” che spesso anche qui salta giustamente fuori.
La “qualità della vita” data dal vivere in una città stimolante, viva, ecc ecc. Anche qui non metto minimamente in dubbio che Milano sia over the top a livello nazionale. Non si discute.
Ma, a parte che come scrivevo anche altre città offrono comunque molto a livello culturale e sociale, la qualità della vita è data anche dal non vivere strozzati da mutui e finanziamenti, dal farsi un giretto fuori porta in montagna o al mare un weekend, da qualche vizietto, da non avere una spada di damocle sopra la testa che per forza ci sarà sempre per noi “giovani laureati” se si compra casa a sti prezzi, ed è data anche da dove si vive, dalle mura domestiche dove si torna a casa la sera dopo il lavoro.

Penso che io e te siamo più o meno coetanei. Dieci anni fa quando da neolaureti si cominciava a guardarci intorno, la priorità assoluta era il lavoro. Ogni discorso ruotava attorno al lavoro. Come sempre, c’era una sana “gara” a realizzarsi in campo lavorativo e comunque tutto era incentrato su questo, il benessere personale sembrava ruotare solo attorno a questo. Ora dopo 10 anni, se mi guardo intorno, ovviamente il lavoro ha un peso fondamentale, ma nei discorsi tra amici ora cosa c’è? Solo il lavoro? No, ora compare il comprare casa, il matrimonio, i discorsi sui figli per chi già ce li ha, l’arredamento del nuovo appartamento, le vacanze coi parenti….ecc ecc…
Magari sbaglio, magari sono ancora il solito pischello di 10 anni fa, ma il concetto di benessere man mano che andiamo avanti si sposta su altre leve, si accostano altre priorità.
Tutti noi, anche direttamente, abbiamo vissuto la fase del “cambio lavoro” e del turn over lavorativo. Anzi, a un certo punto era quasi una gara, un fattore di “prestigio” il turn over, è un classicone della fase 25-35.
E su questo Milano è imbattibile. Ma secondo te, quando si comincia ad accasarsi, figliare, ci sarà la stessa priorità del turn over o quantomeno di essere in un ambiente che volendo consente un rapido turn over? Certo, meglio se c’è, ma almeno parlo per me, ma l’obiettivo è arrivare prima dei 40 a rivestire una posizione appagante e quanto piu definitiva, perché onestamente dopo un certo punto non è che vivo per cambiare lavoro ogni tot per fare il finto yuppie…
Io non posso quindi credere che le più forti possibilità di turn over lavorativo possano garantire o compensare un livello di benessere personale a cui possono contribuire enne altri fattori. Ogni tanto mi pare che questa cosa per te rivesta un ruolo davvero preponderante.
Leggo poi questa necessità/dipendenza da metrò e mezzi pubblici. Per me ad esempio, parere personale, è agghiacciante dover dipendere nella vita quotidiana dai mezzi.
Leggo che a Milano “può essere normale non avere la macchina”. Non avere la macchina e doversi muovere coi mezzi ed essere schiavi della vicinanza della metro anche solo per andare a cena dagli amici, come leggevo, anche questo lo trovo agghiacciante. Parlare di teatri, vita sociale, culturale, e poi non disporre della macchina e fare la conta del mezzo pubblico per una cena a 20km da un amico….boh.

Insomma, per dire che alla fine il concetto di qualità della vita è relativo per carità. per me obbligarmi a vivere in 60/70mq, con mutui tombali, schiavo dei mezzi, con lo stipendio ciucciato da interessi e debiti....boh. può sembrare che generalizzi lo so, però se guardo le conoscenze spostate a milano, non ne vedo nessuna che prende stipendi vertiginosi...insomma, si lavora per vivere, per mangiare, per star bene e togliersi gli sfizi, ma se a parità di lavoro e guadagno devo pagarmi il 300% in piu la casa....e siccome prima o poi la casa tutti la compriamo....tutto qui, non capisco!

Comunque non son qui per dire contro a Milano, è che sono davvero basito da questi prezzi e che, sulla base delle mie esperienze di conoscenti, se è vero che più di qualcuno sta tornando/pensando di tornare perché gli stipendi non giustificano un mattone cosi elevato, dall’altro qualcuno rimane anche se mi pare più per “status” e patina che per altro.
 
Ma infatti il tema non è il lavoro.
Ci sono varie province con occupazione maggiore di quella milanese.

Bolzano, Bologna, Forlì-Cesena, Trieste, Piacenza, Lecco, Ferrara.
E Siena, Cuneo, Belluno, Modena e altre hanno la stessa occupazione.

Milano costa di più perché piace di più.
Molto semplicemente.
Altrimenti Napoli costerebbe un quarto di Treviso.
 
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a me lo dici?
ci ho abitato 3 anni in periferia(affori) dal57 al 60, sempre con la tosse cronica, il giorno che ci siamo traferiti fuori milano ho smesso di tossire.

Avevi la tosse cronica già appena nato?
Non è che era la pertosse??
 
Avevi la tosse cronica già appena nato?
Non è che era la pertosse??

mi ricordo che tossivo sempre e ho smesso sul camion che ci portava via, poi invece quando ci andavo a lavorare non tossivo piú e ho ricominciato a tossire ,a 33 anni , quando frequentavo la scuola serale ,in centro a milano, anche allora ho smesso di tossire quando ho smesso di frequentare

https://www.ecodallecitta.it/inquinamento-milano-2/

Cittadini per l’Aria: “A Milano 1.500 morti ogni anno a causa del biossido di azoto”
 
Poni dei punti senz’altro concreti.

Però noto sempre questa tendenza a dipingere l’offerta lavorativa fuori Milano come “povera”, limitata, di serie b, non dico come se fuori ci fosse il deserto dei tartari, ma quasi.
E ci sono ancora alcuni stereotipi che, non dico che non abbiano un fondo di verità, ma che andrebbero rivisti, parlo in particolare del tessuto produttivo fatto solo di “PMI ingabbianti e soffocanti”.
Sicuramente è vero, parlo almeno per il Triveneto, che una grossa fetta dell’offerta di lavoro viene dalle PMI. Ma molte PMI negli ultimi 20/30 anni hanno saputo anche evolversi, modernizzarsi sotto tutti i punti di vista, si sono ingrandite, alcune sono diventate (o già lo erano, ma comunque hanno fatto ulteriore upscaling) delle multinazionali e leader del settore, dove anche un giovane laureato rampante può trovare spazio in termini di mansioni ricoprendo quelle figure da te citate. Ci sono delle eccellenze e dei gioiellini industriali sparsi nel territorio nel Nord, dove anche un laureato può sentirsi appagato e che hanno saputo tenere il passo in termini di riorganizzazione e welfare aziendale.
Ma non mancano servizi, studi professionali, professionisti….sedi delle Big4 esistono anche qui in ogni città…Non dico che sia immediato come a Milano, ma un cambio lavorativo appagante “di rientro” non è cosi improbabile per me se uno si mette.
Parlo sempre per le “mie” realtà, qui in Veneto, Verona, Vicenza, Padova, Treviso, sono province da 900mila abitanti l’una. Insomma, il tessuto esiste, è forte, traina, lavorano tutti, giovani, meno giovani. E pare sempre stiano tutti benone…Idem in Friuli, in Trentino, insomma il lavoro non manca ecco. E per quelle (sicuramente numerose) PMI che sono rimaste “ruspanti” e po’ retrò a livello organizzativo e dove sono richiesti profili più tecnici, c’è comunque un grossissimoo bacino di “non laureati” che si trovano assai bene in ogni caso
Certo, sicuramente Milano sarà imbattibile come offerta di “corporate di livello alto/multinazionale”, però fuori non c’è il deserto. Le prospettive ci sono.

Poi c’è il discorso “qualità della vita” che spesso anche qui salta giustamente fuori.
La “qualità della vita” data dal vivere in una città stimolante, viva, ecc ecc. Anche qui non metto minimamente in dubbio che Milano sia over the top a livello nazionale. Non si discute.
Ma, a parte che come scrivevo anche altre città offrono comunque molto a livello culturale e sociale, la qualità della vita è data anche dal non vivere strozzati da mutui e finanziamenti, dal farsi un giretto fuori porta in montagna o al mare un weekend, da qualche vizietto, da non avere una spada di damocle sopra la testa che per forza ci sarà sempre per noi “giovani laureati” se si compra casa a sti prezzi, ed è data anche da dove si vive, dalle mura domestiche dove si torna a casa la sera dopo il lavoro.

Penso che io e te siamo più o meno coetanei. Dieci anni fa quando da neolaureti si cominciava a guardarci intorno, la priorità assoluta era il lavoro. Ogni discorso ruotava attorno al lavoro. Come sempre, c’era una sana “gara” a realizzarsi in campo lavorativo e comunque tutto era incentrato su questo, il benessere personale sembrava ruotare solo attorno a questo. Ora dopo 10 anni, se mi guardo intorno, ovviamente il lavoro ha un peso fondamentale, ma nei discorsi tra amici ora cosa c’è? Solo il lavoro? No, ora compare il comprare casa, il matrimonio, i discorsi sui figli per chi già ce li ha, l’arredamento del nuovo appartamento, le vacanze coi parenti….ecc ecc…
Magari sbaglio, magari sono ancora il solito pischello di 10 anni fa, ma il concetto di benessere man mano che andiamo avanti si sposta su altre leve, si accostano altre priorità.
Tutti noi, anche direttamente, abbiamo vissuto la fase del “cambio lavoro” e del turn over lavorativo. Anzi, a un certo punto era quasi una gara, un fattore di “prestigio” il turn over, è un classicone della fase 25-35.
E su questo Milano è imbattibile. Ma secondo te, quando si comincia ad accasarsi, figliare, ci sarà la stessa priorità del turn over o quantomeno di essere in un ambiente che volendo consente un rapido turn over? Certo, meglio se c’è, ma almeno parlo per me, ma l’obiettivo è arrivare prima dei 40 a rivestire una posizione appagante e quanto piu definitiva, perché onestamente dopo un certo punto non è che vivo per cambiare lavoro ogni tot per fare il finto yuppie…
Io non posso quindi credere che le più forti possibilità di turn over lavorativo possano garantire o compensare un livello di benessere personale a cui possono contribuire enne altri fattori. Ogni tanto mi pare che questa cosa per te rivesta un ruolo davvero preponderante.
Leggo poi questa necessità/dipendenza da metrò e mezzi pubblici. Per me ad esempio, parere personale, è agghiacciante dover dipendere nella vita quotidiana dai mezzi.
Leggo che a Milano “può essere normale non avere la macchina”. Non avere la macchina e doversi muovere coi mezzi ed essere schiavi della vicinanza della metro anche solo per andare a cena dagli amici, come leggevo, anche questo lo trovo agghiacciante. Parlare di teatri, vita sociale, culturale, e poi non disporre della macchina e fare la conta del mezzo pubblico per una cena a 20km da un amico….boh.

Insomma, per dire che alla fine il concetto di qualità della vita è relativo per carità. per me obbligarmi a vivere in 60/70mq, con mutui tombali, schiavo dei mezzi, con lo stipendio ciucciato da interessi e debiti....boh. può sembrare che generalizzi lo so, però se guardo le conoscenze spostate a milano, non ne vedo nessuna che prende stipendi vertiginosi...insomma, si lavora per vivere, per mangiare, per star bene e togliersi gli sfizi, ma se a parità di lavoro e guadagno devo pagarmi il 300% in piu la casa....e siccome prima o poi la casa tutti la compriamo....tutto qui, non capisco!

Comunque non son qui per dire contro a Milano, è che sono davvero basito da questi prezzi e che, sulla base delle mie esperienze di conoscenti, se è vero che più di qualcuno sta tornando/pensando di tornare perché gli stipendi non giustificano un mattone cosi elevato, dall’altro qualcuno rimane anche se mi pare più per “status” e patina che per altro.

Ma guarda che hai pure ragione, però ne faccio un discorso di numeri e possibilità.

Se pronti via parti a Milano, sviluppi la vita qui. Puoi cambiare lavoro, puoi vivere in città, puoi andare nell'hinterland, fare o meno famiglia.
Ma se parliamo di rientrare non è così banale, almeno se intendiamo tornare da dove sono venuto.
Però per quanto il Veneto sia una ottima terra ricca di opportunità, probabilmente a te interessa una certa zona limitata, non una qualsiasi.
Magari non sei solo, e tornare indietro è più difficoltoso in 2. Se poi lei non è di lì, ancora di più.

Insomma credo che queste siano situazioni personali che quasi sempre capitano e guidino le scelte.

Perché un conto è decidere se vivere dentro o fuori, ma cambiare città è ovviamente più totale.
In Veneto vai se vuoi tornare in Veneto, mi sembra un attimo surreale decidere la regione dove vivere sulla base dei prezzi immobiliari

Dicevo comunque sui grandi numeri che alla fine per uno che vuole tornare a casa qualcuno arriva. Non credo sia questione di vivere da yuppies, ma semplicemente di arrivare, trovarsi bene e alla fine rimanerci.
 
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Per chi volesse... Un affarone, fresco fresco (ripubblicato)...
Un bel classe F da buttare giu, secondo piano su incrocio trafficato e sopra alle rotaie del tram (quello vecchio!)...
6.500 mq

Sarei curioso di sentire l'agente che lo tratta 🤭🤭

Forse non hai capito dove è quel condominio. Dall'altra parte della strada c'è City Life, attraversando l'incrocio costruiranno l'ultimo pezzo di City Life, il palazzo sdraiato:
2019-urbanfile-milano-tre-torri-citylife-progetto-portico-big-bjarke-1.jpg
 
Forse non hai capito dove è quel condominio. Dall'altra parte della strada c'è City Life, attraversando l'incrocio costruiranno l'ultimo pezzo di City Life, il palazzo sdraiato:
2019-urbanfile-milano-tre-torri-citylife-progetto-portico-big-bjarke-1.jpg

:D
 

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Forse non hai capito dove è quel condominio. Dall'altra parte della strada c'è City Life, attraversando l'incrocio costruiranno l'ultimo pezzo di City Life, il palazzo sdraiato:

E' un caso interessante, perché nei palazzi dei quartieri extralusso, i piani residenziali tendono ad iniziare dal 4°, 5° o anche oltre. E' così un po' in tutto il mondo, a Milano è sicuramente così la Torre Solaria. Chi ha una certa disponibilità, tende a non voler stare in mezzo allo smog e al rumore.

Non è chiaro quanto il prezzo di un appartamento del genere dipenda dalla sua abitabilità attuale, e quanto dal fatto che possa essere riconvertito in qualcos'altro, tipo ufficio, studio o sede di rappresentanza, rimanendo comunque in area prestigiosissima.
 
E' un caso interessante, perché nei palazzi dei quartieri extralusso, i piani residenziali tendono ad iniziare dal 4°, 5° o anche oltre. E' così un po' in tutto il mondo, a Milano è sicuramente così la Torre Solaria. Chi ha una certa disponibilità, tende a non voler stare in mezzo allo smog e al rumore.

Non è chiaro quanto il prezzo di un appartamento del genere dipenda dalla sua abitabilità attuale, e quanto dal fatto che possa essere riconvertito in qualcos'altro, tipo ufficio, studio o sede di rappresentanza, rimanendo comunque in area prestigiosissima.

per quelli del mestiere é chiarissimo.
 
Il nuovo non fa i volumi...:cool:

Vero, ma ciò non toglie che si possa fare un confronto. Con il nuovo a 10k un usato da ristrutturare proposto a 6.2k magari portato via a 5k (in quello stato non mi vergognerei di certo a chiedere uno sconto del genere, minimo) e che finito (ristrutturazione al netto di incentivi 50%+spese) ti viene a 6/6.2k, non mi sembrerebbe una follia a livello logico.
Infatti se vai a vedere roba comparabile ristrutturata e ci togli un po' di sconto siamo lì più o meno come prezzo mq: https://www.immobiliare.it/annunci/96981054/
Chiaramente in fase di vendita/acquisto ognuno porta acqua al suo mulino e "ce sta a provà", poi a seconda delle proprie esigenze il venditore sconterà o meno. Gli affari si fanno in fase di acquisto per chi compra e in fase di vendita per chi vende, in questa fase è praticamente impossibile fare affari per chi compra in zone caldissime come quella presa in oggetto.

Poi ricordiamoci che siamo di fronte a City life praticamente in Corso Sempione e a due passi dall'Arco della Pace. Sotto casa hai: passante ferroviario, metropolitana linea lilla, poco distante linea rossa, sedi di aziende importanti (PwC, Generali, Allianz, Nexi, Uffici e Studi televisivi Rai, etc.; a 4/5 fermate di linea lilla: Google, Microsoft, Sede Regione Lombardia, etc), due ristoranti stellati raggiungibili a piedi, centinaia di ristoranti generici, centri sportivi di tutti i tipi (piscine, palestre, campi da tennis, allontanandosi un minimo
un ippodromo, etc), parchi, musei (triennale, museo del design), negozi di qualsiasi genere, supermercato aperto h.24, se vuoi partorire in uno dei migliori ospedali pediatrici italiani volendo ci puoi andare a piedi, scuole di ogni ordine e grado e potrei continuare l'elenco per qualche paginata.

"Mi fa schifo", "A me i ristoranti stellati fanno schifo e se guardo le porzioni mi viene da ridere", "2 alberi in croce e me lo chiami parco", "La spesa vado a farla alle 18, per me i supermercati possono chiudere alle 18.30", "il museo lo vedi una volta sola", "io prendo il mio suzuki jimny 4x4 euro 0 alimentato a bestemmie e arrivo ovunque senza bisogno della metropolitana": tutto quello che volete, ma, tralasciando lo specifico annuncio, accettate il fatto che a molti piaccia vivere in un contesto del genere e che, alla luce dei fatti, siano disposti a pagare un premium price perché VOGLIONO STARCI.
 
Elenco i fattori per i quali ho deciso di vendere a Milano:

1) Sono fattori personali dovuti alla separazione (anche se avrei potuto rilevare la quota di mia moglie)

2) Difficoltà dell'accesso al credito
3) Aumento dei tassi
4) Mercato drogato dai bonus 110% e 50% sconto in fattura e altri bonus minori
5) Recessione economica probabile (due anni di pandemia e un conflitto (economico) mondiale
6) Divario stipendi/costo al mq
7) Esplosione dei costi di mantenimento divario prezzi Milano/fuori Milano
8) Tassazione (vedi casa coniugale e Imu e Tasi)
9) Dubbi sulla vivibilità futura (qualità della vita).Degrado (se si lamenta la Ferragni, manco abitasse in stazione Centrale o via Bolla)
10) Divario prezzi Milano e Hinterland
11) Calo Demografico incombente
Aggiungiamo altro ? (oltre alle cavallette che qualcuno proporrà naturalmente)

Stiliamo insieme anche gli Elementi pro ?

1) Milano è Sempre Milano.Il centro del mondo. Dentro le tangenziali avrà sempre un valore.
2) Accessibilità ridotta Area B Area C -
3) Traffico in aumento in considerazione di zone a 30Km/h - 15km/h- Implemento Castellane - Piste ciclabili
 
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Elenco i fattori per i quali ho deciso di vendere a Milano:

1) Sono fattori personali dovuti alla separazione (anche se avrei potuto rilevare la quota di mia moglie)

2) Difficoltà dell'accesso al credito
3) Aumento dei tassi
4) Mercato drogato dai bonus 110% e 50% sconto in fattura e altri bonus minori
5) Recessione economica probabile (due anni di pandemia e un conflitto (economico) mondiale
6) Divario stipendi/costo al mq
7) Esplosione dei costi di mantenimento divario prezzi Milano/fuori Milano
8) Tassazione (vedi casa coniugale e Imu e Tasi)
9) Dubbi sulla vivibilità futura (qualità della vita).Degrado (se si lamenta la Ferragni, manco abitasse in stazione Centrale o via Bolla)
10) Divario prezzi Milano e Hinterland
11) Calo Demografico incombente
Aggiungiamo altro ? (oltre alle cavallette che qualcuno proporrà naturalmente)

Stiliamo insieme anche gli Elementi pro ?

1) Milano è Sempre Milano.Il centro del mondo. Dentro le tangenziali avrà sempre un valore.
2) Accessibilità ridotta Area B Area C -
3) Traffico in aumento in considerazione di zone a 30Km/h - 15km/h- Implemento Castellane - Piste ciclabili

Lo sboom con gli elementi elencati comincia ora, sarà l'estate ma noto un certo invenduto...
Oltre al fatto che sempre più persone contrattano il full remoto e vanno via da Milano
 
Stato
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