voglio vivere così...

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Sembra un abatjour!!....un ramo e mezza boa che il mare ha spaccato:bow:

eh davvero:yes: complimenti, sei un bravissimo fotografo:bow: belle tutte le foto che hai postato
Notte buona:)


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eh davvero:yes: complimenti, sei un bravissimo fotografo:bow: belle tutte le foto che hai postato
Notte buona:)


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Vedi l'allegato 2832661
Questa non è una bella foto!!
Non ho fatto in tempo a riprendere tutta la scena di un cormorano che ha appena inghiottito una orata!! Sta li fermo in diga finchè il pesce muore e lo manda giù piano piano!!
 
Vedi l'allegato 2832662

Questa è una bellissima foto che ho fatto durante la festività del Redentore!
Quello che mi ha stupito con la magia dei fuochi a far apparire la scritta Venezia!!
 
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Questa è una bellissima foto che ho fatto durante la festività del Redentore!
Quello che mi ha stupito con la magia dei fuochi a far apparire la scritta Venezia!!

che meraviglia:clap::clap:OK!. sei bravo davvero:bow:


qualche giorno devo postare anch'io qualche scatto mio, qualcosa ho già postato. Ma non sono brava come fotografa. Se il posto che inquadro è un incanto, allora è facile fare delle belle foto, ora anche i cellulari hanno delle ottime fotocamereOK!
 


Uomo libero, amerai sempre il mare
Charles Baudelaire


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Mudù - Ufficio Brevetti

Un cappotto che va bene tutto l'anno :D



Ridere è il terzo verbo più importante dopo vivere e amare.
(Fabrizio Caramagna)


:D
 


:clap::clap::clap::clap::clap::clap: mamma mia che mostri di bravura...brave anche come attrici. Minuto 2:15 incredibile:eek::bow:

“La musica è terapeutica. E' una comunicazione molto più potente, immediata ed efficace delle parole.”

LORD YEHUDI MENUHIN


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Notte buona:)
 
Che il Mediterraneo sia....



Fare l’amore con te
è come bere acqua di mare.
E più ne bevo
più ho sete,
finché niente potrà spegnere la mia sete
se non bere l’intero mare.

Kenneth Rexroth


images
 


Uomo libero, amerai sempre il mare
Charles Baudelaire


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OK!, naturalmente concordo al 100%, ciao Jolie :)

"Il mare è come una malattia al contrario, se la fai da bambino poi non guarisci più" (Guido Fruscoloni, su twitter)



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"Le scelte essenziali dell’umanitÃ*".



Grande discorso del premio Nobel Giorgio Parisi alla Camera dei Deputati sulle "scelte essenziali dell'umanità":bow:
speriamo che sia servito a qualcosa:rolleyes:


"Abbiamo apprezzato moltissimo che una delle tracce dei temi di maturità di quest’anno sia tratta dal discorso che Giorgio Parisi, premio Nobel per fisica 2021 e socio del Gruppo 2003, ha tenuto in Parlamento negli scorsi mesi. Parisi tocca infatti con la capacità di visione che gli è propria la grande sfida che ci pone il cambiamento climatico e in particolare il tema del ruolo della scienza e della politica nell’accordarsi con coraggio per il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento che ci risparmino l’ennesimo disastro. Parisi in questo richiama alla mente le figure di grandi scienziati come Albert Einstein, che oltre i grandi risultati nella sua disciplina sapeva parlare a tutti dei problemi di tutti, senza spocchia e con grande competenza e umanità." (Maria Pia Abbracchio, Luca Carra)

Ecco il testo del suo discorso

L’umanità deve fare delle scelte essenziali, deve contrastare con forza il cambiamento climatico. Sono decenni che la scienza ci ha avvertiti che i comportamenti umani stanno mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta. Sfortunatamente, le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati assolutamente modesti. Negli ultimi anni gli effetti del cambiamenti climatico sono sotto gli occhi di tutti. Le inondazioni, gli uragani, le ondate di calore e gli incendi devastanti, di cui siamo stati spettatori attoniti, sono un timidissimo assaggio di quello che avverrà nel futuro su una scala enormemente più grande. Adesso, comincia a esserci una reazione forse più risoluta ma abbiamo bisogno di misure decisamente più incisive.

Dall’esperienza della Covid sappiamo che non è facile prendere misure efficaci in tempo. Spesso le misure di contenimento della pandemia sono state prese in ritardo, solo in un momento in cui non erano più rimandabili. Sappiamo tutti che «il medico pietoso fece la piaga purulenta». Voi avete il dovere di non essere medici pietosi. Il vostro compito storico è di aiutare l’umanità a passare per una strada piena di pericoli. È come guidare di notte. Le scienze sono i fari, ma poi la responsabilità di non andare fuori strada è del guidatore, che deve anche tenere conto che i fari hanno una portata limitata. Anche gli scienziati non sanno tutto, è un lavoro faticoso durante il quale le conoscenze si accumulano una dopo l’altra e le sacche di incertezza vengono pian piano eliminate. La scienza fa delle previsioni oneste sulle quali si forma pian piano gradualmente un consenso scientifico.

Quando l’IPCC prevede che in uno scenario intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra la temperatura potrebbe salire tra i 2 e i 3,5 gradi, questo intervallo è quello che possiamo stimare al meglio delle conoscenze attuali. Tuttavia deve essere chiaro a tutti che la correttezza dei modelli del clima è stata verificata confrontando le previsioni di questi modelli con il passato. Se la temperatura aumenta più di 2 gradi entriamo in una terra incognita in cui ci possono essere anche altri fenomeni che non abbiamo previsto, che possono peggiorare enormemente la situazione. Per esempio, incendi di foreste colossali come l’Amazzonia emetterebbero quantità catastrofiche di gas serra. Ma quando potrebbe accadere? L’aumento della temperatura non è controllato solo dalle emissioni dirette, ma è mitigato dai tantissimi meccanismi che potrebbero cessare di funzionare con l’aumento della temperatura. Mentre il limite inferiore dei 2 gradi è qualcosa sul quale possiamo essere abbastanza sicuri, è molto più difficile capire quale sia lo scenario più pessimistico. Potrebbe essere anche molto peggiore di quello che noi ci immaginiamo.

Abbiamo di fronte un enorme problema che ha bisogno di interventi decisi, non solo per bloccare le emissioni di gas serra, ma anche di investimenti scientifici. Dobbiamo essere in grado di sviluppare nuove tecnologie per conservare l’energia, trasformandola anche in carburanti, tecnologie non inquinanti che si basano su risorse rinnovabili. Non solo dobbiamo salvarci dall’effetto serra, ma dobbiamo evitare di cadere nella trappola terribile dell’esaurimento delle risorse naturali. Il risparmio energetico è anche un capitolo da affrontare con decisione. Per esempio, finché la temperatura interna delle nostre case rimarrà quasi costante tra estate e inverno, sarà difficile fermare le emissioni.

Bloccare il cambiamento climatico con successo richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti. È un’operazione con un costo colossale non solo finanziario, ma anche sociale, con cambiamenti che incideranno sulle nostre esistenze. La politica deve far sì che questi costi siano accettati da tutti. Chi ha più usato le risorse deve contribuire di più, in maniera da incidere il meno possibile sul grosso della popolazione. I costi devono essere distribuiti in maniera equa e solidale tra tutti i paesi. I paesi che attualmente incidono maggiormente sulle risorse del pianeta devono fare i maggiori sforzi. Permettetemi di aggiungere una considerazione di natura economica. Il Prodotto interno lordo dei singoli paesi sta alla base delle decisioni politiche e la missione dei governi sembra essere quella di aumentare il PIL il più possibile, obiettivo che però è in profondo contrasto con l’arresto del cambiamento climatico.

Vorrei fare mie alcune parole che Robert Kennedy pronunciò nel lontano 18 marzo 1968 all’Università del Kansas: «il PIL comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per ripulire le nostre autostrade dalle carneficine. Comprende le serrature speciali per le nostre porte e le prigioni per le persone che le rompono. Comprende la distruzione delle sequoie e la perdita delle nostre meraviglie naturali come effetto di uno sviluppo caotico. Insomma, misura tutto tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, tranne perché siamo orgogliosi di essere americani».

Ed è così in tutto il mondo. Ora il PIL, come abbiamo sentito ben 53 anni fa, non è una buona misura dell'economia. Cattura la quantità, ma non la qualità della crescita. Sono stati proposti vari indici diversi tra cui l’Indice di sviluppo sostenibile e l’indice di benessere economico sostenibile. Se il PIL rimarrà al centro dell’attenzione come adesso, il nostro futuro sarà ben triste. Tutti coloro che pianificano il nostro futuro devono usare un indice che consideri altri aspetti oltre il PIL.

Bloccare il cambiamento climatico è un’impresa che impegnerà l’umanità per moltissimi anni e le nuove generazioni avranno un ruolo fondamentale. L'educazione è un punto cruciale. I giovani devono essere in grado di capire la situazione generale e di formarsi le proprie idee e devono essere ascoltati. Dobbiamo dare ai bambini un'educazione scientifica, a partire dalla scuola materna, ma per prima cosa devono imparare il metodo scientifico dalla propria esperienza. L’educazione scientifica è un processo naturale e non si acquisisce ascoltando parole ma attraverso le esperienze sull’ambiente in modo tale da arrivare a una visione chiara, che è necessaria per dirigere e capire il futuro della società umana. Ma spesso non si insegna in questo modo. Il futuro è dei giovani, che devono avere tutti gli strumenti che permettano loro di orientarsi in questo modo complesso.

Come vedete, ho appena sfiorato tantissimi temi. Energia, ricerca scientifica, giustizia sociale, economia ed educazione dei giovani. Affrontare queste problematiche e risolverle è il vostro compito. Con il contributo di tutti, specialmente dei giovani.


“Le scelte essenziali dell’umanita” diventa tema di maturita | Scienza in rete
 
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bellissimo post JJ , complimenti :bow:

grazie Monsieur:). E' Parisi che ha fatto un grande discorso che riguarda tutti noi:yes:. Io non sono una che va a manifestare in piazza, cerco di rispettare la natura il più possibile, ma nel mio piccolo posso fare ancora di più. Mi viene una rabbia quando vedo tanta gente incivile e maleducata buttare la spazzatura dal finestrino e lungo la strada, oppure distruggere boschi interi con incendi dolosi, avvelenare fiumi e mari, vabbè basta, stop, la lista è troppo lunga, già i tempi sono quelli che sono:rolleyes:

intanto, per non pensare a tutte le negatività, sto ascoltando musica e osservando una luna che stasera è ancora più bella di ieri, quando è sorta era rossa e mi sembrava molto più vicina di ieri. Spettacolo:smack:

E prima di andare a nanna ascoltiamo Caetano Veloso che canta "Luna rossa":)



Superluna 13 luglio 2022

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meno male che dopo l'ieri c'è l'oggiOK!. e il domani non si sa e non m'interessa:no: Spero sempre in qualcosa di positivo e se non sarà così, l'affronterò per come si presenterà. Le ansie anticipatorie non servono:no:. Naturalmente non mi riferisco alla politica:no:, che almeno in questo 3ad voglio lasciare fuori.
Buongiorno a tutti:)


 
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Che posto abbiamo noi, esseri umani che percepiscono, decidono, ridono e piangono, in questo grande affresco del mondo che offre la fisica contemporanea? Se il mondo è un pullulare di effimeri quanti di spazio e di materia, un immenso gioco di incastri di spazio e di particelle elementari, noi cosa siamo?
Siamo fatti anche noi solo di quanti e particelle?
Ma allora da dove viene quella sensazione di esistere singolarmente e in prima persone che prova ciascuno di noi?
Allora cosa sono i nostri valori, i nostri sogni, le nostre emozioni, il nostro sapere? Cosa siamo noi, in questo mondo sterminato e rutilante?
Nel grande quadro della scienza contemporanea ci sono molte cose che non capiamo, e una di quelle che capiamo di meno siamo noi stessi.
“Noi”, esseri umani, siamo prima di tutto il soggetto che osserva questo mondo, gli autori, collettivamente, di questa fotografia della realtà che ho provato a comporre.
Siamo nodi di una rete di scambi, nella quale ci passiamo immagini, strumenti, informazioni e conoscenza.
Del mondo che vediamo, siamo anche parte integrante, non siamo osservatori esterni. Siamo situati in esso.
La nostra prospettiva su di esso è dall’interno.
Siamo fatti degli stessi atomi e degli stessi segnali di luce che si scambiano i pini sulle montagne e le stelle nelle galassie.
Man mano che la nostra conoscenza è cresciuta, abbiamo imparato sempre di più questo nostro essere parte, e piccola parte, dell’universo.
Pensavamo di essere sul pianeta al centro del cosmo, e non lo siamo.
Pensavamo di essere una razza a parte, nella famiglia degli animali e delle piante, e abbiamo scoperto che siamo discendenti degli stessi genitori di ogni altro essere vivente intorno a noi.
Abbiamo bisnonni in comune con le farfalle e con i larici.
Nel mare immenso di galassie e di stelle, siamo un infinitesimo angolo sperduto; fra gli arabeschi infiniti di forme che compongono il reale, noi non siamo che un ghirigoro fra tanti.
Le immagini che ci costruiamo dell’universo vivono dentro di noi, nello spazio dei nostri pensieri, ma descrivono più o meno bene il mondo reale di cui siamo parte.
Quando parliamo del Big Bang o della struttura dello spazio, quello che stiamo facendo non è la continuazione dei racconti liberi e fantastici che gli uomini si sono narrati attorno al fuoco nelle sere di centinaia di millenni.
E’ la continuazione di qualcos’altro: dello sguardo di quegli stessi uomini, alle prime luci dell’alba, che cerca tra la polvere della savana le tracce di un’antilope – scrutare i dettagli della realtà per dedurne quello che non vediamo direttamente, ma di cui possiamo seguire le tracce.
Nella consapevolezza che possiamo sempre sbagliarci, e quindi pronti ogni istante a cambiare idea se appare una nuova traccia, ma sapendo anche che, se siamo bravi, capiremo giusto e troveremo. Questa è la scienza.
C’è una questione in particolare, riguardo a noi stessi, che ci lascia spesso perplessi:
che significa che siamo liberi di prendere delle decisioni, se il nostro comportamento non fa che seguire le leggi della natura?
Non c’è forse contraddizione fra la nostra sensazione di libertà e il rigore con cui abbiamo ormai compreso si svolgono le cose del mondo?
C’è forse qualcosa in noi che sfugge le regolarità della natura, e ci permette di torcerle e sviarle con il nostro stesso pensiero?
No, non c’è nulla in noi che sfugge le regolarità della natura.
Se qualcosa in noi violasse le regolarità naturali, l’avremmo già scoperto da tempo. Non c’è nulla in noi che violi il comportamento naturale delle cose.
Noi siamo sorgente di stupore per noi stessi.
Abbiamo cento miliardi di neuroni nel nostro cervello, tanti quante le stelle di una galassia, e un numero ancora più astronomico di legami e combinazioni in cui questi possono trovarsi.
Di tutto questo non siamo coscienti.
“Noi” siamo il processo formato da questa complessità, non quel poco di cui siamo coscienti.
Quando abbiamo la sensazione che “sono io “a decidere, non c’è nulla di più corretto: chi altri?
Io, come voleva Spinoza, sono il mio corpo e quanto avviene nel mio cervello e nel mio cuore, con la loro sterminata e per me stesso inestricabile complessità.
L’immagine scientifica del mondo, non è allora in contraddizione con il nostro sentire noi stessi.
I nostri valori morali, le nostre emozioni, i nostri amori, non sono meno veri per il fatto di essere parte della natura, di essere condivisi con il mondo animale o per essere cresciuti ed essere stati determinati dai milioni di anni dell’evoluzione della nostra specie.
Anzi, sono più veri per questo: sono reali. Sono la complessa realtà di cui siamo fatti.
La nostra realtà è il pianto e il riso, la gratitudine e l’altruismo, la fedeltà e i tradimenti, il passato che ci perseguita e la serenità.
La nostra realtà è costituita dalle nostre società, dall’emozione della musica, dalla ricche reti intrecciate nel nostro comune sapere, che abbiamo costruito insieme.
Della natura siamo parte integrante, siamo natura, in una delle sue innumerevoli e svariatissime espressioni.
Quanto è specificatamente umano non rappresenta la nostra separazione dalla natura, è la nostra natura.
E’ una forma che la natura ha preso qui sul nostro pianeta, nel gioco infinito delle sue combinazioni, dell’influenzarsi e scambiarsi correlazioni, e l’informazione fa le sue parti.
Chissà quali e quante altre straordinarie complessità, in forme forse addirittura impossibili da immaginare per noi, esistono negli sterminati spazi del cosmo…
C’è tanto spazio lassù, è puerile pensare che in quest’angolo periferico di una galassia delle più banali ci sia qualcosa di speciale.
La vita, sulla Terra, non è che un assaggio di cosa può succedere nell’universo.
La nostra anima non ne è che un altro.
Noi siamo una specie curiosa.
Non siamo curiosi contro natura: siamo curiosi per natura.
Penso che la nostra specie non durerà a lungo.
Non pare avere la stoffa delle tartarughe, che hanno continuato ad esistere simili a se stesse per centinaia di milioni di anni, centinaia di volte di più di quanto siamo esistiti noi.
Apparteniamo a un genere di specie a vita breve.
I nostri cugini si sono già tutti estinti.
E noi facciamo danni.
Siamo forse la sola specie sulla Terra consapevole dell’inevitabilità della nostra morte individuale: temo che presto dovremo diventare anche la specie che vedrà consapevolmente arrivare la propria fine o, quanto meno, la fine della propria civiltà.
Nasciamo e moriamo, come nascono e muoiono le stelle, sia individualmente che collettivamente.
Questa è la nostra realtà.
Per noi, proprio per la sua natura effimera, la vita è preziosa.
Perché, come scrive Lucrezio, “il nostro appetito di vita è vorace, la nostra sete di vita insaziabile".
Ma immersi in questa natura che ci ha fatto e che ci porta, non siamo esseri senza casa, sospesi tra due mondi, parti solo in parte della natura, con la nostalgia di qualcosa d’altro.
No: siamo a casa.
La natura è la nostra casa e nella natura siamo a casa.
Questo mondo strano, variopinto e stupefacente che esploriamo, dove lo spazio si sgrana, il tempo non esiste e le cose possono non essere in alcun luogo, non è qualcosa che ci allontana da noi:
è solo ciò che la nostra naturale curiosità ci mostra della nostra casa.
Della trama di cui siamo fatti noi stessi.
Noi siamo fatti della stessa polvere di stelle di cui sono fatte le cose e sia quando siamo immersi nel dolore sia quando ridiamo e risplende la gioia, non facciamo che essere quello che non possiamo che essere:
una parte del nostro mondo.
Per natura amiamo e siamo onesti.
E per natura vogliamo sapere di più.
E continuiamo a imparare.
La nostra conoscenza del mondo continua a crescere.
Ci sono frontiere, dove stiamo imparando, e brucia il nostro desiderio di sapere.
Sono nelle profondità più minute del tessuto dello spazio, nelle origini del cosmo, nella natura del tempo, nel fato dei buchi neri, e nel funzionamento del nostro stesso pensiero.
Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.


(Carlo Rovelli, “Sette brevi lezioni di fisica”)


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