maimo
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Quoto ogni virgola di ciò che ha scritto @Maestr, che del resto corrisponde a quanto avevo scritto alcune pagine addietro. Vivere è pericoloso, ma per la statistica è piuttosto sostenibile (almeno qui da noi); poi ci sono cose potenzialmente rischiose che non sono strettamente necessarie, né particolarmente divertenti (come aprire conti su conti), e a volte mi chiedo perché anch'io ogni tanto mi faccia prendere dalla pulsione incontrollata di farlo.
Resta però il fatto che sembra uno specifico delle fintech estere (almeno inizialmente molto "generose") chiudere o sospendere i conti in questo modo "brutale", trattenendo nelle more di gestione (che possono essere anche di mesi) i depositi. Le lamentele per questo problema ci sono state con Bunq, con Revolut, e (per ora soprattutto all'estero) anche con BBVA, che non è una fintech e che qui viene proposta come un'alternativa appetibile (ma a mio avviso non lo è, o meglio, se lo è lo era anche un mese fa): andate a leggervi le opinioni su TrustPilot, anche al netto del bias di chi vi scrive... Unicredit, DB, e tutte le banche italiane quando chiudono il conto (a qualsiasi titolo) lasciano il tempo di svuotarlo, e la segnalazione di sospetto riciclaggio la fanno partire a prescindere. Anche Hype, finché era Sella, non ha dato problemi; ne ha dato qualcuno quando ha iniziato ad essere una IMEL. Qui non mi sembra che ci sia la stessa situazione.
Insomma, lo dicevo in tempi non sospetti: se un possibile congelamento dei vostri depositi vi crea problemi, non inseguite a tutti i costi la gratuità, che con gli interessi negativi (almeno fino a qualche mese fa) non è argomento realistico per i tempi correnti. Invece non capisco perché, a turno, questi prodotti siano esaltati come sicuri, affidabili, etc. e alla prima notizia di un "intoppo" si scateni il panico, reale o alimentato a bella posta. Anche perché, e spero di sbagliarmi, un giro di vite sull'algoritmo che gestisce i blocchi non può non comportare un allungamento esponenziale dei tempi di lavorazione, perché l'eventuale personale che anche un'azienda seria decidesse di allocarvi non viene formato in due giorni.
Resta però il fatto che sembra uno specifico delle fintech estere (almeno inizialmente molto "generose") chiudere o sospendere i conti in questo modo "brutale", trattenendo nelle more di gestione (che possono essere anche di mesi) i depositi. Le lamentele per questo problema ci sono state con Bunq, con Revolut, e (per ora soprattutto all'estero) anche con BBVA, che non è una fintech e che qui viene proposta come un'alternativa appetibile (ma a mio avviso non lo è, o meglio, se lo è lo era anche un mese fa): andate a leggervi le opinioni su TrustPilot, anche al netto del bias di chi vi scrive... Unicredit, DB, e tutte le banche italiane quando chiudono il conto (a qualsiasi titolo) lasciano il tempo di svuotarlo, e la segnalazione di sospetto riciclaggio la fanno partire a prescindere. Anche Hype, finché era Sella, non ha dato problemi; ne ha dato qualcuno quando ha iniziato ad essere una IMEL. Qui non mi sembra che ci sia la stessa situazione.
Insomma, lo dicevo in tempi non sospetti: se un possibile congelamento dei vostri depositi vi crea problemi, non inseguite a tutti i costi la gratuità, che con gli interessi negativi (almeno fino a qualche mese fa) non è argomento realistico per i tempi correnti. Invece non capisco perché, a turno, questi prodotti siano esaltati come sicuri, affidabili, etc. e alla prima notizia di un "intoppo" si scateni il panico, reale o alimentato a bella posta. Anche perché, e spero di sbagliarmi, un giro di vite sull'algoritmo che gestisce i blocchi non può non comportare un allungamento esponenziale dei tempi di lavorazione, perché l'eventuale personale che anche un'azienda seria decidesse di allocarvi non viene formato in due giorni.