Piani di Accumulo del Capitale - Costruire un capitale in ogni condizione di mercato

Dedalo Invest

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Ho da poco completato un articolo che analizza in profondita' il Cost Averaging, detto piu' comunemente PAC a rate costanti.

So che ci sono gia' tanti thread sui PAC ma penso che l'articolo che ho linkato in fondo a questo post comprenda un po' tutti gli argomenti di discussione e le problematiche associate a questa modalita' di investimento.

Sulla falsariga del thread sul Value Averaging, l'idea e' quella di aprire una discussione sul Cost Averaging: chi fosse interessato e' invitato a fare o a rispondere a domande, commentare e condividere dubbi o esperienze in merito. Ovviamente ogni feedback sull'articolo e' benvenuto (specialmente su possibili parti poco chiare, eventuali errori o imprecisioni da segnalare ecc.).

Con l'occasione e' stata anche aggiornata l'analisi stessa dei PAC Cost Averaging, con l'aggiunta di alcune misure quali il periodo di recupero (medio e massimo per durata), la somma finale generata, la giacenza media (le prime due anche sui PIC) e una tabella con i rendimenti e le volatilita' interne.

L'articolo include numerosi backtest su serie storiche reali e simulazioni Monte Carlo, confronti con i PIC, interventi discrezionali e molto altro. Ho messo a disposizione anche la versione in PDF.

Grazie!

Piani di Accumulo del Capitale - Costruire un capitale in ogni condizione di mercato
 
Complimenti per l'imponente analisi del Cost Averaging o PAC.

Sul metodo Monte Carlo sei passato ad un'analisi che mi pare totalmente statistica: non ho compreso bene la correlazione con il reale delle serie casuali generate ed interpolate nella situazione.

Sul simulatore di PAC ti ringrazio: strumento preziosissimo (per chi vorrà seguirmi).

Ovviamente parlando di PAC non si può, nella vita reale (raramente caratterizzata da PAC a 30 anni... neppure per i fondi pensione) ignorare l'enorme carico 'commerciale' che c'è sui PAC e che spinge ad esaltarne la popolarità: avere uno strumento di 'collocamento automatico' di prodotti finanziari, dai costi spesso diluiti e non ben percepibili che è una sorta di 'rendita automatica' per chi beneficia delle commissioni.

Mi sfugge un pò la tua personale conclusione sull'utilizzo dello strumento dei PAC.

Per me possono essere integrati in alcune strategie (ad esempio quando la volatilità è alta, come in questi mesi, ed è più alta della soglia sopportata dal risparmiatore PIC classico, per diluirla quindi nel tempo senza rinunciare ad asset che incorporano redditività) e per i casi in cui, semplicemente, i soldi per il PIC non ce li hai e quindi versi 50 euro al mese per mettere da parte...

Per il resto appunto ci sono Pro e contro. Per il collocatore/consulente i pro sono tantissimi: collocamento automatico senza sforzi, facilità maggiore di gestione della relazione in tutte le fasi di mercato (salvo forse a fine anni '90 con il PAC Giappone).

Come vediamo nello studio il PAC si caratterizza tanto più come qualcosa di vantaggioso, quanto più si allunga l'orizzonte temporale (cosa non sempre facile) e quanto più, aggiungo io, si diversifica. Portare avanti in maniera cocciuta un PAC su un fondo attivo gestito male o su un settore/mercato/investimento destinato solo a svalutarsi (Giappone anni '90) diventa solo una gabbia in cui versare ogni mese qualcosa in più in un pozzo senza fondo e passare una vita intera o una bella fetta della stessa a farlo...

Non mi è poi chiaro il discorso del VIX e della gestione attiva. Utilissimo il VIX per 'capire' la fase di mercato: non per agire. Se il gestore attivo grazie al VIX fosse mai riuscito ad anticipare i crolli e difendersi lo storico dei fondi attivi sarebbe sistematicamente migliore di quello degli ETF nel lungo termine... invece vale come regola generale il contrario.

P.S.

C'è uno strumento per ricercare/selezionare fondi/ETF con serie storiche lunghe? Oppure hai una lista? Anche io faccio non poca fatica a trovarne...

Un saluto e COMPLIMENTI !! :D
 
Complimenti per l'imponente analisi del Cost Averaging o PAC.

Sul metodo Monte Carlo sei passato ad un'analisi che mi pare totalmente statistica: non ho compreso bene la correlazione con il reale delle serie casuali generate ed interpolate nella situazione.
Grazie bow. Hai sollevato diversi punti e vedo di rispondere un po' a tutti: partiamo dalla simulazione Monte Carlo.
Ho eseguito 2 tipologie di simulazioni Monte Carlo: non parametrica e parametrica. La prima prevede il riutilizzo dei rendimenti di una serie storica reale ma, nelle simulazioni, i rendimenti vengono rimescolati casualmente. Ad esempio: si parte dai 360 rendimenti mensili del Raiffeisen. Li ho rimescolati un milioni di volte, ho creato nuove serie dei prezzi partendo da quei rendimenti ed ho simulato i PAC su questo milione di nuove serie storiche dei prezzi. I risultati ottenuti (la media ovviamente, più i valori massimi, minimi ecc.) sono riportati nelle tabelle.

Poi ci sono le simulazioni parametriche: stessa cosa ma i rendimenti vengono generati a partire dalla distribuzione normale (con 3 medie: positiva, nulla, negativa; un milione di simulazioni ciascuna). Da lì si risale ai prezzi ed ai PAC.

Le simulazioni Monte Carlo sono utilissimi strumenti per vedere i possibili comportamenti di un PAC e per confrontarli con i PIC generati a partire dalle stesse serie storiche.

Sul simulatore di PAC ti ringrazio: strumento preziosissimo (per chi vorrà seguirmi).
Prego!

Ovviamente parlando di PAC non si può, nella vita reale (raramente caratterizzata da PAC a 30 anni... neppure per i fondi pensione) ignorare l'enorme carico 'commerciale' che c'è sui PAC e che spinge ad esaltarne la popolarità: avere uno strumento di 'collocamento automatico' di prodotti finanziari, dai costi spesso diluiti e non ben percepibili che è una sorta di 'rendita automatica' per chi beneficia delle commissioni.
Certo, ma dipende su cosa lo costruisci: scegliendo un ETF si evita il grosso delle commissioni, il cui impatto è approfondito in un capitolo apposito. Nelle simulazioni ho utilizzato fondi a gestione attiva perché non ci sono ancora ETF con serie storiche di pari lunghezza (per le simulazioni su serie storiche reali, averle lunghe è importante).

Mi sfugge un pò la tua personale conclusione sull'utilizzo dello strumento dei PAC.
Quale per la precisione, ce ne sono parecchie... l'implicazione della finanza comportamentale, la minor rischiosità o altro?

Per me possono essere integrati in alcune strategie (ad esempio quando la volatilità è alta, come in questi mesi, ed è più alta della soglia sopportata dal risparmiatore PIC classico, per diluirla quindi nel tempo senza rinunciare ad asset che incorporano redditività) e per i casi in cui, semplicemente, i soldi per il PIC non ce li hai e quindi versi 50 euro al mese per mettere da parte...

Per il resto appunto ci sono Pro e contro. Per il collocatore/consulente i pro sono tantissimi: collocamento automatico senza sforzi, facilità maggiore di gestione della relazione in tutte le fasi di mercato (salvo forse a fine anni '90 con il PAC Giappone).
Mi sono concentrato sui pro per l'investitore, mettendo in luce anzi i pericoli di commissioni troppo alte.

Come vediamo nello studio il PAC si caratterizza tanto più come qualcosa di vantaggioso, quanto più si allunga l'orizzonte temporale (cosa non sempre facile) e quanto più, aggiungo io, si diversifica. Portare avanti in maniera cocciuta un PAC su un fondo attivo gestito male o su un settore/mercato/investimento destinato solo a svalutarsi (Giappone anni '90) diventa solo una gabbia in cui versare ogni mese qualcosa in più in un pozzo senza fondo e passare una vita intera o una bella fetta della stessa a farlo...
Nei mercati azionari allungando l'orizzonte temporale d'investimento aumenta la probabilità di chiudere l'investimento positivamente. Nei PIC è una regola ancora più importante che nei PAC. Vista l'ampia diversificazione temporale che si attua con un PAC, quella sugli strumenti non deve essere "eccessiva" come in un PIC. Un ETF azionario globale è il meglio che si può avere in ambito di diversificazione in un PAC, dove appunto c'è già tanta diversificazione temporale.

Ovviamente sono d'accordo con te: non bisogna scegliere fondi gestiti (male) attivamente o settori o aree geografiche troppo specifiche, altrimenti il rischio cresce parecchio. E' un concetto ribadito diverse volte nell'articolo.

Non mi è poi chiaro il discorso del VIX e della gestione attiva. Utilissimo il VIX per 'capire' la fase di mercato: non per agire. Se il gestore attivo grazie al VIX fosse mai riuscito ad anticipare i crolli e difendersi lo storico dei fondi attivi sarebbe sistematicamente migliore di quello degli ETF nel lungo termine... invece vale come regola generale il contrario.
Il VIX è l'interruttore di attivazione della "Gestione attiva", intesa come disinvestimento anticipato delle quote di un PAC in seguito anche ad altri parametri. Permette di evitare - a volte - i crolli dei mercati a fine PAC ed ha un costo tutte le volte (la maggior parte) che il crollo non c'è. La Gestione attiva è una sorta di assicurazione, non uno strumento per aumentare il rendimento. Non so se hai letto tutto il capitolo relativo, spero di aver spiegato l'idea che in qualche modo ne giustifica l'applicazione.

P.S.

C'è uno strumento per ricercare/selezionare fondi/ETF con serie storiche lunghe? Oppure hai una lista? Anche io faccio non poca fatica a trovarne...

Un saluto e COMPLIMENTI !! :D
C'è, ma per categoria. Analisi --> Classifiche e mandi l'analisi. La classifica che esce è in base ai parametri impostati, ma scorrendo sulla destra si trovano i rendimenti annuali a partire dal 1985. Dove invece di n/a c'è un numero significa che quel fondo (o ETF) esisteva a partire da quell'anno. L'ETF si riconosce perché alla voce "Società" appare scritto ETF.
Si possono anche escludere le Sicav ed avere subito solo gli ETF ma mi sembra sia una funzione attivata solo per utenti PRO.

Un saluto anche a te e grazie!!
 
Ho da poco completato un articolo che analizza in profondita' il Cost Averaging, detto piu' comunemente PAC a rate costanti.

So che ci sono gia' tanti thread sui PAC ma penso che l'articolo che ho linkato in fondo a questo post comprenda un po' tutti gli argomenti di discussione e le problematiche associate a questa modalita' di investimento.

Sulla falsariga del thread sul Value Averaging, l'idea e' quella di aprire una discussione sul Cost Averaging: chi fosse interessato e' invitato a fare o a rispondere a domande, commentare e condividere dubbi o esperienze in merito. Ovviamente ogni feedback sull'articolo e' benvenuto (specialmente su possibili parti poco chiare, eventuali errori o imprecisioni da segnalare ecc.).

Con l'occasione e' stata anche aggiornata l'analisi stessa dei PAC Cost Averaging, con l'aggiunta di alcune misure quali il periodo di recupero (medio e massimo per durata), la somma finale generata, la giacenza media (le prime due anche sui PIC) e una tabella con i rendimenti e le volatilita' interne.

L'articolo include numerosi backtest su serie storiche reali e simulazioni Monte Carlo, confronti con i PIC, interventi discrezionali e molto altro. Ho messo a disposizione anche la versione in PDF.

Grazie!

Piani di Accumulo del Capitale - Costruire un capitale in ogni condizione di mercato

Grazie per tutto ciò che fai per la collettività del forum....lo metto volentieri tra le discussioni segnate...il bollino verde è d'obbligo OK!
 
Ottimo intanto mi iscrivo, poi leggo con calma.

Il vantaggio del PAC è la possibilità di abbattere la componente psicologica che sappiamo essere molto importante. Il trucco è scegliere uno strumento che nel lungo periodo ha dato buoni risultati, come ad esempio un msci world, abbastanza diversificato e non settoriale.
 
Faccio una domanda che potrebbe interessare anche altri. Ne ho gia' parlato in privato con un amico del forum ma altri potrebbero avere lo stesso tarlo...

Ha senso versare la rata del PAC, soprattutto in un periodo laterale come questo, quando si e' molto vicino al pmc?
Non e' meglio saltare mese ed osservare al mese successivo di quanto si discosta?
 
Faccio una domanda che potrebbe interessare anche altri. Ne ho gia' parlato in privato con un amico del forum ma altri potrebbero avere lo stesso tarlo...

Ha senso versare la rata del PAC, soprattutto in un periodo laterale come questo, quando si e' molto vicino al pmc?
Non e' meglio saltare mese ed osservare al mese successivo di quanto si discosta?

Se tu sapessi che il mese successivo il prezzo fosse più basso potresti saltare il versamento della rata e investire doppio il mese successivo.

Il mese successivo, però, ti ritroveresti con lo stesso dilemma. A quel punto cosa fai? Altra domanda: dopo quante rate inizieresti ad applicare questo metodo?

Considera che ritardando l'investimento oltre a quanto previsto in un PAC (che già ritarda l'investimento rispetto a un PIC) si abbassa la giacenza media e, in un contesto di mercati crescenti di lungo termine, si riduce mediamente il rendimento finale PAC.
 
molto interessante
 
Se tu sapessi che il mese successivo il prezzo fosse più basso potresti saltare il versamento della rata e investire doppio il mese successivo.

Il mese successivo, però, ti ritroveresti con lo stesso dilemma. A quel punto cosa fai? Altra domanda: dopo quante rate inizieresti ad applicare questo metodo?

Considera che ritardando l'investimento oltre a quanto previsto in un PAC (che già ritarda l'investimento rispetto a un PIC) si abbassa la giacenza media e, in un contesto di mercati crescenti di lungo termine, si riduce mediamente il rendimento finale PAC.

Questi ragionamenti che ho spiegato mi sono venuti in mente da poco visto che ho iniziato il PAC su VWRL in febbraio. Ci ho pensato pochi giorni fa ad essere preciso quando ho visto che mi avvicinavo sempre di piu' al pmc, quindi mi sono chiesto se dopo poche rate avesse senso versarne una cosi' vicina al prezzo medio.
Mi viene da dire che il ragionamento non avrebbe molto senso su un PAC per il quale hai gia' versato molte rate, ma potrebbe avere senso nel mio caso specifico, soprattutto quando sei con il segno meno.

Il mese successivo farei lo stesso se la distanza continuasse ad essere poca.
Le rate non pagate potrei "recuperarle" aumentando il valore della rata nei mesi successivi a seconda della distanza del pmc, potrei decidere di pagare una rata semplice o una doppia oppure tripla ad esempio.
 
Ciao a tutti, mi sono salvato il libro su Kindle ma è scritto troppo piccolo :)
Quest'ultima argomento, sulla volatilità, sulla salvaguardia del capitale accumulato, sta venendo fuori in molte discussioni, anche diverse tra loro, per dire come poi le cose, gira gira siano sempre le stesse, specie quando c'è baruffa nell'aria.
Si potrebbero miscelare un pochino i due sistemi DCA e VA, magari entrando in fase di discesa com'è capitata questi giorni a step di prezzo, facendo una scala, che ne so ogni -10% entro con X; fino a quando? quando il i prezzi ritornano a salire sto fermo, quando raggiungono il mio prezzo medio di carico sto fermo, quando sto a +10% entro con un altro step, +10% un altro e così via, a -10% esco con tutto. Che dite?
 
Ciao a tutti, mi sono salvato il libro su Kindle ma è scritto troppo piccolo :)
Quest'ultima argomento, sulla volatilità, sulla salvaguardia del capitale accumulato, sta venendo fuori in molte discussioni, anche diverse tra loro, per dire come poi le cose, gira gira siano sempre le stesse, specie quando c'è baruffa nell'aria.
Si potrebbero miscelare un pochino i due sistemi DCA e VA, magari entrando in fase di discesa com'è capitata questi giorni a step di prezzo, facendo una scala, che ne so ogni -10% entro con X; fino a quando? quando il i prezzi ritornano a salire sto fermo, quando raggiungono il mio prezzo medio di carico sto fermo, quando sto a +10% entro con un altro step, +10% un altro e così via, a -10% esco con tutto. Che dite?

Grazie del feedback, font 12 mi sa che è piccolo allora, magari lo edito con un font 14 o 16? Chissà quante pagine escono fuori però :D

Sul discrezionale ed extra-versamenti ho scritto qualcosa nel capitolo sui Versamenti aggiuntivi.

In generale, il mio consiglio in un PAC a rate costanti è quello di versare tutte le rate quando previsto. In più, se si dispone di extra-liquidità, farei dei versamenti aggiuntivi (più o meno grandi in funzione delle disponibilità di ciascuno) quando il rendimento scende un tot percentuale (ad es. -10%, -20% ecc., in termini assoluti o di drawdown dai massimi assoluti).

Altrimenti si rischia di trasformare un PAC in una serie di piccoli investimenti dove si prova a fare market timing... non so quanto sia efficiente nel lungo termine.
 
Grazie del feedback, font 12 mi sa che è piccolo allora, magari lo edito con un font 14 o 16? Chissà quante pagine escono fuori però :D

Sul discrezionale ed extra-versamenti ho scritto qualcosa nel capitolo sui Versamenti aggiuntivi.

In generale, il mio consiglio in un PAC a rate costanti è quello di versare tutte le rate quando previsto. In più, se si dispone di extra-liquidità, farei dei versamenti aggiuntivi (più o meno grandi in funzione delle disponibilità di ciascuno) quando il rendimento scende un tot percentuale (ad es. -10%, -20% ecc., in termini assoluti o di drawdown dai massimi assoluti).

Altrimenti si rischia di trasformare un PAC in una serie di piccoli investimenti dove si prova a fare market timing... non so quanto sia efficiente nel lungo termine.

Si sono d'accordo, era il principio di scala in una fase discendente, che volevo evidenziare, dove seppur rimane costante la rata però si entra al raggiungimento di prezzi precisi, se in mezzo una volta al mese si ha la disponibilità del cippetto costante ancora meglio. Per mixare intendevo questo, poi nel momento di risalita verso il prezzo medio di carico si potrebbe anche stare fermi fino al raggiungimento di una percentuale X dove si inizierebbe di nuovo ad investire con regolarità o ad ogni superamento di una certa percentuale. In questo modo si accumulerebbe a prezzi discendenti, si starebbe fermi in una banda di prezzo di incertezza e in ultimo, si riinizierebbe ad investire in un mercato direzionale, infine si uscirebbe ad un accenno di drowdown ognuno se lo calcoli come si sente sicuro. Poi si ricomincia.
 
Si sono d'accordo, era il principio di scala in una fase discendente, che volevo evidenziare, dove seppur rimane costante la rata però si entra al raggiungimento di prezzi precisi, se in mezzo una volta al mese si ha la disponibilità del cippetto costante ancora meglio. Per mixare intendevo questo, poi nel momento di risalita verso il prezzo medio di carico si potrebbe anche stare fermi fino al raggiungimento di una percentuale X dove si inizierebbe di nuovo ad investire con regolarità o ad ogni superamento di una certa percentuale. In questo modo si accumulerebbe a prezzi discendenti, si starebbe fermi in una banda di prezzo di incertezza e in ultimo, si riinizierebbe ad investire in un mercato direzionale, infine si uscirebbe ad un accenno di drowdown ognuno se lo calcoli come si sente sicuro. Poi si ricomincia.

Beh, però il PAC è quella cosa che consiste nell'investire tutti i mesi per lunghi periodi la stessa somma... altrimenti diventa un'altra cosa. Comunque seguirò con molto interesse questa discussione.
 
Più o meno la filosofia è la stessa, supponiamo che tu metti (numeri a caso) 500€ al mese su ETF sp500. Ogni -10% anziche 500, metti 5.000, solo ogni step da -10% gli altri mesi continui con il pac da 500. Questo fino al tuo prezzo di carico, poi metti che vai in positivo (qui come nel VA dove allegerisci o sospendi la rata), aspetti fino a che dal tuo prezzo non hai fatto +10%, dopo di che continui il tuo pac, con step come ti pare possiamo ragionarci.
Vedo il vantaggio di accumulare a prezzi più bassi da un lato, di continuare il pac in una direzione di mercato definita dall'altro e di avere un'area di indecisione dove si sta fermi. Agisci solo in fasi di mercato più o meno definite, una contrarian (con una scala) ed una momentum se si dice così. Naturalmente me lo sono inventato potrei anche aver detto un sacco di sciocchezze, a me piace e lo sto facendo.
 
Più o meno la filosofia è la stessa, supponiamo che tu metti (numeri a caso) 500€ al mese su ETF sp500. Ogni -10% anziche 500, metti 5.000, solo ogni step da -10% gli altri mesi continui con il pac da 500. Questo fino al tuo prezzo di carico, poi metti che vai in positivo (qui come nel VA dove allegerisci o sospendi la rata), aspetti fino a che dal tuo prezzo non hai fatto +10%, dopo di che continui il tuo pac, con step come ti pare possiamo ragionarci.
Vedo il vantaggio di accumulare a prezzi più bassi da un lato, di continuare il pac in una direzione di mercato definita dall'altro e di avere un'area di indecisione dove si sta fermi. Agisci solo in fasi di mercato più o meno definite, una contrarian (con una scala) ed una momentum se si dice così. Naturalmente me lo sono inventato potrei anche aver detto un sacco di sciocchezze, a me piace e lo sto facendo.

Si, senz'altro fare versamenti aggiuntivi al PAC può essere interessante, stabilire un meno 10% o meno 15%. Ovviamente ogni mese si continua ad investire la stessa somma... non dimentichiamo che il PAC è anche e soprattutto un modo per accumulare risparmi... anche per chi ha liquidità, tutto sommato è il modo migliore per accumulare risparmi e poi nel lungo periodo si spera che un fondo/etf azionario globale non dovrebbe romperti le ossa del collo.
 
Conosco qualcuno che addirittura usa il PAC su fondi di tipo obbligazionario globale investment grade (Global Aggregate Bond) come strategia per accantonare risparmi, lui sostiene che l'uomo non è un'istituzione che vive centinaia di anni, certi discorsi sull'azionario può farli una istituzione e non un essere umano. Lui sostiene che è interessato ad accumulare risparmi con volatilità molto bassa e con strumenti tranquilli... alla mia domanda che perde potere di acquisto il suo risparmio, lui mi risponde che l'interesse ogni anno se lo da lui stesso risparmiando sempre la stessa somma. Questo per dire che il valore del Pac consiste soprattutto nel fatto che si tratta di un metodo per accantonare denaro, chi predilige il PAC su un fondo obbligazionario probabilmente ritiene che piuttosto che mantenersi liquido perché sarebbe comunque un rischio meglio scegliere di mettere i soldini dentro fondi perché li considera strumenti più sicuri rispetto alla liquidità. D'altra parte non si è mai visto fallire un fondo, è pressochè impossibile...
 
Conosco qualcuno che addirittura usa il PAC su fondi di tipo obbligazionario globale investment grade (Global Aggregate Bond) come strategia per accantonare risparmi, lui sostiene che l'uomo non è un'istituzione che vive centinaia di anni, certi discorsi sull'azionario può farli una istituzione e non un essere umano. Lui sostiene che è interessato ad accumulare risparmi con volatilità molto bassa e con strumenti tranquilli... alla mia domanda che perde potere di acquisto il suo risparmio, lui mi risponde che l'interesse ogni anno se lo da lui stesso risparmiando sempre la stessa somma. Questo per dire che il valore del Pac consiste soprattutto nel fatto che si tratta di un metodo per accantonare denaro, chi predilige il PAC su un fondo obbligazionario probabilmente ritiene che piuttosto che mantenersi liquido perché sarebbe comunque un rischio meglio scegliere di mettere i soldini dentro fondi perché li considera strumenti più sicuri rispetto alla liquidità. D'altra parte non si è mai visto fallire un fondo, è pressochè impossibile...

Questo approccio, che la finanza classica boccerebbe come irrazionale, assurdo, inefficiente, ha invece una logica ferrea per quella persona che lo adotta. Gran parte delle critiche al Dollar Cost Averaging vengono proprio dalla finanza classica, intransigente e cieca allo stesso tempo. Negli ultimi anni la finanza comportamentale sta fortunatamente iniziando a farsi sempre più spazio.

Ogni investimento, come un vestito, deve adattarsi al meglio a chi lo sottoscrive, infondendogli calma e sicurezza in primis.
 
Questo approccio, che la finanza classica boccerebbe come irrazionale, assurdo, inefficiente, ha invece una logica ferrea per quella persona che lo adotta. Gran parte delle critiche al Dollar Cost Averaging vengono proprio dalla finanza classica, intransigente e cieca allo stesso tempo. Negli ultimi anni la finanza comportamentale sta fortunatamente iniziando a farsi sempre più spazio.

Ogni investimento, come un vestito, deve adattarsi al meglio a chi lo sottoscrive, infondendogli calma e sicurezza in primis.

Credo che sia giusto considerare validi entrambi gli approcci, sia quello della finanza comportamentale perché l'investimento deve essere finalizzato alla persona che lo fa, quindi deve essere coerente con i suoi comportamenti e atteggiamenti al cospetto del suo vivere, ma è altrettanto utile considerare e dare valore all'approccio della finanza classica, perché si tratta di una approccio razionale e la ragione ci aiuta a vedere bene la strada che abbiamo davanti. Poi ciascuno farà la sua sintesi, e a me viene da dire che la sintesi altro non è che la costruzione di un portafoglio bilanciato, cioè finalizzato alla crescita con volatilità più contenuta. Non si può scegliere un approccio, ciascuno di noi deve conoscere se stesso e la propria propensione al rischio e conoscere vantaggi e svantaggi che la finanza classica propone. Non c'è una verità assoluta...
 
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