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09-05-22, 13:09 #412
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09-05-22, 13:17 #413
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09-05-22, 14:21 #414
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Con l’ex guerrigliero colombiano Gustavo Petro che nega ci sia una dittatura a Caracas al pari dell’ex sindacalista brasiliano Lula, che su Time ha incolpato i leader europei, Joe Biden e Zelensky per l’invasione russa, negli ultimi mesi il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha guadagnato sullo scacchiere internazionale una rilevanza mai avuta dal 2013, quando si è insediato a Palazzo di Miraflores.
La contraddittoria politica di Biden con Maduro
A meno che i sondaggi non siano farlocchi, e in America Latina non sarebbe una novità, quest’anno sia Petro che Lula saranno eletti presidenti rispettivamente di Colombia e Brasile. A rafforzare Maduro non sono solo loro, ma anche la contraddittoria politica estera statunitense, con Biden che il giorno dopo aver imposto l’embargo al petrolio russo ha inviato una sua delegazione di alto livello a Caracas, per tentare di sostituire l’oro nero di Putin con quello della dittatura venezuelana.
Certo, viste le furiose reazioni di quasi tutto lo spettro politico statunitense, compresi i democratici (fatta salvo Alexandria Ocasio-Cortez), l’amministrazione Biden ha poi deciso di non invitare al nono Vertice delle Americhe, in programma a Los Angeles dal prossimo 6 giugno, Maduro, in quanto dittatore. Immediato è però arrivato l’appoggio al regime chavista dagli altri due stati più rilevanti dell’America latina, ovvero il Messico e l’Argentina.
Per la gioia di Maduro, fortissima è stata infatti la condanna dell’ostracismo di Biden nei confronti dei regimi di Venezuela, Nicaragua e Cuba (anche il sandinista Ortega e il castrista Díaz-Canel sono stati esclusi da Washington) da parte dei presidenti Andrés Manuel López Obrador, e Alberto Fernández. Come del resto, naturalmente, anche da Petro e da Lula.
Il nuovo asse con l’Iran e quello con la Russia
I principali paesi dell’America latina, che ha attualmente il record di dittature socialiste, le già citate Cuba, Venezuela e Nicaragua cui per molti dovrebbe aggiungersi anche la Bolivia, non sembrano dunque affatto disposti a premere per un cambio di regime a Caracas, anzi. Maduro è poi particolarmente raggiante anche perché ha potuto approfittare dell’isolamento occidentale contro Putin per rafforzare i rapporti già molto forti proprio con la Russia. Non solo in ambito spaziale ma anche sui fronti militari, dell’intelligence ed economici.
Un altro filo diretto rafforzato da Maduro negli ultimi mesi è quello con l’Iran, culminato sabato scorso nella stipula di un patto energetico con Teheran. Il ministro del petrolio di Teheran, Javad Owyi, ha incontrato sia il presidente che il suo omologo chavista Tareck El Aissami per accordare «la costruzione di rotte e meccanismi petrolifere per superare le misure coercitive unilaterali imposte dal governo degli Stati Uniti e dai paesi alleati». Per la cronaca, El Aissami, soprannominato “il boss narcos” negli Stati Uniti, dove è nella lista dei latitanti più ricercati.
L’amicizia del Venezuela con la Cina
Ultimo tassello internazionale su cui Maduro fa leva è, naturalmente, la Cina, senza la quale la disastrata economia venezuelana non avrebbe mai retto in questi ultimi tre anni. 60 i miliardi di dollari concessi da Pechino a Caracas che oggi, dal punto di vista economico, dipende molto più dal Dragone che dall’Occidente.
Anche sul fronte interno, da tempo Maduro non era così forte, a tal punto da avere già promesso di volere fare il presidente, “almeno fino al 2030”.
Con più introiti dall’estero grazie al maggiore prezzo del petrolio, il dittatore sta consolidando molto il suo potere a Caracas negli ultimi giorni. Prima il delfino di Chávez è stato infatti ratificato alla guida del Partito Socialista Unito del Venezuela, il che comporta la sua candidatura per le presidenziali del 2024. Poi, a stretto giro di posta, è riuscito ad imporre una Corte Suprema di Giustizia su misura per lui, guadagnandosi almeno altri 12 anni di impunità in patria, visto che il mandato del massimo organismo giuridico venezuelano scadrà solo nel 2034.
Da prendere con le pinze....
Ma: o gli USA cambiano atteggiamento o non ottengono nulla anzi peggiorano la loro influenza in Sudamerica....
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09-05-22, 15:37 #415
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09-05-22, 16:50 #416
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09-05-22, 17:50 #417
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Francisco Rodríguez
@FrRodriguezc
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May 6
“Letting hardliners dictate U.S. policies in Latin America has never benefited the United States or the other countries in the region. One need only look at the decades-long failure of our Cuba policy for proof of that,” writes
@Daniellarison
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Quello che dice anche Rodriguez, intendo ....
Politica degli USA in America Latina che non porta a nulla, nessun tipo di beneficio per nessuno e li rende sempre più invisi nel loro emisfero (mica in Russia)
Contenti loro...
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09-05-22, 18:04 #418
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Ma sono tutti arancioni gli USA mi sa ..
Orgogliosi delle loro politiche nefaste, non vedono aldilà del loro naso....
Hanno un'inflazione galoppante, non risparmiano, hanno indici che stanno crollando di brutto.....
Non parlo solo del NASDAQ che i tecnologici soffrono degli aumenti dei prezzi .....
Ma dell'sp500 che sta testando i 4000 e li rompe sicuramente..... andando ai 3800 ..... Sperando non prosegua ai 3500.......
E gli indici europei che anche se più resilienti seguono gli indici americani....
Bah
E mercoledì la Fed ci illustra i dati dell'inflazione
Sono troppo sopravvalutati gli USA e molto inconcludenti.....
Bah
Scusate la riflessione
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09-05-22, 19:04 #419
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ed e' per questo che io sono profondamente anti-Trump, nell'interesse stesso degli americani.
ma io in USA non voto, per cui devo fare i conti con quello che gli americani decidono.
Se compri un titolo in US$, sei sottoposto in ogni caso alle decisioni del Tesoro americano e dei tribunali di NY, nel bene.. e nel male.
Meglio evitare debitori che litigano con gli americani, insomma.
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09-05-22, 19:06 #420