A Cuba il regime e stato preso di sorpresa: la sua intelligence è in Venezuela | Il Foglio
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Ramirez estradato in Venezuela dall'Italia....
Caos a Cuba...
Yoani Sanchez: <<Morti e migliaia di arresti, Cuba ora e rimasta da sola>>- Corriere.it
Yoani Sánchez: «Morti e migliaia di arresti, Cuba ora è rimasta da sola»
«L’Avana è militarizzata, le linee telefoniche e internet sono bloccate. Aleggia un silenzio surreale, sembra di vivere in un’altra città». Della dissidenza a Cuba Yoani Sánchez è ormai una delle voci e dei volti più noti. In prima linea fin dagli inizi, quando ancora Fidel era vivo e cedeva il passo al fratello Raul. Oggi, passati più di 10 anni, Yoani è ancora all’Avana e insieme al marito Reinaldo, a sua volta intellettuale e dissidente, fa sentire la sua voce e continua il suo lavoro di giornalista con il portale «14ymedio».
Il governo ha ammesso un morto durante le manifestazioni. Lo confermate?
«Sì, si tratta di un cittadino di 36 anni che ha partecipato ad un protesta lunedì a La Güinera, uno dei barrio più depressi dell’Avana. Ma i video sui social raccontano di diversi morti, feriti, detenuti e dispersi. Non si sa con precisione quanti o dove, perché linee sono interrotti, ma qualche notizia filtra attraverso le Vpn (il software per aggirare la censura, ndr)».
Sul «14ymedio» si parla di oltre 5 mila arresti...
«Sì, finora non c’è un numero ufficiale, ma gli attivisti hanno diffuso una lista di circa 120 persone. Tra loro ci sono attivisti, artisti e giornalisti di spicco, come José Daniel Ferrer, leader dell’Unione Patriottica di Cuba (Unpacu), Manuel Cuesta Morúa, Luis Manuel Otero Alcántara, Amaury Pacheco, Camila Acosta o Henry Constantín».
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Come operano le squadre di repressione? Avete paura?
«Le strade dell’Avana sono invase da poliziotti e paramilitari vestiti da civili. Gli agenti della polizia politica sciamano sulle loro moto Suzuki, si fanno riconoscere. Ma io non ho paura, sono loro che devono temere».
Cosa ha scatenato le proteste? La sensazione è che le motivazioni non siano politiche...
«Sì, la pandemia ha peggiorato il quadro: manca il cibo e i blackout sono sempre più frequenti. Il sistema sanitario cubano è molto buono, non a caso sta sviluppando quattro vaccini. Ma la campagna vaccinale è iniziata da poco, con una parte ancora minima dei cubani (il 15%) che ha concluso il ciclo vaccinale».
Trump aveva stretto le maglie dell’embargo. Joe Biden però potrebbe riaprire la partita sulle sanzioni, inoltre la Casa Bianca sta invitando il governo cubano a non usare la violenza. Questo non basta?
«Fin qui Biden non ha fatto granché per Cuba e non ci si può aspettare certo lo stesso impegno messo in campo da Obama: non ha la stessa forza e non può scontentare l’elettorato. Pechino potrebbe essere di sostegno ma difficilmente si metterà contro Washington in questa zona del mondo. Il Venezuela di sicuro non è in grado di aiutare. Di fatto, Cuba è sola».
Il presidente Mario Díaz-Canel è il primo dell’era post castrista dopo l’addio in aprile di Raul. Farà delle concessioni alla piazza?
«Fin qui non si poteva immaginare maggiore goffaggine. Siamo di fronte alle proteste più grandi mai viste sull’Isola dal “maleconazo” dell’agosto 1994. La differenza fondamentale rispetto ad allora che ora anche qui ci si può connettere a internet sebbene con grandi difficoltà. Dunque pensare di gestire le proteste con le stesse tecniche del passato è una follia. Sebbene faccia parte dello stesso circolo, Díaz-Canel non è Fidel o Raul,: dovrà per forza fare qualche mossa se vorrà restare al potere ».
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Nel forum i Venezuelani gli consigliano di dialogare con la DEA
:asd::asd::asd:
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https://i.ibb.co/8xsn8H5/lrzn2.png
El Moros ... soy siempre quindese milion de dolares !!! :o :(
“Nicolas Maduro quiere llevar su propia oposicion a Mexico”, afirman analistas venezolanos - AlbertoNews - Periodismo sin censura
Maduro ha ratificato lunedì la sua disponibilità a inviare delegati al dialogo in Messico, ma ha condizionato la sua partecipazione ai negoziati sulla "rinuncia ai piani violenti" dei suoi avversari contro il suo governo.
La richiesta si aggiunge alla sua tradizionale lista di tre richieste di dialogo con l'opposizione: che gli Stati Uniti tolgano le sanzioni economiche; che tutti i soggetti coinvolti lo riconoscano come presidente e anche il resto delle istituzioni dello Stato venezuelano, come il Parlamento eletto nel 2020; e che le risorse congelate siano rilasciate al suo ramo esecutivo all'estero.
Maduro, però, ha pesato sull'idea di inserire la richiesta che "tutti i settori politici che vogliono aderire" partecipino alle trattative.
Enderson Sequera, direttore strategico della società di consulenza Politiks, ritiene che le accuse del governo madurista contro i leader dell'opposizione siano legate ai negoziati politici in corso.
Biden estudia crear un "telefono rojo" con China similar al establecido en la Guerra Fria - AlbertoNews - Periodismo sin censura
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15 luglio 2021