Imark
Nuovo Utente
- Registrato
- 5/12/11
- Messaggi
- 1.147
- Punti reazioni
- 38
Gruppo societario USA attivo nel settore delle telecomunicazioni via cavo, il quarto del paese per fatturato, Frontier Communication ha problemi piuttosto seri, tali da poterlo portare, alla peggio, ad una ristrutturazione del debito in pochi anni ove non riuscisse a porvi rimedio.
Il rating corrente è a B3/negativo (Moody's, ridotto a novembre), B/negativo (S&P, ridotto ad agosto) e B+/stabile (Fitch, ridotto a maggio).
L'emittente è oggi ai margini della possibilità di rifinanziarsi sul mercato obbligazionario: rende bene l'idea il bond citato nel titolo che, a scadenza 2022, rende ai prezzi odierni circa il 16% lordo.
Le sfide sono intanto nell'attività di business, con Frontier reduce da 5 trimestri di perdita di sottoscrittori. L'intero comparto merceologico è in relativo declino, la clientela tende a muovere verso la fruizione di servizi wireless e la pressione sui margini è forte. Frontier di suo mostra poi particolare difficoltà a generare sinergie integrando le attività acquistate da Verizon nel 2016.
La conseguente debolezza sul piano dei ricavi, dell'EBITDA e del free cash flow è prevista protrarsi nel 2018 e diventa problematica alla luce della modesta generazione di flussi di cassa liberi (S&P indica il discretionary free cash flow to debt all'1% nel 2018), anche per la scelta di conservare un dividendo che, pur recentemente decurtato di molto, impegna ancora circa 250 mln $/anno
L'emittente è gravata da un consistente indebitamento, ed è reduce da due rinegoziazioni dei covenant con le banche creditrici, la più recente conclusasi la settimana scorsa, dalle quali dipende l'utilizzabilità in concreto per Frontier di una linea di credito condizionata per un valore di 850 mln $ (in scadenza al 2020), principale risorsa di liquidità insieme a 256 mln $ cash disponibile alla fine di settembre scorso.
Il debito bancario secured, pari a 3,6 mld $ e la linea di credito di 850 mln $, sono garantiti da un pegno azionario su società controllate del gruppo che generano l'80% dell'EBITDA di Frontier (salito dal 70% dopo l'ultima rinegoziazione con le banche) nonché da ulteriori garanzie prestate da controllate che generano il 30% dell'EBITDA (fonte: Moody's).
Poi c'è il debito senior unsecured subordinato rispetto al secured, pari a 14 mld $ (Frontier ha fatturato complessivo di poco superiore a 9mld $)
In breve: Frontier ha free cash flow modesto, ha liquidità adeguata solo nel breve termine, non ha accesso al mercato obbligazionario ed ha pochi asset di valore disponibili da alienare o da dare in garanzia per procurarsi liquidità ulteriore, stanti gli impegni presi con le banche.
A fronte di tale situazione ci sono scadenze debitorie crescenti, indicate da Moody's in 743 mln nel 2018 (unsecured 578 mln), 828 mln nel 2019 (unsecured 428 mln) e 1.132 mln nel 2020 (unsecured 923 mln).
Un dettaglio significativo emerge dal racconto delle agenzie relative all'ultima rinegoziazione di Frontier con le banche: queste ultime hanno lasciato cadere le restrizioni preesistenti in termini di leverage (importanti se si guarda al debitore come ad un going concern) per focalizzare in cambio su una restrizione della possibilità di aggiungere indebitamento garantito (max 1,5x EBITDA) e sull'ampiamento del collaterale a garanzia di quanto già dato.
Si guarda al futuro più con preoccupazione che con ottimismo, per così dire..
Il rating corrente è a B3/negativo (Moody's, ridotto a novembre), B/negativo (S&P, ridotto ad agosto) e B+/stabile (Fitch, ridotto a maggio).
L'emittente è oggi ai margini della possibilità di rifinanziarsi sul mercato obbligazionario: rende bene l'idea il bond citato nel titolo che, a scadenza 2022, rende ai prezzi odierni circa il 16% lordo.
Le sfide sono intanto nell'attività di business, con Frontier reduce da 5 trimestri di perdita di sottoscrittori. L'intero comparto merceologico è in relativo declino, la clientela tende a muovere verso la fruizione di servizi wireless e la pressione sui margini è forte. Frontier di suo mostra poi particolare difficoltà a generare sinergie integrando le attività acquistate da Verizon nel 2016.
La conseguente debolezza sul piano dei ricavi, dell'EBITDA e del free cash flow è prevista protrarsi nel 2018 e diventa problematica alla luce della modesta generazione di flussi di cassa liberi (S&P indica il discretionary free cash flow to debt all'1% nel 2018), anche per la scelta di conservare un dividendo che, pur recentemente decurtato di molto, impegna ancora circa 250 mln $/anno
L'emittente è gravata da un consistente indebitamento, ed è reduce da due rinegoziazioni dei covenant con le banche creditrici, la più recente conclusasi la settimana scorsa, dalle quali dipende l'utilizzabilità in concreto per Frontier di una linea di credito condizionata per un valore di 850 mln $ (in scadenza al 2020), principale risorsa di liquidità insieme a 256 mln $ cash disponibile alla fine di settembre scorso.
Il debito bancario secured, pari a 3,6 mld $ e la linea di credito di 850 mln $, sono garantiti da un pegno azionario su società controllate del gruppo che generano l'80% dell'EBITDA di Frontier (salito dal 70% dopo l'ultima rinegoziazione con le banche) nonché da ulteriori garanzie prestate da controllate che generano il 30% dell'EBITDA (fonte: Moody's).
Poi c'è il debito senior unsecured subordinato rispetto al secured, pari a 14 mld $ (Frontier ha fatturato complessivo di poco superiore a 9mld $)
In breve: Frontier ha free cash flow modesto, ha liquidità adeguata solo nel breve termine, non ha accesso al mercato obbligazionario ed ha pochi asset di valore disponibili da alienare o da dare in garanzia per procurarsi liquidità ulteriore, stanti gli impegni presi con le banche.
A fronte di tale situazione ci sono scadenze debitorie crescenti, indicate da Moody's in 743 mln nel 2018 (unsecured 578 mln), 828 mln nel 2019 (unsecured 428 mln) e 1.132 mln nel 2020 (unsecured 923 mln).
Un dettaglio significativo emerge dal racconto delle agenzie relative all'ultima rinegoziazione di Frontier con le banche: queste ultime hanno lasciato cadere le restrizioni preesistenti in termini di leverage (importanti se si guarda al debitore come ad un going concern) per focalizzare in cambio su una restrizione della possibilità di aggiungere indebitamento garantito (max 1,5x EBITDA) e sull'ampiamento del collaterale a garanzia di quanto già dato.
Si guarda al futuro più con preoccupazione che con ottimismo, per così dire..