«Congratulation Mr Tronchetti»

  • Ecco la 68° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    La settimana è stata all’insegna degli acquisti per i principali listini internazionali. Gli indici americani S&P 500, Nasdaq e Dow Jones hanno aggiornato i massimi storici dopo i dati americani sui prezzi al consumo di mercoledì, che hanno evidenziato una discesa in linea con le aspettative, con l’inflazione headline al 3,4% e l’indice al 3,6% annuo, allentando i timori per un’inflazione persistente. Anche le vendite al dettaglio Usa sono rimaste invariate su base mensile, suggerendo un raffreddamento dei consumi che hanno fin qui sostenuto i prezzi. Questi dati, dunque, rafforzano complessivamente le possibilità di un taglio dei tassi a settembre da parte della Fed (le scommesse del mercato sono ora per due tagli nel 2024). Per continuare a leggere visita il link

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK

Gary Bielfeldt

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La nuova Telecom continua, come è ovvio, a tenere banco in Piazza Affari. E non solo. Gli analisti discutono sulle sinergie all’interno del nuovo pianeta Tronchetti. I più maliziosi notare che, a fronte delle sinergie che si creano tra fisso e mobile, svaniscono quelle tra Pirelli e Telecom. Infatti, la vecchia Pirelli cambierà volto con la cessione dei cavi, ultimo atto di una trasformazione iniziata con l’uscita da Corning e il progressivo spostamento del baricentro verso la telefonia. Ma altri fanno due più due: se si fa il conto di quanto la Pirelli ha investito in questi anni in Olimpia e si accinge a investire per rafforzare la presa su Telecom, si scopre che Marco Tronchetti Provera ha praticamente reinvestito nelle tlc quanto ha ricavato e ricaverà dall’uscita dei cavi. Anzi, esiste ancora uno sbilancio a carico di Pirelli dell’ordine di 400-500 milioni. Ma la bilancia, dopo tante discussioni, ormai pende decisamente dalla parte di Tronchetti. Oggi la Pirelli si avvia a detenere il 58% di una finanziaria che controlla il 19% di un gruppo che capitalizzerà 55 miliardi e può aspirare ad essere leader assoluto per creazione di valore nella realtà italiana. Il cambio si è rivelato vantaggioso. Forse anche per questo gli analisti di Deutsche Bank ieri si sono lanciati in un insolito: «Congratulation Mr Tronchetti».

Fonte: F&M
 
Gary Bielfeldt ha scritto:
La nuova Telecom continua, come è ovvio, a tenere banco in Piazza Affari. E non solo. Gli analisti discutono sulle sinergie all’interno del nuovo pianeta Tronchetti. I più maliziosi notare che, a fronte delle sinergie che si creano tra fisso e mobile, svaniscono quelle tra Pirelli e Telecom. Infatti, la vecchia Pirelli cambierà volto con la cessione dei cavi, ultimo atto di una trasformazione iniziata con l’uscita da Corning e il progressivo spostamento del baricentro verso la telefonia. Ma altri fanno due più due: se si fa il conto di quanto la Pirelli ha investito in questi anni in Olimpia e si accinge a investire per rafforzare la presa su Telecom, si scopre che Marco Tronchetti Provera ha praticamente reinvestito nelle tlc quanto ha ricavato e ricaverà dall’uscita dei cavi. Anzi, esiste ancora uno sbilancio a carico di Pirelli dell’ordine di 400-500 milioni. Ma la bilancia, dopo tante discussioni, ormai pende decisamente dalla parte di Tronchetti. Oggi la Pirelli si avvia a detenere il 58% di una finanziaria che controlla il 19% di un gruppo che capitalizzerà 55 miliardi e può aspirare ad essere leader assoluto per creazione di valore nella realtà italiana. Il cambio si è rivelato vantaggioso. Forse anche per questo gli analisti di Deutsche Bank ieri si sono lanciati in un insolito: «Congratulation Mr Tronchetti».

Fonte: F&M




ok...ok... leggi sotto:

http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?p=7139787&posted=1#post7139787
 
“Virgin Mobile in Italia? E’ un mercato
interessante ci penseremo, abbiamo iniziato la nostra attivita' in Gran
Bretagna e Stati Uniti e stiamo cercando di espanderci anche in altri Paesi.
E' possibile anche se difficile che sbarchiamo in Italia: il primo passo
sarebbe stringere accordi con compagnie telefoniche locali".

Così Sir Richard Branson, l'eccentrico miliardario inglese fondatore e
presidente del gruppo Virgin (casa discografica, linee aeree, telefonia
mobile), ha risposto alle domande di Websim sui futuri investimenti in
Italia. In realtà, il pericolo per Telecom/Tim di trovarsi in casa un nuovo
concorrente è molto remoto. Per legge fino al 2008 gli operatori telefonici
virtuali non possono accedere al nostro mercato; per gli anni successivi è
possibile, in teoria, immaginare uno scenario con più operatori così come
avviene già negli Stati Uniti e Gran Bretagna, ma gli operatori dominanti
hanno una tale forza da rendere troppo costoso e rischioso qualsiasi
tentativo di seria concorrenza da parte di un new entry.

http://www.websim.it/prodotti/free/wsjnews.asp?id=116363
 
Adesso Telecom vale almeno 3,5 euro

C’è ottimismo tra gli analisti dopo l’Opa su Tim Per molti di essi il titolo crescerà ancora Nel 2006 il rapporto debito/mol tornerà a 2,6

di Sara Bennewitz - 29-01-2005

Nel quarto anno di presidenza di Marco Tronchetti Provera sta per cominciare la «quinta repubblica» di Telecom Italia. Dopo la privatizzazione e le gestioni di Guido Rossi, Gian Mario Rossignolo, Franco Bernabè e Roberto Colaninno, ora che il prossimo giugno si fonderà con la controllata Tim, inizierà una nuova era all’insegna della convergenza, ma soprattutto della creazione di valore. Quali sono i numeri del nuovo gruppo che nascerà dalla fusione e, soprattutto, quanto possono valere i titoli della nuova Telecom Italia? «Ora che l’offerta è andata in porto con successo - spiega Carola Bardelli di Deutsche Bank nel suo ultimo report - abbiamo alzato il target price sulle Telecom Italia ordinarie da 3,3 a 3,5 euro per azione e quello sulle risparmio da 2,4 a 2,8 euro». Secondo il broker, la maggiore leva applicata ai titoli Tim da una parte, e la crescita dei flussi di cassa dall’altra, faranno aumentare del 9% l’utile per azione nel 2006. Un’evoluzione che dovrebbe portare anche a un ritocco all’insù della cedola. Considerando i 700 milioni di dividendi che verranno risparmiati quest’anno sulle Tim (appena riacquistate da Telecom), oltre ai maggiori utili generati in futuro, a partire dal prossimo anno la società di tlc potrebbe aumentare la cedola anche del 40 per cento. Al di là delle prospettive di maggior rendimento, l’azione del nuovo gruppo appare sottovalutata anche guardando ai fondamentali delle due entità post-fusione: secondo le stime di Deutsche Bank, Telecom tratta a 11 volte l’utile atteso per il 2006. Un multiplo basso per una società di telefonia, addirittura sotto la media del comparto che si attesta su un p/e compreso tra 12-13. Proprio per queste considerazioni, Morgan Stanley dà un giudizio overweight sulla società di Tronchetti Provera e fissa un target price di 3,5 euro. Ma c’è chi è ancora più ottimista. «Per effetto della fusione - spiega Edoardo Bonanno di Centrosim - ho alzato il mio obiettivo di prezzo sulle Telecom ordinarie a 3,7 euro e quello sulle risparmio a 2,8 euro. L’operazione ha il pregio di ottimizzare la leva finanziaria di Tim». Il maggior indebitamento che il gruppo dovrà sopportare, non è infatti un problema, e questo per un duplice motivo: sia perché le banche hanno accordato a Tronchetti Provera delle linee di credito a un tasso vantaggioso (il 3,2% all’anno); sia perché i maggiori flussi di cassa permetteranno alla società di ripagarsi i costi dell’Opa in 3-4 anni. In settimana Telecom ha inoltre perfezionato con successo la vendita del 54,76% di Entel Cile. Grazie a questa dismissione l’indebitamento del gruppo, a livello consolidato, diminuirà di 1,1 miliardi. Peraltro, altre vendite sono all’orizzonte: da Finsiel (che ha un valore stimato in circa 250 milioni), alle attività in Perù, Bolivia e Cuba, unite ad altri asset giudicati non più strategici. Dismissioni che, secondo gli analisti, ammonterebbero a un valore complessivo di 1,5-2 miliardi. Il costo dell’Opa Tim è stato invece di 13,8 miliardi, cui vanno aggiunti 120 milioni relativi alle opzioni, acquisite da Telecom Italia, per rilevare a fermo il 18% delle Tim risparmio. Al momento, quindi, considerando anche la cessione delle attività cilene, il gruppo dovrebbe avere un indebitamento di circa 42,7 miliardi. Considerando le future dismissioni, la cassa generata e il minor monte dividendi che verrà distribuito il prossimo 18 aprile (2,1 miliardi contro i 2,8 pagati nel 2004 quando sul mercato c’era ancora il 46% di Tim), la società di telefonia dovrebbe chiudere il 2005 con un indebitamento inferiore a 40 miliardi. A partire dal prossimo anno, con meno debiti e maggiori flussi di cassa, secondo Telecom Italia si troverà perciò ad avere 5,1 miliardi di cassa da utilizzare per ridurre ulteriormente il debito, fare nuove acquisizioni o remunerare di più gli azionisti. Senza per questo rischiare di compromettere il proprio rating. Del resto, Standard & Poor’s ha già confermato un giudizio di BBB+ sulla società italiana, in quanto il rapporto tra debito e mol di Telecom Italia, a fine 2005, dovrebbe essere comunque inferiore a 3. E anche se a fine 2006 l’operatore telefonico aumentasse la cedola del 27-30%, il rapporto scenderebbe ugualmente: a 2,6. Insomma, il prossimo anno la nuova Telecom Italia avrà lo stesso rapporto debito/mol (appunto 2,6) che aveva nel 2004, prima dell’Opa su Tim.
 
Gary Bielfeldt ha scritto:
Adesso Telecom vale almeno 3,5 euro

C’è ottimismo tra gli analisti dopo l’Opa su Tim Per molti di essi il titolo crescerà ancora Nel 2006 il rapporto debito/mol tornerà a 2,6

di Sara Bennewitz - 29-01-2005

Nel quarto anno di presidenza di Marco Tronchetti Provera sta per cominciare la «quinta repubblica» di Telecom Italia. Dopo la privatizzazione e le gestioni di Guido Rossi, Gian Mario Rossignolo, Franco Bernabè e Roberto Colaninno, ora che il prossimo giugno si fonderà con la controllata Tim, inizierà una nuova era all’insegna della convergenza, ma soprattutto della creazione di valore. Quali sono i numeri del nuovo gruppo che nascerà dalla fusione e, soprattutto, quanto possono valere i titoli della nuova Telecom Italia? «Ora che l’offerta è andata in porto con successo - spiega Carola Bardelli di Deutsche Bank nel suo ultimo report - abbiamo alzato il target price sulle Telecom Italia ordinarie da 3,3 a 3,5 euro per azione e quello sulle risparmio da 2,4 a 2,8 euro». Secondo il broker, la maggiore leva applicata ai titoli Tim da una parte, e la crescita dei flussi di cassa dall’altra, faranno aumentare del 9% l’utile per azione nel 2006. Un’evoluzione che dovrebbe portare anche a un ritocco all’insù della cedola. Considerando i 700 milioni di dividendi che verranno risparmiati quest’anno sulle Tim (appena riacquistate da Telecom), oltre ai maggiori utili generati in futuro, a partire dal prossimo anno la società di tlc potrebbe aumentare la cedola anche del 40 per cento. Al di là delle prospettive di maggior rendimento, l’azione del nuovo gruppo appare sottovalutata anche guardando ai fondamentali delle due entità post-fusione: secondo le stime di Deutsche Bank, Telecom tratta a 11 volte l’utile atteso per il 2006. Un multiplo basso per una società di telefonia, addirittura sotto la media del comparto che si attesta su un p/e compreso tra 12-13. Proprio per queste considerazioni, Morgan Stanley dà un giudizio overweight sulla società di Tronchetti Provera e fissa un target price di 3,5 euro. Ma c’è chi è ancora più ottimista. «Per effetto della fusione - spiega Edoardo Bonanno di Centrosim - ho alzato il mio obiettivo di prezzo sulle Telecom ordinarie a 3,7 euro e quello sulle risparmio a 2,8 euro. L’operazione ha il pregio di ottimizzare la leva finanziaria di Tim». Il maggior indebitamento che il gruppo dovrà sopportare, non è infatti un problema, e questo per un duplice motivo: sia perché le banche hanno accordato a Tronchetti Provera delle linee di credito a un tasso vantaggioso (il 3,2% all’anno); sia perché i maggiori flussi di cassa permetteranno alla società di ripagarsi i costi dell’Opa in 3-4 anni. In settimana Telecom ha inoltre perfezionato con successo la vendita del 54,76% di Entel Cile. Grazie a questa dismissione l’indebitamento del gruppo, a livello consolidato, diminuirà di 1,1 miliardi. Peraltro, altre vendite sono all’orizzonte: da Finsiel (che ha un valore stimato in circa 250 milioni), alle attività in Perù, Bolivia e Cuba, unite ad altri asset giudicati non più strategici. Dismissioni che, secondo gli analisti, ammonterebbero a un valore complessivo di 1,5-2 miliardi. Il costo dell’Opa Tim è stato invece di 13,8 miliardi, cui vanno aggiunti 120 milioni relativi alle opzioni, acquisite da Telecom Italia, per rilevare a fermo il 18% delle Tim risparmio. Al momento, quindi, considerando anche la cessione delle attività cilene, il gruppo dovrebbe avere un indebitamento di circa 42,7 miliardi. Considerando le future dismissioni, la cassa generata e il minor monte dividendi che verrà distribuito il prossimo 18 aprile (2,1 miliardi contro i 2,8 pagati nel 2004 quando sul mercato c’era ancora il 46% di Tim), la società di telefonia dovrebbe chiudere il 2005 con un indebitamento inferiore a 40 miliardi. A partire dal prossimo anno, con meno debiti e maggiori flussi di cassa, secondo Telecom Italia si troverà perciò ad avere 5,1 miliardi di cassa da utilizzare per ridurre ulteriormente il debito, fare nuove acquisizioni o remunerare di più gli azionisti. Senza per questo rischiare di compromettere il proprio rating. Del resto, Standard & Poor’s ha già confermato un giudizio di BBB+ sulla società italiana, in quanto il rapporto tra debito e mol di Telecom Italia, a fine 2005, dovrebbe essere comunque inferiore a 3. E anche se a fine 2006 l’operatore telefonico aumentasse la cedola del 27-30%, il rapporto scenderebbe ugualmente: a 2,6. Insomma, il prossimo anno la nuova Telecom Italia avrà lo stesso rapporto debito/mol (appunto 2,6) che aveva nel 2004, prima dell’Opa su Tim.


Bene, quindi in base a questi analisti dovrei stare in una botte di ferro... OK!

P.S. Infatti dopo l'ottimo gain della vendita di 100 opzioni put TIM 5,40 scad. 21-01-2005 (incassato € 0,0625, cioè € 5710 netti grazie all'opa...) ho venduto opzioni put TIM strike 5 (corrispondenti a 2,89 di telecom...) scad. 17-06-2005 (incassati € 0,135) e quindi a me basterà un semplicissimo 2,9 di telecom per essere in ottimo gain... :D ;)
 
Gary Bielfeldt ha scritto:
Adesso Telecom vale almeno 3,5 euro

C’è ottimismo tra gli analisti dopo l’Opa su Tim Per molti di essi il titolo crescerà ancora Nel 2006 il rapporto debito/mol tornerà a 2,6

di Sara Bennewitz - 29-01-2005

Nel quarto anno di presidenza di Marco Tronchetti Provera sta per cominciare la «quinta repubblica» di Telecom Italia. Dopo la privatizzazione e le gestioni di Guido Rossi, Gian Mario Rossignolo, Franco Bernabè e Roberto Colaninno, ora che il prossimo giugno si fonderà con la controllata Tim, inizierà una nuova era all’insegna della convergenza, ma soprattutto della creazione di valore. Quali sono i numeri del nuovo gruppo che nascerà dalla fusione e, soprattutto, quanto possono valere i titoli della nuova Telecom Italia? «Ora che l’offerta è andata in porto con successo - spiega Carola Bardelli di Deutsche Bank nel suo ultimo report - abbiamo alzato il target price sulle Telecom Italia ordinarie da 3,3 a 3,5 euro per azione e quello sulle risparmio da 2,4 a 2,8 euro». Secondo il broker, la maggiore leva applicata ai titoli Tim da una parte, e la crescita dei flussi di cassa dall’altra, faranno aumentare del 9% l’utile per azione nel 2006. Un’evoluzione che dovrebbe portare anche a un ritocco all’insù della cedola. Considerando i 700 milioni di dividendi che verranno risparmiati quest’anno sulle Tim (appena riacquistate da Telecom), oltre ai maggiori utili generati in futuro, a partire dal prossimo anno la società di tlc potrebbe aumentare la cedola anche del 40 per cento. Al di là delle prospettive di maggior rendimento, l’azione del nuovo gruppo appare sottovalutata anche guardando ai fondamentali delle due entità post-fusione: secondo le stime di Deutsche Bank, Telecom tratta a 11 volte l’utile atteso per il 2006. Un multiplo basso per una società di telefonia, addirittura sotto la media del comparto che si attesta su un p/e compreso tra 12-13. Proprio per queste considerazioni, Morgan Stanley dà un giudizio overweight sulla società di Tronchetti Provera e fissa un target price di 3,5 euro. Ma c’è chi è ancora più ottimista. «Per effetto della fusione - spiega Edoardo Bonanno di Centrosim - ho alzato il mio obiettivo di prezzo sulle Telecom ordinarie a 3,7 euro e quello sulle risparmio a 2,8 euro. L’operazione ha il pregio di ottimizzare la leva finanziaria di Tim». Il maggior indebitamento che il gruppo dovrà sopportare, non è infatti un problema, e questo per un duplice motivo: sia perché le banche hanno accordato a Tronchetti Provera delle linee di credito a un tasso vantaggioso (il 3,2% all’anno); sia perché i maggiori flussi di cassa permetteranno alla società di ripagarsi i costi dell’Opa in 3-4 anni. In settimana Telecom ha inoltre perfezionato con successo la vendita del 54,76% di Entel Cile. Grazie a questa dismissione l’indebitamento del gruppo, a livello consolidato, diminuirà di 1,1 miliardi. Peraltro, altre vendite sono all’orizzonte: da Finsiel (che ha un valore stimato in circa 250 milioni), alle attività in Perù, Bolivia e Cuba, unite ad altri asset giudicati non più strategici. Dismissioni che, secondo gli analisti, ammonterebbero a un valore complessivo di 1,5-2 miliardi. Il costo dell’Opa Tim è stato invece di 13,8 miliardi, cui vanno aggiunti 120 milioni relativi alle opzioni, acquisite da Telecom Italia, per rilevare a fermo il 18% delle Tim risparmio. Al momento, quindi, considerando anche la cessione delle attività cilene, il gruppo dovrebbe avere un indebitamento di circa 42,7 miliardi. Considerando le future dismissioni, la cassa generata e il minor monte dividendi che verrà distribuito il prossimo 18 aprile (2,1 miliardi contro i 2,8 pagati nel 2004 quando sul mercato c’era ancora il 46% di Tim), la società di telefonia dovrebbe chiudere il 2005 con un indebitamento inferiore a 40 miliardi. A partire dal prossimo anno, con meno debiti e maggiori flussi di cassa, secondo Telecom Italia si troverà perciò ad avere 5,1 miliardi di cassa da utilizzare per ridurre ulteriormente il debito, fare nuove acquisizioni o remunerare di più gli azionisti. Senza per questo rischiare di compromettere il proprio rating. Del resto, Standard & Poor’s ha già confermato un giudizio di BBB+ sulla società italiana, in quanto il rapporto tra debito e mol di Telecom Italia, a fine 2005, dovrebbe essere comunque inferiore a 3. E anche se a fine 2006 l’operatore telefonico aumentasse la cedola del 27-30%, il rapporto scenderebbe ugualmente: a 2,6. Insomma, il prossimo anno la nuova Telecom Italia avrà lo stesso rapporto debito/mol (appunto 2,6) che aveva nel 2004, prima dell’Opa su Tim.

Ok 3.50, ma prima deve passare da 2.85... OK!
 

Allegati

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hidetrade ha scritto:
Ok 3.50, ma prima deve passare da 2.85... OK!

Se non è 2,85 è 2,90 .....ma concordo ...... OK!

se dovesse girare prima pero' bisogna essere pronti a risalire sul treno ...... :D

in questo momento graficamente mi sembra chiaramente SHORT..... :eek:

ciauz
 
Gary Bielfeldt ha scritto:
Adesso Telecom vale almeno 3,5 euro

C’è ottimismo tra gli analisti dopo l’Opa su Tim Per molti di essi il titolo crescerà ancora Nel 2006 il rapporto debito/mol tornerà a 2,6

di Sara Bennewitz - 29-01-2005

Nel quarto anno di presidenza di Marco Tronchetti Provera sta per cominciare la «quinta repubblica» di Telecom Italia. Dopo la privatizzazione e le gestioni di Guido Rossi, Gian Mario Rossignolo, Franco Bernabè e Roberto Colaninno, ora che il prossimo giugno si fonderà con la controllata Tim, inizierà una nuova era all’insegna della convergenza, ma soprattutto della creazione di valore. Quali sono i numeri del nuovo gruppo che nascerà dalla fusione e, soprattutto, quanto possono valere i titoli della nuova Telecom Italia? «Ora che l’offerta è andata in porto con successo - spiega Carola Bardelli di Deutsche Bank nel suo ultimo report - abbiamo alzato il target price sulle Telecom Italia ordinarie da 3,3 a 3,5 euro per azione e quello sulle risparmio da 2,4 a 2,8 euro». Secondo il broker, la maggiore leva applicata ai titoli Tim da una parte, e la crescita dei flussi di cassa dall’altra, faranno aumentare del 9% l’utile per azione nel 2006. Un’evoluzione che dovrebbe portare anche a un ritocco all’insù della cedola. Considerando i 700 milioni di dividendi che verranno risparmiati quest’anno sulle Tim (appena riacquistate da Telecom), oltre ai maggiori utili generati in futuro, a partire dal prossimo anno la società di tlc potrebbe aumentare la cedola anche del 40 per cento. Al di là delle prospettive di maggior rendimento, l’azione del nuovo gruppo appare sottovalutata anche guardando ai fondamentali delle due entità post-fusione: secondo le stime di Deutsche Bank, Telecom tratta a 11 volte l’utile atteso per il 2006. Un multiplo basso per una società di telefonia, addirittura sotto la media del comparto che si attesta su un p/e compreso tra 12-13. Proprio per queste considerazioni, Morgan Stanley dà un giudizio overweight sulla società di Tronchetti Provera e fissa un target price di 3,5 euro. Ma c’è chi è ancora più ottimista. «Per effetto della fusione - spiega Edoardo Bonanno di Centrosim - ho alzato il mio obiettivo di prezzo sulle Telecom ordinarie a 3,7 euro e quello sulle risparmio a 2,8 euro. L’operazione ha il pregio di ottimizzare la leva finanziaria di Tim». Il maggior indebitamento che il gruppo dovrà sopportare, non è infatti un problema, e questo per un duplice motivo: sia perché le banche hanno accordato a Tronchetti Provera delle linee di credito a un tasso vantaggioso (il 3,2% all’anno); sia perché i maggiori flussi di cassa permetteranno alla società di ripagarsi i costi dell’Opa in 3-4 anni. In settimana Telecom ha inoltre perfezionato con successo la vendita del 54,76% di Entel Cile. Grazie a questa dismissione l’indebitamento del gruppo, a livello consolidato, diminuirà di 1,1 miliardi. Peraltro, altre vendite sono all’orizzonte: da Finsiel (che ha un valore stimato in circa 250 milioni), alle attività in Perù, Bolivia e Cuba, unite ad altri asset giudicati non più strategici. Dismissioni che, secondo gli analisti, ammonterebbero a un valore complessivo di 1,5-2 miliardi. Il costo dell’Opa Tim è stato invece di 13,8 miliardi, cui vanno aggiunti 120 milioni relativi alle opzioni, acquisite da Telecom Italia, per rilevare a fermo il 18% delle Tim risparmio. Al momento, quindi, considerando anche la cessione delle attività cilene, il gruppo dovrebbe avere un indebitamento di circa 42,7 miliardi. Considerando le future dismissioni, la cassa generata e il minor monte dividendi che verrà distribuito il prossimo 18 aprile (2,1 miliardi contro i 2,8 pagati nel 2004 quando sul mercato c’era ancora il 46% di Tim), la società di telefonia dovrebbe chiudere il 2005 con un indebitamento inferiore a 40 miliardi. A partire dal prossimo anno, con meno debiti e maggiori flussi di cassa, secondo Telecom Italia si troverà perciò ad avere 5,1 miliardi di cassa da utilizzare per ridurre ulteriormente il debito, fare nuove acquisizioni o remunerare di più gli azionisti. Senza per questo rischiare di compromettere il proprio rating. Del resto, Standard & Poor’s ha già confermato un giudizio di BBB+ sulla società italiana, in quanto il rapporto tra debito e mol di Telecom Italia, a fine 2005, dovrebbe essere comunque inferiore a 3. E anche se a fine 2006 l’operatore telefonico aumentasse la cedola del 27-30%, il rapporto scenderebbe ugualmente: a 2,6. Insomma, il prossimo anno la nuova Telecom Italia avrà lo stesso rapporto debito/mol (appunto 2,6) che aveva nel 2004, prima dell’Opa su Tim.

allora siamo a posto se cè l'accordo tra gli analisti.........prepariamoci a scendere!!!!!!!!!
 
mmhh..
l'altra volta chi era che aveva abbassato il target price di Tim?
(prima dell'opa)
ora...
non so perchè, ma non mi fido, sento odore di parco buoi
(fino a € 2,75-2,85)
poi TronK inizierà a comprare..
 
dentice ha scritto:
mmhh..
l'altra volta chi era che aveva abbassato il target price di Tim?
(prima dell'opa)
ora...
non so perchè, ma non mi fido, sento odore di parco buoi
(fino a € 2,75-2,85)
poi TronK inizierà a comprare..
tronchetti deve comperare e lo fara' a prezzi bassi sotto 2 ,80 comincio a compricchiare
 
$.tommaso2 ha scritto:
tronchetti deve comperare e lo fara' a prezzi bassi sotto 2 ,80 comincio a compricchiare
Ma se vogliono far scendere il prezzo a 2,80 perche' hanno comprato 1 primo miliardo a 3,09 ed altri 300 milioni a 3,08 circa?Tanto valeva comprare tutto a 2,80.
 
steelhead ha scritto:
allora siamo a posto se cè l'accordo tra gli analisti.........prepariamoci a scendere!!!!!!!!!


:no: :no: :no:

TIM € 5,36 + 2,10%
TELECOM € 3,04 + 1,98%

P.S. Anche la teoria del contrario ha i suoi limiti... :D OK! ;)
 
emsi ha scritto:
Ma se vogliono far scendere il prezzo a 2,80 perche' hanno comprato 1 primo miliardo a 3,09 ed altri 300 milioni a 3,08 circa?Tanto valeva comprare tutto a 2,80.

Quando ragionare e' piu' importante e piu' efficace di un'analisi tecnica
 
emsi ha scritto:
Ma se vogliono far scendere il prezzo a 2,80 perche' hanno comprato 1 primo miliardo a 3,09 ed altri 300 milioni a 3,08 circa?Tanto valeva comprare tutto a 2,80.


Scusa l'intromissione....ma dovrebbero essere opzioni da esercitare a 3,09 o sbaglio?

Se è così forse oggi ha già recuperato :D
 
A dispetto delle indicazioni originarie, che davano una sostanziale invarianza del dividendo distribuito, Telecom e Tim hanno aumentato la cedola in misura significativa. Prosegue, insomma la politica market friendly (ma naturalmente friendly anche nei confronti di Olimpia, di tutti i soci la più bisognosa di dividendi) inaugurata dal gruppo leader delle tlc con l’Opa sulla Tim. Forse con questo medesimo spirito il colosso italiano delle tlc ha sfornato già ieri i dati di bilancio del 2004, battendo non solo se stesso (di norma venivano resi noti intorno alla metà di marzo) ma pure tutti i piccoli e grandi concorrenti europei. Ovviamente, qualcuno potrebbe sostenere che la decisione di bruciare i tempi sia strettamente collegata alla volontà di concludere al più presto la fusione tra Telecom e Tim. Ma a noi piace pensare che sia stato creato un precedente destinato a essere rispettato anche negli anni a venire. O almeno, questo è l’auspicio.

Fonte: F&M
 
Telecom e Tim alzano la cedola Il debito scende a 29,5 miliardi

di Sara Bennewitz del 25-02-2005
da Finanza&Mercati del 25-02-2005
[Nr. 39 pagina 6]

Il dividendo della capogruppo sale del 5% e quello della società dei cellulari del 10% Titoli sugli scudi in Borsa, mentre il «mobile» batte per la prima volta il fisso anche sul fronte dei profitti: 2,8 contro 2,1 mld

La vera sorpresa dei conti di Telecom Italia e Tim è l’incremento del dividendo. Le due società del gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera hanno rivisto al rialzo la cedola rispettivamente del 5% (0,1093 euro per le Telecom ordinarie e 0,1203 euro per le rnc) e del 10% (0,2825 euro le Tim ordinarie e 0,2945 euro le rnc). Una decisione che è stata accolta positivamente da Piazza Affari, dove ieri i titoli del gruppo hanno chiuso la seduta in gran spolvero: le Telecom ordinarie sono salite dell’1,20% a 2,94 euro, mentre le rnc si sono attestate a quota 2,98 euro (+2,98%). Bene anche le Tim, il cui titolo ordinario ha guadagnato l’1,17% a 5,20 euro e quello di risparmio si è addirittura riportato al di sopra del prezzo d’Opa (5,71 euro contro 5,6) con un balzo del 3,76 per cento. Altra nota positiva per il gruppo di tlc è arrivata dai dati sull’indebitamento consolidato che, a fine dicembre, è sceso a 29,5 miliardi. Quanto ai risultati, i ricavi di Telecom Italia sono cresciuti dell’1,3% a 31,2 miliardi, il mol ha registrato un incremento dell’1,7% a 14,5 miliardi (46,5% dei ricavi), il risultato operativo è salito del 6,1% a 7,2 miliardi, mentre l’utile è sceso a 781 milioni in assenza di fattori straordinari. Da segnalare la performance di Telecom Wireline dove ricavi e mol sono saliti del 2,1% grazie ai clienti della banda larga che a fine anno erano raddoppiati a 4,4 milioni di cui 4 in Italia. I ricavi consolidati di Tim sono invece saliti del 9,5% a 12,9 miliardi soprattutto grazie alle attività estere (+ 27,4% a 2,9 miliardi) e al Brasile (+43% a 1,8 miliardi), mentre le vendite in Italia sono salite del 5% a 9,9 miliardi. Il mol consolidato è invece cresciuto del 10% (6 miliardi, 46,9% dei ricavi), il risultato operativo del 7,6% (4 miliardi), mentre l’utile netto è rimasto quasi invariato (+0,46% a 2,3 miliardi). D’altro canto, l’utile di Tim spa è balzato del 21,6% a 2,8 miliardi superando per la prima volta anche i profitti dell’attività di tlc fisse di Telecom Italia spa, che invece ha chiuso con un utile netto in calo a 2,1 miliardi.
 
Tronchetti lancia il Matusa-bond

Dovrebbe essere ufficializzata oggi un'emissione da 500 milioni di euro con durata di 50 anni.

Già richieste per 1,5 mld. Per una società è la prima operazione con una simile scadenza, dopo l'analogo bond dello stato francese e l'annuncio di obbligazioni Finmeccanica fino a 30 anni

Il bond Matusalemme piace anche a Tronchetti Provera. Primo caso in assoluto in Europa per un gruppo privato, il colosso Telecom Italia ha organizzato un'emissione obbligazionaria a 50 anni, per un valore di almeno 500 milioni di euro. è un passo importante nella direzione di un allungamento dei termini di scadenza dei bond, oggi ancora relativamente rari ma in fermento, se solo si pensa che Finmeccanica sta studiando un bond fino a 30 anni, e che un'altra importante emissione cinquantennale, stavolta non corporate ma di uno stato sovrano, è stata organizzata due settimane fa dalla Francia, per 6 miliardi di euro. Anche quest'ultimo è un caso inedito in Europa. La stessa Telecom, ricordano gli esperti, è stata peraltro la prima società a emettere un bond trentennale in euro.
La finanza del gruppo presieduto da Marco Tronchetti Provera ha affidato l'incarico a Deutsche Bank come bookrunner, nell'ambito del programma di riscadenzamento del debito esistente. Fonti vicine all'operazione, che dovrebbe essere ufficializzata oggi, hanno detto che si tratterà di un'emissione benchmark interamente rivolta al mercato istituzionale, e dovrebbe riconoscere un premio attorno a 95-100 punti base sopra il midswap.

Secondo indiscrezioni, le richieste si aggirerebbero già intorno al miliardo e mezzo di euro. Il costo sarà presumibilmente di poco sopra quello medio del debito Telecom, ora pari a 4,9-5% circa. Di conseguenza il bond matusalemme dovrebbe costare qualche decimale oltre il 5%. Un mese fa Telecom, che ha rating BBB+ per S&P, Baa2 per Moody's e A- per Fitch, ha comunicato di aver centrato gli obiettivi di riduzione dell'indebitamento a 29,5 miliardi al 31 dicembre 2004, dunque sotto ai 30 miliardi indicati.

Il bond a 50 anni è una novità nel programma di riscadenzamento del debito della compagnia telefonica. Il programma delle future operazioni è fitto e non è escluso che possano esserci anche altre emissioni a lunga durata, considerato anche che il gruppo telefonico ha contratto debiti per quasi 12 miliardi di euro per finanziare l'opa su Tim.

Ma la tendenza ai corporate bond a lunga durata sembra stare coinvolgendo grossi gruppi italiani. Venerdì scorso Finmeccanica ha annunciato di avere allo studio un'emissione obbligazionaria di durata fino a 30 anni. L'incarico di curare l'emissione, dal valore massimo di 600 milioni di euro, è stato affidato a Banca Imi, Morgan Stanley e Sg Cib come lead manager. Il bond di Finmeccanica, che ha un rating Baa2 da Moody's e BBB da Standard & Poor's e Fitch, sarà lanciato nel prossimo futuro, in base alle condizioni del mercato.

A far crescere il mercato di questo tipo di bond, dicono gli esperti, sarà la crescente domanda di debito a lunga scadenza da parte di fondi pensione e assicurazioni europee, così come dagli hedge fund a caccia di asset più rischiosi. Inoltre, come spiega a MF il direttore finanziario di un grande gruppo italiano quotato, operazioni di questo tipo sono ora possibili da un lato per la maggiore liquidità in giro, dall'altro per i tassi ai minimi. Ma non tutte le società, aggiunge, possono permettersi di sfruttarle. ´Solo gli imprenditori seri, per bene nei confronti degli investitori e con una politica orientata al mercato possono accedere a questi strumenti, che consentono di incrementare la qualità dello stato patrimoniale. E con una struttura del debito ben fatta, l'azienda, a parità delle altre condizioni, vale di più'.

MF - Mondo & Mercati
 
In un'intervista sul Corriere della Sera di oggi
il Ceo della divisione rete fissa Riccardo Ruggiero afferma che il mercato
della banda larga potrebbe arrivare ad una penetrazione del 43% (contro
l'attuale 20%). Telecom Italia punta inoltre a lanciare nel secondo semestre
2005 il servizio ADSL "2 plus" con una connessione da 10 a 20 Mega al
secondo. Nessun problema dalla concorrenza secondo Ruggiero.

Contemporaneamente, in un’intervista sul Sole 24 Ore il Ceo di Telecom
Italia Carlo Buora ribadisce l’interesse per la Turchia, mentre, dopo la
riorganizzazione di TI Media, esclude la vendita delle televisioni. In un
altro articolo si ribadisce la volontà di investire sul Digitale Terrestre
da parte del gruppo, che potrebbe acquisire Elefante TV e costruire così il
secondo Multiplex.

N.B.:
Ricordo che le azioni Telecom Italia ord. e risp. e Tim staccheranno
il dividendo lunedì prossimo 18 aprile.
 
Telecom, per nuovo bond valutazione di opportunità -TronchettiMILANO, 12 aprile (Reuters) - Telecom italia <non ha bisogno di rifinanziare il debito sottoscritto per la fusione con Tim > e valuterà in funzione delle condizioni di mercato la possibilità di emettere un nuovo bond prima dell'estate. "Il debito (per la fusione) è gia sceso da 12 a 9 miliardi, siamo quindi in anticipo rispetto alle previsioni. Non c'è quindi alcuna esigenza di rifinanziare il debito, valuteremo se ci sono opportunità", ha detto il numero uno di Telecom Italia, Marco Trinchetti Provera, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di un bond prima dell'estate. "Come al solito sarà una valutazione opportunistica".
 
MF

Telecom alla conquista della Francia

La società è prossima a rilevare Tinet, la rete paneuropea di fibra ottica dell'isp sardo.

Grazie all'acquisto di Liberty surf da Tiscali punta a diventare uno dei primi tre operatori nella banda larga nel paese transalpino. Pronti investimenti per 350 milioni di euro nel prossimo triennio

Già presente in Francia con circa 250 mila clienti (marzo 2005) e 7,5 milioni di linee a fine 2004 (22% della copertura totale), Telecom Italia accelera di due o tre anni i propri obiettivi, diventando il quarto operatore broadband del paese d'Oltralpe. Il tutto grazie all'acquisizione per 266 milioni di euro di Liberty surf da Tiscali, l'isp sardo che dall'agosto scorso ha iniziato un drastico piano di dismissioni. Quest'ultimo si concluderà nelle prossime settimane con la vendita degli asset spagnoli e di Tinet, la rete paneuropea di fibra ottica che nelle prossime settimane finirà probabilmente nelle mani del gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera, per una cifra intorno ai 10 milioni di euro. Lo ha spiegato ieri Riccardo Ruggiero, a.d. di Telecom Italia con delega sul wireline, alla stampa internazionale riunitasi per l'occasione a Parigi.

Il colosso telefonico italiano investirà in Francia 350 milioni di euro nel prossimo triennio, estendendo la copertura del servizio a banda larga in 100 città e offrendo una rete commerciale formata da 500 punti vendita.

´Con l'acquisizione degli asset francesi, il cui closing avverrà dopo il via libera dell'Antitrust (entro 6-8 settimane), Telecom Italia entrerà a far parte entro il 2007 dei primi tre operatori ad alta velocità in Francia', ha affermato Ruggiero. Grazie alle sinergie con la società di Bordeaux, il colosso italiano delle tlc raggiungerà sul mercato francese un portafoglio d'offerta più vasto, che secondo le stime del 2004 riguarda un milione di clienti circa (205 mila clienti in Francia di Telecom più gli 800 mila di Liberty surf) per un fatturato pari a 265 milioni di euro.

´Attualmente il risultato netto della società d'Oltralpe neoacquisita è negativo, mentre il giro d'affari è cresciuto dai 190 milioni del 2003 ai 225 milioni del 2004', ha affermato Ruggiero, sottolineando che ´il nostro obiettivo è quello di raggiungere un margine operativo lordo al 10% nel 2007'.

Le sinergie tra i due gruppi telefonici avranno il via dopo la chiusura definitiva dell'acquisizione, che avverrà dopo l'ok da parte dell'Authority francese e il successo della conseguente opa sul 5% del capitale di Liberty surf, collocato attualmente sul mercato (l'esborso totale per Telecom sarà pari a 279 milioni). In seguito a tali operazioni, sia Tiscali France sia la controllata Intercall, a oggi ancora quotata sul Nouveau marché, saranno delistate dalla borsa parigina.

´La nostra strategia di vendita sarà multicanale e punteremo molto sui contenuti. In particolare, stiamo studiando anche l'esportazione del calcio italiano in Francia', ha continuato Ruggiero.

Dopo aver rilevato degli asset francesi di Tiscali, il gruppo Telecom ha escluso per il momento ulteriori acquisizioni in altri paesi (per esempio, Germania e Olanda), anche se ´nulla è impossibile', come ha concluso il manager del team di Tronchetti.
 
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