KrEnergy verso l'infinito e oltre...........

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megasamu

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Hò cambiato il titolo dopo l'ennesimo comunicato stampa,
tremate voi che entrate....

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La Pasqua ha portato un raggio di luce anche in casa di KR Energy, seppur sotto forma dell’ennesima (scontata) cattiva notizia: Deloitte non è in grado di esprimere un giudizio sul bilancio 2009 del gruppo (sia a livello consolidato, sia a livello di spa) a causa delle molteplici incertezze sul presupposto di continuità aziendale. La relazione della società di revisione, però, getta un po’ di luce sui termini della proposta avanzata da Gaetano Tedeschi, presidente di KR Energy, e da Fisi spa (società controllata da mister Borsalino, Marco Marenco) per rilevare la maggioranza di KR Energy. Non mi risulta – ma forse mi sono perso qualcosa – che nei precedenti comunicati al mercato la società abbia fornito dettagli sulla proposta a cui il consiglio d’amministrazione di KR Energy ha concesso l’esclusiva il 15 marzo scorso. La relazione di Deloitte rileva che la proposta del duo Tedeschi-Marenco prevede un aumento di capitale di circa 20 milioni di euro con esclusione del diritto di opzione ed è subordinata alle seguenti condizioni: 1) stipula di un piano di rimodulazione dei debiti in essere che ne preveda il rimborso a medio-lungo termine (e questo era noto); 2) definizione di accordi di finanziamento con il sistema bancario per la concessione di nuove linee di credito per 20-25 milioni; 3) espletamento delle attività di due diligence con risultati soddisfacenti; 4) nomina della maggioranza dei componenti del cda e del collegio sindacale con riflessi sul patto parasociale tra Eurinvest Finanza Stabile ed Encap srl. Al quinto punto (nella relazione non c’è, forse perché sarebbe l’unico elemento privo d’incertezze tra quelli elencati) l’esenzione dall’obbligo di Opa.
Insomma, al 31 dicembre 2009 il patrimonio netto di KR Energy si era ridotto a 47,2 milioni di euro, i debiti superavano i 41 milioni di euro e i fidi erano stati revocati (e ora i conti sono ulteriormente peggiorati), ma i “cavalieri bianchi” chiedono alle banche un riscadenzamento del debito e nuovi fondi per 20-25 milioni, mentre per parte loro metterebbero sul piatto una ventina di milioni di cui certamente una parte a compensazione dei crediti vantati nei confronti della società (è il caso di Tedeschi) e un’altra parte non si sa ancora se in cash o in altre (quali?) forme. Qualcuno nelle scorse settimane mi ha chiesto come mai nessuno delle banche paghi pegno per aver ancora una volta concesso crediti facili a una società il cui business plan appariva fin dall’inizio “tutto in salita”. Rispondo mettendo in evidenza un passaggio della relazione di Deloitte che dovrebbe far riflettere tutti: “Gli amministratori segnalano peraltro che il venir meno dei presupposti di continuità aziendale potrebbe comportare una modifica ai criteri di valutazione dell’attivo e del passivo patrimoniale, con possibili rilevanti svalutazioni”. A quanto ammontano queste svalutazioni? Perché la Consob non pretende dalla società un supplemento di informazioni, tanto più alla luce di un bilancio cui la società di revisione ha rifiutato la certificazione? Intanto il 6 aprile Eurinvest ha comunicato la discesa sotto il 50% del capitale: 49,76% per la precisione.



Paolo Fior
 
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