
Originariamente Scritto da
selvacatena
Lo shopping di Chiamparino, la nostra acqua come “segmento di mercato”
Proprio così: la nostra acqua, quella aggiudicata alla società Acqua potabili Siciliane, controllata indirettamente anche dal sindaco di Torino, viene definita in un articolo de “La stampa” come un”segmento di mercato”, un’appendice di un grande gruppo che a sua volta entra nel gioco del mercato finanziario come pedina di giochi ancora più grandi.
In pratica, la società Amiat, che gestisce la raccolta dei rifiuti a Torino, ed è controllata da quel Comune, si vuole rafforzare, per motivi di cui, a noi cittadini della provincia di Palermo, non ce ne frega sinceramente niente.
E allora che farà? Secondo l’autorevole giornale torinese, acquisterà da Iride (a sua volta pure essa compartecipata dal Comune di Torino) il 30% di Acque potabili; la quale, per inciso, detiene la maggioranza delle azioni di APS: ma nessun cittadino della Provincia di Palermo, utente del servizio idrico, sarà consultato su questa cessione.
In seguito, la società della munnizza di Torino si fonderà con la stessa Acque Potabili, ormai sotto il suo controllo, senza più ostacoli derivanti da partecipazioni genovesi. Anche su questo nutriamo seri dubbi che verrà chiesto il parere dei cittadini di Palermo, comune che vuole svendere la propria acqua ad APS (controllata da Acqua potabili, oggetto del giochino, tanto per ricordare), e neppure saranno consultati i cittadini di Caccamo, di Alimena e di San Mauro Castelverde che pagano già cara e salata l’acqua privatizzata. Difficilmente, infine temiamo, sarà richiesto ai cittadini di Pollina se ritengono che queste manovre finanziarie potranno limitare i disservizi che si verificano da quando le reti e gli impianti del Comune sono stati consegnati alla società liguro (ancora per poco?) - piemontese.
Infine il piano prevederebbe l’acquisizione, da parte del nuovo mostro finanziario appena creato, di Iride servizi. E successiva fusione anche con questa società.
A questo punto il capolavoro di ingegno, che in un paese civile dovrebbe portare dritto in galera o in manicomio criminale il suo ideatore: Chiamparino rivende sul mercato le azioni di Acque potabili ormai divenute superflue per il suo controllo, ed il suo Comune ci lucra circa 130 milioni di Euro.
La nostra acqua, quindi, potrebbe finire in parte alla società della munnizza torinese, ed il resto spezzettata in quote acquistate nel libero mercato da petrolieri arabi, gangster russi o evasori fiscali padani.
Ma pure su questo dettaglio finale, nell’ottica del neoliberismo ormai luce e faro anche di molti leader del cetrosinistra, difficilmente ci sarà voce in capitolo per i cittadini della provincia di Palermo: noi siamo solo un “segmento di mercato”.
E se qualche Sindaco della provincia, come quello di Castelbuono, che ha dichiarato che l’opposizione alla consegna delle reti ai privati è una presa in giro, e che bisogna invece “governare i processi”, dovesse chiedere notizie sulla realizzazione della rete idrica del suo paese, riceverà la risposta: “taci, è il mercato, bellezza!” (in dialetto piemontese).