MF CONTRARIAN: La Popolare Sondrio non disperda l'antico carattere cooperativo
MILANO (MF-DJ)--La Popolare di Sondrio alla fine ha dovuto cedere e concludere la lunga battaglia, quanto meno per tentare un'applicazione della pessima legge di riforma dell'ordinamento delle banche popolari che salvaguardasse, sia pure attraverso il conferimento d'azienda, il carattere cooperativo del soggetto conferente, a somiglianza della riforma della banca pubblica, varata oltre trent'anni fa, che pur diede ottimi risultati.
Per il 28 dicembre è prevista, quindi, l'indizione, in prima convocazione (in seconda, nel giorno successivo) dell'assemblea dei soci per deliberare la trasformazione in Spa. La seduta, dati i vincoli e le limitazioni indotti dal Covid, si terrà con la partecipazione del Rappresentante designato, non essendo possibile una riunione "in presenza".
Alla fin fine, si sarà deciso, almeno fino a questo momento e dunque con riserva, da parte nostra, di seguire gli sviluppi di queste settimane, di non cogliere lo stesso spiraglio che l'ultima pronuncia del Consiglio di Stato aveva prospettato a proposito delle modalità di attuazione della legge di riforma, in base al quale non si potevano vietare da nessuno, perché ciò non è specificamente indicato dalla riforma in questione, ipotesi di coordinamento di azionisti che, con un proprio status giuridico, avrebbe partecipato o parteciperebbe alla trasformazione. Su questo argomento il presidente Corrado Sforza Fogliani aveva stilato un commento rigoroso e convincente.
Quanto al recesso dei soci dissenzienti, la Banca, qualora non fosse possibile soddisfare tutte le richieste attingendo all'apposito fondo aziendale, limiterà il rimborso stesso secondo quanto previsto dalla legge, provvedendo a una restituzione proporzionale delle azioni oggetto del recesso e restituendo le altre ai soci che recedono.
Ripercorrere come dalla riforma introdotta con decreto legge nel 2015 (caso unico nella storia bancaria) la gestione della cui applicazione Palazzo Chigi demandò a un manager con una non particolare esperienza nel campo creditizio, si sia arrivati all'ultimo «resistente» e, alla fine, all'inevitabile assoggettamento alla dura lex sarebbe interessante, ma non è questa la sede per farlo. Vi saranno occasioni in futuro.
Qui basti dire che, al di là del fatto che le Popolari trasformate hanno poi saputo ben operare con la nuova veste societaria, con la legge anzidetta si è posta fine alla possibilità, pur lungamente tradotta in atto nella storia bancaria italiana, della convivenza del modello cooperativo e solidaristico con dimensioni e operatività particolarmente rilevanti. Si è ritenuto che oltre certi livelli di gestione di asset la cooperazione non può andare: cosa singolare, però, che non trova riscontro in altri settori economici nello stesso modo.
Quando, a proposito innanzitutto delle Bcc, ma anche delle Popolari, si declama l'importanza della «biodiversità» nel sistema bancario, o, se si vuole, del pluralismo, poi non se ne deducono le necessarie conseguenze pratiche; anzi, spesso si va nella direzione opposta, evocando quel detto popolare che invita a fare come quel tal prete dice, non come poi concretamente agisce.
Ora, però, la Sondrio deve guardare avanti. Potrebbe verificarsi un parziale ex malo bonum, nel senso che forme varie di convergenze, fino a ipotesi di aggregazioni con modalità da definire, potranno dare maggiore solidità a un disegno che troverà il modo (anche con una eventuale struttura ad hoc a latere per esempio nella forma di una fondazione) di non disperdere completamente l'antico carattere cooperativo.
Tra gli azionisti importanti della Sondrio, avrà certamente da dire la sua l'Unipol di Carlo Cimbri, che nasce dalla cooperazione, e che è un azionista rilevante della Bper, oggi con l'ad Piero Montani, anch'egli con una valida esperienza pure nel campo della cooperazione nel credito. Sarà importante l'assetto che scaturirà dalla trasformazione.
E' difficile pensare che i caratteri impressi in tantissimi anni nella Popolare ai vari livelli si possano disperdere.
Piuttosto, essi sono destinati a combinarsi con altri caratteri, forse delle stesse origini, per un rafforzamento e un ulteriore miglioramento dell'operare, nell'interesse dell'economia del territorio, di famiglie e imprese.