INTERVISTA - BioXell, entro il 2008 partner commerciale - AD
Reuters - 22/02/2008 12:39:29
di Massimo Gaia
MILANO, 22 febbraio (Reuters) - BioXell, società biofarmaceutica italiana quotata a Zurigo, prevede di iniziare la Fase III per il prodotto di punta Elocalcitolo a fine anno e conta, per quella data, di aver individuato un partner per la commercializzazione di un farmaco che punta a inserirsi in un mercato potenziale da 8,5 miliardi di dollari.
Lo ha detto, in un'intervista a Reuters, l'amministratore delegato di BioXell Francesco Sinigaglia.
"Assumendo che la Fase III possa iniziare alla fine del 2008, tra 2010 e 2011 dovrebbe partire la commercializzazione", spiega Sinigaglia.
La società italiana quotata a Zurigo nell'ottobre scorso ha comunicato risultati positivi di Elocalcitolo nella Fase IIb di sviluppo clinico per la cura dell'Iperplasia Prostatica Benigna (BPH), un mercato valutato in 5 miliardi di dollari.
Il prodotto è inoltre in Fase IIb nell'indicazione Vescica Iperattiva (OAB) e in Fase II nella indicazione Infertilità Maschile, un mercato che la società si attende crescerà a 3,5 miliardi di dollari nel 2010.
"Elocalcitolo cura patologie che sono coperte sia dal medico generico, sia dallo specialista", aggiunge l'AD. "E' chiaro che avremo bisogno di un partner per la commercializzazione, anche se non escludiamo di mantenere diritti di co-marketing, in particolare per gli specialisti".
Il momento giusto per individuare un alleato per la commercializzazione sembra fine 2008, quando "avremo un altro step importante, la Fase IIb della seconda indicazione urologica".
Intanto la società con sede al San Raffaele "sta discutendo i dati di Fase IIb con esperti del settore e, successivamente, con le autorità regolatorie per gli sviluppi successivi". Sono arrivati già feedback positivi e le fila di questi contatti verranno tirate in occasione dell'assemblea di aprile, quando sarà pronto anche il budget 2008.
Elocalcitolo è un potenziale blockbuster, sostiene l'AD. Rispetto ai farmaci attualmente in commercio funziona come monoterapia, combinando "in una sola molecola l'effetto di curare i sintomi e bloccare la crescita della ghiandola".
La pipeline di BioXell include BXL746, per cui "stiamo discutendo ora con la Fda". Si tratta di una terapia per i casi di aderenze post-chirurgiche che ha completato la Fase I ed entra in Fase II quest'anno, una patologia di nicchia che "potrebbe non richiedere un partner commerciale", dice l'AD.
In fase pre-clinica sono anche un anticorpo monoclonale - atteso in fase clinica al 2009 - e una molecola che appartiere alla classe di recettori TREM, "di cui abbiamo ricevuto da Roche la proprietà intellettuale", prosegue.
BioXell è nata nel 2002 come spinoff di Roche (ROG.VX), ancora presente nell'azionariato. Nel capitale anche investitori specializzati come BB Biotech e Life Sciences Partners, insieme ai fondi Schroders.
La piazza di Zurigo, ammette Sinigaglia, favorisce l'afflusso di capitali, perché "ci sono molti investitori che conoscono a fondo il settore". In futuro BioXell potrebbe quotarsi anche a Piazza Affari "ma il momento non è certo favorevole", dice Sinigaglia che esclude al momento una diluizione dell'azionariato.
Guardando al mercato in fase di consolidamento, il manager premette che l'obiettivo dell'azienda è rimanere indipendente, ma aggiunge che "ogni offerta verrà valutata e saranno gli azionisti a decidere".
Del resto "non è detto che per le big pharma sia necessariamente più conveniente acquistare aziende, ci sono molti casi di semplici accordi di licenza".