Fatto 10.000 il prezzo esemplificativo di una auto, il concessionario ha mediamente il 18-20% a cui vanno sommate le campagne, chiamate rappel. Un concessionario che vende bene e raggiunge il 110% degli obiettivi arriva a prendere dalla casa anche 5-6 punti % ad autovettura tra rappel mensili, trimestrali e annuali. Poi ci sono case come la xxx che periodicamente sollecita il concessionario: mi compri 200 vetture in blocco di modelli out of date ? Si arriva con questi acquisti in blocco al 3-4% ulteriore, per cui il margine sfonda persino il 30% su alcune xxx nuove.
A questo vantaggio si aggiunge la ricorrente pratica dell'evasione dell'IVA: la concessionaria si intesta l'autovettura e la sottofattura al cliente facendogli risparmiare buona parte dell'IVA, le cd. Km0. Le case spendono miliardi in pubblicita', promozione, fidelizzazione, mailing, ispettori che girano a vuoto, campagne di richiamo e cosi via. Altrettanti e forse anche di piu' ne spendono nella progettazione. Alla fine della giostra, una 500 prodotta in Serbia o una Dacia prodotta in Romania non puo' costare piu' di 2000-3000 Euro di costo industriale: altrimenti le case non farebbero utili come stanno tutte facendo a palate e nel contempo fingendo di "svendere" le loro auto nelle pubblicita'.
A loro giustificazione e' pur vero pero' che la gran parte degli utili deriva dagli interessi finanziari sui finanziamenti a rate (di solito ai clienti piu' stupidi e sprovveduti finanziariamente) e sui leasing alle flotte, piu' che dai margini industriali di prodotto veri e propri.
Non puo' non apparire evidente a tutti che anche Mr. Tecnoking cerchi di far utili aziendali pompando il bitcoin.
L'impressione, pur sbagliata che possa essere, e' che se due tra piu' importanti CEO Usa non acquistassero piu' le criptovalute attraverso la loro ingente disponibilita' finanziaria aziendale, ne vedremmo delle belle sulle quotazioni.