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martino72

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  • Per Nomisma Energia quello delle rinnovabili è un settore “obbligato” per crescere. L’impegno preso con l’Europa, impone di raddoppiare la quota verde dei consumi elettrici. Per questo, sta nascendo una filiera produttiva che entro il 2020 potrebbe creare decine di migliaia di posti di lavoro in più.


    IL SETTORE GREEN VALE 65.000 POSTI DI LAVORO PROSPETTICI=QUANTO IL SETTORE FIAT ED INDOTTO, SOLO CHE LA FIAT NON GUADAGNA DA ANNI. E' GIUSTO MANTENERE GLI IMPIANTI FIAT IN ITALIA,MA E' GIUSTO STIMOLARE SETTORI NUOVI, DOVE SI CREANO POSTI DI LAVORO E DOVE LE AZIENDE NON PERDONO, ANZI PAGANO LE TASSE.
    L'enorme giacimento di calore del sottosuolo, infatti può azionare le
    turbine di una centrale elettrica, ma anche alimentare impianti di
    riscaldamento, immettendo nel circuito cittadino l'acqua riscaldata
    dalle rocce bollenti presenti nella crosta terrestre. E' questo
    l'obiettivo del progetto internazionale Campi Flegrei caldera Deep
    Drilling Projet, presentato a Napoli dall'Istituto Nazionale di
    Geofisica e Vulcanologia (INGV, http://www.ingv.it/).
    "Le ricerche degli ultimi anni indicano che l'interazione tra il magma
    e la falda acquifera è la chiave per interpretare i fenomeni di
    bradismo e le eruzioni, spiega Giuseppe De Natale, responsabile e
    ideatore del progetto insieme alla ricercatrice Claudia Troise,
    entrambi dell'INGV. La perforazione profonda è un passo decisivo per
    la comprensione di quest'area vulcanica e per perfezionare le tecniche
    di mitigazione del rischio. Questa nuova ricerca avrà anche un
    importante risvolto sociale: i vulcani sono fonte di paura, ma possono
    diventare anche un'occasione unica di rilancio economico, essendo
    enormi <<caldaie>> per produrre energia pulita e rinnovabile".
    L'Italia è la quinta produttrice al mondo di energia geotermica dopo
    l'Usa, Filippine, Messico e Indonesia, precede il Giappone e
    l'Islanda, ed è quindi la prima in Europa. L'elettricità pulità
    prodotta è però solo l'1,5% di quella nazionale, anche se consente di
    risparmiare un milione centomila tonnellate equivalenti di petrolio
    annue, evitando l'emissione in atmosfera di un pò più di tre milioni
    di tonnellate di anidride carbonica. Dati irrisori, tutto sommato,
    visto che l'Italia ha inventato lo sfruttamento geotermico e che per
    45 anni è stata l'unica nazione ad avere impianti del genere.
    La prima centrale geotermoelettrica entrò in funzione nel 1913 a
    Lardarello in Toscana, dove sono concentrate anche tutti gli impianti
    nazionali: Travale-Radicondoli, Montiero e Monte Amiata. Si tratta di
    pozzi che producono in totale 810 megawatt e ben cinque miliardi di
    kWh di energia elettrica all'anno: il 10% della produzione geotermica
    mondiale e il 25% del fabbisogno elettrico della Toscana. "L'Italia ha un sottosuolo con caratteristiche molto simili
    all'Islanda, sottolinea Gudmundur Omar Fridleifsson, dell'Icelandic
    Geological Survey, il maggior esperto per lo sfruttamento di energia
    dai vulcani, ma mentre noi sfruttiamo al meglio le nostre risorse eco-
    compatibili, l'Italia è costretta a importare una grande fetta di
    energia".
    Ecco allora l'idea di sfruttare il sottosuolo di Napoli, utilizzando
    le conoscenze acquisite dagli islandesi: il primo pozzo sperimentale
    sarà realizzato entro la fine del 2008, nell'ex area industriale di
    Bagnoli, sarà profondo due chilometri e attrezzato con strumenti di
    monitoraggio. Altri, da un chilometro e mezzo, saranno aperti nelle
    acque del Golfo di Pozzuoli, per un primo studio approfondito sul
    vulcanismo a mare. Entro il 2009, sempre a Bagnoli, inizieranno i
    lavori per il secondo pozzo a terra, che sarà utilizzato per
    verificare se ci sono le condizioni per cominciare a costruire la
    prima centrale geotermica, e per studiare la struttura calderica fino
    a cinque chilometri di profondità.
    "Questo pozzo, spiega la Troise, ci permetterà di studiare il sistema
    geotermale in tutta la sua estensione, fino alla temperatura critica,
    dove l'acqua si trasforma in gas, che dovrebbe trovarsi a circa tre
    chilometri. Andando ancora più giù, potremo calcolare a che profondit=
    à
    si raggiungono i mille gradi centigradi, dove si trova la camera
    magmatica".
    La temperatura del nostro pianeta aumenta di circa cinquanta gradi
    ogni chilometro di profondità, mentre nei Campi Flegrei, in alcune
    zone, si può arrivare a duecento gradi già a cinquecento metri.
    "Per questo gli attuali strumenti di monitoraggio dovranno essere
    migliorati, se vogliamo misurare sismicità, deformazione, temperatura
    ed emissioni gassose, sottolinea Paolo De Natale, direttore
    dell'Istituto Nazionale di Ottica Applicata del CNR (INOA, http://www.ino.i=
    t/).
    A Napoli ci sarà un osservatorio profondo unico al mondo, in grado di
    cogliere anche i più flebili segnali di un'eruzione".
    E, forse, anche una nuova generazione di centrali. La Campagnia
    importa più dell'80% dell'energia di cui ha bisogno, di cui circa 800
    megawatt sono utilizzati solo nella provincia di Napoli: un solo pozzo
    di acqua supercritica riuscirebbe a generare 50 megawatt.
    L'ENERGIA E' UN BENE PREZIOSO. UN BENE DI TUTTI.

    Godetevi l'articolo sul PROGETTO.

    http://www.alagoas.it/economia50.asp

    Energia Geotermica a Napoli

    Un pozzo profondo due chilometri verrà scavato a Bagnoli, per estrarre
    energia dai Campi Flegrei, dove gli antichi collocavano l'accesso
    all'Inferno. I <<campi ardenti>> sono da sempre un paesaggio
    suggestivo e inquietante, con fumarole, acque sulfuree e ribollenti,
    puzza di zolfo. Qui il magma, a pochi chilometri dalla superficie,
    incontra le falde acquifere dando vita a un meccanismo, in gran parte
    ancora da spiegare, in grado di provocare eruzioni, ma anche il
    bradismo, cioè l'innalzamento e abbassamento della terra. E'così da
    millenni. Solo tra il 1969 e 1985 la terra si è sollevata di 3,5
    metri. Poi il fenomeno ha rallentato, ma negli ultimi dodici anni ha
    comunque fatto registrare un innalzamento di quattro centimetri.
    Per questo motivo, e per l'alta densità di popolazione che vi risiede,
    la ricerca scientifica si è dedicata molto a questo territorio.
    Finora, però, nessuno aveva pensato di perforare i Campi Flegrei per
    vedere a che profondità si trova il magma, trasformando questi
    sommovimenti in energia geotermica.
    Ciao Martino...speriamo che questa amicizia ci porti fortuna! :-)
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