Dopo qualche ricerca sul web vorrei aggiungere un'ultima nota:
- gli utili della BCE vengono ripartiti, in base alle quote di ciascun paese, alle varie banche centrali nazionali. I maggiori soci sono la banca centrale tedesca (29.5%), francese (20,7%) e italiana (18%) (percentuali corrette sulla base degli utili ricavati dalla partecipazione)
http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_centrale_europea
- nel caso specifico, la Banca d'Italia ripartisce gli utili tra i suoi vari azionisti, ovvero i principali gruppi bancari italiani (Intesa Sanpaolo, Unicredito ecc.)
http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf
- i principali azionisti delle banche sono altre banche, gruppi assicurativi, industriali ecc., tutti comunque riconducibili a qualche decina di singoli privati molto ricchi
Torniamo alla notizia che mi ha "incuriosito":
La Banca centrale europea lancia la prima risposta alla crisi di liquidità presente sui mercati finanziari. L'istituto di Francoforte ha infatti iniettato sul mercato 94,8 miliardi di euro con un'asta a banche della zona euro al tasso fisso del 4%
Quel famoso 4% di interesse viene quindi versato dalle banche alla BCE, che quando suddivide gli utili li ridistribuisce alle banche centrali nazionali, in proporzione alle loro quote. Le banche centrali nazionali distribuiscono i loro utili tra i loro soci, che sono le banche, in base alle loro quote. Le banche poi distribuiscono i loro utili ai privati, in proporzione alle quote azionarie di questi ultimi. Quei 94,8 miliardi con tasso al 4% sono quindi molto utili a chi ha molte quote nella BCE, che non solo riceve soldi gratis (versa oggi e recupera domani attraverso la distribuzione degli utili della BCE), ma lucra sul tasso di interesse dalle banche che hanno meno quote e prendono soldi in prestito dalla BCE; queste ultime banche comunque non se la passano male, ricevendo un finanziamento a tasso vantaggioso, ma devono far sì che questi soldi rendano più del 4% per fare un affare.
Il peso complessivo dell'operazione viene dunque sostenuto principalmente da chi ha dei debiti con le banche, in secondo luogo da chi non ha debiti ma non ha azioni (che indirettamente, essendo cresciuta la massa monetaria (nonostante l'aumento dei tassi) si ritrova con gli stessi soldi che valgono però di meno, essendo la ricchezza reale prodotta dall'oggi al domani più o meno la stessa, ma con un centinaio di miliardi di euro di più in circolazione.)
Chi guadagna sono, evidentemente, i grandi azionisti dei grossi gruppi bancari.
In sostanza "iniettare liquidità nel sistema" vuol dire dare soldi ai ricchi possessori di azioni bancarie a discapito del resto del mondo in maniera subdola, tale che non si abbia una percezione immediata della cosa.
Non sarebbe così, però, se le banche centrali nazionali azioniste della BCE fossero pubbliche al 100%, idea che molti grandi azionisti di banche, guarda caso, hanno sempre osteggiato da quando sono riusciti a mettere le mani su questa gallina dalle uova d'oro (le banche centrali).