DA KIEV ALLA NUOVA WALL STREET

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Pangolino

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10/6/21
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La crisi in Ucraina segna un punto di svolta per i mercati finanziari.
Gli Stati Uniti assieme ai loro alleati-vassalli hanno usato la struttura del mercato finanziario occidentale come strumento di guerra nei confronti della Russia. Questo ha comportato che molti investitori russi e occidentali hanno subito un congelamento dei loro beni e quindi danni economici forse permanenti. Il rischio geopolitico nell'investimento transfrontaliero emerge in modo preponderante.
Però è evidente che è stato il cosiddetto mondo occidentale ad usare in modo arbitrario questo strumento danneggiando gli investitori. La Russia ha reagito in termini difensivi più per difendere la sua valuta che per altro. E paradossalmente Mosca sembra molto più preoccupata di garantire i diritti degli investitori internazionali di quanto non sia Washington. Questo pone un problema di fiducia. Qualsiasi investitore fuori dall'occidente vedrà gli investimenti nei paesi occidentali con diffidenza. Viceversa investitori occidentali avranno paura ad allocare i propri soldi verso paesi esterni ad un'alleanza dominata dagli Stati Uniti.
In realtà l'occidente già aveva un prolema di fiducia. Un problema di tipo monetario per la gestione quanto mai disinvolta della moneta. Ma non si era ancora arrivati a minare i diritti alla proprietà privata.
Quando i russi dicono che l'occidente ha rinnegato i suoi stessi principi non sono molto lontani dal vero.
Allo stesso tempo si apre quindi un'opportunità per quei paesi che saranno in grado di sostituire il vuoto lasciato dagli occidentali.
Un paese che possa garantire stabilità e l'inviolabilità della proprietà privata, indipendentemente dalla geopolitica, diventa automaticamente candidato ad essere sede di una nuova Wall Street. Sotto questo punto di vista i mezzi tecnici forniti dalla criptofinanza potrebero rivelarsi molto utili.
Gli Stati Uniti stanno minando le basi stessi di un sistema da loro stessi costruito.
Gli europei invece che trarre profitto dalla follia americana la seguono. Perdendo due volte.
 
Cosa c'entra quello che hai detto, con invadere l'ucraina quest' anno e la Crimea 8 anni prima?

Quindi deduco che lei non investa in borsa? Essendo Wall street la piazza principale e quella che determina andamento del mercato.
 
Cosa c'entra quello che hai detto, con invadere l'ucraina quest' anno e la Crimea 8 anni prima?

Quindi deduco che lei non investa in borsa? Essendo Wall street la piazza principale e quella che determina andamento del mercato.

Le economie dei mercati occidentali hanno beneficiato fino ad ora dei flussi di investimento in quanto venivano considerati un'area in cui i diritti degli investitori venivano salvaguardati. E' evidente che non è più così perchè sulla base di motivazioni geopolitiche sia il dollaro che l'euro possono essere usati come arma nelle dispute geopolitiche. Tutto ciò crea incertezza e caos fra investitori e emittenti. Lo stesso dicasi per il plumbing alla base dell'architettura finanziaria occidentale. Questo è vero soprattutto per la platea degli investitori dai paesi emergenti.
La vicenda ucraina penso sia uno spartiacque per le sue dimensioni.
Per questo credo che si vedrà l'emergere di nuovi strumenti (e architetture decentralizzate) per investire che offrano protezione dalle decisioni arbitrarie degli attori geopolitici. Probabilmente alcuni fra i principali mercati emergenti possono avere interesse ad offrire un'alternativa migliore e più innovativa rispetto a quella offerta da mercati occidentali che a causa degli Stati Uniti è ormai viziata dal rischio geopolitico.
Per esempio di recente ho sentito alcuni dirigenti cinesi dire che loro (i cinesi) stanno facendo ciò che hanno fatto gli americani quando hanno costruito un sistema economico dominante; allo stesso tempo continuavano dicendo che gli americani hanno purtroppo smesso di costruire e hanno iniziato a distruggere. Penso che fra le altre cose il riferimento sia anche a questo: all'impazzimento portato con l'uso delle sanzioni economiche come arma di guerra.
D'altra parte l'uso arbitrario della politica monetaria in America e in Europa (tassi di interesse negativi) di per sè non ha precedenti. Ed era già esso un campanello d'allarme che denota come l'economia sia vista come uno strumento al servizio della politica e non viceversa. Con tutte le conseguenze negative che questo comporta per i cittadini.
 
son molti anni che periodicamente si legge che il dollaro è finito, wall street pure, a causa degli enormi errori americani, il qe, i tassi bassi ecc ecc.

La realtà è che si tratta di banale antiamericanismo, più che lecito, ma va chiarito che non si tratta di analisi economiche ma appunto di antiamericanismo. Sinora tutte queste previsioni si son rivelate erronee, far previsioni su questioni finanziare e macroeconomiche sulla base di antipatie o simpatie non porta bene.
*****
Le economie dei mercati occidentali hanno beneficiato fino ad ora dei flussi di investimento in quanto venivano considerati un'area in cui i diritti degli investitori venivano salvaguardati.

in generale mi pare sia avvenuto il contrario, ovvero gli investimenti dei paesi occidentali ed in generale più sviluppati, investimenti fatti in paesi in via di sviluppo, hanno favorito lo sviluppo di quei paesi

*****

mi pare probabile che l'economia Usa ed il dollaro perdano molto lentamente importanza nel mondo, non per i motivi che citi, ma semplicemente perchè il mondo emergente cresce rapidamente e gli Usa rappresentano una % del pil mondiale progressivamente decrescente
 
Non mi ancora risposto cosa c'entra invadere l'ucraina.

La prima economia e la borsa più importanti é quella americana.

Questi sono i fatti, le teorie stanno a zero.

Chissà perché molte società cinesi si quotano nella borsa americana:confused::confused:

Lei investe in borsa?
 
son molti anni che periodicamente si legge che il dollaro è finito, wall street pure, a causa degli enormi errori americani, il qe, i tassi bassi ecc ecc.

La realtà è che si tratta di banale antiamericanismo, più che lecito, ma va chiarito che non si tratta di analisi economiche ma appunto di antiamericanismo. Sinora tutte queste previsioni si son rivelate erronee, far previsioni su questioni finanziare e macroeconomiche sulla base di antipatie o simpatie non porta bene.
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in generale mi pare sia avvenuto il contrario, ovvero gli investimenti dei paesi occidentali ed in generale più sviluppati, investimenti fatti in paesi in via di sviluppo, hanno favorito lo sviluppo di quei paesi

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mi pare probabile che l'economia Usa ed il dollaro perdano molto lentamente importanza nel mondo, non per i motivi che citi, ma semplicemente perchè il mondo emergente cresce rapidamente e gli Usa rappresentano una % del pil mondiale progressivamente decrescente

Strano che proprio io debba ricordare che gli Stati Uniti vantano un cronico e macroscopico deficit delle partite correnti.
Paesi come Cina e Russia negli ultimi decenni sono stati investitori netti al contrario degli americani.
La realtà è che la borsa americana è stata pompata anche per le necessità stesse di finanziare un sistema che ha forti squilibri.
Probabilmente questi squilibri stanno anche alla base del totale impazzimento della politica estera di Washington.
L'idea che siano i paesi occidentali a beneficiare i paesi emergenti con investimenti è assurda.
Basta vedere chi sta facendo la via della seta. Non certo l'occidente.
L'occidente al massimo critica i cinesi: in questo è insuperabile. Ma si sa che le parole non costano nulla.
La vicenda ucraina ha mostrato alla Cina come le strutture alla base del sistema finanziario siano viziate da problemi di fondo per quel rischio geopolitico chiamato USA.
E probabilmente i cinesi capiscono che l'offerta di un sistema alternativo che offra maggiori garanzie sarebbe un vantaggio per loro stessi. Si porrebbero al centro del sistema finanziario internazionale sostituendo gli Stati Uniti nella protezione dei diritti di proprietà. Ruolo che ormai lo zio Sam ha gettato ampiamente alle ortiche.
 
mi faresti l'elenco degli investimenti cinesi negli Usa?

e i grandi investimenti russi negli Usa ed Europa quali sarebbero?
 
mi faresti l'elenco degli investimenti cinesi negli Usa?

e i grandi investimenti russi negli Usa ed Europa quali sarebbero?

Non è certo difficile fornire esempi di investimenti diretti cinesi negli Stati Uniti.
In misura molto minore anche di investimenti russi oltreoceano: in questo caso l'Europa è la destinazione principale non gli states.
Quello che mi sorprende è dover rispondere a domande di questo tipo in una sezione di macroeconomia.
A un "moderatore" che offre patenti di antiamericanismo si può però concedere il diritto di mettere in discussione anche le tautologie.
 
Non è certo difficile fornire esempi di investimenti diretti cinesi negli Stati Uniti.
In misura molto minore anche di investimenti russi oltreoceano: in questo caso l'Europa è la destinazione principale non gli states.
Quello che mi sorprende è dover rispondere a domande di questo tipo in una sezione di macroeconomia.
A un "moderatore" che offre patenti di antiamericanismo si può però concedere il diritto di mettere in discussione anche le tautologie.

scusami, ma se sei solo qui per far polemiche, propaganda e ricostruzione faziosa e falsata di vicende, puoi accomodarti altrove
 
Ma scusate,

se i paesi A e B sono in guerra fra loro, è logico che gli investimenti reciproci siano a rischio, lo sono sempre stati. Magari prima i cittadini dell'altro paese venivano pure internati.

Gli investimenti stranieri vogliono buone relazioni diplomatiche. Da che mondo è mondo. In un mondo percorso da guerre gli investimenti all'estero si contraggono per forza.

Tra l'altro il rischio geopolitico è un grosso lack del progetto "vie della seta", così come di tutti i progetti di delocalizzazione delle produzioni.
 
Ma scusate,

se i paesi A e B sono in guerra fra loro, è logico che gli investimenti reciproci siano a rischio, lo sono sempre stati. Magari prima i cittadini dell'altro paese venivano pure internati.

Gli investimenti stranieri vogliono buone relazioni diplomatiche. Da che mondo è mondo. In un mondo percorso da guerre gli investimenti all'estero si contraggono per forza.

Tra l'altro il rischio geopolitico è un grosso lack del progetto "vie della seta", così come di tutti i progetti di delocalizzazione delle produzioni.

Il problema non è la guerra. In una guerra puoi anche rispettare i debiti e crediti reciproci per minimizzare i danni economici.
Il problema è quando tu sei un paese al centro del sistema finanziario e sei un paese che appicca il fuoco e provoca guerre per futili motivi "geopolitici". Un paese che per di più nel contesto del conflitto usa i rapporti economici come strumento (curando fra l'altro di danneggiare gli interessi di alcuni stupidi "alleati" piuttosto che i suoi).
Un paese così isterico e non affidabile come questo può rimanere al centro del sistema finanziario internazionale?
Direi di no. I soggetti terzi dovranno cercare alternative meno inaffidabili.
E' per questo che gli Stati Uniti sono in una fase distruttiva (come fanno notare i cinesi) mentre altri paesi invece cercano di costruire.
Il problema dell'Europa è che ha perso l'occasione di affrancarsi dalla tutela ingombrante di Washington. Screditando se stessa come alternativa. E prendendosi anche i costi economici delle scelte statunitensi. Per l'Europa peggio di così non poteva essere.
Se poi è vero che sia Draghi uno dei pensatori delle mirabolanti sanzioni economiche come strumento coercitivo, allora siamo anche in presenza di tafazzismo servile. E' connaturato a questi personaggi con seri problemi di vanità. Hanno la necessità di gratificazioni e di pat pat sulla testa. Con tanto di visita a Washington.
 
Ma scusate,

se i paesi A e B sono in guerra fra loro, è logico che gli investimenti reciproci siano a rischio, lo sono sempre stati. Magari prima i cittadini dell'altro paese venivano pure internati.

Gli investimenti stranieri vogliono buone relazioni diplomatiche. Da che mondo è mondo. In un mondo percorso da guerre gli investimenti all'estero si contraggono per forza.

Tra l'altro il rischio geopolitico è un grosso lack del progetto "vie della seta", così come di tutti i progetti di delocalizzazione delle produzioni.

evoluzione che potrebbe non dispiacere a chi da sempre critica la globalizzazione. Vedremo cosa comporterà.

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Tornando al surplus commerciale ed al suo legame con gli investimenti esteri:

il surplus commerciale cinese corrisponde ad un pari accumulo di valuta estera (trascurando in realtà alcuni flussi, ad esempio dovuti al turismo ed altro), che può essere reinvestita dai cinesi (aziende, banche, fondi sovrani...). Lo stesso vale per la Russia e per i paesi con surplus commerciale: hanno un ingresso di valuta estera e se lo ritengono opportuno la investono.
Infatti la Cina detiene significative quantità di titoli di stato americani; aveva importanti partecipazioni nelle banche Usa ancora durante la crisi del 2008. Ma questo non significa che per l'economia americana siano particolarmente importanti e significativi gli investimenti cinesi. Gli investimenti americani ed europei in cina negli ultimi 20 anni hanno nettamente favorito lo sviluppo cinese tramite il trasferimento di tecnologia, know how e produzione; quanti costruttori di auto, pc, cellulari ecc hanno delocalizzato in cina o aperto impianti in cina? Quasi tutti. Il contrario non è praticamente avvenuto.

La Russia in cosa ha investito il suo surplus commerciale? Ha veramente fatto grandi investimenti negli Usa ed in Europa? A me pare che abbia comprato oro, tenuto molta liquidità, non mi pare che negli Usa ed in Europa siano significativi gli investimenti russi, ci saranno, certamente, ma raccontare che dato che c'è surplus commerciale cinese o russo, allora l'occidente ha goduto per anni degli investimenti esteri mentre la cina non avrebbe goduto dei nostri investimenti in cina, non ha senso. Semmai vari altri paesi del mondo (africani ad esempio) possono aver tratto vantaggi dagli investimenti cinesi in dollari resi possibili dal surplus commerciale cinese, ma per Europa ed Usa, non direi proprio. Anzi abbiamo noi delocalizzato in Cina. E' la Cina ad esser stata favorita dai nostri investimenti in Cina. I numeri confermano investimenti esteri diretti in cina a livelli record nel 2021; ma i puri numeri dicon poco, non è la stessa cosa investire in bond cinesi, oppure aprire uno stabilimento auto.

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In generale resto pessimista sull'impatto di un rallentamento della globalizzazione, però vedremo, potrebbe anche aver ragione chi invece ritiene possa esser per l'Italia cosa positiva
 
la mia frase completa era questa:

"In generale resto pessimista sull'impatto di un rallentamento della globalizzazione, però vedremo, potrebbe anche aver ragione chi invece ritiene possa esser per l'Italia cosa positiva"

non credo avremo un impatto positivo
 
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