fabio sdogati

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

totore8

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Lo conoscevo....

Più che una lezione, si tratta di una "lecture" come dicono gli anglosassoni (la differenza è ovvia).
I giudizi sulla crisi del 2008, come sulle risposte date, ormai appartengono alla storia. Su alcuni giudizi suoi sono d'accordo, su altri meno.

Ma Sdogati è interessante soprattutto quando parla di strategie aziendali.
 
Lo conoscevo....

Più che una lezione, si tratta di una "lecture" come dicono gli anglosassoni (la differenza è ovvia).
I giudizi sulla crisi del 2008, come sulle risposte date, ormai appartengono alla storia. Su alcuni giudizi suoi sono d'accordo, su altri meno.

Ma Sdogati è interessante soprattutto quando parla di strategie aziendali.
Ah, io pensavo fosse una lezione e invece e' un cabaret (lecture). :D
 
Il professore è un grande! Magari fossero tutti così ad economia
 
sul declino italiano il suo parere è simile a quello di altri economisti di area liberista (ricerca ed investimento carente da decenni, conseguente bassa produttività; imprese piccole).

Per quanto riguarda la crisi del 2007-2008 e gli anni seguenti, le scelte americane sono state più efficaci e concordo col notare che l'europa è stata in generale più restia nell'accettare deficit pubblico; oltre a tardare nel risolvere le crisi bancarie che di fatto in alcuni paesi si trascinano ancor ora; ed ha pure tardato nelle scelte monetarie espansive (a partire da quando Trichet alzò i tassi a crisi ormai in corso).

Questo insieme di errori e ritardi nelle scelte espansive in parte è dovuto ad una visione dell'economia che chiamerei "germanica", giusto per dare un'etichetta (i tassi bassi non van bene; la spesa pubblica deve esser contenuta sempre e comunque...) che se non fosse stata contenuta avrebbe rischiato di trasformare una crisi grave in un vero e proprio disastro.

Sono però altrettanto importanti, anzi, superiori, le responsabilità di paesi come italia e grecia: se vi sono paesi che truccano i conti e che usano la spesa pubblica in maniera largamente improduttiva e a scopo elettorale, allora spingere per maggiori deficit diventa molto più complicato e pericoloso. E' vero che gli Usa hanno un deficit pubblico elevato, ma possono permetterselo.
Anche in europa sarebbe stato opportuno accettare maggior deficit (ad esempio annullando la tassazione su redditi sino ad una certa cifra, 20000 euro, per dar un numero ed investendo maggiormente su istruzione, ricerca, infrastrutture). Questo non è avvenuto sia perchè non vi era la volontà tedesca di seguire questa strada del deficit, sia perchè paesi come grecia ed italia hanno reso oggettivamente più complicato il seguirla.
 
sul declino italiano il suo parere è simile a quello di altri economisti di area liberista (ricerca ed investimento carente da decenni, conseguente bassa produttività; imprese piccole).

Per quanto riguarda la crisi del 2007-2008 e gli anni seguenti, le scelte americane sono state più efficaci e concordo col notare che l'europa è stata in generale più restia nell'accettare deficit pubblico; oltre a tardare nel risolvere le crisi bancarie che di fatto in alcuni paesi si trascinano ancor ora; ed ha pure tardato nelle scelte monetarie espansive (a partire da quando Trichet alzò i tassi a crisi ormai in corso).

Questo insieme di errori e ritardi nelle scelte espansive in parte è dovuto ad una visione dell'economia che chiamerei "germanica", giusto per dare un'etichetta (i tassi bassi non van bene; la spesa pubblica deve esser contenuta sempre e comunque...) che se non fosse stata contenuta avrebbe rischiato di trasformare una crisi grave in un vero e proprio disastro.

Sono però altrettanto importanti, anzi, superiori, le responsabilità di paesi come italia e grecia: se vi sono paesi che truccano i conti e che usano la spesa pubblica in maniera largamente improduttiva e a scopo elettorale, allora spingere per maggiori deficit diventa molto più complicato e pericoloso. E' vero che gli Usa hanno un deficit pubblico elevato, ma possono permetterselo.
Anche in europa sarebbe stato opportuno accettare maggior deficit (ad esempio annullando la tassazione su redditi sino ad una certa cifra, 20000 euro, per dar un numero ed investendo maggiormente su istruzione, ricerca, infrastrutture). Questo non è avvenuto sia perchè non vi era la volontà tedesca di seguire questa strada del deficit, sia perchè paesi come grecia ed italia hanno reso oggettivamente più complicato il seguirla.

Io non concordo.
In larga parte.
Ma che regole ci siamo dati?
Il tuo scritto più che macroeconomico è un fare la morale.
Basta vedere la serie storica del deficit gemello francese.
Dei deficit spagnoli.
Perché la commissione non ha aperto le procedure di infrazione?
Il surplus tedesco è oltre il limite da 7-8 anni e il trattato parla chiaro, ma la procedura non arriva.
I trattati vanno letti.
Se alla base di tutto vi è la competizione tra stati è la stabilità dei prezzi, cosa provoca tale scelta nel contesto di blocco dei cambi valutari?
Lo scarico a valle della deflazione salariale.
Quindi in questo picchiare tra tutti e farsi la guerra , unica forte domanda è quella altrui.
E gli altri sono felici di fare i deficit per aiutare la tua domanda?
Infatti non sono felici.
Le regole sono ridicole, asimmetriche e senza una logica di fondo di cooperazione e benessere.
 
Sia chiaro che noi abbiamo le nostre colpe, ma questo sistema le ingigantisce a dismisura.
La mazzata verrà con Basilea 3-4 e le ricapitalizzazioni bancarie....o faranno finta come per il fiscal compact ....palesemente inattuabile.
 
sul declino italiano il suo parere è simile a quello di altri economisti di area liberista (ricerca ed investimento carente da decenni, conseguente bassa produttività; imprese piccole).
[...]

Nel primo video il Prof. sottolinea un aspetto che, a mio parere, viene spesso trascurato (e che mi sta a cuore).

Le politiche monetarie sono efficaci se innescano un meccanismo di crescita del Pil che, tuttavia, dipende in gran parte dalla struttura produttiva (aziende/imprese) che hanno, in un certo senso, una delega a creare Pil (e posti di lavoro).

Il fatto che il nostro Pil cresca poco, anche in relazione ad altri paesi, è in qualche modo un indicatore di un tessuto produttivo che non riesce a migliorare le proprie prestazioni e che, probabilmente, è focalizzato su prodotti e servizi a scarso valore aggiunto.

A me è parso di capire dal video che l'auspicio di un maggior livello di istruzione (statisticamente parlando, s'intende) fosse rivolto in massima parte proprio verso chi può e vuole fare impresa (il cui successo, anche economico, non dipende solo dall'entità dei capitali impegnati).
 
Non mi pare che in europa vi sia stato un comportamento particolarmente malevolo nei confronti dell'Italia. Inoltre consentire maggior deficit ad un paese che poi usa malissimo quel deficit non è certo fargli un favore.

Questo argomento del complotto contro l italia mi pare del tutto infondato. Neppure l italia è sotto procedura di inflazione nonostante il suo debito
 
Rispondevo a pomata
 
Nel primo video il Prof. sottolinea un aspetto che, a mio parere, viene spesso trascurato (e che mi sta a cuore).

Le politiche monetarie sono efficaci se innescano un meccanismo di crescita del Pil che, tuttavia, dipende in gran parte dalla struttura produttiva (aziende/imprese) che hanno, in un certo senso, una delega a creare Pil (e posti di lavoro).

Il fatto che il nostro Pil cresca poco, anche in relazione ad altri paesi, è in qualche modo un indicatore di un tessuto produttivo che non riesce a migliorare le proprie prestazioni e che, probabilmente, è focalizzato su prodotti e servizi a scarso valore aggiunto.

A me è parso di capire dal video che l'auspicio di un maggior livello di istruzione (statisticamente parlando, s'intende) fosse rivolto in massima parte proprio verso chi può e vuole fare impresa (il cui successo, anche economico, non dipende solo dall'entità dei capitali impegnati).

Si, questo è abbastanza chiaro, le scelte monetarie sono solo un pezzetto delle questioni rilevanti
 
Nel primo video il Prof. sottolinea un aspetto che, a mio parere, viene spesso trascurato (e che mi sta a cuore).

Le politiche monetarie sono efficaci se innescano un meccanismo di crescita del Pil che, tuttavia, dipende in gran parte dalla struttura produttiva (aziende/imprese) che hanno, in un certo senso, una delega a creare Pil (e posti di lavoro).

Il fatto che il nostro Pil cresca poco, anche in relazione ad altri paesi, è in qualche modo un indicatore di un tessuto produttivo che non riesce a migliorare le proprie prestazioni e che, probabilmente, è focalizzato su prodotti e servizi a scarso valore aggiunto.

A me è parso di capire dal video che l'auspicio di un maggior livello di istruzione (statisticamente parlando, s'intende) fosse rivolto in massima parte proprio verso chi può e vuole fare impresa (il cui successo, anche economico, non dipende solo dall'entità dei capitali impegnati).

Negli anni '90 Cipolletta (Confindustria, mica CGIL) lamentava una carenza di investimenti privati già a partire dalla metà degli anni '60.
A questo si somma una difficoltà (o resistenza) delle aziende a crescere, e giustamente "piccolo è bello" fino a un certo punto. Tra l'altro il nanismo ha come contro-effetto quello di svalutare l'istruzione, di penalizzare la ricerca, di gettare un'ipoteca sul futuro nazionale insomma.
 
Non mi pare che in europa vi sia stato un comportamento particolarmente malevolo nei confronti dell'Italia. Inoltre consentire maggior deficit ad un paese che poi usa malissimo quel deficit non è certo fargli un favore.

Questo argomento del complotto contro l italia mi pare del tutto infondato. Neppure l italia è sotto procedura di inflazione nonostante il suo debito

Scusa, ho scritto complotto?
Ho detto che qualcuno trama nell'oscurità?
Ma non sono visibili a tutti i deficit e i surplus?
Il debito non lo sforano molti altri?
Tipo la Francia che li sfora tutti oltre il deficit sui saldi esteri , come mai il sistema sanzionatorio scritto nel trattato dorme.
E dorme forte.
Perché non può non vedere.
Poi la morale su come usiamo i deficit la fai a noi ma non a loro?
Io tento....forse male...ma tento di parlare di macroeconomia, te fai sentenze morali che non capisco cosa possono portare di buono al discorso.
 
Negli anni '90 Cipolletta (Confindustria, mica CGIL) lamentava una carenza di investimenti privati già a partire dalla metà degli anni '60.
A questo si somma una difficoltà (o resistenza) delle aziende a crescere, e giustamente "piccolo è bello" fino a un certo punto. Tra l'altro il nanismo ha come contro-effetto quello di svalutare l'istruzione, di penalizzare la ricerca, di gettare un'ipoteca sul futuro nazionale insomma.

Tutto lecito.
Di fatto a oggi le banche non prestano alle pmi.
Che da noi sono pi .
E senza credito le imprese o chiudono o vendono o falliscono.
Che è quello in atto.
Tutti a un certo punto sono diventati non istruiti e cattivi imprenditori?
 
Scusa, ho scritto complotto?
Ho detto che qualcuno trama nell'oscurità?
Ma non sono visibili a tutti i deficit e i surplus?
Il debito non lo sforano molti altri?
Tipo la Francia che li sfora tutti oltre il deficit sui saldi esteri , come mai il sistema sanzionatorio scritto nel trattato dorme.
E dorme forte.
Perché non può non vedere.
Poi la morale su come usiamo i deficit la fai a noi ma non a loro?
Io tento....forse male...ma tento di parlare di macroeconomia, te fai sentenze morali che non capisco cosa possono portare di buono al discorso.

Quindi se segnalo la scarsa qualità della spesa pubblica italica o magari qualche folle sperpero politico di denaro pubblico in italia arrivi tu a dire:"eh ma perché non te la prendi coi francesi"

Alla fine tu sei sempre uguale, difendi ladri, corrotti e sperpero di denaro pubblico con un consueto atteggiamento del tipo: "eh ma guarda cosa fanno i francesi, guarda cosa fanno le banche ecc ecc".
 
Vorrei poi capire a cosa servirebbe all italia ottenere sanzioni per Francia e Spagna per il deficit
 
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