Elezioni regionali recenti e macreconomia

luciano sibio

Nuovo Utente
Sospeso dallo Staff
Registrato
18/11/10
Messaggi
6.160
Punti reazioni
61
Quale nesso chiederete ?
Perchè il m5s vince le elezioni politiche e perde le elezioni regionali recenti in maniera smaccata lasciando voti a FI Lega e PD ?
Le recenti vicende del caso Siri e le vicende dell'umbria nella sanità del PD credo che siano un risposta evidente e che va analizzata.
Cosa è successo?questi partiti a differenza del M5S si sono organizzati in locale e di conseguenza con compenetrazioni anche nei settori centrali di essi stessi,dove c'è una maggior collegamento tra eligendi ed elettori,appoggiandosi a esponenti,in loco,collusi,che avevano promesso posti di lavoro,autorizzazioni e commesse pubbliche varie.E'naturale che prima o poi questi partiti incorreranno in episodi di giustizia.E così è stato e così sarà.

Ma soprattutto,e qui torniamo al discorso macroeconomia,è evidente che su questa base questi partiti non potranno mai esser partner costruttivi in un processo di rilancio del paese che avanzi per il tramite di investimenti pubblici perchè rischieranno di far deragliare questi investimenti sulla falsariga degli interessi privati più forti.
E stigmatizzerei la massa degli italiani che difronte ai problemi reali di tutti i gg tendono sempre ad appoggiarsi su personaggi influenti o sui conoscenti e mai sulle istituzioni e sulle leggi.
E qui si manifesta lo storico problema del nostro paese che precorre i tempi storici in europa avendo difatto capovolto in UE la logica di intervento in fatto di politiche economiche ma poi regredisce nelle fasi realizzative disperdendosi nei particolarismi o nei localismi passando la palla ad altri paesi.
 
i partiti degli ultimi decenni hanno occupato (infilando parenti, amici, persone del partito o ad esso vicine) ogni posizione possibile in ogni settore (sanità, università, giornali, tv, aziende di stato, banche...). Una scelta assolutamente pessima. Il m5s non pare essersi scostato da questa logica, e dipende direttamente dal vertice: Casaleggio. Il quale dopo un breve periodo di campagna elettorale durante il quale diceva: sceglieremo in base al curriculum, abbiamo tot esperti pronti per ogni ruolo ecc, ha ampiamente dimostrato che preferisce piazzare veri e propri dementi o comunque inutili e mediocri in ogni posizione, da lino banfi alla castelli (inutile far l'elenco), purchè siano fedeli alla sua linea.

Vorrei anche far notare che sino a 5 mesi fa i vari borghi ecc continuavano a dire che le loro scelte avrebbero finalmente stimolato la crescita, del 2 o non so cosa %; insultando chi faceva previsioni banalmente più realistiche.

Se guardate i recenti video di borghi, notate invece che adesso la strategia è cambiata, sono passati dal dire: "finalmente l'italia è cambiata e faremo meglio e chi non ci crede si sbaglia, l'austerità è finita", al dire: "ma sveglia, certo che l'italia fa peggio degli altri paesi, è così da 20 anni, non lo capite? Anche con monti era così, anche con berlusconi è andata male"

Son passati in 4 mesi dal dire: "faremo meglio", al dire "facciamo schifo come i nostri predecessori"

Mi pare un passo avanti notevole, una presa di coscienza ed acquisizione di consapevolezza quasi inaspettata
 
i partiti degli ultimi decenni hanno occupato (infilando parenti, amici, persone del partito o ad esso vicine) ogni posizione possibile in ogni settore (sanità, università, giornali, tv, aziende di stato, banche...). Una scelta assolutamente pessima. Il m5s non pare essersi scostato da questa logica, e dipende direttamente dal vertice: Casaleggio. Il quale dopo un breve periodo di campagna elettorale durante il quale diceva: sceglieremo in base al curriculum, abbiamo tot esperti pronti per ogni ruolo ecc, ha ampiamente dimostrato che preferisce piazzare veri e propri dementi o comunque inutili e mediocri in ogni posizione, da lino banfi alla castelli (inutile far l'elenco), purchè siano fedeli alla sua linea.

Vorrei anche far notare che sino a 5 mesi fa i vari borghi ecc continuavano a dire che le loro scelte avrebbero finalmente stimolato la crescita, del 2 o non so cosa %; insultando chi faceva previsioni banalmente più realistiche.

Se guardate i recenti video di borghi, notate invece che adesso la strategia è cambiata, sono passati dal dire: "finalmente l'italia è cambiata e faremo meglio e chi non ci crede si sbaglia, l'austerità è finita", al dire: "ma sveglia, certo che l'italia fa peggio degli altri paesi, è così da 20 anni, non lo capite? Anche con monti era così, anche con berlusconi è andata male"

Son passati in 4 mesi dal dire: "faremo meglio", al dire "facciamo schifo come i nostri predecessori"

Mi pare un passo avanti notevole, una presa di coscienza ed acquisizione di consapevolezza quasi inaspettata

Il tuo post trasuda da tutti i pori di "prevenzione a prescindere" sino a considerazioni prive di senso logico e, consentimelo,anche un pò pressapochiste.

tu dici
Il m5s non pare essersi scostato da questa logica, e dipende direttamente dal vertice

Fai pace con te stesso senti a me.
O un partito sta con il vertice o si scinde in tanti corpuscoli,con un programma generale il più vago possibile per consentire a tutti,a seconda delle proprie clientele di poterne far parte.
La democrazia interna a un partito non ha la stessa valenza della democrazia in generale.Se un partito è raccolto intorno a una figura unica purchè esso si presenti alle elezioni e si proponga al potere sulla base del consenso generale va bene lo stesso.Anzi come detto sopra la vaghezza e la poliedricità dei suoi programmi spesso servono alla causa del formarsi di corruttele e del non ottemperare agli obblighi elettorali.La vecchia DC era una fucina di democrazia interna,sino alla creazione di veri partiti interni con un segreteria vera e propria a difesa di certi punti di vista eppure hai visto di che pasta era fatta e cosa ha portato nel paese ?


inoltre dici
sceglieremo in base al curriculum, abbiamo tot esperti pronti per ogni ruolo ecc, ha ampiamente dimostrato che preferisce piazzare veri e propri dementi

E' evidente che questa è una valutazione soggettiva sul livello degli eletti M5S,spesso pilotata ad arte tramite i mass media dai poteri a cui questi signori stanno dando fastidio.Non è un caso che Toninelli che secondo me è il più preparato di tutti ma sta in mezzo alle peggio corruttele consolidate pubblico/privato e a cui dà fastidio e non poco, è l'indiziato numero uno di cretineria,e tutti gli abbocconi vanno dietro.Sul resto ti faccio presente che uno dei diktat del m5s è stato il fatto che le persone in politica diventano brave quando trasformano questa attività in una professione ma quando la politica diventa una professione ahimè diventa corruzione e dato che in italia esiste ancora un problema morale va da sè che è meglio,per ora,seguire questa strada indicata dal M5S.

infine dici
Son passati in 4 mesi dal dire: "faremo meglio", al dire "facciamo schifo come i nostri predecessori"

se ti riferisci alla recente nota di aggiornamento del DEF del 2019 ti faccio notare che in quella nota si evidenzia che l'italia è un paese fortemente agganciato all'andamento europeo per cui
la variazioni positive e negative del pil spesso non dipendono dalla politiche interne che peraltro ancora non sono entrate in funzione,anche se modesti segnali di ripresa si intravedono forse più che altro a trazione psicologica,anche se tutti i poteri tradizionali sono schierati a mazzetta nel creare allarmismi e paure fuori luogo nella cittadinanza e tutti i farlocchi che abboccano.
 
i partiti degli ultimi decenni hanno occupato (infilando parenti, amici, persone del partito o ad esso vicine) ogni posizione possibile in ogni settore (sanità, università, giornali, tv, aziende di stato, banche...). Una scelta assolutamente pessima. Il m5s non pare essersi scostato da questa logica, e dipende direttamente dal vertice: Casaleggio. Il quale dopo un breve periodo di campagna elettorale durante il quale diceva: sceglieremo in base al curriculum, abbiamo tot esperti pronti per ogni ruolo ecc, ha ampiamente dimostrato che preferisce piazzare veri e propri dementi o comunque inutili e mediocri in ogni posizione, da lino banfi alla castelli (inutile far l'elenco), purchè siano fedeli alla sua linea.

Vorrei anche far notare che sino a 5 mesi fa i vari borghi ecc continuavano a dire che le loro scelte avrebbero finalmente stimolato la crescita, del 2 o non so cosa %; insultando chi faceva previsioni banalmente più realistiche.

Se guardate i recenti video di borghi, notate invece che adesso la strategia è cambiata, sono passati dal dire: "finalmente l'italia è cambiata e faremo meglio e chi non ci crede si sbaglia, l'austerità è finita", al dire: "ma sveglia, certo che l'italia fa peggio degli altri paesi, è così da 20 anni, non lo capite? Anche con monti era così, anche con berlusconi è andata male"

Son passati in 4 mesi dal dire: "faremo meglio", al dire "facciamo schifo come i nostri predecessori"

Mi pare un passo avanti notevole, una presa di coscienza ed acquisizione di consapevolezza quasi inaspettata
Ma tutti questi anni qua in macro, a cosa son serviti?
Se uno non ha capito oggi le dinamiche in atto quando le capisce?
Mai.
 
e come mostrano i recenti eventi, una delle cose da fare è ridurre notevolmente il numero di politici: abbiamo quasi 1000 parlamentari; con portaborse; poi ci sono ministri, segretari; senza dimenticare le amministrazioni locali, sindaci, assessori... Migliaia di persone, ovvero migliaia di possibili portatori di interessi, coi loro parenti, amici, conoscenti. E' evidente che con un numero tale di persone dello stato che interagiscono con l'economia privata, il numero di aziende/professionisti che hanno contatto diretto con la politica è elevatissimo. Questo indubbiamente condiziona provvedimenti, norme, permessi e concessioni e approvazioni varie, ed indirizza soldi e spesa pubblica.
Una cosa fattibile in maniera semplice e rapida è tagliare il numero di parlamentari/ministri ed in generale di politici. I parlamentari potrebbero essere tranquillamente dimezzati
 
e come mostrano i recenti eventi, una delle cose da fare è ridurre notevolmente il numero di politici: abbiamo quasi 1000 parlamentari; con portaborse; poi ci sono ministri, segretari; senza dimenticare le amministrazioni locali, sindaci, assessori... Migliaia di persone, ovvero migliaia di possibili portatori di interessi, coi loro parenti, amici, conoscenti. E' evidente che con un numero tale di persone dello stato che interagiscono con l'economia privata, il numero di aziende/professionisti che hanno contatto diretto con la politica è elevatissimo. Questo indubbiamente condiziona provvedimenti, norme, permessi e concessioni e approvazioni varie, ed indirizza soldi e spesa pubblica.
Una cosa fattibile in maniera semplice e rapida è tagliare il numero di parlamentari/ministri ed in generale di politici. I parlamentari potrebbero essere tranquillamente dimezzati

il discorso mi andrebbe anche bene se tagliare il numero dei politici serve a fare veramente risparmi proficui,restituendo nel contempo più correttezza all'organo politico,ma guai a fare questi discorsi nascondendo un inguaribile desiderio nascosto di sottrarre l'economia alla guida pubblica e quindi democratica come credo che sia il caso tuo,dato che la tua posizione mi sembra chiara ed è sul versante di una simpatia mal celata verso il liberismo.
Vedi indebolire lo stato peggiora quegli intrecci che tu vorresti eliminare,si ottiene l'effetto opposto, ovvero stato meno forte più sua condizionabilità.
Morale; tagliare rami secchi sì ma con l'intendimento chiaro di rafforzare lo Stato ovunque con una sua maggiore efficenza e presenza sul territorio.
 
e come mostrano i recenti eventi, una delle cose da fare è ridurre notevolmente il numero di politici: abbiamo quasi 1000 parlamentari; con portaborse; poi ci sono ministri, segretari; senza dimenticare le amministrazioni locali, sindaci, assessori... Migliaia di persone, ovvero migliaia di possibili portatori di interessi, coi loro parenti, amici, conoscenti. E' evidente che con un numero tale di persone dello stato che interagiscono con l'economia privata, il numero di aziende/professionisti che hanno contatto diretto con la politica è elevatissimo. Questo indubbiamente condiziona provvedimenti, norme, permessi e concessioni e approvazioni varie, ed indirizza soldi e spesa pubblica.
Una cosa fattibile in maniera semplice e rapida è tagliare il numero di parlamentari/ministri ed in generale di politici. I parlamentari potrebbero essere tranquillamente dimezzati

In realtà, i governanti attuali, stanno studiando come introdurre nuovi 2500 consiglieri provinciali

Province, nuovo scontro. E Salvini rilancia l'autonomia
 
In realtà, i governanti attuali, stanno studiando come introdurre nuovi 2500 consiglieri provinciali

Province, nuovo scontro. E Salvini rilancia l'autonomia

E io ripeto per chi non vuole intendere.
Il problema non è nei numeri ma nella qualità dell'attività degli amministratori pubblici. In alcuni casi è vero potrebbero essere troppi per certe esigenze e non va bene, in altri casi, perchè no,andrebbero aumentati .
La cosa importante è che nel muovere queste considerazioni non si sia spinti dal doppio fine liberista,malcelato,di ridurre l'intervento pubblico a favore del privato. In questo caso ricordo che uno stato debole è più condizionabile di uno forte,un mercato senza protezioni e interventi perchè ha accanto uno stato debole è un mercato che presto degenera nell'oligopolio.
L'ABBINAMENTO STATO DEBOLE E OLIGOPOLI E' QUELLO CHE ANIMA LE CORRUTTELE.

NB
Salvini,caro amico è il rappresentante in italia,tramite la lega,di quel liberismo straccione spesso debordante nella xenofobia e che pratica la democrazia sociale in forma opportunistica,solo come forma di consenso,occupando gli ampi spazi liberi lasciatogli da una sx impegnata oramai su altri versanti. Non mi meraviglierei se cercasse di promuovere impiegati pubblici nelle province dove risulta vittorioso alle elezioni e solo per questo scopo. Del resto Salvini l'hanno votato gli italiani e non io,e sicuramente è meno peggio oggi del PD.
 
Ultima modifica:
In realtà, i governanti attuali, stanno studiando come introdurre nuovi 2500 consiglieri provinciali

Province, nuovo scontro. E Salvini rilancia l'autonomia

abbiamo dei partiti-aziende, sono aziende che mirano a far affari.

In generale credo si possa fare un minimo di chiarezza sulla spesa pubblica. Le idee di Keynes si diffondono principalmente dopo la crisi del 29, quasi un secolo fa in un mondo completamente diverso dal nostro. Data la situazione in quei tempi, le idee di Keynes non dovrebbero stupire. Se vi erano in europa ed america decine di milioni di poveri, anzi di poverissimi, in condizioni ben peggiori di quelle dei poveri attuali, pensare a provvedimenti pubblici (spesa pubblica) per tentare di reinserire nel mondo del lavoro, anzi nella società, persone che altrimenti farebbero figli che in larga parte neppure andrebbero a scuola e resterebbero analfabeti, mi pare del tutto logico. Così come era logico ritenere che in un mondo in cui elettricità, ferrovie, strade, ponti non erano ancora cose diffuse capillarmente ed in maniera efficiente, accelerarne la diffusione tramite maggior impiego di soldi pubblici potesse avere un impatto positivo sulla crescita economica. Le idee di Keynes nascono in quel mondo, un mondo in cui esser povero a volte significa restare analfabeta, aver poco da mangiare e magari delinquere per fame.

Allora in quel mondo, che oggi in europa ed usa non c'è più; la spesa sociale, l'intervento pubblico a favore dei poveri, poteva abbastanza ragionevolmente esser considerato contemporaneamente intervento per la crescita economica. Poi qualcuno dirà che non ha funzionato, ma lasciam perdere tutte le discussioni sull'efficacia delle scelte economiche di quasi un secolo fa.

Nell'Italia attuale, la situazione è parecchio differente e credo sarebbe opportuno distinguere tra spesa sociale e spesa per rilanciare la crescita economica. Dare il reddito di cittadinanza è puramente spesa sociale, non è un tipo di politica economica che rilancia la crescita, anzi, secondo me più facilmente, visto il contorno (polemiche politiche-spread) ha un effetto negativo sulla crescita, ma in ogni caso non è vi è alcun motivo per considerarla una spesa, una politica di crescita economica, è spesa sociale al 100%, poi si potrà concordare o no sull'opportunità di realizzarla, ma anzitutto va considerata per quel che è.

Il tipo di spesa pubblica che può rilanciare lo sviluppo economico in un paese come l'italia riguarda ormai in maniera piccola il miglioramento delle infrastrutture del tipo strade/porti/ferrovie, che possono migliorare, soprattutto in alcune zone ma senza illudersi di ottenere molto. Un esempio su tutti: la tav. Realizzare una nuova linea lungo un percorso già servito da ferrovia, autostrada e strade, cambierà probabilmente di poco la situazione. Poi magari ha senso finirla, non voglio adesso parlar di questo.
La spesa pubblica che può avere un effetto sulla crescita, chiamiamola spesa pro crescita, è quella che va a promuovere istruzione e ricerca. Abbiamo ancora alcune università di discreta qualità e certamente maggiori fondi nei settori tecnologici permetterebbero di finanziare progetti e studi che possono poi generare un ritorno. Paesi come Cina e Stati Uniti hanno innovato o comunque sono cresciuti tecnologicamente anche grazie alla spesa pubblica.

In sostanza:

spesa sociale: reddito di cittadinanza

spesa pro crescita: istruzione ed investimento per promuovere i legami ricerca-università-aziende

Non credo che le 2 cose vadano confuse

La spesa pubblica per incrementare il numero di faccendieri/nullafacenti/procacciatori di affari legati alla politica e ad un certo tipo di imprenditoria ed alla criminalità organizzata non ha nulla a che fare con le 2 categorie sopra. Le pensioni oltre certe cifre idem. Inoltre se non migliora l'ambiente economico (riduzione della burocrazia, della tassazione, giustizia più rapida) è forse poco utile spendere di più per formare le persone, tanto poi in larga parte se ne vanno all'estero.
 
abbiamo dei partiti-aziende, sono aziende che mirano a far affari.

In generale credo si possa fare un minimo di chiarezza sulla spesa pubblica. Le idee di Keynes si diffondono principalmente dopo la crisi del 29, quasi un secolo fa in un mondo completamente diverso dal nostro. Data la situazione in quei tempi, le idee di Keynes non dovrebbero stupire. Se vi erano in europa ed america decine di milioni di poveri, anzi di poverissimi, in condizioni ben peggiori di quelle dei poveri attuali, pensare a provvedimenti pubblici (spesa pubblica) per tentare di reinserire nel mondo del lavoro, anzi nella società, persone che altrimenti farebbero figli che in larga parte neppure andrebbero a scuola e resterebbero analfabeti, mi pare del tutto logico. Così come era logico ritenere che in un mondo in cui elettricità, ferrovie, strade, ponti non erano ancora cose diffuse capillarmente ed in maniera efficiente, accelerarne la diffusione tramite maggior impiego di soldi pubblici potesse avere un impatto positivo sulla crescita economica. Le idee di Keynes nascono in quel mondo, un mondo in cui esser povero a volte significa restare analfabeta, aver poco da mangiare e magari delinquere per fame.

Allora in quel mondo, che oggi in europa ed usa non c'è più; la spesa sociale, l'intervento pubblico a favore dei poveri, poteva abbastanza ragionevolmente esser considerato contemporaneamente intervento per la crescita economica. Poi qualcuno dirà che non ha funzionato, ma lasciam perdere tutte le discussioni sull'efficacia delle scelte economiche di quasi un secolo fa.

Nell'Italia attuale, la situazione è parecchio differente e credo sarebbe opportuno distinguere tra spesa sociale e spesa per rilanciare la crescita economica. Dare il reddito di cittadinanza è puramente spesa sociale, non è un tipo di politica economica che rilancia la crescita, anzi, secondo me più facilmente, visto il contorno (polemiche politiche-spread) ha un effetto negativo sulla crescita, ma in ogni caso non è vi è alcun motivo per considerarla una spesa, una politica di crescita economica, è spesa sociale al 100%, poi si potrà concordare o no sull'opportunità di realizzarla, ma anzitutto va considerata per quel che è.

Il tipo di spesa pubblica che può rilanciare lo sviluppo economico in un paese come l'italia riguarda ormai in maniera piccola il miglioramento delle infrastrutture del tipo strade/porti/ferrovie, che possono migliorare, soprattutto in alcune zone ma senza illudersi di ottenere molto. Un esempio su tutti: la tav. Realizzare una nuova linea lungo un percorso già servito da ferrovia, autostrada e strade, cambierà probabilmente di poco la situazione. Poi magari ha senso finirla, non voglio adesso parlar di questo.
La spesa pubblica che può avere un effetto sulla crescita, chiamiamola spesa pro crescita, è quella che va a promuovere istruzione e ricerca. Abbiamo ancora alcune università di discreta qualità e certamente maggiori fondi nei settori tecnologici permetterebbero di finanziare progetti e studi che possono poi generare un ritorno. Paesi come Cina e Stati Uniti hanno innovato o comunque sono cresciuti tecnologicamente anche grazie alla spesa pubblica.

In sostanza:

spesa sociale: reddito di cittadinanza

spesa pro crescita: istruzione ed investimento per promuovere i legami ricerca-università-aziende

Non credo che le 2 cose vadano confuse

La spesa pubblica per incrementare il numero di faccendieri/nullafacenti/procacciatori di affari legati alla politica e ad un certo tipo di imprenditoria ed alla criminalità organizzata non ha nulla a che fare con le 2 categorie sopra. Le pensioni oltre certe cifre idem. Inoltre se non migliora l'ambiente economico (riduzione della burocrazia, della tassazione, giustizia più rapida) è forse poco utile spendere di più per formare le persone, tanto poi in larga parte se ne vanno all'estero.

Devi votare altri utenti prima di poter votare @piof ancora
 
abbiamo dei partiti-aziende, sono aziende che mirano a far affari.

In generale credo si possa fare un minimo di chiarezza sulla spesa pubblica. Le idee di Keynes si diffondono principalmente dopo la crisi del 29, quasi un secolo fa in un mondo completamente diverso dal nostro. Data la situazione in quei tempi, le idee di Keynes non dovrebbero stupire. Se vi erano in europa ed america decine di milioni di poveri, anzi di poverissimi, in condizioni ben peggiori di quelle dei poveri attuali, pensare a provvedimenti pubblici (spesa pubblica) per tentare di reinserire nel mondo del lavoro, anzi nella società, persone che altrimenti farebbero figli che in larga parte neppure andrebbero a scuola e resterebbero analfabeti, mi pare del tutto logico. Così come era logico ritenere che in un mondo in cui elettricità, ferrovie, strade, ponti non erano ancora cose diffuse capillarmente ed in maniera efficiente, accelerarne la diffusione tramite maggior impiego di soldi pubblici potesse avere un impatto positivo sulla crescita economica. Le idee di Keynes nascono in quel mondo, un mondo in cui esser povero a volte significa restare analfabeta, aver poco da mangiare e magari delinquere per fame.

Allora in quel mondo, che oggi in europa ed usa non c'è più; la spesa sociale, l'intervento pubblico a favore dei poveri, poteva abbastanza ragionevolmente esser considerato contemporaneamente intervento per la crescita economica. Poi qualcuno dirà che non ha funzionato, ma lasciam perdere tutte le discussioni sull'efficacia delle scelte economiche di quasi un secolo fa.

Nell'Italia attuale, la situazione è parecchio differente e credo sarebbe opportuno distinguere tra spesa sociale e spesa per rilanciare la crescita economica. Dare il reddito di cittadinanza è puramente spesa sociale, non è un tipo di politica economica che rilancia la crescita, anzi, secondo me più facilmente, visto il contorno (polemiche politiche-spread) ha un effetto negativo sulla crescita, ma in ogni caso non è vi è alcun motivo per considerarla una spesa, una politica di crescita economica, è spesa sociale al 100%, poi si potrà concordare o no sull'opportunità di realizzarla, ma anzitutto va considerata per quel che è.

Il tipo di spesa pubblica che può rilanciare lo sviluppo economico in un paese come l'italia riguarda ormai in maniera piccola il miglioramento delle infrastrutture del tipo strade/porti/ferrovie, che possono migliorare, soprattutto in alcune zone ma senza illudersi di ottenere molto. Un esempio su tutti: la tav. Realizzare una nuova linea lungo un percorso già servito da ferrovia, autostrada e strade, cambierà probabilmente di poco la situazione. Poi magari ha senso finirla, non voglio adesso parlar di questo.
La spesa pubblica che può avere un effetto sulla crescita, chiamiamola spesa pro crescita, è quella che va a promuovere istruzione e ricerca. Abbiamo ancora alcune università di discreta qualità e certamente maggiori fondi nei settori tecnologici permetterebbero di finanziare progetti e studi che possono poi generare un ritorno. Paesi come Cina e Stati Uniti hanno innovato o comunque sono cresciuti tecnologicamente anche grazie alla spesa pubblica.

In sostanza:

spesa sociale: reddito di cittadinanza

spesa pro crescita: istruzione ed investimento per promuovere i legami ricerca-università-aziende

Non credo che le 2 cose vadano confuse

La spesa pubblica per incrementare il numero di faccendieri/nullafacenti/procacciatori di affari legati alla politica e ad un certo tipo di imprenditoria ed alla criminalità organizzata non ha nulla a che fare con le 2 categorie sopra. Le pensioni oltre certe cifre idem. Inoltre se non migliora l'ambiente economico (riduzione della burocrazia, della tassazione, giustizia più rapida) è forse poco utile spendere di più per formare le persone, tanto poi in larga parte se ne vanno all'estero.

tu dici in sostanza che
Dare il reddito di cittadinanza è puramente spesa sociale, non è un tipo di politica economica che rilancia la crescita, anzi, secondo me più facilmente, visto il contorno (polemiche politiche-spread) ha un effetto negativo sulla crescita, ma in ogni caso non è vi è alcun motivo per considerarla una spesa, una politica di crescita economica, è spesa sociale al 100%, poi si potrà concordare o no sull'opportunità di realizzarla, ma anzitutto va considerata per quel che è.
e aggiungi:
spesa pro crescita: istruzione ed investimento per promuovere i legami ricerca-università-aziende
______________________________________________________

Diciamo che a generare la crescita in un periodo di latenza dell'iniziativa privata è la spesa pubblica come peraltro tu stesso seppur a denti stretti devi ammettere e questo come sta facendo oramai tutto il mainstream.
Appurato questo poi si può anche disquisire su quale spesa pubblica qui in italia,se in infrastutture o in istruzione etc.
Io in verità vedo le infrastrutture in Italia in pole position rispetto all'istruzione e all'univeristà,anche se questi non sono da trascurare e comunque il dibattito è sicuramente aperto e al di là di ciò si resta comunque tutti sotto al cappella della teoria keynesiana anti liberista,lo si voglia o no caro piof.
E secondo la teoria keynesiana la spesa pubblica è una ricetta perchè essa è parte della domanda aggregata e le crisi sono crisi perchè sono crisi di domanda.
Va da sè che le spese sociali alimentando fiducia e speranza migliorano la propensione al consumo e quindi la domanda,soprattutto in momenti in cui particolarmente forte è il disagio sociale come lo era per es nel 29 in usa e come lo era in italia prime delle recenti elezioni politiche.
Poi risolto ciò e riacquisito anche un ampio consenso sociale,perchè ci vuole anche questo per ripartire nel paese,si può passare alla ricetta vera e propria di keynes della spesa pubblica. E mi pare che proprio così successe nel 29, prima si fecero le manovre sociali e poi si passò massicciamente,dopo gli anni 40 sino al 1980 alla spese pubblica vera e propria.
E così sarà fatto in italia se rimane questo governo.
 
Indietro