Lucio Pozzi

Alessandro Celli

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tanto per cambiare aria al forum;):D;)


Lucio Pozzi è nato nel 1935 a Milano.
Dopo aver vissuto alcuni anni a Roma, dove studiava architettura, andò negli Stati Uniti nel 1962 come ospite del Seminario Internazionale di Harvard. Poi si trasferì a New York prendendo la cittadinanza Americana. Ora divide il suo tempo fra Hudson, cittadina a nord di New York, e Valeggio sul Mincio, borgo situato fra Mantova e Verona.
Nel 1978 Il Museum of Modern Art gli dedicò una delle prime mostre personali della serie Projects Video. Ogni tanto gli piace scrivere. Ha insegnato alla Cooper Union, al master di scultura della Yale University, alla Princeton University, al Maryland Institute of Art, all’accademia di Brera. Fa parte della facoltà della School of Visual Arts di New York.
Il suo lavoro è stato presentato a Documenta 6 (1977) e nel padiglione Americano della Biennale di Venezia (1980). E rappresentato in innumerevoli collezioni private e pubbliche.

Pozzi è un artista segretamente sovversivo. Invece di scrivere manifesti, ha usato l’Arte Concettuale come punto di partenza per mettere in discussione i presupposti dell’arte e andare in cerca dell’intensità e dell’ispirazione in una struttura di continuo avvicendamento di esperienze artistiche differenziate. Pensa che la coerenza di stile e significato non dipendano dalle formule ma si rivelino senza calcoli preliminari nella pratica dell’artista.

Il primo scandalo avvenne nel 1978 nel tempio del Concettualismo, la galleria di John Weber a New York, quando espose paesaggi in acquerello pochi mesi dopo aver presentato una immensa installazione nello stesso spazio. Quando poi, nella prima delle Mostre Provocazione, nel 1980, riunì 80 lavori tutti riferiti alla pittura ma uno radicalmente diverso dall’altro in forma e materiale, molti pensarono che Weber e Pozzi fossero diventati matti. Nell’imbarazzo generale, quasi nessuno seppe cosa scriverne.
Seguirono esposizioni dello stesso genere nei musei dell’Univesità del Massachusetts, di Bielefeld e Karlsruhe, allo Studio Carlo Grossetti di Milano e nel 1984 nella mostra in tre gallerie di New York (Leo Castelli, John Weber, Susan Caldwell).

Per approfondire, se vi va
Lucio Pozzi

:bye:
 

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tanto per cambiare aria al forum;):D;)


Lucio Pozzi è nato nel 1935 a Milano.
Dopo aver vissuto alcuni anni a Roma, dove studiava architettura, andò negli Stati Uniti nel 1962 come ospite del Seminario Internazionale di Harvard. Poi si trasferì a New York prendendo la cittadinanza Americana. Ora divide il suo tempo fra Hudson, cittadina a nord di New York, e Valeggio sul Mincio, borgo situato fra Mantova e Verona.
Nel 1978 Il Museum of Modern Art gli dedicò una delle prime mostre personali della serie Projects Video. Ogni tanto gli piace scrivere. Ha insegnato alla Cooper Union, al master di scultura della Yale University, alla Princeton University, al Maryland Institute of Art, all’accademia di Brera. Fa parte della facoltà della School of Visual Arts di New York.
Il suo lavoro è stato presentato a Documenta 6 (1977) e nel padiglione Americano della Biennale di Venezia (1980). E rappresentato in innumerevoli collezioni private e pubbliche.

Pozzi è un artista segretamente sovversivo. Invece di scrivere manifesti, ha usato l’Arte Concettuale come punto di partenza per mettere in discussione i presupposti dell’arte e andare in cerca dell’intensità e dell’ispirazione in una struttura di continuo avvicendamento di esperienze artistiche differenziate. Pensa che la coerenza di stile e significato non dipendano dalle formule ma si rivelino senza calcoli preliminari nella pratica dell’artista.

Il primo scandalo avvenne nel 1978 nel tempio del Concettualismo, la galleria di John Weber a New York, quando espose paesaggi in acquerello pochi mesi dopo aver presentato una immensa installazione nello stesso spazio. Quando poi, nella prima delle Mostre Provocazione, nel 1980, riunì 80 lavori tutti riferiti alla pittura ma uno radicalmente diverso dall’altro in forma e materiale, molti pensarono che Weber e Pozzi fossero diventati matti. Nell’imbarazzo generale, quasi nessuno seppe cosa scriverne.
Seguirono esposizioni dello stesso genere nei musei dell’Univesità del Massachusetts, di Bielefeld e Karlsruhe, allo Studio Carlo Grossetti di Milano e nel 1984 nella mostra in tre gallerie di New York (Leo Castelli, John Weber, Susan Caldwell).

Per approfondire, se vi va
Lucio Pozzi

:bye:

amico di William (forse da preferire)
 
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