Dunque non saprei nemmeno da dove partire! Originariamente, diversi anni fa, entrai per la prima volta a "contatto" con il mondo dell'arte e più precisamente con il mercato poiché il padre della mia prima ragazza di Milano era appunto un gallerista. I genitori erano divorziati quindi non ho mai avuto il piacere di conoscerlo (raramente era reperibile per via lavoro e della sua seconda famiglia) tuttavia indirettamente mi incuriosiva il suo lavoro e una volta "clandestinamente" lei mi portò in galleria (che ora è chiusa da diversi anni). Ciò non è per tediarvi raccontandovi la mia storia
ma giusto per parlarne un pò.
Poi ho lasciato stare quel mondo per qualche anno e mi ci sono riavvicinato solo alla magistrale in economia, per piacere personale dell'arte in sé e poiché il mercato, per quanto problematico mi attrasse parecchio e mi attrae ancora oggi. Avendo infatti gli "strumenti" teorici per capirci qualcosa grazie agli studi ho apprezzato e compreso maggiormente quelle dinamiche che all'epoca mi erano sconosciute. Così ho dedicato la mia tesi di laurea alle
Corporate Art Collection. In sostanza ho provato a fare una ricerca sulle motivazioni che spingono le imprese in Italia ad investire in collezioni d'arte per capire un pò se e in che termini ciò comporta dei benefici, che siano economici e non. È stato molto interessante il quadro che ne è venuto fuori ma è un tema ancora bello fresco e in espansione poiché il fenomeno è relativamente recente.
Del mercato dell'arte mi affascina molto la sua "apparente" irrazionalità. Mi piace e mi stimola tantissimo cercare di comprendere diversi fenomeni. Dalle Corporate Art Collection appunti ai falsi, le irregolarità, le oscillazioni di prezzo che sembrano non aver senso e così via. Ultimamente stavo provando a cercare di capire (e per questo sono arrivato qui sul forum poiché volevo aprirci un thread) perché mai un artista come il
Migneco fino a 20 anni fa era molto quotato e ora è completamente svalutato rispetto alle medie precedenti. Ne ho lette diverse, dal "i galleristi erano furbi", "la classe media aveva soldi da spendere ma era poco acculturata", "cambiamenti nel gusto" (ora c'è chi dice che quei quadri fanno schifo), oppure un gallerista qui a
Trieste mi ha esplicitamente detto "per me quelli non sono artisti", ecc ecc. Insomma dinamiche che a molti di voi sono ben note e comprese (credo?) ma che a me sembrano come una chimera e provare a capirci qualcosa mi stimola e interessa tantissimo.
Per quanto riguarda il mio piacere personale apprezzo tanti artisti e movimenti che mi perdo facilmente. Così mi vien da dire dall'
espressionismo astratto degli anni 4-50 (quindi Kline, Pollock, Hoffman e così via) al precisionismo (Sheeler, Lewandowski, Ault ecc). Oppure quella pittura di tipo realista riscontrabile in movimenti come la Ashcan School e prendendo una bella tangenziale per arrivare a quel tipo di pittura nel macrocosmo di Hopper. In Italia apprezzo tanto quell'
astrattismo geometrico che tanto piace a Claudio Borghi Aquilini (è incredibile come ieri mi sia accorto che anche lui è un utente di questo forum) che ho scoperto grazie ai suoi video girati durante la pandemia, e quindi: Manlio Rho o Mario Radice.
Ultimamente mi stavo interessando alla movimento della Bay Area, quindi da David Park a Diebenkorn. L'arte di quest'ultimo la trovo sublime e darei un braccio per avere il suo catalogo ragionato (varrà il mio braccio 300 dollari?).
Poi sempre qui a Trieste ho scoperto grazie ad una galleria un artista meraviglioso che è Zoran Music.
In sostanza non posso dire di avere un gusto ben definito e sviluppato. Credo di essere ancora in quella fase di scoperta e sperimentazione. Mi affascinano tante cose e forse prediligo più il mondo astratto. Ad ogni modo è mio desiderio diventare un collezionista ma è ancora presto per fare queste valutazioni visto che se tutto va bene a breve inizierò uno stage a 600 euro al mese