Basi e stime delle opere in asta: che fare?

Galak

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colgo l’input di silviomeazza ed inizio un 3D che,peraltro, condivido come spunto di discussione sul mercato delle aste in generale.:yes:
 
colgo l’input di silviomeazza ed inizio un 3D che,peraltro, condivido come spunto di discussione sul mercato delle aste in generale.:yes:

Onorato! Contribuisco immediatamente. È un tema a cui tengo molto, ma non sono ancora autorizzato a aprire una nuova discussione.
 
Sono un collezionista, quindi sono per lo più un acquirente. Ho venduto poche volte all’asta, metà delle quali ho “invenduto” per riserva troppo alta (premesso che in entrambi i casi, le case d’asta avevano spinto per basi ancora più alte). Detto questo, ultimamente vedo gli invenduti degli artisti che colleziono e seguo (astrattismo italiano anni 50 e 60) moltiplicarsi. Ora, io non sono nessuno, ma alcune basi mi fanno indovinare l’invenduto in maniera così palese che non ne comprendo la ragione. Che senso ha puntare a un realizzo che per compiersi dovrebbe essere fuori mercato? A chi conviene?
 
Vedova, ad esempio

A titolo di mero esempio, prendo 3 lotti di Vedova, artista che colleziono in maniera importante -e quindi conosco- della prossima asta 888 di Meeting Art.

189, un interno di chiesa figurativo degli anni 30, base 4000, stima 8000/9000.
di queste carte ce ne sono in giro parecchie, io stesso ne ho 2, il loro valore di mercato è di 2500/3000 euro. temo finirà invenduta o, nel caso migliore, aggiudicata alla base.

289, una tela 61x81 del 1987, base 50.000, stima 80.000/90.000.
ho visto opere di dimensioni simili, ma degli anni 50, o primi 60, e quindi MOLTO più interessanti e importanti, non raggiungere questi risultati. temo l'invenduto.

337, natura morta del 1940. base 15.000, stima 27/30.000
qui subentra la natura filologica dell'opera, di per se' abbastanza brutta, e da descrizione, in cattive condizioni. io 2 anni fa con 22.000 euro mi sono aggiudicato l'unico Tintoretto di Vedova battuto all'asta negli ultimi 20 anni. e, filologicamente parlando, siamo su un altro pianeta. Un altro potenziale invenduto.

non me ne voglia Meeting Art, sono loro cliente e compro spesso da loro. Le mie considerazioni sono a titolo di esempio sulla proposta contemporanea relativa a un artista che conosco, e del quale, nel mio piccolo, contribuisco a fare il mercato. Sono sicuro che ciascuno di voi possa portare esempi simili, in ogni asta, su qualsiasi artista.
 
Onorato! Contribuisco immediatamente. È un tema a cui tengo molto, ma non sono ancora autorizzato a aprire una nuova discussione.


Infatti l’ho aperta io : puoi però tranquillamente entrare nella discussione.
Velocemente la mia opinione: partendo dall’assioma che non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena,credo sia più saggio optare per una base abbordabile in modo da stimolare una potenziale gara al rialzo ( che, in ultima analisi è il fine della casa d’asta) e rischiare di perdere qlsa sulla cessione piuttosto che mandare,con buona probabilità, invenduta un’opera partendo da una base d’asta troppo vicina alla stima minima.
 
Infatti l’ho aperta io : puoi però tranquillamente entrare nella discussione.
Velocemente la mia opinione: partendo dall’assioma che non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena,credo sia più saggio optare per una base abbordabile in modo da stimolare una potenziale gara al rialzo ( che, in ultima analisi è il fine della casa d’asta) e rischiare di perdere qlsa sulla cessione piuttosto che mandare,con buona probabilità, invenduta un’opera partendo da una base d’asta troppo vicina alla stima minima.

Nella mia esperienza, ho trovato questo comportamento che descrivi (e che condivido in toto) in parecchie aste, sia de Il Ponte, che di Farsetti. Basi basse, stime basse, e via alla gara! Lo trovo molto salutare, ma si vede che sono un compratore.
 
Commento da disinteressato, in quanto non Collezionista, FINALMENTE un 3d pertinente, iniziato in modo intelligente e con garbo!! :clap::clap::bow:
 
A titolo di mero esempio, prendo 3 lotti di Vedova, artista che colleziono in maniera importante -e quindi conosco- della prossima asta 888 di Meeting Art.

189, un interno di chiesa figurativo degli anni 30, base 4000, stima 8000/9000.
di queste carte ce ne sono in giro parecchie, io stesso ne ho 2, il loro valore di mercato è di 2500/3000 euro. temo finirà invenduta o, nel caso migliore, aggiudicata alla base.

289, una tela 61x81 del 1987, base 50.000, stima 80.000/90.000.
ho visto opere di dimensioni simili, ma degli anni 50, o primi 60, e quindi MOLTO più interessanti e importanti, non raggiungere questi risultati. temo l'invenduto.

337, natura morta del 1940. base 15.000, stima 27/30.000
qui subentra la natura filologica dell'opera, di per se' abbastanza brutta, e da descrizione, in cattive condizioni. io 2 anni fa con 22.000 euro mi sono aggiudicato l'unico Tintoretto di Vedova battuto all'asta negli ultimi 20 anni. e, filologicamente parlando, siamo su un altro pianeta. Un altro potenziale invenduto.

non me ne voglia Meeting Art, sono loro cliente e compro spesso da loro. Le mie considerazioni sono a titolo di esempio sulla proposta contemporanea relativa a un artista che conosco, e del quale, nel mio piccolo, contribuisco a fare il mercato. Sono sicuro che ciascuno di voi possa portare esempi simili, in ogni asta, su qualsiasi artista.

Controlla bene però Silvio Meazza. Perché un Vedova che prevedevi invenduto sicuro è confermato. Molto probabilmente con tutto il rispetto, come tutti noi forse, non conosci molto bene il mercato.
 
E a quanto pare, anche Mmt, che scriveva di debolezza da parte della Casa d'aste è stato smentito.
 
Controlla bene però Silvio Meazza. Perché un Vedova che prevedevi invenduto sicuro è confermato. Molto probabilmente con tutto il rispetto, come tutti noi forse, non conosci molto bene il mercato.

Ripeto,non faccio l’indovino. E amo Vedova, molto più del mio orgoglio di dire “l’avevo detto”. A ulteriore dimostrazione che non so niente, ti dico che a quella natura morta, in particolare, non avrei dato una lira! :)
 
Controlla bene però Silvio Meazza. Perché un Vedova che prevedevi invenduto sicuro è confermato. .

Natura morta, 1940
olio su tela 40,3x58,5 cm, opera non firmata, registrata presso l'Archivio della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
:yes:
 
Io ho sia acquistato che venduto tramite le case d’asta : più acquistato in verità, ma nelle diverse volte che ho proposto opere in vendita tramite asta ho cercato di “ contrattare” col responsabile della casa d’asta in modo da arrivare ad un compromesso: io ti abbasso la base se tu mi fai lo stesso sconto nella provvigione.
Direi che mi è andata tutto sommato bene, con poche opere alienate alla base ma con 1 solo invenduto( ma si trattava di un dipinto che in quel determinato periodo non aveva grande appeal...),mentre la maggior parte hanno fatto gara.OK!
 
Bella discussione, bravi!

In qualche modo si riaggancia anche con i due 3D della "Bulimia del collezionista" e della "Sparizione degli invenduti".

Come spunto di riflessione intanto vorrei dire che finalmente si legge senza problemi nè moralismi di collezionisti che anche vendono.
Quindi non sono solo i galleristi, i mercanti e i privati a vendere, ma anche i collezionisti. Finalmente!

Perchè?
Perchè se sono realmente del collezionisti - e non dei semplici amanti dell'arte o degli appassionati - si trovano per forza nel corso del tempo a dover vendere qualcosa, per diversi motivi, come ad esempio: per gli errori di percorso, per cambio di gusto, per selezionare, per migliorare la propria collezione, e anche per cambio di orientamento della collezione stessa.

Quindi, la vendita è un aspetto centrale nel collezionismo.
Naturalmente è secondario rispetto all'acquisto, ma chi non vende mai nulla dalla propria collezione o ha la mania dell'accumulatore (ad esempio io ho un po' questo difetto e sono in generale un po' restio a vendere :)), o ha un attaccamento alle opere morboso (anche questo ce l'ho ;) ), o è un po' pigro in quest'ottica (e questa anche ce l'ho! :eek:) o non entra nell'ottica di alzare complessivamente l'asticella e in questo caso difficilmente riuscirà a passare al livello di crescita.

Naturalmente c'è anche l'ipotesi che uno sia Rockefeller o che abbia già da subito iniziato a comperare solo opere top, ma tendenzialmente direi nè l'una nè l'altra.
 
Controlla bene però Silvio Meazza. Perché un Vedova che prevedevi invenduto sicuro è confermato. Molto probabilmente con tutto il rispetto, come tutti noi forse, non conosci molto bene il mercato.

può essere, ma può anche essere che la stessa casa D'Aste lo confermi o lo faccia salire fino a raggiungere la vera riserva concodata col committente. Sono prassi che si usano - magari non alla Meeting - , lo so per esperienza personale di mie opere vendute in asta
 
Personalmente ( per fortuna) non ho problemi a vendere e ad ammettere errori di percorso: col tempo si diventa più informati, più esigenti e ,spt, PIÙ SELETTIVI
:yes:
Da una collezione di oltre 120 opere , col tempo, l’ho ridotta ad una sessantina in totale , proprio grazie a vendite/ scambi con conguagli ecc ecc ... arrivando ad un miglior qualità complessiva della collezioneOK!
 
Per un collezionista privo di un network di amici/conoscenti interessati più o meno alla stessa tipologia di opere, qual è una valida alternativa alla vendita all'asta?
 
Bella discussione, bravi!

In qualche modo si riaggancia anche con i due 3D della "Bulimia del collezionista" e della "Sparizione degli invenduti".

Come spunto di riflessione intanto vorrei dire che finalmente si legge senza problemi nè moralismi di collezionisti che anche vendono.
Quindi non sono solo i galleristi, i mercanti e i privati a vendere, ma anche i collezionisti. Finalmente!

Perchè?
Perchè se sono realmente del collezionisti - e non dei semplici amanti dell'arte o degli appassionati - si trovano per forza nel corso del tempo a dover vendere qualcosa, per diversi motivi, come ad esempio: per gli errori di percorso, per cambio di gusto, per selezionare, per migliorare la propria collezione, e anche per cambio di orientamento della collezione stessa.

Quindi, la vendita è un aspetto centrale nel collezionismo.
Naturalmente è secondario rispetto all'acquisto, ma chi non vende mai nulla dalla propria collezione o ha la mania dell'accumulatore (ad esempio io ho un po' questo difetto e sono in generale un po' restio a vendere :)), o ha un attaccamento alle opere morboso (anche questo ce l'ho ;) ), o è un po' pigro in quest'ottica (e questa anche ce l'ho! :eek:) o non entra nell'ottica di alzare complessivamente l'asticella e in questo caso difficilmente riuscirà a passare al livello di crescita.

Naturalmente c'è anche l'ipotesi che uno sia Rockefeller o che abbia già da subito iniziato a comperare solo opere top, ma tendenzialmente direi nè l'una nè l'altra.

Oltre a avere fatto parecchi errori di percorso (uno gravissimo, fidandomi di un mercante straniero rivelatosi ladro), ma anche avere cambiato gusto (ho ancora 5/6 pezzi che mi chiedo perchè ho comprato!), credo che nel mio caso la dinamica più rilevante sia stata quella di essere partito con tanti pezzi piccoli, troppo piccoli, e avere scoperto solo negli anni il valore della rilevanza dell'opera, della documentazione, dell'attesa. Ora sono abbastanza soddisfatto di me, ma ho ancora una decina di opere da vendere, che probabilmente finirò con lo svendere in asta, per non rischiare l'invenduto e tenermele sul groppo per sempre.
 
Per un collezionista privo di un network di amici/conoscenti interessati più o meno alla stessa tipologia di opere, qual è una valida alternativa alla vendita all'asta?

ciao! io in questi anni, ad esempio, ho venduto almeno 10 opere su artprice.
 
può essere, ma può anche essere che la stessa casa D'Aste lo confermi o lo faccia salire fino a raggiungere la vera riserva concodata col committente. Sono prassi che si usano - magari non alla Meeting - , lo so per esperienza personale di mie opere vendute in asta

io non sono davvero nessuno, ma onestamente continuo a pensare che 15.000 più diritti per un opera giovanile bruttina sono davvero tantissimi.
 
può essere, ma può anche essere che la stessa casa D'Aste lo confermi o lo faccia salire fino a raggiungere la vera riserva concodata col committente. Sono prassi che si usano - magari non alla Meeting - , lo so per esperienza personale di mie opere vendute in asta

Lo so Ostenda. Però alla Meeting la base è già la riserva. Meno male che qualcuno l'ha confermato. Vuol dire che c'è interesse.
 
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