Cosa fa di un grande artista un “Maestro”?

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    Settimana a doppia velocità per le principali piazze internazionali. In Europa gli indici Euro Stoxx 50 e Dax hanno aggiornato oggi i record assoluti, mentre negli Stati Uniti gli indici di Wall Street S&P 500 e Nasdaq 100 hanno ritracciato dai recenti massimi storici. Martedì scorso è stato diffuso il rapporto di febbraio sui prezzi al consumo degli Usa, che ha evidenziato una lieve accelerazione dell’inflazione. L’indice mostra una crescita del 3,2% su base annua, rispetto al 3,1% di gennaio, mentre il dato core ha rallentato meno del previsto, da 3,9% a 3,8%. Nel complesso, i dati confermano la tesi prudente della Fed sui tagli dei tassi, togliendo qualche certezza a chi spera in una prima mossa nel meeting di giugno. Per continuare a leggere visita il link

andiuorol

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Cosa fa di un artista un “Master”, un “Maestro” nel senso più severo e restrittivo del termine?
Oltre al sacchinano “bus de cul” che piú elegamentemente ribattezzerei “essere nel posto giusto, al momento giusto e col mercante giusto”, quali sono i parametri che accomunano i “Maestri” della Storia dell’Arte?

Essere i principali fautori di un cambio di paradigma a livello stilistico?
Il disegno, il colore, la linea, la luce, la composizione?
O a livello concettuale? Penso al cambio di funzione dell’arte, da rappresentativo/ descrittivo a interpretativo/ imitativo che inevitabilmente porta con se uno stravolgimento delle “regole” esistenti.
Se penso ai “grandi Maestri”, da Raffaello a Giotto, da Monet a Matisse, da Kandinski a Picasso -solo per citare i primi che mi vengono in mente- pur nelle loro immense differenze, trovo un aspetto comune.
Per tutti questi la risposta alla domanda:
“Esiste un prima e dopo questo artista nella Storia dell’Arte”?
è SI.
È questo che fa di un grande Artista un “Maestro”?
 
:clap::clap::clap:

bravo.

A mio parere che sia stilistico o concettuale diventa maestro se è riuscito a dare una nuova svolta all'arte.
Detto ciò non intendo che gli altri siano "mastro":p ma non certamente "maestro"

Oggi poi si abusa di tale termine, con la discriminante manco di poterlo usare per un'artista donna. Diremmo mai Maestra Paola Pivi o Maestra Vanessa Beecroft?:D:no:

Temo sia un retaggio dalle arti del passato e spesso appunto lo trovo completamente fuori luogo.
 
Ottima discussione!
Bravo andiuorol!
E bravo ad essere riuscito a non citare il “tuo” Meister! ;)
 
Si, bell'argomento!! Quello di " Maestro " è un termine largamente abusato da Critici & Co... ma meritato da pochi e grandissimi Artisti. Inutile, secondo me, stilare classifiche in merito.. forse un centinaio si meritano veramente di essere chiamati Maestri..
 
Anch'io lo collego storicamente al rapporto maestro-allievo anche se in diversi casi l'allievo ha poi superato il maestro, da Giotto a Raffaello. Attualizzando lo assocerei ad un caposcuola, principale riferimento di un movimento artistico o innovatore/autore di svolte che hanno determinato ricadute su altri artisti o con un seguito.
 
Normalmente diventano maestri post mortem. In vita, come raccontava il compianto e grande Verdell,i sono considerati degli emeriti str...
 
Normalmente diventano maestri post mortem. In vita, come raccontava il compianto e grande Verdell,i sono considerati degli emeriti str...

Condivido. E questa considerazione mi pare rafforzare la tesi di partenza. La rottura di un paradigma è sempre scomoda da digerire, proprio perchè stravolge lo status quo e impone una visione non condivisa. Un’uscita dalla “confort zone” o dalle convenzioni può risultare stimolante (ai pochi) ma allo stesso tempo inquietante (ai più) poichè l’ignoto è acerrimo nemico della mente umana.
Solo quando la rottura di paradigma è accettata e diventa a sua volta convenzione, “l’emerito str..” diventa -nel caso della storia dell’arte- il Maestro, colui cioè che ha indicato la strada.

Non condivido, invece, l’idea che il Maestro divenga tale perchè allievo. Chiaro, per rompere i paradigmi è necessario conoscerli e dominarli, ma poi il passo successivo -quello rivoluzionarlo- non mi pare legato al rapporto maestro-allievo.

Forse secoli fa il rapporto maestro-allievo era più evidente ed eclatante. Il giovane talentuoso doveva necessariamente andare a bottega di un artista già affermato. Penso valga per Raffello e il Perugino, per Giotto e Cimabue (anche se in questo caso il Vasari l’ha un poco romanzata) e per gli altri innumerevoli grandi artisti nati prima che l’arte fosse insegnata nelle scuole o nelle accademie.
Ma Monet o Kandinsky o Picasso non ebbero maestri di riferimento, men che meno Van Gogh. Eppure stravolsero il modo di fare arte e condizionarono l’arte successiva diventando, ex post, MAESTRI.
 
Allora, chiariamo, la domanda era: cosa fa di un grande artista un grande Maestro? dico bene? Se tu avessi detto cosa fa di un artista il fatto di diventare Grande ecco che il discorso si ampliava ma se poi la domanda include , anzi, "condicio sine qua non" il fatto di essere grande Maestro necessariamente il risultato è senza ombra di dubbio negli apprendimenti dell'allievo. Mi spiego meglio.
Essere stro*** o meno non fa alcuna differenza, quello semmai è il carattere e ci sono cattivi insegnati stro*** così come buoni, ma non è quello che fa la differenza.
Non ho avuto maestri d'arte pittorica e quindi non posso soffermarmi su questo, sono autodidatta anche se le tantissime letture (non solo di tomi di storia dell'arte) dei vari scritti di Fontana, Mondrian, Picasso, Dalì, Kandinskj, ecc, incluse lettere,mi hanno fatto capire tante cose, ma ho avuto invece moltissimi maestri, anche solo come importanti e impegnativi seminari, di batteria tra cui Elvin Jones, Colaiuta, Bozzio, Weckl, Cobham ecc e ribadisco che l'allievo è forse ciò che può determinare la grandezza di un Maestro, nessun altro. Lo dico perchè ho appurato che ci sono Grandissimi artisti ma che non sanno insegnare, non sanno infondere le loro conoscenze o lo fanno male. Altri artisti invece pur non essendo Grandi artisti, sanno insegnare bene le basi di quel tipo di arte, cercano di capire il talento dell'allievo, ascoltano le sue intuizioni e sanno guidarlo bene e farlo davvero crescere. Quelli per me sono i Grandi Maestri.
 
Allora, chiariamo, la domanda era: cosa fa di un grande artista un grande Maestro? dico bene? Se tu avessi detto cosa fa di un artista il fatto di diventare Grande ecco che il discorso si ampliava ma se poi la domanda include , anzi, "condicio sine qua non" il fatto di essere grande Maestro necessariamente il risultato è senza ombra di dubbio negli apprendimenti dell'allievo. Mi spiego meglio.
Essere stro*** o meno non fa alcuna differenza, quello semmai è il carattere e ci sono cattivi insegnati stro*** così come buoni, ma non è quello che fa la differenza.
Non ho avuto maestri d'arte pittorica e quindi non posso soffermarmi su questo, sono autodidatta anche se le tantissime letture (non solo di tomi di storia dell'arte) dei vari scritti di Fontana, Mondrian, Picasso, Dalì, Kandinskj, ecc, incluse lettere,mi hanno fatto capire tante cose, ma ho avuto invece moltissimi maestri, anche solo come importanti e impegnativi seminari, di batteria tra cui Elvin Jones, Colaiuta, Bozzio, Weckl, Cobham ecc e ribadisco che l'allievo è forse ciò che può determinare la grandezza di un Maestro, nessun altro. Lo dico perchè ho appurato che ci sono Grandissimi artisti ma che non sanno insegnare, non sanno infondere le loro conoscenze o lo fanno male. Altri artisti invece pur non essendo Grandi artisti, sanno insegnare bene le basi di quel tipo di arte, cercano di capire il talento dell'allievo, ascoltano le sue intuizioni e sanno guidarlo bene e farlo davvero crescere. Quelli per me sono i Grandi Maestri.

Perdonami @batterista, temo di essermi spiegato male. Intendevo “maestro” nel senso di “Master”/ “Top Artist” / “Colonna della Storia dell’arte”. E non nel senso di “magister”.
 
Perdonami @batterista, temo di essermi spiegato male. Intendevo “maestro” nel senso di “Master”/ “Top Artist” / “Colonna della Storia dell’arte”. E non nel senso di “magister”.

Ok, capito.
Allora direi che ci sono talmente tante varianti che è impossibile decifrarne una sola valida per tutti, a volte emerge una cosa, a volte un'altra.Intanto il talento innato, lo studio sino allo stremo, l impegno, la voglia di arrivare, gli incontri ecc ...tanta roba.
 
Per definizione è colui che insegna perciò sa o fa cose che gli altri non sanno.
Per ciò che riguarda la storia dell' arte c'è un metodo empirico: si toglie il soggetto e si vede cosa succede.
Praticamente se tolgo Kandinskij, Picasso, Duchamp, de Chirico
scompare metà dell' arte sucessiva
 
Ultima modifica:
Ti dò la risposta di un Master che era anche Ma(gi)ster, Josef Albers :) :

Un buon insegnamento è più un dare giusti interrogativi che giuste risposte

A me è difficile usare la parola Maestro al di fuori di un contesto scolastico :)

Che cosa sono i giusti interrogativi, se non i giusti stimoli ad apprendere qualcosa che non si insegna? L'Arte è conoscenza :)

Concordo con Te sul fatto che i grandi Artisti (preferisco queste parole a "Maestri" :) ) abbiano saputo mostrare "scardinando" certi sistemi, perché è proprio attraverso la ridiscussione (che è discussione anzitutto di se stessi ) che certe strade, che magari paiono precluse, d'improvviso si aprono.
I grandi artisti sono quelli che stanno davanti e fanno luce su quella strada. Gli altri seguono :)



Nella mia fantasia a volte immagino scene nella quale questi Artisti quando vengono chiamati maestri potrebbero rispondere:
Maestro a chi? a me? Ma come si permette, io sono un professore! :D:rotfl:
 

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Nella mia fantasia a volte immagino scene nella quale questi Artisti quando vengono chiamati maestri potrebbero rispondere:
Maestro a chi? a me? Ma come si permette, io sono un professore! :D:rotfl:

🤣🤣🤣 bellissima
 
Normalmente diventano maestri post mortem. In vita, come raccontava il compianto e grande Verdell,i sono considerati degli emeriti str...

Questo post aggiunge un altro tassello, il passare per un recupero o riconoscimento "ufficiale" solo che a questo punto occorre chiedersi da parte di chi, della massa come un influencer qualsiasi, di cultura/intellighenzia/critica spesso di nicchia e non sempre disinteressati, del mercato che spesso valorizza autori creati a tavolino o promossi con azioni di marketing o il giudizio deve essere unanime e universale? :mmmm:
 
Ultima modifica:
RQuest post aggiunge un altro tassello, il passare per un recupero o riconoscimento "ufficiale" solo che a questo punto occorre chiedersi da parte di chi, della massa come un influencer qualsiasi, di cultura/intellighenzia/critica spesso di nicchia e non sempre disinteressati, del mercato che spesso valorizza autori creati a tavolino o promossi con azioni di marketing o il giudizio deve essere unanime e universale? :mmmm:

posso astenermi?:ops2::ops2::ops2:

meglio di sì:censored:
 
Sarà che di Maestri nella storia dell'Arte ce ne sono stati pochi, ma ricordo molto bene che quando con i vecchi collezionisti si andava ad incontrare vecchi artisti, prima di entrare mi dicevano: ... Cris ricordati di chiamarlo Maestro, è un segno di rispetto per una persona che ha vissuto della sua arte!
 
Nella mia fantasia a volte immagino scene nella quale questi Artisti quando vengono chiamati maestri potrebbero rispondere:
Maestro a chi? a me? Ma come si permette, io sono un professore! :D:rotfl:

In effetti quando ti capita di incontrare un artista, non sai mai bene come rivolgerti a lui...

Tra le varie situazioni, anni fa mi è capitato di andare ad una cena (indimenticabile!) e di essere seduto vicino a Luciano Fabro, al quale subito dissi "Maestro è un piacere conoscerla". La risposta fu "Maestro? No... Luciano".
Ecco...
Certo, i grandi, quelli veri sono così.
 
In effetti quando ti capita di incontrare un artista, non sai mai bene come rivolgerti a lui...

Tra le varie situazioni, anni fa mi è capitato di andare ad una cena (indimenticabile!) e di essere seduto vicino a Luciano Fabro, al quale subito dissi "Maestro è un piacere conoscerla". La risposta fu "Maestro? No... Luciano".
Ecco...
Certo, i grandi, quelli veri sono così.

Concordo, per i veri Artisti la cosa più importante è l'Arte e non il proprio ego, poi quando non stanno creando e stanno a cena o facendo altro sono sempre esseri umani come tutti gli altri. :yes:OK!
 
Questo post aggiunge un altro tassello, il passare per un recupero o riconoscimento "ufficiale" solo che a questo punto occorre chiedersi da parte di chi, della massa come un influencer qualsiasi, di cultura/intellighenzia/critica spesso di nicchia e non sempre disinteressati, del mercato che spesso valorizza autori creati a tavolino o promossi con azioni di marketing o il giudizio deve essere unanime e universale? :mmmm:

Tutte le precedenti, penso sia la risposta meno sbagliata.
“Meno” perchè la storia la scrivono i vincitori e non sempre rispecchia la verità.
Per avere un posto nella storia dell’arte servono i critici/ storici/ esperti che conoscono il passato e possono identificare il contributo dato dall’artista. Il “passo in avanti”, la nuova strada che ha saputo tracciare.
Servono i mercanti/galleristi, che a mio modo di vedere svolgono la funzione dei mecenati (con la differenza che i mecenati erano ricompensati dalla fama e dal prestigio, mentre oggi la ricompensa è monetaria -e qui qualche problemino potrebbe sorgere-)
Serve la cassa di risonanza dei musei et similia -inclusi i social-, dove la massa può conoscere l’artista.
E ovviamente serve il consenso della massa stessa. Un consenso meno motivato, meno consapevole; più di “pancia”, di gusto. Potremmo definirlo il “successo”.
Questa “consacrazione” è ovviamente l’ultima a venire perchè necessita di più tempo per emergere ma è parimenti importante.
Van Gogh, ad esempio è Van Gogh non perchè è stato il miglior post impressionista in assoluto. Anzi. Durante la sua carriera artistica non ha mai riscontrato grandi apprezzamenti, nè l’interesse dei mercanti.
È stato “riscoperto” ex post, quando il fauvismo e l’espressionismo tedesco hanno fornito i “puntini mancanti” e hanno permesso il collegamento tra la sua arte e quella dele generazioni successive.
Non dubito che ci fossero anche interessi economici dietro a questa riscoperta, e di certo ha influito la sua vita di stenti -molto romanzata- e il la sua instabilità mentale.
La cassa di risonanza dei musei lo ha fatto conoscere alla massa e la massa ha apprezzato la sua pittura.
Risultato: tra le decine di artisti suoi contemporanei -egualmente dotati dal mero punto di vista artistico- Van Gogh è quello che è rimasto. Quello nei libri di storia.
I suoi girasoli - niente di che da un punto di vista tecnico e poco significativi anche come rottura stilistica- ora li conosce anche mia zia che di arte, parole sue, non capisce nulla.
Quando un’artista è conosciuto e riconosciuto anche dalle zie.... il cerchio è chiuso 🤣🤣🤣
 
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