Artprice vittima o carnefice?

mmt

Nuovo Utente
Registrato
19/6/14
Messaggi
8.537
Punti reazioni
295
.
 
Ultima modifica:
Prima di artprice, circa mezzo milione di collezionisti, ora tra i 120 ed i 140 milioni di "consumatori" (li chiama così).

Dal 2000 poi sono aumentati esponenzialmente il numero dei musei.

Secondo artprice poi la redditività annua sarebbe del 7% annuo.

Se questi dati sono veri allora a maggiore ragione le informazioni sulle aggiudicazioni devono essere corrette e non fuorvianti.
 
Tutti i database e i risultati delle aste vanno presi con le pinze e ai soli fini statistici.

Prendere a riferimento assoluto i database e i risultati delle aste non c'entra nulla con il collezionismo di opere d'arte.
Anche se a leggere le recenti pagine di interventi pare che ci sia chi è convinto del contrario. In bocca al lupo.
 
Tutti i database e i risultati delle aste vanno presi con le pinze e ai soli fini statistici.

Prendere a riferimento assoluto i database e i risultati delle aste non c'entra nulla con il collezionismo di opere d'arte.
Anche se a leggere le recenti pagine di interventi pare che ci sia chi è convinto del contrario. In bocca al lupo.

Biagio ti posso garantire che mi ritengo un appassionato che non vendo che seguo l'arte da tantissimi anni e che nonostante questo considero pure i database.

Scusami Biagio ma allora devo farti una domanda:

Perché acquisti Arman ora o da qualche anno?

E' da decenni che Arman é un artista storico.

Sono scesi forse i prezzi in galleria?

Se non erro pensi che ora sia interessante come investimento o sbaglio?

A scanso di equivoci, credo pure io che Arman, Boetti, Vasarely ed altri che hai abbiano un potenziale.

E' solo che non riesco a trovare una logica interna di pensiero.

Per Acci l'ho compresa, non la condivido, ma l'ho compresa, ma la tua non riesco.

Perdonami.

PS: io sono sempre pronto a cambiare idea, ma prima devo comprendere
 
Ultima modifica:
artprice è uno degli elementi che hanno permesso la disintegrazione del mercato dell'arte.
Il mercato prima era gestito da una piccole elite di persone.
Le aste erano terreno solo per i galleristi, i quali rivendevano successivamente in galleria.
Gli attori del mercato erano pochi, le informazioni erano scarse, nessuno si avvicinava all'arte per la mancanza di sicurezza circa le quotazioni e l'autenticità delle opere.
Le case d'asta prima hanno venduto alla sorgente artprice, tutti i risultati d'asta degli anni precedenti per poi fargli causa quando hanno capito che il fondatore aveva le chiavi del loro mondo dorato e stava aprendo la porta.
Gli hanno fatto causa per 13 anni, per poi capire che essendo aste pubbliche i dati devono essere pubblici.
Ora le gallerie e gli artisti cercano di difendersi non facendo pubblicare le foto delle opere, infatti i diritti sono e rimangono dell'artista anche in caso di vendita dell'opera.
Ultima difesa, far eliminare i lotti invenduti.

Ma la domanda che mi faccio é questa: l'informazione ricevuta é poi reale e corretta?

Per me no.

In molti sappiamo usare le pinze e tutti gli accorgimenti del caso, ma questo diventa molto difficile se non c'é il minimo modo di controllare la possibile entità di un problema (che non si sa quindi nemmeno se esista o meno, ma che, considerando gli interessi economici in gioco, potrebbe esistere).

Per me la mancata controllabilità dell'effettivo pagato rispetto all'aggiudicato é tanto problematico, quanto le mancate aggiudicazioni che spariscono (degli artisti che seguo le mancate aggiudicate almeno le conosco comunque, perché prima c'era il lotto e poi sparisce, mentre le aggiudicazioni non pagate non posso conoscerle).

Come faccio sapere di un Haring, di un Basquiat o di un qualsivoglia artista americano passato in asta se quella che vedo sia un'aggiudicazione pagata o meno?

Con le banche dati sul diritto di seguito non si va lontani.

Il dato aggiudicazione-pagato non sarebbe poi utile per chi deve incassare i diritti di seguito?

Per chi é incaricato di incassare i diritti di seguito, basterebbe controllare le vendite e se l'opera risulta essere pagata sul sito, e dovrebbe poi solo verificare se sia stato o meno versato il diritto di seguito.
 
Ultima modifica:
Tutti i database e i risultati delle aste vanno presi con le pinze e ai soli fini statistici.

Bene, ne prendo atto, tant'è che certi record su Lucio Fontana non li pubblico perché NON ci credo:p

Forse forse dovresti fare la medesima anche tu sui 3D di Boetti o di Christo in cui citi spesso le aggiudicazioni d'asta:cool:

Lascia fare 'sti giochetti insulsi a chi dirige le solite riviste su carta patinata ;)
 
Biagio ti posso garantire che mi ritengo un appassionato che non vendo che seguo l'arte da tantissimi anni e che nonostante questo considero pure i database.

Scusami Biagio ma allora devo farti una domanda:

Perché acquisti Arman ora o da qualche anno?

E' da decenni che Arman é un artista storico.

Sono scesi forse i prezzi in galleria?

Se non erro pensi che ora sia interessante come investimento o sbaglio?

A scanso di equivoci, credo pure io che Arman, Boetti, Vasarely ed altri che hai abbiano un potenziale.

E' solo che non riesco a trovare una logica interna di pensiero.

Per Acci l'ho compresa, non la condivido, ma l'ho compresa, ma la tua non riesco.

Perdonami.

PS: io sono sempre pronto a cambiare idea, ma prima devo comprendere

Ciao Gabri!
L’errore a mio vedere è voler basare i propri acquisti sui risultati d’asta e anche sugli ipotetici invenduti spariti. Io non ho mai collezionato così.
Le singole aggiudicazioni o invenduti per me hanno valore ZERO. Posso essere contento per una bella aggiudicazione, ma in termini di “rivalutazione” lascia il tempo che trova. Ripeto, per me i risultati hanno unicamente un valore statistico, perché in quel modo si “appiattiscono” le distorsioni.
Ad esempio anche i “non pagati” a cui ti riferisci, che sono statisticamente irrilevanti inseriti in quest’ottica. Ma che comunque non troverai indicati da nessuna parte.
Per questo non puoi prendere le singole aggiudicazioni ma il numero massimo che riesci a incrociare.

Per quanto riguarda il “potenziale” degli artisti, quello non lo valuto minimamente in base alle aste, ma in base alle “carriere” dei vari artisti tra quelli a cui sono appassionato.

Arman ad esempio non l’ho comperato certamente nè in base alle aggiudicazioni nè in base agli invenduti nè in base ai database. Semplicemente l’ho comperato “adesso” perché ho trovato delle opere che mi sono piaciute ed erano alla mia portata.
Anni fa sarebbero costate il doppio o più e non avrei potuto considerarle.
Naturalmente ho approfondito lo studio sull’artista e sul mercato.
Ma non mi interessano neanche minimamente le singole aggiudicazioni, nè gli invenduti o gli invenduti “scomparsi” o gli eventuali “non pagati”. Men che meno le statistiche elaborate dai database che per me valgono meno di zero.
Le statistiche me le faccio da solo e dentro ci metto una marea di dati e informazioni.
E naturalmente tutto questo non è nemmeno una garanzia che poi ci sia una rivalutazione futura.
Potrebbe anche esserci e io penso ci possa essere, ma quello che per me è importante è concretamente essere riuscito a mettere in collezione le opere che mi piacciono e che mi sono potuto permettere.
Io colleziono così e mi trovo bene.
Ognuno avrà il suo metodo.
Di certo se però uno si dovesse basare sulle singole aggiudicazioni, comprerebbe su un presupposto falsato: ogni aggiudicazione e ogni invenduto sono singole situazioni irripetibili e possono essere - in alto o in basso o in astratto - dei riferimenti falsati e quindi fuorvianti.

Ricapitolando: nessuna singola aggiudicazione fa testo. Quindi se sia vera o falsa, pagata o non pagata, invenduta o sparita non cambia nulla (e la certezza di quelle info non l’avrai mai!): ne devi prendere 50 o 100 omogenee, fare una statistica e delle medie e vedere l’andamento negli anni con questi criteri, incrociandoli con le medie di richiesta delle gallerie a parità di opere. Il tutto poi lo devi in qualche modo sovrapporre a dei “criteri” basati sulle tue sensazioni e conoscenza del mercato di un determinato artista.

Poi appunto il tutto va riportato in una base di passione e di sensibilità e di modalità di approccio del tutto personali.

Ma appunto, la minestra la fai con gli ingredienti che ci sono, pulendoli e abbinandoli come è possibile concretamente.
Se ti va, approfondisci con SIAE o come puoi, ma ripeto, non farà la minima differenza, o per lo meno io non ho mai fatto queste verifiche nè ragionato così, e ho fatto comunque degli ottimi acquisti.
Ma se ritieni per te sia importante, naturalmente fallo!

Spero che i miei spunti siano di qualche utilità.
Ciao !
 
Ciao Gabri!
L’errore a mio vedere è voler basare i propri acquisti sui risultati d’asta e anche sugli ipotetici invenduti spariti. Io non ho mai collezionato così.
Le singole aggiudicazioni o invenduti per me hanno valore ZERO. Posso essere contento per una bella aggiudicazione, ma in termini di “rivalutazione” lascia il tempo che trova. Ripeto, per me i risultati hanno unicamente un valore statistico, perché in quel modo si “appiattiscono” le distorsioni.
Ad esempio anche i “non pagati” a cui ti riferisci, che sono statisticamente irrilevanti inseriti in quest’ottica. Ma che comunque non troverai indicati da nessuna parte.
Per questo non puoi prendere le singole aggiudicazioni ma il numero massimo che riesci a incrociare.

Per quanto riguarda il “potenziale” degli artisti, quello non lo valuto minimamente in base alle aste, ma in base alle “carriere” dei vari artisti tra quelli a cui sono appassionato.

Arman ad esempio non l’ho comperato certamente nè in base alle aggiudicazioni nè in base agli invenduti nè in base ai database. Semplicemente l’ho comperato “adesso” perché ho trovato delle opere che mi sono piaciute ed erano alla mia portata.
Anni fa sarebbero costate il doppio o più e non avrei potuto considerarle.
Naturalmente ho approfondito lo studio sull’artista e sul mercato.
Ma non mi interessano neanche minimamente le singole aggiudicazioni, nè gli invenduti o gli invenduti “scomparsi” o gli eventuali “non pagati”. Men che meno le statistiche elaborate dai database che per me valgono meno di zero.
Le statistiche me le faccio da solo e dentro ci metto una marea di dati e informazioni.
E naturalmente tutto questo non è nemmeno una garanzia che poi ci sia una rivalutazione futura.
Potrebbe anche esserci e io penso ci possa essere, ma quello che per me è importante è concretamente essere riuscito a mettere in collezione le opere che mi piacciono e che mi sono potuto permettere.
Io colleziono così e mi trovo bene.
Ognuno avrà il suo metodo.
Di certo se però uno si dovesse basare sulle singole aggiudicazioni, comprerebbe su un presupposto falsato: ogni aggiudicazione e ogni invenduto sono singole situazioni irripetibili e possono essere - in alto o in basso o in astratto - dei riferimenti falsati e quindi fuorvianti.

Ricapitolando: nessuna singola aggiudicazione fa testo. Quindi se sia vera o falsa, pagata o non pagata, invenduta o sparita non cambia nulla (e la certezza di quelle info non l’avrai mai!): ne devi prendere 50 o 100 omogenee, fare una statistica e delle medie e vedere l’andamento negli anni con questi criteri, incrociandoli con le medie di richiesta delle gallerie a parità di opere. Il tutto poi lo devi in qualche modo sovrapporre a dei “criteri” basati sulle tue sensazioni e conoscenza del mercato di un determinato artista.

Poi appunto il tutto va riportato in una base di passione e di sensibilità e di modalità di approccio del tutto personali.

Ma appunto, la minestra la fai con gli ingredienti che ci sono, pulendoli e abbinandoli come è possibile concretamente.
Se ti va, approfondisci con SIAE o come puoi, ma ripeto, non farà la minima differenza, o per lo meno io non ho mai fatto queste verifiche nè ragionato così, e ho fatto comunque degli ottimi acquisti.
Ma se ritieni per te sia importante, naturalmente fallo!

Spero che i miei spunti siano di qualche utilità.
Ciao !

Biagio ti ringrazio per la cortese risposta.

Comprendo il tuo approccio nell'acquisto, ma come cliente, la penso come Antipole, ossia che il minimo che pretendo é la trasparenza delle informazioni fornite al momento della partecipazione di un'asta.

Ha ragione Antipole che sono io che acquisto, quello a pagare la maggiore fetta di prezzo per il servizio dell'asta.

Dovrei quindi essere tutelato, con la messa a disposizione d'informazione corretta (e quindi completa), al momento dell'acquisto, a prescindere dalle mie competenze.
 
Ultima modifica:
Bene, ne prendo atto, tant'è che certi record su Lucio Fontana non li pubblico perché NON ci credo:p

Forse forse dovresti fare la medesima anche tu sui 3D di Boetti o di Christo in cui citi spesso le aggiudicazioni d'asta:cool:

Lascia fare 'sti giochetti insulsi a chi dirige le solite riviste su carta patinata ;)

Scusa Ale, ognuno fa le proprie personali considerazioni in privato ma sarebbe assurdo condividere cose in base alle proprie sensazioni senza alcune prove.
Il fatto che uno “non ci creda” non è la minima certezza su nulla. Potrebbero anche essere aggiudicazioni vere, anche se tu non ci credi...

Io mi limiterei quindi ai dati ufficiali.
Se individualmente uno ci crede o meno saranno eventuali valutazioni personali, tendenzialmente legate al mondo delle individuali sensazioni o fantasie.

In ogni caso, se una aggiudicazione non convince te ma convince me, o viceversa, questo lascia il tempo che trova in assenza di certezze comprovate...
Ma se tu ne hai, sei il benvenuto a condividerle!

Ps. Guarda che io le “riviste patinate” e dintorni le prendo sempre con le pinze, e lo ho anche scritto recentemente, aggiungendo anche che i “virgolettati” stessi possono essere non corrispondenti, ma anche contenere informazioni non corrette.
Ad ogni modo io non colleziono di sicuro in base ad articoli, articoletti o comunicati stampa.
 
Biagio ti ringrazio per la cortese risposta.

Comprendo il tuo approccio nell'acquisto, ma come cliente, la penso come Antipole, ossia che il minimo che pretendo é la trasparenza delle informazioni fornite al momento della partecipazione di un'asta.

Ha ragione Antipole sono io che acquisto a pagare la maggiore fetta e sono io che deve essere tutelato, fornendomi della informazione corretta, a prescindere delle mie competenze o meno.

È una liberissima scelta, ma l’unica cosa che puoi fare allora è non comprare in asta... perché quello che tu immagini di poter pretendere non è quello che è incluso nel servizio di vendita o di acquisto.

Io sono abituato a ragionare sul concreto: se la zuppa comprende fagioli e cipolle, non è che pretendo anche le patate. La zuppa è quella, se piace si paga e si mangia, sennò si fa a meno. O magari si cerca un’altra zuppa altrove, ma non aspettarti grandi varianti sul menu.

Onestamente non vedo alternative.
Quindi il punto nel concreto è “prendere o lasciare” o andare lì sotto a fare lo sciopero della fame dicendo “non pago i diritti perché non pubblicate gli invenduti, non siete trasparenti in linea coi miei principi ecc ecc”.
Boh ... non capisco il senso sai Gabri.
 
artprice ed I risultati d’asta

Mi permetto di intervenire in questo 3D che reputo estremamente interessante ed importante.
Premetto:
da qualche anno sono abbonato ad Artprice;
il motivo è semplice: mi aiuta ad avere un’idea del trend del valore di un artista.
Ovviamente non mi baso solo su questo, ma di certo ha un suo ROBUSTO
”perché “...:D
Lo abbiamo detto tutto qui: in generale la formazione e la preparazione di un collezionista si basa su TANTI fattori, tutti con il loro peso più o meno rilevante.
Documentarsi su monografie inerenti determinati artisti o gruppi di essi, nonché su libri generalisti sull’arte serve, ovviamente ( eccome!) :yes:;
navigare in rete su serve ugualmente,perché ti permette di cercare riscontri in tempo reale su artisti e loro opere;
si impara visitando musei e gallerie x allenare l’occhio alla pittura o scultura;
si impara frequentando gallerie e galleristi SERI dai quali puoi attingere informazioni ed aneddoti assolutamente interessanti;
puoi imparare frequentando e scambiando informazioni ed idee con collezionisti più o meno grandi.
Arrivo a dire che anche seguire le stesse televendite serve ( a mio modo di vedere) : basta fare il contrario di ciò che propongono e profetizzano e raramente sbagli!🤪
Leggere gli interventi sul FOL dell’arte serve ed aiuta: quante cose si apprendono sfruttando la passione di alcuni suoi frequentatori,più o meno specializzati ed esperti di uno o più artisti in particolare!
Come non pensare a Biagio x avere “dritte” puntualissime su Boetti :bow:, a Luca per averle su Griffa:bow:, a Mario su Schifano :bow: oppure a Mambor1 x Mambor... :bow:?(tanto per citare i primi che mi vengono in mente...)
Ebbene,tutto ciò premesso,mi sembra anche giusto e lecito poter avere la possibilità di affermare che ,se esiste una banca dati UFFICIALE ( con bollinatura della guardia di finanza ,“capisci a me”:cool:) essa debba essere più cristallina possibile e frutto di una raccolta di dati messi a disposizione in maniera altrettanto cristallina!:yes::yes::yes:
In caso contrario,starei pagando un servizio non conforme alla bontà del denaro che spendo per abbonarmi.
Fin qui mi pare che il discorso sia corretto,no?
È come quando compro la rivista quattroruote per informarmi su listino prezzi delle varie auto: spero che la genuinità dei dati raccolti ed in essa riportati sia pari a quella dei soldi che spendo per acquistare tale rivista.
Mi sembra logico, no?
Se invece un artista incomincia a non dare il permesso ( sic! ) di pubblicare le immagini delle sue opere - sbraitando,al contempo, per avere (udite udite !) il suo ”sacrosanto” DIRITTO DI SEGUITO),
se le case d’asta omettono di inserire gli invendutinei resoconti o , peggio ancora, continuano a non fornire un elenco ufficiale delle reali vendite andate a buon fine, ( quindi a TRANSAZIONE DEFINITA) scorporando le aggiudicazioni non andate invece a dama;
se non forniscono le TASSE corrispettive versate, allora qui potrebbero sorgere sì dei problemini, ALMENO DAL PUNTO DI VISTA ETICO
Questo sempre a mio modestissimo parere. :)
Ovviamente sono libero di non acquistare opere di quel dato artista che vieta la pubblicazione delle sue opere ,di non acquistare o vendere presso quella casa d’aste che reputo poco “ limpida” e, dulcis in fundo, all’apice della piramide sono pure libero di non pagare un abbonamento ad Artprice se penso che utilizzi i dati non completi presi dalle battute d’asta ( appositamente non parlo di VENDITE ANDATE A BUON FINE... ): verissimo !👍
( sarebbe la scoperta dell’acqua calda, permettimi questa piccola critica Biagio...) ma è altrettanto vero che posso sollevare il problema e cercare di discuterne in modo pacato senza che questo susciti le ire o le risposte scomposte e ,francamente,fuori luogo di qualcuno che , così facendo, non rende peraltro giustizia neppure al suo ...nick!
(non parlo di Biagio,ovviamente).
:no::no:
Permettetemi un’ultima semplicissima considerazione: che i risultati delle aste siano SEMPRE presi in considerazione e tenuti in buon conto, lo testimoniano i continui richiami ad essi da parte di tutti : dai televenditori, dai galleristi , dagli stessi artisti e , per ultimo (ma non ultimi di certo!) dai COLLEZIONISTI!
Morale: perché stupirsi,allora,di questo legittimo interesse su questi argomenti?:mmmm::mmmm:
 
Galak, certamente argomenti molto interessanti, anche perchè offrono uno spaccato sulle differenti visioni.
Purtroppo evidentemente in tutto questo confronto - inaspritosi in modo del tutto insensato - c'è chi cerca di condividere una fotografia della realtà (e viene poi attaccato come se avesse chissà quali reconditi astrusi interessi... mah!), e chi ha per qualche motivo un'immaginazione o delle aspettative (etiche, morali, di trasparenza ecc ecc) che sono differenti dalla realtà e chi ulteriormente pretenderebbe che le proprie aspettative venissero adottate dalle aziende di settore.

Ho aperto un nuovo 3D in merito ma sostanzialmente a mio modo di vedere (poi ognuno farà giustamente e lecitamente a modo suo), il mercato dell'arte è quello che concretamente esiste e non quello che ipoteticamente si vorrebbe. Se poi qualcuno vuole fare la rivoluzione, ben venga, vediamo. Ma nel frattempo c'è quello che c'è.

Per me quindi molto serenamante, pacatamente, tranquillamente e rilassatamente, l'unica opzione è confrontarsi con la realtà e valutare se parteciparvi o meno.

Realtà e fantasia nel mercato dell'arte
 
Le aste sono pubbliche ergo i risultati debbono esser pubblici altrimenti si tratta di private sales e li vale tutto. Ogni tantativo di non far figurare gli invenduti o di aggiudicazioni farlocche denota la scarsa serietà della casa d'asta. Questo è palese inutile continuare ad insistere.

I risultati d'asta significano poco e niente se non si conosce nel dettaglio le opere che passano. Inutile sentenziare se non si capisce che l'asta è un momento temporale limitato e il risultato è l'incrocio di tantissimi fattori per cui il prezzo di aggiudicazione o l'invenduto non sono valori assoluti ma riferiti a quel momento e a quelle condizioni. Un invenduto a febbraio puo' fare un ottimo risultato quattro mesi dopo e non è la prima volta che succederebbe.

Pensare che il mercato dell'arte sia parametrabile sulle aggiudicazioni in asta significa aver capito poco e nulla oppure probabilmente chi professa questa dottrina probabilmente è un compratore di opere standardizzate fatte per il mercato, quindi di livello molto basso che vengono vendute a parametri o a metro. Per chi cerca un quadro ci sono molteplici canali parimenti validi ovvero dealers, gallerie, fiere e via dicendo. Valutare l'acquisto guardando i risultati d'asta non porta assolutamente a nulla se prima non si capisce cosa si sta comprando.
 
Questa moda di proibire la pubblicazione delle immagini è una cass.ata galattica.
La consultazione dei risultati delle aste può dare una buona idea dell'andamento e del gradimento di un artista
Senza immagini non posso valutare se il prezzo, basso o alto che sia, è stato causato dalla presenza di un'opera scarsa oppure di un capolavoro

Senza immagini ArtPrice o chiunque altro non ha molto senso di esistere. Bisogna organizzarsi come faccio io che mi scarico i cataloghi prima dell'asta e poi mi recupero la tabella dei lotti venduti/invenduti e me la tengo via.
Certo un database centralizzato era molto bello e io ero abbonato ad ArtPrice, ma ormai quando cerchi i risultati delle ultime aste le foto non ci sono. Che me faccio di un dato "grezzo" sul quale non posso fare nessun ragionamento ?
 
Questa moda di proibire la pubblicazione delle immagini è una cass.ata galattica.
La consultazione dei risultati delle aste può dare una buona idea dell'andamento e del gradimento di un artista
Senza immagini non posso valutare se il prezzo, basso o alto che sia, è stato causato dalla presenza di un'opera scarsa oppure di un capolavoro

Senza immagini ArtPrice o chiunque altro non ha molto senso di esistere. Bisogna organizzarsi come faccio io che mi scarico i cataloghi prima dell'asta e poi mi recupero la tabella dei lotti venduti/invenduti e me la tengo via.
Certo un database centralizzato era molto bello e io ero abbonato ad ArtPrice, ma ormai quando cerchi i risultati delle ultime aste le foto non ci sono. Che me faccio di un dato "grezzo" sul quale non posso fare nessun ragionamento ?

In sostanza fai quello che si faceva una volta. E chi deteneva quelle info era "servito e reverito", ma soprattutto temuto da tutti i galleristi.
 
Per me la mancata controllabilità dell'effettivo pagato rispetto all'aggiudicato é tanto problematico, quanto le mancate aggiudicazioni che spariscono (degli artisti che seguo le mancate aggiudicate almeno le conosco comunque, perché prima c'era il lotto e poi sparisce, mentre le aggiudicazioni non pagate non posso conoscerle).

Scusate la mia ignoranza cosa si intende per "effettivo pagato rispetto all'aggiudicato"? Quello che si vede in asta è un prezzo diverso rispetto a quello realmente concordato?
 
Ciao Leo,

Gabri si riferisce alle vendite fasulle in casa d'asta.
Come si fa a rilevarli?
Controllando il registro della SIAE, per i diritti d'autore, che viene pubblicato successivamente, di qualche mese.
 
Questa moda di proibire la pubblicazione delle immagini è una cass.ata galattica.
La consultazione dei risultati delle aste può dare una buona idea dell'andamento e del gradimento di un artista
Senza immagini non posso valutare se il prezzo, basso o alto che sia, è stato causato dalla presenza di un'opera scarsa oppure di un capolavoro

Senza immagini ArtPrice o chiunque altro non ha molto senso di esistere. Bisogna organizzarsi come faccio io che mi scarico i cataloghi prima dell'asta e poi mi recupero la tabella dei lotti venduti/invenduti e me la tengo via.
Certo un database centralizzato era molto bello e io ero abbonato ad ArtPrice, ma ormai quando cerchi i risultati delle ultime aste le foto non ci sono. Che me faccio di un dato "grezzo" sul quale non posso fare nessun ragionamento ?

Anche io faccio qualcosa di simile: se il catalogo è scaricabile lo scarico e poi aggiorno i risultati, altrimenti più solitamente faccio lo screenshot alle opere che mi interessano e poi aggiorno i risultati, inclusi gli invenduti, quindi non ho nemmeno il problema di quelli che "spariscono", perchè se mi interessavano, a me rimangono!

Tra l'altro sto utilizzando artprice sempre meno, potrebbe essere che dopo mille anni al prossimo rinnovo lo stacco del tutto...
 
Avete mai notato che un metro è sempre lungo un metro?
C'è un motivo:
uno strumento o è affidabile o non è uno strumento
 
Indietro