La Metà Fisica del forum

markov

Nuovo Utente
Registrato
22/2/12
Messaggi
367
Punti reazioni
83
Apro questo 3d sullo spunto degli ultimi interventi sul 3d di Samori.

Perché per far morire un nickname su questa sezione del forum si rappresenta la morte fisica dell'autore?

Quando si può semplicemente smettere di scrivere, salutare tutti con un post, cambiare nickname, etc.

Che sia la passione per l'arte che porta a siffatte uscite di scena??
 
Non penso proprio che si tratti di di passione per l'arte.. ma piuttosto la smania di protagonismo, la sensazione di essere una specie di burattinaio...e la voglia di seminare dubbi e sospetti. D'altronde siamo un Paese abituato ai complotti, più o meno meschini, da migliaia di anni...
 
Carino il titolo del 3d :)

Uh mama, la passione per l’Arte come movente di queste cose direi di no, o almeno.... spererei di no :D

Io credo molto più semplicemente che, oltrepassata la soglia dei…. 15 anni? :D , a largheggiare proprio, certe robe siano dovute a de.ficienze varie, nell’accezione più lata di “mancanze”.

Comunque su fora e similari son cose abbastanza comuni. In un posto che conosco e a cui sono affezionata capitò una cosa così, e chi diede il triste presunto annuncio fu proprio una “moderatrice” (pigliatelo con le pinze, non vado in dettaglio per la mia. di privacy :D, ma cambia nulla rispetto all’esperienza che porto ;) ).

La quale era stata autorizzata a comunicare la fonte dell’annuncio (persona vicina al “morto” :D che ne utilizzò lo stesso account). Venne fuori che era stata una bufala, e la prima a sentirsi trollata fu proprio lei che aveva dato l’annuncio. Però a cominciare da amici che andarono a verificare certi fatti per finire con l’amministratore del posto che chiamò il presunto morto (il quale nel frattempo disse di essere stato vittima sì :rotfl:, ma di uno scherzo…. ve la faccio breve, comunque il tipo in questione è sparito presto :D ) la situazione si risolse nella massima trasparenza possibile.

Vedo che non sempre è così, l’importante (per me che ne parlo) è non essere perculata a oltranza ;)

Dopo di che ognuno si fa la propria idea, e le proprie valutazioni. Nel mio caso valuto che parlare un po' anche di Arte per me è bello, e questo posto ha spesso offerto spunti interessantissimi dal mio punto di vista.

Sul resto ovviamente - non essendo possibile avere certezze - ho le mie opinioni, e su quelle "mi taro" ;)


fora ...
 
Confesso che non avendo capito il titolo del forum sono andata a leggere gli ultimi post del 3D Samorì che non frequento non provando il min interesse per l'artista e mi sono sentita leggermente chiamata in causa, senza polemica, in quanto "babbea emotivamente coinvolta". Alcune considerazioni.

1. Su Gino condivido in parte il giudizio di @Acci, anch'io rimpiango la leggerezza acuta e provocatoria dei primi tempi, ci siamo confrontati più volte sul punto e non sempre condivido posizioni tanto radicali, ma a scanso equivoci un certo rigore di posizioni nei confronti dei troll lo mostra anche nell'altro forum e ne abbiamo discusso anche lì.

2. Alcune prese di posizioni sono anche il risultato evidente di antipatie personali, che portano ad un certo "doppiopesismo". Si è parlato di "denigrazione" in questo caso, ben inteso penso si possano esprimere critiche con meno durezza, tollerando in passato giudizi analoghi di qualche "senatore" senza tanto clamore.

3. Venendo alla vicenda NOM è chiaro che il livello di coinvolgimento è stato diverso in funzione di conversazioni private e dettagli personali che non rivelo per ovvi motivi di privacy. Sono ritenuta razionale e controllata, ma forse anche oggi troverei talmente cinico e patetico far leva sui sentimenti per gioco, scherno o per uscire da un cul de sac da non ritenerlo possibile. Il risultato è vivermi il FOL con più distacco, forse sarebbe avvenuto anche naturalmente, per ora almeno mi gira così. Alla "non risposta" di @Biagio mi sono rassegnata da tempo, del tipo non l'accetto ma mi adeguo e cerco di guardare oltre.
 
Ultima modifica:
Non penso proprio che si tratti di di passione per l'arte.. ma piuttosto la smania di protagonismo, la sensazione di essere una specie di burattinaio...e la voglia di seminare dubbi e sospetti. D'altronde siamo un Paese abituato ai complotti, più o meno meschini, da migliaia di anni...

:bow:
 
L’esperienza riportata da techne è chiarificatrice. In una comunità virtuale irrompe la tragedia “reale”. La comunità, richiamata al mondo reale, fa i conti con le palesi incongruenze e la narrazione viene svelata.

Loryred, in modo molto bello, ha messo a nudo la sua esperienza. Si capisce che ha fatto i conti con le incongruenze: le ignora perché convinta dell’impossibilità di certi comportamenti. L’esperienza di techne, invece, dimostra che attori capaci di simili comportamenti esistono.

In questo contesto non penso che gli spettatori che ignorano le incongruenze con la realtà siano babbei. Ritengo che preferiscono rimanere nel virtuale dove la tragedia è e rimane narrazione.
 
Nel 1969 per promuovere una sua mostra alla galleria l'attico, De Dominicis realizza un manifesto simile ad un annuncio funebre. :o
La locandina riporta il nome dell'artista e il luogo della mostra "Gino De Dominicis l'attico Roma 1969" recita il testo. ..nessuna data di nascita e di morte.

Nel comunicare a parole, l'inizio di un esposizione De Dominicis allude, nella forma, all'estremo addio e alla sua morte come uomo e artista.

Ma in questo caso non c'entra una strabeata mazza
:wall::wall:

Però mi è venuta in mente:D
 

Allegati

  • a21.jpg
    a21.jpg
    57,7 KB · Visite: 175
Per restare in tema nel 1970 john baldessari con la performance "cremation project "da alle fiamme tutti i quadri in suo possesso al momento della cremazione .L'impasto viene utilizzato x creare gallette,cotte e riposte in un barattolo ,come in una sorta di urna cineraria ...e realizza una targa che riporta il proprio nome e le date del debutto da pittore e dall 'abbandono dall'arte tradizionale 20201128_231112.jpg:wall:
 
Luciano Fabro, Lo spirato.
“Io rappresento l’ingombro dell’oggetto nella vanità dell’ideologia. Dal pieno al vuoto senza soluzione di continuità. “


= Sappiamo che l’autore iniziò a lavorarvi nel 1968. Una serie di fotografie lo ritraggono steso a terra, il corpo adagiato su un giaciglio, semicoperto da un lenzuolo e con la testa poggiata sul cuscino. Da quella posa venne tratto il calco in gesso e dal gesso il pregiato e costoso marmo.
Per finanziarlo, Fabro emise cento cedole e ne vendette cinquanta facendo de Lo spirato una proprietà collettiva della quale era il maggiore azionista. L’opera, sottratta in questo modo alla speculazione del mercato, è anche espressione di un’altra significativa sottrazione: dalla realtà alla sua trasposizione in arte, il corpo si è volatizzato, ne rimane solo la forma trattenuta dal panneggio del lenzuolo e dall’impronta lasciata sul cuscino.
 

Allegati

  • a22.jpg
    a22.jpg
    136,4 KB · Visite: 137
  • a23.jpg
    a23.jpg
    47,7 KB · Visite: 138
Timm Ulrichs presentò la sua tomba all'Associazione artistica di Braunschweig nel settembre 1975.;)
 

Allegati

  • a21.jpg
    a21.jpg
    113,1 KB · Visite: 7
Certo che esistono.
Diciamo che (sbagliando) forse in certi contesti lo si immagina un po' meno possibile rispetto ad altri contesti (quello di cui parlavo, che per me è una seconda Casa, è un posto dove – almeno all’apparenza – fa ben più buio rispetto a qui). Ma è invece appunto uno sbaglio crederlo.

@techne: cos'è un forum più buio? :confused:
 
Questo dittico – composto da due pannelli di ottone incisi con il testo 16 dicembre 2040 e 11 luglio 2023 –, oltre ad essere una delle prime opere datate nella produzione di Alighiero Boetti, rappresenta una realizzazione commovente di uno dei suoi concetti fondamentali sintetizzabile in dare tempo al tempo. L'interesse e la nozione di tempo di Boetti si svilupparono in opposizione a quello che governava la società in cui abitava: le città industriali del nord Italia, orologi dominati dalla quotidianità, dove a regnare erano i dogmi dell'efficienza e della produttività. Influenzato dalle teorie di George Bataille relative agli sprechi e alle spese inutili, tanto da sostenere che si potessero trovare soluzioni per il consumo dell'eccesso di ricchezza ed energia prodotta dalle forme di vita, Boetti adottò un approccio resistente alla dimensione temporale, che lo vedeva sacrificare o perdere tempo al fine di porre in atto un gesto di generosità per sviluppare una relazione con il mondo differente. "Nel mio lavoro", spiega, "il tempo mi porterà più esperienza, più conoscenza, e una visione cosmica generale"

(A. Boetti, citato in S. Givone, ‘Dialogue with the artist’ in A. Bonito Oliva (a cura di), Alighero & Boetti: Bringing the World into Art, 1993-1962, Napoli 2009, p. 41).
 

Allegati

  • a2.jpg
    a2.jpg
    21,2 KB · Visite: 116
Credo non possa mancare Salvo con le sue lapidi incise, preferisco richiamare il «Salvo è vivo» provocatorio e auto celebrativo, sul significato dell’opera d’arte, sul rapporto col passato, sull'arte che sopravvive o l'artista che continua a vivere attraverso l'arte ma soprattutto con la trasformazione di un oggetto che richiama la morte in uno che celebra la vita.

P.S. Solo una nota @techne hai scritto "con me non ha attaccato", ma in realtà lo scambio iniziò in modo parecchio "ruvido", anche perchè un pò come il redivivo leclaire che saluto sono parecchio diretta e in lui riscontravo un eccessivo formalismo questo fastidioso dare continue "pagelle" agli utenti. Poi ci siamo chiariti e tarati meglio, ho imputato le incomprensioni anche alla differenza d'età e il rapporto è andato in discesa.
 
buonadomenica Lory:flower:


Salvo è vivo – Salvo è morto, 1970, lapide in marmo, 60 x 70 cm
 

Allegati

  • a2.jpg
    a2.jpg
    37,5 KB · Visite: 5
Mi hai fatto ridere, perché sì, in effetti, scritto come l’ho scritto è poco chiaro, non per la tua domanda in sé, che ci sta tutta :)

Provo a rispondere “per altre vie”, perdona se non parlo nello specifico “del luogo”, ma sarebbe ininfluente ai fini del discorso :)

Intendevo comunque dire che essendo quello un luogo più “aperto”, per vastità di argomenti, rispetto a questo forum, è molto più facile attendersi anche l’ingresso di buontemponi (anche per una questione numerica). Mentre qui tra presentazioni, richieste di conoscenza, ambiente relativamente piccolo, argomento stesso (aggiungerei ma evito), si sarebbe meno predisposti (almeno così è per me) a ritenere probabile che qualcuno organizzi trollate da quindicenni (ribadisco: a largheggiare proprio).
Magari questa è una roba solo mia, eh. Sta di fatto che avevo proprio in testa “il confronto”.

Nello specifico volevo comunque evidenziare come spesso non sia il luogo a fare la differenza. Si è sostanzialmente giunti a fare chiarezza semplicemente perché si è collaborato in buona fede per farla. In altre parole, c’era l’interesse da parte di chi poteva farla. E alcuni hanno fatto parecchio baccano. Del tipo: c’è un problema, vediamo di risolverlo. Ed è un posto “più buio” perché enormemente più aperto a nuovi e disparati avventori, diversi dei quali non hanno il benchè minimo interesse (anche per tempi “medi” di permanenza, direi) ad una conoscenza che oltrepassi il virtuale. Poi come un pò in tutti i posti, il cd. "zoccolo duro" si conosce anche di persona, chi più chi meno. Spero sia più chiaro almeno il concetto, il resto attiene agli argomenti, ma non entro nello specifico :)

Ho capito.

E ho capito anche che per capire quello che dici è necessario frequentarti :yes: :flower:
 
Alessandro è riuscito a dare nobiltà a questo 3d che nasce dalle umane miserie.

Per rientrare in tema posto questo frammento di "Napoli milionaria".


 
Ultima modifica:
non è certo il 3D più allegro di sempre ma in fondo è arte;)

Damien Hirst, con la sua poetica, cerca di dare una risposta, e lo spiega molto bene nel titolo della sua opera più celebre: “Phisical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living”, l’Impossibilità Fisica della Morte nella Mente di un Vivo.
Non possiamo immaginarci la morte, non ne siamo capaci, perché finora abbiamo conosciuto solo la vita.
L’opera consiste in uno squalo tigre di quattro metri (Hirst spese seimila dollari per acquistarlo da un pescatore di pescecani australiano) immerso in più di ottocento litri di formaldeide.
 

Allegati

  • a1.jpg
    a1.jpg
    81,8 KB · Visite: 6
Grassetto: vero :rotfl:
Però appunto come dici anche Tu, l'Arte arriva a spiegare, o prova a spiegare, tra le altre cose, anche quella che è l'immortalità (il cosa "resta" è una delle domande esistenziali dell'uomo), quindi passa anche attraverso i concetti di Vita e di Morte :)

Io.. avevo un conoscente, non artista eh, che fu colpito da infarto dentro lo studio del suo medico.. praticamente è stato morto per qualche minuto.. strappato alla morte per i capelli.. mi raccontò che, in realtà, fu una BELLA esperienza.. un tunnel di luce intensissima, migliaia di flashback velocissimi, e infine vide i suoi genitori che lo chiamavano... poi torno' alla vita. Speremm che sia effettivamente così..
 
torno su Damien, che disse :

Samuel Beckett una volta ha detto una cosa bellissima a questo proposito: “la morte non impone di prenderci il giorno libero”.
 

Allegati

  • 524919354_b25993c5d6_z.jpg
    524919354_b25993c5d6_z.jpg
    84,8 KB · Visite: 90
Indietro