Alexandre Lunois (Parigi 1863- Pecq 1916)

Cris70

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Con un mix di "piacere" e "dispiacere" apro questo nuovo 3d su un artista del quale qui non si è mai parlato.

Alexandre Lunois, nato il 2 febbraio 1863 a Parigi, grande maestro che nella sua epoca era considerato uno dei massimi artisti viventi e che oggi è praticamente nel dimenticatoio al punto che in Italia, medie e grandi enciclopedie, Treccani compresa, non citano più nemmeno il suo nome. Appare, probabilmente per l'ultima volta, nel pur piccolo Dizionario Enciclopedico Moderno Labor (quattro volumi, Milano 1948-1949) dove è definito: "squisito autore di acquarelli litografici ed illustratore di libri".

Non mi dilungo oltre perché non posso reggere lo scritto del suo massimo conoscitore (al mondo) che è il ns Baleng. Penso di poterlo scrivere senza smentita alcuna, valutati i suoi 25 anni di studi e ricerche su questo autore.

Il "piacere" nasce dall'aver contribuito a dare finalmente la luce al primo importante libro su Lunois in italiano che consta di 128 pagine e circa 200 illustrazioni a colori (BN quando le opere erano in BN, ovviamente).

Il "dispiacere" è legato al fatto che questo progetto nasce in ambito di Collezionissima, associazione alla quale do il mio commiato in quanto a fine anno sarà definitivamente chiusa.

Questa pubblicazione chiude un percorso che, seppur breve, ha dato vita ad una residenza d'artista e libri su Kounellis, Monica Carocci, Regina José Galindo ed appunto Alexandre Lunois.

Qui di seguito la copertina dove è stato coperto il nome di Baleng.
Nei prossimi giorni posterò anche qualche stralcio delle bellissime pagine interne.

Lascio a Baleng, se lo vorrà, darci qui un suo contributo su Lunois.

Screenshot_20201029-200643__01.jpg

PS. Per i malpensanti, che ci sono sempre, non posseggo nessuna opera di Alexandre Lunois.
 
Era il dicembre 2012 quando timidamente proposi nel Forum Investimenti in arte di Finanzaonline questo 3d
Un grande o no? Alexandre Lunois
Esso passò sostanzialmente nel disinteresse generale, con le dovute rare eccezioni.

Ora l'ottimo Cris rilancia un nuovo 3d, dopo che per un anno ho lavorato a questa coedizione di una specie di nuovo catalogo ragionato illustrato, di cui ora sono disponibili gli esemplari.
Nel frattempo temo che l'interesse generale per un certo tipo di arte in questo forum non sia aumentato. Comunque, a parziale correzione di quanto scritto da Cris, questo in effetti è il primo volume/catalogo al mondo su Lunois uscito dopo la sua morte (1916), preceduto solo dalla biografia dell'André, 1914. Inoltre, la seconda parte, quella più propriamente avente funzione di catalogo, è scritta per lo più in francese, con qualche breve inserto in italiano. Se vi sarà una seconda edizione, certamente verranno approntate traduzioni del testo principale in francese ed inglese, in quanto l'uso del libro come catalogo comporterà un simile ulteriore arricchimento. Diciamo che nell'anno del covid posso anche sperare di aver fatto fin troppo.

Tutte le illustrazioni della prima parte consistono nella riproduzione di lavori in mio possesso (quella che qui viene chiamata collezione :) ). L'insieme, compresa la seconda parte, comprende ben 200 riproduzioni di grafiche del nostro autore (infatti il libro ha dovuto limitarsi all'opera grafica, che peraltro rappresenta il punto più alto della sua arte). Quanto al Nick, Baleng è pseudonimo che uso in altro forum che nominare qui è peccato mortale e comporta un ergastolo e mezzo e la sterilizzazione perpetua del mouse. Comunque, siccome qui sono ginogost, l'autore è pure ginogost, così Baleng si sente meno solo. Se aggiungiamo il mio nome reale si capisce che il libro è opera di una trinità (minuscolo :o ).

Su Collezionissima: la sua apparentemente breve vita (ma, per esempio, la durata media di molte riviste d'arte non è certamente superiore) lascia qualche rimpianto per quello che non si è potuto fare, ma anche buone soddisfazioni per quello che è stato fatto, ora essendo giunti al canto del cigno. Non potrò mai ringraziare abbastanza Cris per il suo contagioso entusiasmo, con cui ha sostenuto questa edizione ancor meglio di come abbia potuto il mio desiderio di rivalutare l'artista in questione. Con il suo senso pratico e la sua capacità di dare fiducia ha certo contribuito a creare nel campo dell'arte sociale molto più che svariati cosiddetti artisti in quello dell'arte propriamente detta. C'è chi usa vedere il bicchiere mezzo vuoto, chi mezzo pieno, ma lo sport nazionale consiste nel rovesciarlo, e lasciarlo così definitivamente a secco. :angry:

Il libro, comunicazione dell'editore, è già stato ordinato da molte biblioteche italiane (estere non so): questo fa piacere. Per quanto riguarda il suo contenuto e l'artista in particolare, posso rispondere esaurientemente alle domande dei forumisti, se ci saranno. L'essenziale, forse, l'ho già detto, e dipende solo dall'interesse dei partecipanti se in questa sede approfondiremo o meno qualche punto.

PS per i malpensanti: posseggo tra 250 e 300 grafiche di A. Lunois :p
 
Ogni nuova iniziativa editoriale va sempre apprezzata e accolta con entusiasmo. Quindi che dire... :bow: bravi per aver contribuito concretamente alla valorizzazione e alla riscoperta di un artista ingiustamente dimenticato. L'unica mia curiosità su questo bravo artista è quella di sapere se (oltre a quella del lavis a colori) abbia o no utilizzato la tecnica della maniera allo zucchero per ottenere gli effetti sfumati simili all'acquarello. :confused:

Ciao! :)
 
Ogni nuova iniziativa editoriale va sempre apprezzata e accolta con entusiasmo. Quindi che dire... :bow: bravi per aver contribuito concretamente alla valorizzazione e alla riscoperta di un artista ingiustamente dimenticato. L'unica mia curiosità su questo bravo artista è quella di sapere se (oltre a quella del lavis a colori) abbia o no utilizzato la tecnica della maniera allo zucchero per ottenere gli effetti sfumati simili all'acquarello. :confused:

Ciao! :)

Unica curiosità? Peccato ;)

Comunque no, non mi risultano lavori allo zucchero, né acquetinte in altre tecniche. Il lavis è ancora la via più specificamente valida per ottenere effetti d'acquerello.
In realtà il libro riporta anche una frase del Dacier che sostenne che qualunque lavoro facesse Lunois, era come mirato/destinato alla litografia, che è il campo dove più ha raggiunto validi risultati.
Litografia, litografia al lavis, acquaforte, litografia incisa al diamante sono le tecniche che usò, cui aggiungerei a mia impressione, anche se nessuno ne parlò mai, qualche autografia, cioè lito su carta da riporto.
 
Intervengo in punta di piedi a sostegno di un'operazione culturale significativa che stimola la curiosità nei confronti di un'arte "di nicchia" attraverso un testo prodotto da chi ama e conosce profondamente il periodo e l'autore. Una collezione tanto ricca di lavori credo sia lì a dimostrarlo.

Se non altro diventa uno spunto "provocatorio" in un forum di cui l'arte contemporanea rappresenta il vero "core business" e la fa da padrona.
Mi auguro che scrivere qui non sia visto come un "cantarsela e suonarsela" di chi partecipa anche altrove o come una sorta di gruppo di autoaiuto.
 
Intervengo in punta di piedi a sostegno di un'operazione culturale significativa che stimola la curiosità nei confronti di un'arte "di nicchia" attraverso un testo prodotto da chi ama e conosce profondamente il periodo e l'autore. Una collezione tanto ricca di lavori credo sia lì a dimostrarlo.

Se non altro diventa uno spunto "provocatorio" in un forum di cui l'arte contemporanea rappresenta il vero "core business" e la fa da padrona.
Mi auguro che scrivere qui non sia visto come un "cantarsela e suonarsela" di chi partecipa anche altrove o come una sorta di gruppo di autoaiuto.

Cara Lory :flower: sono convinto che se ognuno di noi amanti dell'Arte desse il suo reale e fattivo contributo, piccolo o grande non importa, non ci sarebbero "nicchie" e tutto avrebbe la sua dignità.

Sarò fatto strano, ma a me piacciono e mi fermo a guardare i lavori di Kiappo, siamo amici e mi permetto di citarlo come esempio anche perché lo colleziono, con lo stesso interesse dei lavori di Lunois, Fontana, Gualandris, Paolini, Zaza, Kounellis, ecc...

L'errore di fondo è quello di credere che l'arte importante sia quella più costosa. La cultura è altra roba e non conosce le quotazioni.
 
L'errore di fondo è quello di credere che l'arte importante sia quella più costosa. La cultura è altra roba e non conosce le quotazioni.

porca loca
appena trovo un bella cornice questa tua la metto sotto vetro.
Pure museale:o

tiè;)
 
Plaudo anch'io alla iniziativa che sintetizza un lavoro di ricerca ultra ventennale. Bravi sia Ginogost che Cris.
 
E per tutti coloro che sono interessati o vorrebbero saperne di più, anche concretamente, comunico un indirizzo mail dove si può chiedere e scrivermi di tutto, anche le offese. :yes:

ginogost@libero.it

Buon novembre.
 
Artista con un suo stile, che non incontra i miei gusti personali, ma è un limite mio...

Ma a prescindere dall’oggetto specifico, merito a Voi per l’iniziativa!!!

Un saluto :clap:
 
... piccolo contributo al vostro interessante studio/ricerca:​


Soir de fête à Séville.gif

Notice de l'œuvre

Lunois, Alexandre
Paris (France) 1863 - Le Pecq, Yvelines (78) (France) 1916
Titres
Soir de fête à Séville
Soir de fête, Espagne
Dates
entre 1863 et 1916
Description
tableau
Désignation
tableau

H. 60,0 ; L. 73,0 cm.
Inscriptions
S.b.g. : Alex. Dunois

Lieu de conservation
musée de l'abbaye Sainte-Croix, Sables-d'Olonne, France
Numéro(s) d'inventaire
LUX 429

Historique
achat (entrée matérielle au musée du Luxembourg avant 1912)
attribué au musée du Louvre
affecté au musée d'Orsay
1934 à 2017, déposé à la mairie des Sables-d'Olonne (arrêté du 13/08/1934 ; arrêté de fin de dépôt du 17/11/2017)
2017, déposé au musée de l'abbaye Sainte-Croix, Les Sables-d'Olonne (arrêté de dépôt du 07/11/2019)
storplace.com/2020/03/suit-up-against-the-coronavirus-with-lakeland-industries-
 
Ringrazio Ginogost per avermi fatto conoscere un mondo per me sconosciuto, quello delle opere c.d. multiple, soprattutto quelle realizzate con tecniche che richiedono una abilità tecnica molto elevata. Ho avuto modo di poter conoscere un mondo nuovo da scoprire degno di essere considerato alla pari delle tecniche tradizionali dell'olio su tela. Noi, a volte, confondiamo le varie tecniche assimilandole tutte a delle stampe tirate in migliaia di esemplari. Certe acqueforti di Leonardo Castellani, Marino Marini, ecc. sono sublimi. Occorre accostarsi a questo mondo togliendosi di dosso certi schemi mentali e, con molta umiltà, entrare in un mondo diverso.
 
Ultima modifica:
ho visto peraltro che ti piace scrivere

Anche a te, no? :)
3D che hai aperto dall’altra parte.
Dicevo che ho guardato le immagini e ho letto anche i Tuoi commenti.
grazie per la buona volontà (i 3 giorni di ban che riceverai passano presto :D )

La prima è che credo che la tecnica in cui Lunois è specializzato, quella litografica, soffra un po' generalmente di una mancata considerazione, e questo in ambito per così dire (quasi) generale.

Sì. Nell'800 era una banale ed efficace tecnica di riproduzione che però fu rapidamente portata ad essere un mezzo di espressione artistica. La diffusione di tecniche di riproduzione ben più efficaci le ha lasciato solo soletto quello spazio, nobile ma indifeso, se si pensa che già nell'800 si facevano fotolitografie a colori. Ovviamente la sua specificità è divenuta sempre meno riconoscibile, i falsi tecnici dilagarono. E dunque, per le opere datate è ancora possibile recuperare certezze attributive, mentre se si vanno a vedere nelle vendite internet i vari Capogrossi, De Chirico eccetera :eekk: (un eccetera pesante) si capisce come tra falso e autentico servano conoscitori specialisti + collazione. Ovviamente questo crea problemi alla popolarità del mezzo. Peraltro, quando vedo litografie realizzate usufruendo delle migliori possibilità della tecnica stessa, mi "commuovo" anche di fronte all'opera dei peggiori dilettanti. Ma se sono in pochi ad apprezzare, il mercato annaspa.

Tu parli di “empatia” di Lunois verso l’ambiente, le persone. Mi ha colpita un passaggio (nel mentre in cui lo confrontavi con Degas) in cui hai sostanzialmente detto che era come se quella empatia lo portasse a considerare l’altro “come sé, o addirittura meglio di Sé”. Ebbene, ho sorriso, pensando che empatia non è questo :). L’Altro esiste “in noi” in quanto “è”, rappresenta qualcosa, per noi. E fino a quel momento non esiste neanche. Di qui che arrivare a dire che possa essere “meglio” di noi per me ha ben poco senso, se non nel senso di esserci ad esempio. Ma…. È (l’Altro è) sempre in funzione a noi, per noi (l’uso della maiuscola non è casuale ;) ).

EMPATIA Dizionario In psicologia, la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d'animo o nella situazione di un'altra persona, con nessuna o scarsa partecipazione emotiva.
Nella critica d'arte e nella pubblicità, la capacità di coinvolgere emotivamente il fruitore con un messaggio in cui lo stesso è portato a immedesimarsi.
Intendevo il primo caso. Peraltro la definizione del vocabolario non è esatta, basterebbe sostituire partecipazione con prevaricazione. Infatti l'empatia è una qualità d'ascolto.
L’empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Il significato etimologico del termine è "sentire dentro", ad esempio "mettersi nei panni dell'altro", ed è una capacità che fa parte dell'esperienza umana ed animale. Wikipedia
ecco, qui ci siamo : si tratta di fare spazio all'altro dentro di sé.
La frase "incriminata" è, suppongo: "queste persone sono vive ed importanti come e più di me", che significa esattamente il sacrificio che chi percepisce empaticamente compie nel tempo in cui lascia spazio a quanto osservato (come sarebbe una mamma che cerca di percepire i bisogni del figlioletto), ma non in ogni momento. Scrivevo anche:
La sua "rotondità", la sua facilità, la sua stessa forte capacità empatetica possono certo costituire, agli occhi del critico, un limite. L'autore potrebbe venir tacciato di scarsa originalità, di ripetitività, persino di personalità debole.. Significherebbe scambiare la capacità di ascolto con una presunta carenza della personalità, una forza con una debolezza.
Vedendo molte immagini, all'osservatore non sarà sfuggita la presenza di una serenità non superficiale. Pare che oggidì sia una merce poco richiesta, direi che si preferiscono l'aggressività gratuita e gli effetti superficiali. Vabbè.

l’impressione per così dire generale che ho avuto di Lunois è quella che abbia per così dire “messo in posa”, come se si trattasse di fare un po' delle foto…. “di maniera”….? Passami il termine, non voglio sminuire. Emblematiche in tal senso un paio di corride (cadute da cavallo) dove la sensazione che mi è passata è quella di un “fermi tutti”, ma anche molti dei “ritratti” (tali mi sembrano) paiono mettere in posa i soggetti (molte figure femminili, direi per lo più figure femminili). Il più delle volte (mi è parso almeno) con la “collaborazione” del soggetto. Qualche volta (sempre a me pare di vedere) per una sorta di compiacimento di Lunois. Tutto bello in ordine, ciascuna cosa al suo posto. Questo è un po' quello che mi passa, a un esame superficiale. E quello stile “non urlato”, pacato, tranquillo, che si vede in molte vesti e di cui parli, mi sembra un po' una conseguenza di quanto sopra (Edit: rileggendomi credo che sia giusta una specifica importante. Conseguenza e non "conquista", non so se è chiaro quello che voglio dire....).
Questa per me è l'osservazione più stimolante. In effetti, molte immagini paiono "in posa" (molte certamente furono proprio create con questa modalità), e ciò vale anche per quelle più movimentate, come la caduta da cavallo o la danza del flamenco. Io ho dato la mia interpretazione: la caratteristica osservazione dell'autore presenta molti aspetti meditativi, per i quali egli ritorna circolarmente all'osservazione del soggetto. Questo viene quindi arricchito non esteriormente, bensì interiormente e pittoricamente, anche in funzione della composizione generale. Alla fine, si può guardare a questi lavori come se fossero quadri astratti piuttosto che narrazioni. Ad un Afro, per esempio, non chiederemo movimento.
Tra parentesi quadre, in cemento :D, direi: anche personalmente, Techne, non sembri proprio persona tranquilla e serenissima. Direi che molte caratteristiche del nostro tempo convulso appaiono nei tuoi interventi (absit iniuria verbis, cioè siediti e offendi i verbi, come Zaia :p ). Può essere che questo operare meditativo ti appaia estraneo, sino a considerare la posa non come il risultato di una osservazione a 380 gradi (abbondiamo ...), ma come una forma di incapacità a narrare il movimento. Così intendo il "conseguenza e non conquista". Molte immagini nel forum che citi smentiscono questa interpretazione. Ovviamente ve ne sono anche nel libro (il quale ne ha di più che il forum)
Controprova: la parte più debole di Lunois, che certo anche nel libro non nascondo, si rivela proprio in quelle illustrazioni in cui la parte narrativa, e magari dinamica, è predominante. Qui l'artista diviene un artigiano narratore, non particolarmente interessante. Sono i due estremi di un genio spurio, diviso nella sua vita tra splendide ispirazioni su soggetti a lui confacenti e più semplice mestiere al servizio dell'illustrazione.

D'altra parte, questa immagine (litografia di donna pianista e ballerine in movimento) credo confermi che allorché Lunois si dedica alla descrizione del movimento egli perde il suo pregio maggiore, che, perdona il ripetermi, consiste in quel considerare l'apparizione della bellezza come un fatto ineluttabile da "ascoltare" con rispetto e meraviglia.
Z  [Jeunes femmes dansant au son du piano]. Vers 1896. Lithographie. 540 x 350. I.F.F. non décri.jpg
E qui domanda a te. Cosa dovrei vedere “sotto”, che invece mi sfugge? ;)
Lunois ha la capacità "altruistica" di valorizzare i pregi già presenti nel soggetto, ma non quella di sollevare un soggetto privo di qualità a livelli artistici superiori. Perciò quanto detto nelle due righe che precedono è il presupposto necessario. Pittoricamente, occorre desiderare di ammirare l'armonia complessiva dei colori ecc. Se il soggetto ti disturba, rovescia il quadro e, per massimo scrupolo, osservalo allo specchio: sarà divenuto un astratto, come lo sono per me tutti i quadri, perché non riesco a "vedere" il soggetto, ma cerco altro.



Non c'èce di cheche, come diceva la ragazza a due teste.
 
Ultima modifica di un moderatore:
... anche io ho letto gli interessanti commenti nell'altro forum ...

mi autobannerò fino a Natale:D
 
Sull’empatia ti smentisco, perché empatia significa proprio mettersi nei panni dell’Altro, comprenderlo, ma tenendo una barriera tra sé e l’altro in modo da non consentire quella partecipazione emotiva di cui parli. Comprensione con obiettività.
Poi, certo, non manca chi definisce l’empatia come un dono che va su ben altri livelli (il fare “spazio all’altro dentro di sé”). Per me quello è altro, dall’empatia. Io posso empatizzare con un perfetto estraneo, perché portatore di moti verso cui sono variamente sensibile, ricettiva, comprensiva. Ma ciò non toglie che a Casa mia, nel mio spazio, faccio molta più selezione.

E sorrido pensando a certi concetti di altruismo e generosità che paiono letteralmente “piovere dal Cielo” (e sui quali fa leva molto spesso proprio chi parla di empatia per così dire “ad alto livello”, che empatia non è).

Tu parli di “capacità altruistica” di Lunois come se l’altruismo fosse scisso da quello che è, e resta, un bisogno di Lunois. Che parte da Lui. Ma poi riconosci che valorizza, ma non eleva. Ti dice niente? :)

In ogni caso, la sua attitudine ad entrare in empatia solo verso ambienti e soggetti “belli” (nel senso che Tu dai alla bellezza da contemplare e da ammirare sic et simpliciter), non la trovo certo disturbante. Né ho bisogno di “rovesciare il quadro” per vederci altro.

La trovo semplicemente - nel caso di Lunois - un po' artefatta (quel mio “conseguenza, non conquista”). Ma so bene che così è PER ME.

Intendiamoci: non è che mi faccia disgusto entrare anche in una atmosfera per così dire contemplativa, di tanto in tanto.

Tu parli di armonia complessiva dei colori: e pensa Te che invece io ho apprezzato maggiormente (per quanto appunto fuori “standard”) in particolare due sue opere “in bianco e nero”. Le uniche due su cui hai detto di non sapere nulla :p (ora vado a memoria ma dovrebbero essere entrambe a pag. 6 non dico di quale altro posto). E l’ho pensato “a colpo d’occhio”, prima cioè di leggere i tuoi commenti. Per entrambe :)

P.S. Senza entrare nel mio personale, Ti posso dire che tranquillità d’animo e serenità per me sono una conquista quotidiana, non un artificio: ma questo è frutto del mio carattere.

Non ho vittorie facili con me stessa, anche perché non si vince niente. Penso piuttosto che siamo qui per crescere ;).
Ah: e per natura sono sempre pronta a cambiare idea, purché il cambiamento sia specchio dell'unica fedeltà dovuta, che è fedeltà a me stessa.

Grazie ancora per la condivisione :)

In realtà le 2 lito di cui all'epoca (guarda le date) "non sapevo nulla" sono invece poi state detectate e descritte nel libro con titolo e tutto (tanto può lo spaccarsi la schiena a far ricerche). La seconda è addirittura una delle primissime opere di Lunois, e riprende su commissione del pittore stesso un quadro di Cazin ... ma perché toglierti il gusto di estrarre in autonomia questa ed altre curiosità dai freschi fogli della carta stampata, che è lì apposta? ;) :fiufiu:
Comunque sono ambedue opere del primo periodo ed hanno carattere drammatico, subendo l'influenza di Daumier, influenza che poi si stemperò. André spiega comunque che fu il lungo apprendistato in bianco nero a permettergli poi di divenire un raffinato colorista. Se preferisci queste, non sei l'unica, però Lunois non è divenuto famoso per questo periodo.
Quanto all'empatia, sto facendomi la barba davanti a dei neuroni a specchio e una risposta potrebbe risultare pasticciata.
 
Mi sono fatta la "scorpacciata" di Lunois leggendo o meglio "sfogliando" il 3D di là e concordo su quanto hai scritto della maggior resa nella lito che trovo anch'io più riuscite rispetto all'acquaforte.

Mi aveva colpito quando hai sottolineato nella biografia la poca pazienza, forse lo porta a catturare le impressioni da viaggiatore in pochi tratti e "macchie" di colore un pò come avviene negli acquerelli di Hugo Pratt, la resa nell'acquaforte è viceversa molto cupa e manca il dettaglio del segno. Proprio l'indefinito e la suggestione nel cogliere un istante o un'espressione sono viceversa le caratteristiche che più apprezzo e l'armonia dei colori a volte non convenzionale valorizzata dal lavis, tecnica che non conoscevo.

I miei lavori preferiti, non so se lo avresti immaginato ;) sono la Tappezziera di grande leggerezza ed eleganza, Il Bagno della sposa ebrea con una luminosità del corpo quasi abbagliante, forse evoca il candore virginale, che interrompe la sequenza cromatica a cui aggiungo la folla parigina con le grandi lampade a boccia che sembrano lanterne cinesi, ha un che di cinematografico. L' "Une Evocation chez les spirites" mi ricordainvece Redon con le sue figure che affiorano dal buio.

The Tapestry (La Tapisserie) - ALEXANDRE LUNOIS | william p. carl - fine prints
 
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