Disquisizioni & Considerazioni sul mercato dell'arte

Alessandro Celli

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Ma spostando la data hanno resettato le offerte che avevo?
Son spartire alcune basi o sbaglio?
Credo che sian spariti i clienti....


poi però spiega ai tuoi amici Black and Biagio
che mica sono solo io a fare l'untore, eh?:p
 
poi però spiega ai tuoi amici Black and Biagio
che mica sono solo io a fare l'untore, eh?:p

ahahahahaha santa pazienza Brix :rotfl::rotfl::rotfl:
ma quello che scrivo lo leggi? :confused:
ho sempre scritto che nell'immediato e nel breve termini ci saranno contrazioni sui volumi delle compravendite e cali variabili di quotazioni.
Chissà se stavolta sarò stato sufficientemente chiaro... :mmmm::p

La parte successiva, ossia lo step 2 è quello che invece potrà essere il recupero nel tempo.
Ecco, io su quello a tua differenza prevedo una ripresa relativamente rapida per alcuni artisti (ripeto: per ALCUNI ARTISTI). E per "relativamente rapida" personlamente ipotizzo una ripresa già a partire da un orizzonte temporale di poco più di un annetto dalla ripresa della normalità.

Ma un annetto sono almeno 365 giorni dalla fine della quarantena... non una settimana o un mese....
 
Non sono prevedibili, i tempi di ripresa :)
Soprattutto per chi ha investito milionate in arte. Poco investimento, perdita contenuta. Tanto investimento e ahimè... Fortuna vuole che non ho di questi problemi :)

Nessuno ha la sfera di cristallo, ma ognuno può fare le proprie ipotesi e previsioni.
La mia è che tempo un annetto o poco più dalla fine della quarantena la situazione potrebbe già essersi ripresa. Trattandosi di una ipotesi sul futuro nessuno può smentirla oggi... casomai sarò smentito dopo un anno. O magari ci avrò azzeccato. Vedremo!

Per il resto, non penso che ci sia grande abbondanza di opere milionarie tra noi. Poi, dipenderebbe sempre di cosa si trattasse... una tela di Fontana importante pagata il giusto per me rimarrebbe un ottimo investimento, e se anche avesse una temporanea flessione, con la ripresa sarebbe tra le prime cose a risalire.
Piuttosto artisti quarantenni che costano oltre il milione quelli si li vedo a rischio implosione. Ma chi lo voleva capire lo doveva capire già prima, non adesso...
 
Sono d'accordo con Biagio, anzi un anno secondo me è anche troppo, io dico che entro quest'anno il mercato dovrebbe tornare almeno in linea col pre-pandemia, e attenzione in linea con il mercato già non lanciatissimo del prima, ricordate?
Ma la pandemia porterà casomai a un trend migliorativo e non peggiorativo, questo per l'euforia generalizzata di cui parlavo altrove nel vedere pian piano il mondo ripartire non appena allenteranno i divieti.

Ora c'è il lockdown e non si possono giudicare le aste in corso in presenza delle restrizioni, e sapete perchè?
Vi faccio un esempio, oggi sui giornali leggevo: MERCATO AUTOMOBILISTICO IN GINOCCHIO, A MARZO FLESSIONE DELL'85% NELLE VENDITE.
E ci mancherebbe altro! Chi è che è uscito a comprarsi un'automobile durante la quarantena?

Non bevetevi tutto quello che vi raccontano, ragionate con la vostra testa...
 
Il problema è appunto vendere :)

E' pieno di gente che ha voglia di tornare a lavorare e a comperare arte.
Certo, non stando agli arresti domiciliari...
Il meteorite non ha ancora raso al suolo il pianeta. La vita andrà avanti e si ricostruirà.
 
Non siamo mica dinosauri, MA non era questo in discussione :)
Parlavo di chi deve vendere, non di chi può comprare.

Beh Techne, mi pare un dato assodato che la compravendita si basi su due pilastri simultanei che si devono per forza incontrare: uno che vende e uno che compra.
Chi deve vendere ha per forza bisogno di chi può comprare. E chi vuole comprare ha per forza bisogno di chi deve vendere.

Quindi sta a chi deve vendere cercare di intercettare chi vuole e può comprare, e al contempo chi è interessato a comperare cercherà chi vende.
Qualsiasi mercato si riduce sempre a queste due componenti, l'offerta e la domanda, e il loro incontro.

In questo momento di reclusione è palese che la domanda sia ai minimi, dato che la gente (giustamente) ha altre cose a cui pensare.

Quando usciremo dagli arresti domiciliari e si tornerà a lavorare, anche la domanda di arte tornerà a salire. Perchè il desiderio di comprare c'è.

Certamente per un periodo la domanda sarà in ogni caso inferiore all'offerta e conseguentemente ci sarà una riduzione delle vendite e un calo (variabile) delle quotazioni, fino a quando la domanda tornerà ai livelli pre-pandemia.
 
Certamente per un periodo la domanda sarà in ogni caso inferiore all'offerta e conseguentemente ci sarà una riduzione delle vendite e un calo (variabile) delle quotazioni, fino a quando la domanda tornerà ai livelli pre-pandemia.

... se tornerà ai livelli pre-pandemia con le medesime follie che il mercato ci ha presentato per troppi anni, mi permetto di precisare:D
 
... se tornerà ai livelli pre-pandemia con le medesime follie che il mercato ci ha presentato per troppi anni, mi permetto di precisare:D

Il livello pre-pamdemia era un livello scarichissimo, per me verrà abbondantemente superato.
 
La penso come Black: per chi non ha problemi economici, ci sarà una fase di grande euforia consumistica...
 
... se tornerà ai livelli pre-pandemia con le medesime follie che il mercato ci ha presentato per troppi anni, mi permetto di precisare:D

Scusa Ale, ma queste "medesime follie" a cui continui a riferirti, fanno parte del mercato relativo alle cose che compri tu o no?
Giusto per capire, perchè in astratto non capisco veramente quali siano queste follie a cui reiteratamente ti riferisci.
Perchè poi "follie" potrebbero anche essere semplicemente delle tue personali opinioni su alcuni artisti che consideri sopravvalutati.
O in altra ipotesi si tratta magari di artisti che in ogni caso non compreresti a prescindere...

PS. d'altro canto, sono anche d'accordo con @Black e @satiricon: non è che prima della pandemia ci fosse chissà quale euforia di mercato. Quindi il ritorno a quei livelli non è che sia come puntare alla vetta dell'Everest. Follia potrebbe essere Koons - che per me è un grande - a 50 milioni. Ma di quello, scusate, a noi che ci cambia?
 
Scusa Ale, ma queste "medesime follie" a cui continui a riferirti, fanno parte del mercato relativo alle cose che compri tu o no?

ritorno sulla probabilità per cui fra qualche tempo, passata l'euforia di concludere affari facili e tornati alla pseudo normalità
non sarà la medesima normalità del pre-Covid

in quanto ritengo che ci si sveglierà con un nuovo pensiero, una nuova dimensione sociale ed un impatto culturale più incisivo.
Un cambiamento certamente non solo italiani, anzi probabilmente noi italiani ci arriveremo per ultimi, essendo notoriamente dei vecchi tradizionalisti.:o
Detto ciò, se la Cultura dovesse diventare padrona dell'arte ecco che crollerebbero tanta ma tante impalcature che reggono il sistema del mercato, l'ho scritto in tutte le salse.:boh::boh::boh:
Potranno essere anche "quelle che ho collezionato io" visto che la cultura (stavolta con la c minuscola:p) si è dedicata al mercato invece che essere al servizio dell'arte.

Ma temo sia una riflessione che ormai non riesco più a spiegare, e dirti che ci sto provando in tutti i modi.

Poi ti ripeto, al 90° minuto di 'sta partita non ci siamo arrivati e ci saranno pure i tempi supplementari, quindi rimandiamo il tutto a tempi migliori. E saranno sicuramente migliori, ne sono certo_OK!

ora ti saluto con una riflessione di Vanni Cuoghi
 

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Personalmente ritengo che le "follie" del mercato siano quelle di cui da sempre chiunque frequenti da un po' questo settore, si accorge - o dovrebbe accorgersi - piuttosto facilmente.

Principalmente sono i pompaggi di artisti Big viventi a cifre plurimilionarie e quelli di emergenti/meed carreer a centinaia di migliaia di euro o milioni.
E' al 99,9% un mercato estero, anni luce lontano da quello che noi compriamo o seguiamo.

Nel mercato italiano invece da un lato ogni tanto c'è qualche operazione mercantile (che fa parte della normalità), e ci sono le mode (anche queste rientrano nella normalità) e i cambi di gusto (idem).

Ciò non vuol dire che non ci possano essere sopravalutazioni o sottovalutazioni o quotazioni che salgono o che crollano. Ma che semplicemente questo c'è sempre stato e fa parte della natura di questo settore (come di altri).

Arrivo a dire che addirittura il mercato italiano non solo è sano nel suo complesso, ma in linea di massima è anche sottostimato.
E' pieno di artisti storici italiani che costano cifre estremamente basse in proporzione di artisti "omologhi" stranieri.
Sia per quanto riguarda il figurativo che l'astratto che il concettuale ecc.

Per l'argomento "Cultura", sinceramente continuo a non essere d'accordo :boh:: nello specifico in Italia non mi pare ci sia una sudditanza della Cultura rispetto al Mercato.
E continuo ad essere convinto che un mercato dell'arte prospero contribuisca enormemente allo sviluppo della Cultura, mentre un mercato in sofferenza limiti moltissimo la nascita e diffusione di tantissimi progetti culturali. Banalmente: meno soldi sul mercato = meno iniziative culturali private.
 
Per l'argomento "Cultura", sinceramente continuo a non essere d'accordo :boh:: nello specifico in Italia non mi pare ci sia una sudditanza della Cultura rispetto al Mercato.
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bene, viva l'ottimismo : citarmi qualche critico che non è stipendiato dai galleristi:cool:
 
bene, viva l'ottimismo : citarmi qualche critico che non è stipendiato dai galleristi:cool:

Scusa, ma che discorso è Brix? :eek:
Critici e curatori collaborano con le gallerie dal XIX secolo...

In nome di questo ragionamento dove vorresti arrivare, alla chiusura di tutte le gallerie così poi non possono più ricorrere ai critici per progetti curatoriali? :mmmm:
Otterresti certamente l'indipendenza assoluta dei critici, peccato che avresti anche al contempo la morte dell'arte... :cool:
 
bene, viva l'ottimismo : citarmi qualche critico che non è stipendiato dai galleristi:cool:

Non è corretto dire che i critici sono 'stipendiati' dai galleristi. E' naturale che collaborino con i galleristi: il loro lavoro è scrivere. C'è chi lo fa con una dose accettabile di correttezza (logico che non possono scrivere che il tal artista a loro fa schifo!), altri che lo fanno scrivendo assurdità in modo davvero imbarazzante e, diciamolo pure, senza vergogna. Ogni critico va valutato per i libri VERI che scrive, non per i cataloghi, per la credibilità che ha presso istituzioni, fondazioni e musei, per la serietà e l'enorme competenza con cui tiene le sue lezioni (spesso sono docenti universitari, non degli sprovveduti), per gli studi che pubblica. I critici più affidabili sono gli Storici dell'Arte, non i giornalisti-imbrattapagine a pagamento. Buttare tutti i critici in un unico calderone di scribacchini è una stupidaggine. Anche qui conta la nostra preparazione: dovremmo essere in grado di valutare quello che leggiamo. Se prendessimo tutto per oro colato, anche le tante, tantissime lodi sperticate e i paragoni ridicoli scritti un tanto a cartella, la colpa non sarebbe per caso anche della nostra ignoranza?
 
Mercato resettato, niente gallerie, niente curatori o progetti curatoriali con le gallerie, niente case d'asta, niente mercanti, niente televendite, niente archivi o fondazioni.

Praticamente l'amico Ale vorrebbe proprio ritornare dall'età della pietra :D
Periodo artisticamente stimolante e bellissimo eh (arte fine a se stessa, no mercato nè mostre nè musei nè curatori ecc), ma con tutto il rispetto io non tornerei a vivere in una grotta ripartendo da zero, allora preferisco gli arresti domiciliari in quarantena (ma anche la libertà del mondo esterno del XXI secolo e l'attuale sistema dell'arte) :p

pietra.jpg
 
Alessandro, te l'ho fatto ieri l'esempio ma tu non hai risposto. Se il critico Biagioni prepara un bel catalogo e manda ai vari blog di arte e riviste (ehm) specializzate gli articoli da pubblicare (per chi non lo sapesse funziona proprio così: le riviste non fanno cultura ma pubblicano quello che viene loro inviato!) in cui si afferma che il pittore ridicolo Accipicchiante è un grandissimo, che farà tutto un circo di mostre e che a New York tutti già lo cercano, tu cosa fai? Ti precipiti a comprarne quattro o cinque? Non credo, perchè questo tipo di vergogne fanno presa sui tanti pir.la e ignoranti che abboccano ad ogni fesseria capace di solleticare la loro cupidigia. Saper distinguere è fondamentale. In ogni campo.
 
mi ero rotto le balle, ma non rinuncio mica:D

Secondo voi è cultura che un artista bussi alla porta di un GermanoCelant&Corporation" perché ben sa che lo introdurrebbe nel cosiddetto "mercato che conta"
paga un centinaio di migliaia di euro per avere uno straccio di catalogo eppoi gli si aprono gli orizzonti del successo?????:confused::confused:
E se non ha 'sta paccata di quattrini può rivolgersi ai tanti "lucabeatrice&Co" con un risultato meno certo ma sempre meglio che nulla????:confused::confused:

Per Accipicchia : ti ho menzionato due che NON sono scribacchini, eh?:D

Questa cosa a voi pare Cultura o ipocrisia della cultura?

Non si tratta di tornare all'età della pietra, ma perlomeno di avere la sacrosanta etica di scrittori con le palle come gli Argan, i Guido Ballo o i tanti Dorfles che ci regalavano libri di arte che certo non erano sponsorizzati dal mercato.

Eppoi o vogliamo fare come gli struzzi con la testa dentro la sabbia oppure non possiamo considerare che la cultura oggi è in mano al mercato a partire dalle convivenze fra i direttori dei musei - i cosiddetti critici ben pensanti e i mercanti.

Ed ancora non ritenete che un cambiamento radicale sia necessario per far emergere la cultura?:o

Vabbè, io non rispondo più, scusatemi ma non sopporto le pappardelle, mi logorano. Buona domenica.:bye:
 
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