La rarità nelle opere d'arte.

Alessandro Celli

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La rarità è uno dei fattori cardine nella determinazione dei prezzi?
La rarità dovrebbe essere una prerogativa per un collezionista ma per il mercato non sempre è così.:no:

Un fattore che incide sulle quotazioni del mercato verrebbe da pensare sia la rarità dell’opera, visto che quasi tutto il collezionismo poggia le basi su tale concetto.
O forse no?:wtf::wtf:

Qualche esempio.:mbe::mbe:

Lucio Fontana : “Nel 1966, parlandomi delle numerose opere con buchi o con tagli mi disse con convinta naturalezza: “Non sono opere da mostre in gallerie d’arte. Dovrebbero vendersi nei supermercati a non più di 50 mila lire”. Fontana, artista tanto grande quanto modesto, possedeva un raro senso autocritico."
intervista di Francesco De Bartolomeis.
Considerando che i tagli li ha fatti nel decennio 1958-1968, certo non possiamo definirli rari, vista la quantità: enorme a sfogliare il Catalogo Ragionato del Crispolti.:eek::eek:

Enrico Castellani : sul Catalogo Ragionato chiuso al 2005 ci sono 1103 opere (parlo di tele).
E’ probabile che negli anni successivi ne abbia realizzate forse altre 200.
In totale quindi Castellani avrà fatto al massimo 1600 tele dal 1955, quindi in 62 anni.
Ergo Castellani possiamo considerarlo raro.:o

Boetti, non so quanti ricami abbia potuto realizzare, o far realizzare, ma spesso noto che il valore dipende anche dalla rarità della frase.
Quindi non sono certamente rari (Biagio ci confermerà che sono tantissimi:D) seppur una ricerca ed apprezzamento per la rarità di certe frasi è innegabile.

Evito di entrare nella questione di Piero Manzoni perché rischierei di inciampare su molte bucce di banana.:p

E voi, che ne pensate di questo mio essere "fuso ma non confuso ?" :rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
 

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In campo mercantile gli artisti funzionano o non funzionano (alcuni limitatamente in un determinato arco temporale) indipendentemente dalla produzione, Picasso e Warhol lo dimostrano.

"... e poi ha prodotto pochissimo..." è una (sup)postilla inserita per "spingere" all'acquisto, quando necessita.
Sempre a mio parere prescindendo dalla valenza dell'autore.
:) Ciao!!

Warhol_soup_cans_grid.jpg
 
In campo mercantile gli artisti funzionano o non funzionano (alcuni limitatamente in un determinato arco temporale) indipendentemente dalla produzione, Picasso e Warhol lo dimostrano.

grazie per la riflessione, ben motivata.OK!

Potevi anche citare le lavagne di Marchegiani o le pietre di Alfonso Fratteggiani Bianchi, o no?:D:D:D:D
 
Francesco Lo Savio nel 1958 presentò al pubblico le sue prime opere, nel corso di due importanti rassegne,
nella prima presero parte S. Lombardo, M. Schifano, R. Mambor, C. Tacchi ed il fratello Tano Festa.:bow:
Morì il 21 settembre del 1963.

Ritengo che qui possiamo definirlo raro.

attendo Vostri spunti.:bow:
 
La rarità in sé, che è poi sempre relativa come si intuirà nel proseguo del mio intervento, non si accompagna necessariamente ad elevate quotazioni di mercato.
Ciò che determina il prezzo è il rapporto tra domanda ed offerta, per cui finché la domanda è sostenuta e controbilancia l'offerta un bene o un artista potrà vedere le proprie quotazioni rafforzarsi.
Se un artista ha prodotto poco ma non c'è interesse sul mercato nei suoi confronti, ossia la domanda e scarsa, difficilmente vedrà incrementi delle quotazioni, indipendentemente dall'offerta.
Aggiungo altresi che in molti casi la scarsità di opere frena 'investimenti' sugli artisti poiché non si avrebbe un'offerta adeguata su cui poter lavorare.
Chiaro, evitiamo di rifarci a casi eccezzionali come le opere di Leonardo:D
 
L'arazzo di Boetti, il taglio di Fontana... secondo me piacciono al mercato perché sono opere commodity, basta una parola e giá hai un'idea precisa di cosa si sta parlando e quanto potrebbe valere, danno sicurezza. Secondo me un collezionista dovrebbe spingersi oltre e appunto cercare la raritá!
 
Argomento interessante Brix! OK!

La rarità potrebbe essere un elemento da prendere in considerazione, ma dipende a cosa la si riferisca.
Mi verrebbe da dire che la rarità non sta necessariamente nel numero di opere prodotte, ma che la scarsità o la abbondanza derivino principalmente dal rapporto tra opere prodotte dall'artista e opere richieste dal mercato (in pratica si torna al classico rapporto offerta/domanda).

Se un artista ha prodotto 10.000 opere ma ha potenzialmente 100.000 compratori allora la sua produzione risulterà scarsa pur non essendo "rara", viceversa un artista che ha prodotto 100 opere ma ha 10 collezionisti è certamente "raro" sul mercato ma ha una produzione abbondante rispetto a chi ne ricerca le opere.
Quindi questo secondo esempio di "rarità" non rappresenta un "fattore cardine" per il collezionista e questo tipo di scarsità non ha alcuna correlazione con un aumento di valore o di interesse.

Altrimenti basterebbe che domani mattina un artista qualunque - o anche un Follista - dichiarasse di realizzare 100 opere in tutta la sua vita e poi di appendere il pennello al chiodo, per farne qualcosa di raro e quindi di ambìto. Evidentemente non funziona così... altrimenti ognuno di noi farebbe 100 opere e saremmo tutti sistemati :D

Secondo me invece la "rarità" in campo artistico andrebbe bene a braccetto con l'essere una "chicca preziosa" all'interno della produzione di maggiore qualità di un artista.
Quindi ad esempio tra gli arazzini di Boetti, quelli con frasi poco comuni (tra le più belle), o combinazioni di colore inusuali, o di datazione più lontana.

Poi è chiaro che un artista importante che ha prodotto poco e ha quindi una produzione scarsa (anche in relazione alla domanda), rappresenta una rarità di un certo interesse, ma il mercato ha dei meccanismi piuttosto complessi e può essere che per assurdo un'eccessiva rarità possa essere anche controproducente...
 
Argomento interessante Brix! OK!

La rarità potrebbe essere un elemento da prendere in considerazione, ma dipende a cosa la si riferisca.
Mi verrebbe da dire che la rarità non sta necessariamente nel numero di opere prodotte, ma che la scarsità o la abbondanza derivino principalmente dal rapporto tra opere prodotte dall'artista e opere richieste dal mercato (in pratica si torna al classico rapporto offerta/domanda).

Se un artista ha prodotto 10.000 opere ma ha potenzialmente 100.000 compratori allora la sua produzione risulterà scarsa pur non essendo "rara", viceversa un artista che ha prodotto 100 opere ma ha 10 collezionisti è certamente "raro" sul mercato ma ha una produzione abbondante rispetto a chi ne ricerca le opere.
Quindi questo secondo esempio di "rarità" non rappresenta un "fattore cardine" per il collezionista e questo tipo di scarsità non ha alcuna correlazione con un aumento di valore o di interesse.

Altrimenti basterebbe che domani mattina un artista qualunque - o anche un Follista - dichiarasse di realizzare 100 opere in tutta la sua vita e poi di appendere il pennello al chiodo, per farne qualcosa di raro e quindi di ambìto. Evidentemente non funziona così... altrimenti ognuno di noi farebbe 100 opere e saremmo tutti sistemati :D

Secondo me invece la "rarità" in campo artistico andrebbe bene a braccetto con l'essere una "chicca preziosa" all'interno della produzione di maggiore qualità di un artista.
Quindi ad esempio tra gli arazzini di Boetti, quelli con frasi poco comuni (tra le più belle), o combinazioni di colore inusuali, o di datazione più lontana.

Poi è chiaro che un artista importante che ha prodotto poco e ha quindi una produzione scarsa (anche in relazione alla domanda), rappresenta una rarità di un certo interesse, ma il mercato ha dei meccanismi piuttosto complessi e può essere che per assurdo un'eccessiva rarità possa essere anche controproducente...

Biagio, ho espresso nella sostanza ciò che hai scritto tu, solo in meno righe:D
 
A proposito di Lo Savio riprendo dal messaggio #89.

Certamente ha denunciato con la sua opera e con la sua morte la difficoltà di esistere in una società che nega il diritto di produrre senza vendere, di ricercare fuori dagli schemi del momento, di operare nel fantastico.
:) Ciao!! a tutti.

Gastone Novelli

Francesco Lo Savio. I Metalli (1962 e 1960).

Francesco-Lo-Savio.-I-Metalli-1962-e-1960-nella-prima-sala-con-al-centro-il-Filtro-1959-60-nella.jpg
 
L'arazzo di Boetti, il taglio di Fontana... secondo me piacciono al mercato perché sono opere commodity, basta una parola e giá hai un'idea precisa di cosa si sta parlando e quanto potrebbe valere, danno sicurezza. Secondo me un collezionista dovrebbe spingersi oltre e appunto cercare la raritá!

:clap::clap:

ti riporto due artisti che adoro, peccato costino troppo, pur essendo "rari":cool:

Adolfo Wildt (non so Fontana cosa avrebbe fatto senza di lui:cool:) e Medardo Rosso:flower::flower:
... se avessi tanti soldi ti assicuro che in alternativa ad uno dei tantissimi tagli di Fontana starei su una scultura di questi qui:o
 

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La rarità in sé, che è poi sempre relativa come si intuirà nel proseguo del mio intervento, non si accompagna necessariamente ad elevate quotazioni di mercato.
Ciò che determina il prezzo è il rapporto tra domanda ed offerta, per cui finché la domanda è sostenuta e controbilancia l'offerta un bene o un artista potrà vedere le proprie quotazioni rafforzarsi.
Se un artista ha prodotto poco ma non c'è interesse sul mercato nei suoi confronti, ossia la domanda e scarsa, difficilmente vedrà incrementi delle quotazioni, indipendentemente dall'offerta.
Aggiungo altresi che in molti casi la scarsità di opere frena 'investimenti' sugli artisti poiché non si avrebbe un'offerta adeguata su cui poter lavorare.
Chiaro, evitiamo di rifarci a casi eccezzionali come le opere di Leonardo:D

Perfetto! :clap:
 
Vediamo un po'...
La rarità è un 'arma a doppio taglio.
Parmiggiani. Lo conosci bene anche te. Le opere rare sono quelle a cavallo tra la fine degli anni '60 e gli anni '80. Ecco, quella rarità, quella scarsità ha impedito di procedere con una operazione di mercato fino ad ora quando Bortolami, Simon Lee e Meessen De Clercq gli hanno fatto produrre delocazioni su delocazioni (farfalle, violini, librerie, quadri) per poter aprire una breccia nel mercato.
Ma rarità di cosa? solo del prodotto? o rarità anche nella qualità?
Prendiamo Griffa. Ha prodotto moltissimo dalla fine degli anni '60 ad oggi. Ma le opere apprezzate dal mercato sono quelle "rare" in quanto particolarmente ben riuscite.
Io credo che il concetto di rarità debba necessariamente essere contestualizzato per ogni artista. Si aprono dei mondi interi su questo argomento.
Ti posso dire che io cerco la rarità nella qualità e nella rappresentatività. Questo selezione crea necessariamente un mix vincente.
 
La risposta del mercato in relazione alle opere rare credo che in diversi casi sia strettamente legata anche alla riconoscibilità dell'artista.
Per riprendere un artista che citi, il pubblico medio riconosce i tagli di Fontana, una cerchia sicuramente più ristretta è in grado di apprezzare e riconoscere il resto della produzione (ceramiche, mosaici, disegni...).
Indubbiamente c'è anche un fattore culturale, pochi sono incentivati ad approfondire un determinato artista in tutta la sua produzione.
 
Rarità non è un valore assoluto ma va rapportata a "ricercatezza", che ha in sè due componenti, la presenza di una domanda molto superiore ai pochi esemplari disponibili e la qualità/rappresentatività, quindi quel pregio che rende il prodotto collezionistico desiderabile.
 
La " rarità " nel contemporaneo e ' difficilmente compatibile con valori più alti ; un ' opera rara e importante sarebbe , di solito , da riferirsi a epoche di gran lunga precedenti alla nostra , che è ' stata dominata da produzioni significative e per ragioni temporali inevitabilmente troppo strette .... Oggi si tende spesso a definire " raro " qualcosa che si differenzia solo in piccola parte da molte altre . Ma si tratta sempre di unicità , più esclusiva magari, il famoso detto " più unico che raro " e ' applicabile in rarissimi casi e si dovrebbe ben interpretare , se non sbaglio 😉
 
Ultima modifica:
Nel mondo di oggi è impensabile che un artista sia interessante per chi fa mercato se ha prodotto troppo poco. Con poche opere a disposizione, gli investimenti degli operatori difficilmente verrebbero ripagati. Tutto ciò è poco o per niente poetico, ma funziona così. Pertanto è praticamente una pre-condizione necessaria per emergere, l'aver prodotto un numero sufficiente di opere. Naturalmente bisogna però che l'artista in questione qualche rilevanza ce l'abbia, perchè se le tante opere disponibili non interessano a nessuno non c'è mercato che tenga. A dire il vero non sono pochi gli artisti che ricevono forti spinte mercantili (chiamasi "operazioni") pur avendo un limitato valore artistico, ma queste "operazioni" come ben sappiamo servono solo a creare le fiammate di interesse che tanto piacciono ai collezionisti boccaloni. Se vogliamo prendere in considerazione un modo serio di fare mercato, la rarità non è da ricercare nel numero di opere, ma nella qualità delle opere migliori. I Collezionisti attenti non si preoccupano delle migliaia di Dorazio inutili degli ultimi anni fatti su ordinazione e consegnati a pacchi settimanalmente, ma ricercano i Dorazio storici più blasonati che certamente sono molto più "rari". I migliori Collezionisti di Schifano non guardano alle infinite schegge, scheggette, foto ritoccate e buste impiastricciate fatte a centinaia per volta, ma cercano le sue opere davvero importanti, secondo vari livelli di "rarità". E così via...
 
Analisi poco romantica, ma probabilmente giusta ...dal punto di vista dei Collezionisti, Mercanti e Galleristi ...ma, detto senza polemica, senza quella schiera di pittori e artisti vari ( alcuni inutili, anzi disecudativi ..lo ammetto ) che lavorano per passione, in silenzio, senza troppe speranze, se non nessuna, di fare breccia nella fascia alta di Mercato ...quante persone si troverebbero con le pareti vuote nei loro salotti ?? Dove è finito l'aspetto Romantico e l'amore, non condizionato dagli aspetti commerciali, per l'Arte??? ..ridotto ai Mercatini a 10 / 20 o 100 Euro???
 
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