Approfondimenti e riflessioni su Archivi, Fondazioni e Certificazioni

accipicchia

Nuovo Utente
Registrato
8/10/13
Messaggi
9.357
Punti reazioni
444
Diciamo che serve SOLO questo

Vedi a parlare e pretendere la qualità... Ma poi il mercato richiede molto spesso solo questo! :rolleyes:

Gli Archivi, iIN GENERE, proprio perchè hanno sotto mano l'intera documentazione della produzione dell'Artista e soprattutto tutti gli scritti teorici e la Storia espositiva, sanno benissimo riconoscere la qualità e l'importanza delle opere. Poi c'è sempre chi non si fida o che considera tutti ladri, imbroglioni e incompetenti. Ragionando con logica si comprenderebbe che non può essere così, anche se casi di incompetenza e di vere e proprie truffe si sono verificati eccome. Ripeto per l'ennesima volta: compito di ogni Archivio è proprio la tutela del mercato e dei Collezionisti. Ovvio che è un servizio e ogni servizio va pagato. Ma non mi sembra utile seminare contrarietà preconcetta e diffidenza.
 
Gli Archivi, iIN GENERE, proprio perchè hanno sotto mano l'intera documentazione della produzione dell'Artista e soprattutto tutti gli scritti teorici e la Storia espositiva, sanno benissimo riconoscere la qualità e l'importanza delle opere. Poi c'è sempre chi non si fida o che considera tutti ladri, imbroglioni e incompetenti. Ragionando con logica si comprenderebbe che non può essere così, anche se casi di incompetenza e di vere e proprie truffe si sono verificati eccome. Ripeto per l'ennesima volta: compito di ogni Archivio è proprio la tutela del mercato e dei Collezionisti. Ovvio che è un servizio e ogni servizio va pagato. Ma non mi sembra utile seminare contrarietà preconcetta e diffidenza.

Io non ho scritto che gli archivi non sanno riconoscere la qualità e non ho nemmeno messo in dubbio il loro operato, a maggior ragione non avendo mai avuto il piacere!
Il mio commento, forse nello stringato si perde il senso, era il passare dal racconto di TFeF quindi dal tema "alto" del valore delle opere in termini di qualità a quello più prosaico del loro corrispettivo "burocratico", che dà la sicurezza sulla paternità ma con la qualità può anche averci poco a che fare come osservavi tu stesso a proposito dei lavori di Griffa, in particolare il più vecchio. Come a dire che finisce per contare quasi più l'autentica del resto!

O sono io che non mi spiego... o sei tu che vai di mojito già di prima mattina! :p
 
Gli Archivi, iIN GENERE, proprio perchè hanno sotto mano l'intera documentazione della produzione dell'Artista e soprattutto tutti gli scritti teorici e la Storia espositiva, sanno benissimo riconoscere la qualità e l'importanza delle opere. Poi c'è sempre chi non si fida o che considera tutti ladri, imbroglioni e incompetenti. Ragionando con logica si comprenderebbe che non può essere così, anche se casi di incompetenza e di vere e proprie truffe si sono verificati eccome. Ripeto per l'ennesima volta: compito di ogni Archivio è proprio la tutela del mercato e dei Collezionisti. Ovvio che è un servizio e ogni servizio va pagato. Ma non mi sembra utile seminare contrarietà preconcetta e diffidenza.

Dipende dalle capacità di chi gestisce l'archivio e dal sua deontologia professionale.
Doti entrambe scarse nella maggior parte degli archivi.
 
Io non ho scritto che gli archivi non sanno riconoscere la qualità e non ho nemmeno messo in dubbio il loro operato, a maggior ragione non avendo mai avuto il piacere!
Il mio commento, forse nello stringato si perde il senso, era il passare dal racconto di TFeF quindi dal tema "alto" del valore delle opere in termini di qualità a quello più prosaico del loro corrispettivo "burocratico", che dà la sicurezza sulla paternità ma con la qualità può anche averci poco a che fare come osservavi tu stesso a proposito dei lavori di Griffa, in particolare il più vecchio. Come a dire che finisce per contare quasi più l'autentica del resto!

O sono io che non mi spiego... o sei tu che vai di mojito già di prima mattina! :p

Non c'è dubbio che ogni Archivio certifica la paternità dell'opera e non la misura mai in gradi di qualità. Però, e qui allora chiarisco meglio il mio discorso, è proprio rivolgendosi all'Archivio (una volta che si è conosciuti si può anche frequentare) che si ottengono le informazioni più attendibili sulla qualità e il livello dei lavori. E' molto difficile che siano i Galleristi, evidentemente coinvolti dai loro interessi commerciali, o i Curatori che spesso sono dei prezzemolini che si occupano un po' di tutti, o i televenditori per i quali ogni quadro che devono vendere è sicuramente il Capolavoro della vita, o chissà chi altro, a dare informazioni precise e attendibili. Informazioni competenti si ottengono sicuramente da chi cura l'opera dell'Artista nel suo complesso, cioè l'Archivio. Ribadisco che ogni Archivio è facilmente contattabile e che anzi gradisce essere contattato e non disdegna certo di essere vicino al Collezionista. Purchè si tratti di Collezionista vero, cioè serio e competente, non il solito traffichino che specula su tutto. Spesso al Collezionista gli Archivi girano informazioni interessanti, qualche anteprima, e soprattutto richieste di prestito per mostre istituzionali delle opere per loro più significative. Insomma, con gli Archivi bisogna imparare a collaborare, non continuare a credere che siano solo un inutile e fastidioso ingombro burocratico.
Scusate l'OT, ma credo che queste considerazioni possano avere una loro utilità.
 
Non c'è dubbio che ogni Archivio certifica la paternità dell'opera e non la misura mai in gradi di qualità. Però, e qui allora chiarisco meglio il mio discorso, è proprio rivolgendosi all'Archivio (una volta che si è conosciuti si può anche frequentare) che si ottengono le informazioni più attendibili sulla qualità e il livello dei lavori. E' molto difficile che siano i Galleristi, evidentemente coinvolti dai loro interessi commerciali, o i Curatori che spesso sono dei prezzemolini che si occupano un po' di tutti, o i televenditori per i quali ogni quadro che devono vendere è sicuramente il Capolavoro della vita, o chissà chi altro, a dare informazioni precise e attendibili. Informazioni competenti si ottengono sicuramente da chi cura l'opera dell'Artista nel suo complesso, cioè l'Archivio. Ribadisco che ogni Archivio è facilmente contattabile e che anzi gradisce essere contattato e non disdegna certo di essere vicino al Collezionista. Purchè si tratti di Collezionista vero, cioè serio e competente, non il solito traffichino che specula su tutto. Spesso al Collezionista gli Archivi girano informazioni interessanti, qualche anteprima, e soprattutto richieste di prestito per mostre istituzionali delle opere per loro più significative. Insomma, con gli Archivi bisogna imparare a collaborare, non continuare a credere che siano solo un inutile e fastidioso ingombro burocratico.
Scusate l'OT, ma credo che queste considerazioni possano avere una loro utilità.

Per quanto mi riguarda il confronto con l'Archivio d'artista è fondamentale ancor di più quando non esiste il catalogo ragionato perchè solo loro hanno a conoscenza l'opera omnia dell'artista e sanno collocare l'opera sul giusto gradino di importanza.
 
Se parliamo di autentiche, gli archivi si esprimono in materia di autentcità, non di qualità.
Dovrebbero registrare tutte le opere originali, belle o brutte che siano.
Esattamente come l'artista in vita, che deve riconoscere come autentiche tutte le opere che ha realizzato, dai capolavori a quelle brutte.

La certificazione di un archivio affidabile è una "conditio sine qua non", ma non è un sugello di qualità. Quella la dovrebbe valutare (e provare a riconoscere) chi compra un'opera (autentica).

Poi giustamente, dove è possibile e dove ha un senso, ci si può interfacciare con archivi, artisti, gallerie, collezionisti, curatori ecc per avere ragguagli, opinioni o altro in termini di collocazione di un'opera all'interno di una produzione di un artista.

Ma questo non ha nulla a che vedere con il "semplice" certificato di archiviazione, che nulla dice sulla qualità di un'opera in quanto è relativo unicamente ad un parere sulla paternità di un'opera.
 
Gli archivi si esprimono in materia di autentcità, non di qualità.
Dovrebbero registrare tutte le opere originali, belle o brutte che siano.
Esattamente come l'artista in vita, che deve riconoscere come autentiche tutte le opere che ha realizzato, dai capolavori a quelle brutte.

La certificazione di un archivio affidabile è una "conditio sine qua non", ma non è un sugello di qualità. Quella la dovrebbe valutare (e provare a riconoscere) chi compra un'opera (autentica).

Nessuno ha mai scritto che un archivio valuta la qualità sarebbe folle! Ovviamente poi ben la conosce meglio di chiunque altro.
Se si instaura un certo tipo di rapporto serio con l'archivio assicuro che questo serve molto.
Consiglio poi a tutti quelli che acquisiscono un'opera già archivata di comunicare il cambio di proprietà all'Archivio! SEMPRE!!!!
 
Dipende dalle capacità di chi gestisce l'archivio e dal sua deontologia professionale.:eek:
Doti entrambe scarse nella maggior parte degli archivi.


mi piacerebbe tanto sapere a quale deontologia professionale possano far riferimento
gli archivi:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
 
Esatto Ale, quando la gestione di un archivio diventa una professione, bisogna rispettare lo statuto che la Fondazione/Archivio si dà.
Quindi.

deontologia Termine filosofico con cui J. Bentham chiamò la sua dottrina utilitaristica dei doveri (Deontology è anche il titolo di una delle sue opere). Il termine è entrato in uso per indicare il complesso delle norme di comportamento che disciplinano l’esercizio di una professione.
 
Le domande sono:

E' giusto che la gestione di un archivio diventi una professione?
Chi controlla che le Fondazioni/Archivi operino secondo lo statuto?
 
Mah, secondo me no, perché se il parente scomparso diventa anche la tua unica fonte di reddito, difficilmente riesci a rimanere nei canoni fondamentali del tuo statuto.
Cosa ne pensi?
Io sono un collezionista indipendente, perché non dipendo dalla mia collezione.
Faccio un altro lavoro.
 
Mah, secondo me no, perché se il parente scomparso diventa anche la tua unica fonte di reddito, difficilmente riesci a rimanere nei canoni fondamentali del tuo statuto.
Cosa ne pensi?
Io sono un collezionista indipendente, perché non dipendo dalla mia collezione.
Faccio un altro lavoro.

Eh no un archivio che lavora ad un catalogo Ragionato ha bisogno di personale che lavori 8/10 ore al giorno e ci vogliono anni ed anni.
Devono essere per forza professionisti!
 
Quindi quali sarebbero le entrate di questo sistema?
Le archiviazioni.
Dunque chiudiamo il cerchio.
 
Mah, secondo me no, perché se il parente scomparso diventa anche la tua unica fonte di reddito, difficilmente riesci a rimanere nei canoni fondamentali del tuo statuto.
Cosa ne pensi?
Io sono un collezionista indipendente, perché non dipendo dalla mia collezione.
Faccio un altro lavoro.

Nessun problema se un Archivio genera reddito, purchè sia gestito ai massimi livelli di correttezza e professionalità. Forse ai più sfugge quali siano le incombenze di un Archivio: non si tratta certo di catalogare le opere in base a delle foto e farsi pagare per questo. Un Archivio controlla, gestisce, organizza, coordina, disciplina ogni aspetto della materia riguardante l'Artista. Diventa il punto certo di riferimento per Studiosi, Ricercatori, Fondazioni, Musei, Collezioni, Gallerie, Aste, appassionati e tanto altro. Raccoglie e cataloga ogni notizia: è una banca dati di straordinaria importanza. Ci vogliono mezzi, uffici, computer, organizzazione. Deve pagare almeno una segretaria. Deve organizzare un Comitato che periodicamente deve riunirsi sostenendo delle spese. Deve promuovere manifestazioni e provvedere a pubblicazioni, articoli, informative, ecc. Deve pagarsi gli spostamenti per partecipare a dibattiti, riunioni, attività culturali. Deve pubblicare il Catalogo Ragionato o Generale e disporre i successivi aggiornamenti. Qualcuno pensa che i 3 o 400 euro che vengono giustamente richiesti per il certificato siano tutto guadagno?? Ma per favore. Un Archivio deve ragionare da impresa.

P.S. Faccenda gestisce ottimamente un Archivio (anche più di uno). Chiedete a lui...
 
Ultima modifica:
Quindi quali sarebbero le entrate di questo sistema?
Le archiviazioni.
Dunque chiudiamo il cerchio.


Eh no I soliti provenienti dalle archiviazioni non comprono certo tutti i costi in fase di catalogazione spesso serve un ente o fondazione che finanzi il lavoro! Archiviare è cosa non così complessa ma creare un catalogo ti assicuro ha una portata ben diversa dal punto di vista economi e di forza lavoro.

Comunque mi sembra più che corretto! Io parlo di professionisti non di parenti!
Mi sa che avete a che fare con Archivi effettivamente di serie B.

Questi professioni, storici dell'arte vogliamo farli vivere d'aria? Vogliamo che prendano mazzette per far archivi?

Gli Archivi seri hanno un'assemblea dei soci, un comitato direttivo, un comitato scientifico.

L'archivio oltre che archiviare deve tutelare l'immagine dell'artista e al limite anche i diritti.
 
la qualità è importante ma se hai un archivio non riconosciuto poi ne parliamo

Guarda che ti do ragione e il mio commento semmai era rafforzativo.
Indipendentemente dalla correttezza o meno degli archivi ed anche dalla loro riconosciuta utilità la "archiviazione" è una precondizione/requisito mutuando quanto avviene in altri settori per "la libera circolazione" delle opere, mentre la "qualità" è o meglio dovrebbe essere l'unità di misura del valore dell'opera, spesso non correlata al prezzo che corrisponde alla valorizzazione data dal mercato, contestualmente è il viatico e il faro per il miglioramento della propria collezione.

P.S. Faccenda si era già espresso e mi pare ne emergesse uno spaccato a luci ed ombre guardato con occhio critico ma potrei aver avuto una percezione sbagliata. Come sostenuto da qualcuno questo stralcio di discussione forse starebbe meglio nel 3D dedicato agli archivi.
 
Guarda che ti do ragione e il mio commento semmai era rafforzativo.
Indipendentemente dalla correttezza o meno degli archivi ed anche dalla loro riconosciuta utilità la "archiviazione" è una precondizione/requisito mutuando quanto avviene in altri settori per "la libera circolazione" delle opere, mentre la "qualità" è o meglio dovrebbe essere l'unità di misura del valore dell'opera, spesso non correlata al prezzo che corrisponde alla valorizzazione data dal mercato, contestualmente è il viatico e il faro per il miglioramento della propria collezione.

P.S. Faccenda si era già espresso e mi pare ne emergesse uno spaccato a luci ed ombre guardato con occhio critico ma potrei aver avuto una percezione sbagliata. Come sostenuto da qualcuno questo stralcio di discussione forse starebbe meglio nel 3D dedicato agli archivi.

Assolutamente, per vasarely visto che si parla di questo credo, c'è stata una sentenza che autorizza il solo pierre a rilasciare archiviazioni mi chiedevo come mai passano opere con altri certificati forse è cambiato qualcosa?
.
 
Se parliamo di autentiche, gli archivi si esprimono in materia di autentcità, non di qualità. Dovrebbero registrare tutte le opere originali, belle o brutte che siano. Esattamente come l'artista in vita, che deve riconoscere come autentiche tutte le opere che ha realizzato, dai capolavori a quelle brutte. La certificazione di un archivio affidabile è una "conditio sine qua non", ma non è un sugello di qualità. Quella la dovrebbe valutare (e provare a riconoscere) chi compra un'opera (autentica). Poi giustamente, dove è possibile e dove ha un senso, ci si può interfacciare con archivi, artisti, gallerie, collezionisti, curatori ecc per avere ragguagli, opinioni o altro in termini di collocazione di un'opera all'interno di una produzione di un artista. Ma questo non ha nulla a che vedere con il "semplice" certificato di archiviazione, che nulla dice sulla qualità di un'opera in quanto è relativo unicamente ad un parere sulla paternità di un'opera.
difficile dibattere su un tema assai articolato, dentro un fol, a scanzo anche di offendere qualche archivio, che non merita, comunque detto e letto quanto sopra, vorrei aggiungere che tante volte si scrive "attribuito al maestro", dovrebbe far riflettere questa affermazione ai più che son fissati con gli archivi, e soprattutto gli archivi legati strettamente ai parenti dell'artista tal dei tali. Ho visto opere buone considerate false ed opere non buone archiviate.... "fate vobis"...
 
Indietro