Alessandro Celli
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Di Lui, scomparso ieri notte, non abbiamo mai aperto un 3D.
Peccato
Germano Celant, che voi amate tanto, scrisse “si pone direttamente in contatto con il soggetto-fruitore coinvolgendolo spazialmente, generando un’inaspettata sensazione di perdita del limite tra reale ed irreale”.
In realtà il legame fra l’artista ed alcune formule primarie dell’Arte Povera, ci sta tutto.
Ma non era un poverista, basta leggerlo :
“Io, anche se mi sentivo politicamente vicino, non volevo coinvolgere l’arte, né subordinarla ad altro come le ideologie e le religioni”.
Ovvio che il muoversi in autonomia rispetto a gruppi organizzati non ha certo giovato alla riconoscibilità storica e al riscontro del suo lavoro nel sistema dell’arte.
Pure una critica che stimo notoriamente come Lea Vergine scrisse di Lui:
= una scultura di Antonio Trotta che raffigura un fazzoletto, bella “perché non si sa cosa c’è sotto”
Peccato
Germano Celant, che voi amate tanto, scrisse “si pone direttamente in contatto con il soggetto-fruitore coinvolgendolo spazialmente, generando un’inaspettata sensazione di perdita del limite tra reale ed irreale”.
In realtà il legame fra l’artista ed alcune formule primarie dell’Arte Povera, ci sta tutto.
Ma non era un poverista, basta leggerlo :
“Io, anche se mi sentivo politicamente vicino, non volevo coinvolgere l’arte, né subordinarla ad altro come le ideologie e le religioni”.
Ovvio che il muoversi in autonomia rispetto a gruppi organizzati non ha certo giovato alla riconoscibilità storica e al riscontro del suo lavoro nel sistema dell’arte.
Pure una critica che stimo notoriamente come Lea Vergine scrisse di Lui:
= una scultura di Antonio Trotta che raffigura un fazzoletto, bella “perché non si sa cosa c’è sotto”