Piero Golia

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Giuseppeart

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19/9/17
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Attraverso idee, forme e gesti specifici, Piero Golia crea opere che sovvertono la concezione dell’arte contemporanea. Spesso la loro ambientazione è uno spazio pubblico, sebbene non appartengano ad alcuna categoria, non si tratta infatti né di Land Art né di arte pubblica. Ad esempio nel 2006, facendo eco all’opera di Bas Jan Ader, scomparve da New York per riapparire tre settimane dopo a Copenaghen per tenere una presentazione alla Royal Academy of Arts sul suo atto di sparizione. Nel 2010, creò Luminous Sphere, una sfera luminosa, installata sul tetto dello Standard Hotel sulla Sunset Boulevard a Los Angeles, che si accende quando l’artista è in città e si spegne quando viaggia. Nel 2005, sempre a Los Angeles, ha dato inizio alla Mountain School of Art (MSA^) con l’artista Eric Wesley. Se da un lato il progetto richiama il leggendario “Black Mountain College”, dall’altro sfida le differenze tra una scuola, un’opera d’arte, un bar e un centro sociale, dove si mescola arte, educazione, fare contatti e fare amicizia. Concepita come parte di un corpo di lavori creati per disorientare lo spettatore.

L’opera di Piero Golia (Napoli, Italia, 1974) è stata oggetto di mostre personali presso l’Ulrich Museum of Art di Wichita, Kansas (Stati Uniti), la Kunsthaus Baselland di Basilea, Svizzera, la Fondazione Memmo di Roma, il Nasher Sculpture Center di Dallas, Gagosian Gallery di Roma, Parigi e Los Angeles, Almine Rech Gallery di Bruxelles, Galleria Fonti di Napoli, lo Stedeljik Museum di Amsterdam, l’Uplands Gallery di Melbourne, Australia, Bortolami di New York, Istituto Svizzero di Roma (con Fabian Marti), Cosmic Galerie di Parigi, Galleri Christina Wilson di Copenaghen, Viafarini di Milano, Ecart di Basilea e Studio Morra di Napoli.

L’artista ha inoltre partecipato a mostre collettive presso il Museum of Contemporary Art di Detroit, l’Hammer Museum di Los Angeles, il MAXXI di Roma, il MOCA di Los Angeles, il MARCO di Vigo (Spagna), il Witte de With di Rotterdam, Olanda, la Fundación/Colección Jumex di Città del Messico, il Moderna Museet di Stoccolma, MoMA|PS1 di New York, la Serpentine Gallery
di Londra, lo Sculpture Center di New York, l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Oslo, lo Swiss Institute di New York e il Folkwang Museum di Essen (Germania). Ha inoltre preso parte a diverse biennali come la Biennale di Mosca, la Biennale di Praga, Performa, il Padiglione italiano alla Biennale di Venezia, Prospect a New Orleans e Site Santa Fe, New Mexico (Stati Uniti.
 
Ad esempio nel 2006 scomparve da New York per riapparire tre settimane dopo a Copenaghen per tenere una presentazione alla Royal Academy of Arts sul suo atto di sparizione.

Tra una sparizione e l'altra facciamo un po' di luce...
:) Ciao!!

View of Luminous Sphere, 2010.

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Studio (4/13/2013), 2013 (detail) Bronze, brass, aluminum, zinc alloy, copper, stainless steel 26.7 x 98.4 x 99.1 cm

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Painting #53 red to gold 2014.

images (1).jpeg
 
Visto che il neon è un articolo che tira🤪, riporto in alto una discussione su un ‘artista ( non è nella mia collezione) che ritengo valido e che non si è limitato alle installazioni col neon ma ha spaziato già in vari campi e sperimentazioni... artista relativamente giovane ma già le sue opere raggiungono quotazioni importanti... artista internazionale, italiano ma sconosciuto ai più che frequentano questo forum... o mi sbaglio???
 
bravissimo Giuseppe.:clap::clap::clap::clap:

Grazie per dare un pò di aria nuova a questo forum che gira da tempo solo sui soliti quattro o cinque gettonati nomi:o
 
Non lo conoscevo, ma ho visto che é già nella scuderia di Gagosian, sicché mi immagino (o mi sbaglio?) i prezzi saranno già altini.
 
L’opera di Golia è caratterizzata da un rigore costante, nulla è mai causale nella sua attitudine, nel processo e nella risoluzione dei problemi affrontati. La sua è arte che rivendica una presenza, in maniera a volte anche poco sottile. Del resto, lo aveva già detto nel 2002 che faceva sul serio (Faccio sul serio, 2002, neon pubblicato sull'altro 3D neon).

Colpisce questo impegno che per certi versi fa a pugni con la definizione che lui stesso sembra essersi attribuito in tempi più recenti, con quel tipico compiacimento di chi si prende gioco di tutto e tutti in un’edonistica tela di contraddizioni: fautore di “conceptual bullshit art”.

Golia lo definirei invece uno scultore pragmatico della tragicità, e le sue opere, monumenti contemporanei — definizione che a lui piacerà molto —, per quanto siano spesso inafferrabili e persino inesistenti, ma sempre capaci di immergerci nel dedalo della banalità, elevandolo, elogiandone lo spessore. La sua opera è sostanziosa e lascia percepire un coinvolgimento che l’artista sembra volere definire sociale o politico, caratterizzato da una continua osservazione della realtà che lo circonda

fonte : Patrick Steffen L.A. Editor di Flash Art

quanto costa? Boh, forse 2 million dollars:D (opera qui sotto)
 

Allegati

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altro punto a favore dell'Artista:

"Piero Golia non ama essere intervistato. Pensa che questo strumento di scambio intellettuale in realtà promuova una certa pigrizia nei critici che dovrebbero concentrarsi di più sulle opere, piuttosto che chiedere agli artisti di spiegarle"

:clap::clap::clap::clap:
 
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