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Guest
dal sito di Punta della Dogana/palazzo Grassi
Peter Dreher è un pittore tedesco nato nel 1932 a Mannheim. Profondamente segnato dalle atrocità della seconda guerra mondiale e del regime nazista, considera la pittura una scappatoia, un rifugio. Che si tratti di nature morte, di vasi, di facciate di edifici newyorkesi o di motivi astratti, i soggetti dei suoi dipinti sono il risultato di una ricerca pittorica sulla luce e sulla trasparenza. Nel 1974 l’artista realizza la prima tela che costituisce oggi l’inizio della serie Tag um Tag guter Tag, il progetto della sua vita. Ogni giorno e ogni notte, in maniera iperrealistica, Dreher dipinge lo stesso bicchiere vuoto messo su un tavolo di fronte a un muro bianco. L’artista oggi ha accumulato più di 3000 rappresentazioni di questo bicchiere d’acqua seguendo una sola e semplice regola: una volta cominciato il dipinto, questo deve essere finito nello stesso giorno. Il lavoro di Dreher è una sorta di diario in cui l’artista annota la cronaca di un esercizio di meditazione con il quale smantella le regole della pittura, approfondendo la relazione tra ciò che vediamo e ciò che sappiamo.
Importanti mostre personali dedicate a Peter Dreher si sono tenute al Milton Keynes Museum, in Gran Bretagna (2013), al Landesvertretung Baden-Würtemberg di Berlino(2012) e al Musée d’art moderne et contemporain di Ginevra (2011). Peter Dreher è incluso nella mostra a “Accrochage” (2016) a Punta della Dogana.
Vi diro', ci sono capitata sopra per puro caso e ho visto un paio di sue opere, un paio di bicchieri, in una importante fiera internazionale, ma al momento non mi avevano colpito granche'. Poi ho approfondito le tematiche del suo lavoro e a parte il chiaro omaggio agli Impressionisti (mi vengono in mente le tante cattedrali di Monet rese nei vari momenti della giornata anche se in questo caso era un inno alla bellezza e alla natura) vi diro' che non mi dispiace anche se sono sicura che i bicchieri, la sua opera cult (come per On Kawara le scritte), non rappresentino per forza l'unico suo filone interessante. Certo e' che la sua ricerca mainstrem e' costituita da serie, e questa sua ossessione sul tempo da una parte mi affascina dall'altra mi turba non poco anche perche' usa sovente colori freddi, una palette algida... Voi cosa ne pensate? Vi piace?
Peter Dreher è un pittore tedesco nato nel 1932 a Mannheim. Profondamente segnato dalle atrocità della seconda guerra mondiale e del regime nazista, considera la pittura una scappatoia, un rifugio. Che si tratti di nature morte, di vasi, di facciate di edifici newyorkesi o di motivi astratti, i soggetti dei suoi dipinti sono il risultato di una ricerca pittorica sulla luce e sulla trasparenza. Nel 1974 l’artista realizza la prima tela che costituisce oggi l’inizio della serie Tag um Tag guter Tag, il progetto della sua vita. Ogni giorno e ogni notte, in maniera iperrealistica, Dreher dipinge lo stesso bicchiere vuoto messo su un tavolo di fronte a un muro bianco. L’artista oggi ha accumulato più di 3000 rappresentazioni di questo bicchiere d’acqua seguendo una sola e semplice regola: una volta cominciato il dipinto, questo deve essere finito nello stesso giorno. Il lavoro di Dreher è una sorta di diario in cui l’artista annota la cronaca di un esercizio di meditazione con il quale smantella le regole della pittura, approfondendo la relazione tra ciò che vediamo e ciò che sappiamo.
Importanti mostre personali dedicate a Peter Dreher si sono tenute al Milton Keynes Museum, in Gran Bretagna (2013), al Landesvertretung Baden-Würtemberg di Berlino(2012) e al Musée d’art moderne et contemporain di Ginevra (2011). Peter Dreher è incluso nella mostra a “Accrochage” (2016) a Punta della Dogana.
Vi diro', ci sono capitata sopra per puro caso e ho visto un paio di sue opere, un paio di bicchieri, in una importante fiera internazionale, ma al momento non mi avevano colpito granche'. Poi ho approfondito le tematiche del suo lavoro e a parte il chiaro omaggio agli Impressionisti (mi vengono in mente le tante cattedrali di Monet rese nei vari momenti della giornata anche se in questo caso era un inno alla bellezza e alla natura) vi diro' che non mi dispiace anche se sono sicura che i bicchieri, la sua opera cult (come per On Kawara le scritte), non rappresentino per forza l'unico suo filone interessante. Certo e' che la sua ricerca mainstrem e' costituita da serie, e questa sua ossessione sul tempo da una parte mi affascina dall'altra mi turba non poco anche perche' usa sovente colori freddi, una palette algida... Voi cosa ne pensate? Vi piace?