Provo a dare il mio punto di vista, rispondendo a Te e anche a @
gabriban e @
artepassion, iniziando proprio da quest'ultimo (tanto per fare una premessa che mi pare doverosa) proprio in punto avvocati :D : che sennò PRIMA colpa del processo “spiccio” ;) , poi – appurato che una certa sommarietà di rito è stata scelta dall’imputato – colpa degli avvocati, per quale motivo non si sa, ma @
artepassion a quanto pare ORA sostiene di sapere ma di non poter dire, di talché sarebbe stato necessariamente costretto a fare un discorso “generale” sugli avvocati (ho capito bene? :D).
@
artepassion: ovviamente nella sentenza NON sono entrate nello specifico tutte le prove contenute e raccolte nel fascicolo del pm. Io leggo (e presumo anche che nessuno finisca con una condanna senza uno straccio di prove) che sono state portate dall’accusa prove (leggi la sentenza: “la prospettazione accusatoria appare positivamente e sufficientemente suffragata dalle risultanze degli atti di indagine e dalla deposizione del teste Larkin Erdmann”…., poi si fa riferimento a fotogrammi riproducenti l’opera descritta e alla corrispondenza tra il denunciante e l’imputato…,beh, il “contenuto non lo so :) , poi ancora alla falsità confermata dalla storica dell’arte Jeannette Redensek etc.) mentre la difesa non ha portato altro che affermazioni, a quanto pare. Nell’intervista all’imputato si legge che l’opera non sarebbe stata in vendita, in sentenza pare abbia confermato in seno al processo di avere ricevuto un’offerta di 320k (possibile che un altro Gallerista, già acquirente e che si definisce potenziale acquirente, “si muova”, si attivi con una Fondazione, senza che si sia parlato di una possibile compravendita? Possibile eh, anche atteso che ne aveva già comprate due recanti un numero ma pur sempre sprovviste di certificato a quanto pare....).
Boh…. sarà “colpa” degli avvocati :D
Io quel che so è che di norma se ho elementi validi per difendermi in un processo penale, questi elementi nel processo li faccio entrare, poi non so…. Sarà stata una difesa masochista? Evabbé…. :D
Venendo a Te (@Loryred e anche @
gabriban), leggo che la provenienza dell’opera dalla Galleria Sidney Janis di New York sarebbe stata riferita dall’imputato al presidente della Fondazione Albers. Nulla a quanto pare sarebbe stato detto dall’imputato circa la provenienza, e sempre a quanto pare la riferita situazione di coeredità non sarebbe stata confermata (ci sarebbe voluto davvero poco, o sbaglio? O tutti "scappano", davanti a un’opera sotto processo? :D. Domanda che mi sorge spontanea, poi per carità, magari i coeredi si saranno espressi....).
Poi, se quest’opera avesse avuto mostre e fosse stata davvero inserita in qualche catalogo (come pare dichiarato dall’imputato fuori dal processo) – Galleria chiusa o no – penso che non sarebbe stato impossibile trovare copia di quel catalogo. Sbaglio? :) Boh, staremo a veder, le mie sono solo considerazioni da “tecnica” che si legge una sentenza, e trae qualche conclusione e qualche domanda da ciò che legge :)
E ancora dalla sentenza (e avendo letto pure l’altro 3D ho l’impressione che qui si sia “aperto” e velocemente chiuso un altro capitolo purtroppo “triste” dell’Arte….): “tali conclusioni [sulla falsità ndr.] venivano avallate dalla storica dell’arte della Fondazione Jeannette Redensek, la quale sosteneva trattarsi di un falso facente parte di un gruppo di dipinti attribuiti falsamente all’Albers ed apparsi sul mercato negli anni 80, la maggiorparte dei quali collegati a certo Alviani, autore di una monografia su Josef Albers”…. Se metti a confronto quanto scritto in sentenza e quanto riferito da Politi, non emerge un “quadro” confortante. Che ti devo dire…. :)
L'unica pubblicazione dichiarata (edit: dichiarata in sede di intervista) mi pare questa, sulla monografia appunto di Alviani del 1988 (quindi risalente a due anni dopo la data del dichiarato acquisto), come da dichiarazioni dell'imputato qui:
La replica dell'art dealer Gabriele Seno
Ebbene, in questo processo, su tutta questa "roba", non vedranno ingresso ulteriori elementi di prova e/o "approfondimenti", perché esclusi per scelta dell'imputato, io almeno leggo pure questo, una "pietra su un sepolcro", se di sepolcro trattasi (prendiamo tutte le affermazioni non provate come tali): diciamo così. Ovviamente la mia idea me la sono fatta, e qualche dubbio ce l'ho, ma (da tecnica) mi è chiaro che l'eventuale prosieguo di questo processo non servirà a chiarirlo.
Poi non escludo (ripeto: non sono esperta) che se l'imputato ha fatto appello possa invocare in quella sede Giurisprudenza magari diversa da quella usata, così come far emergere una diversa valenza e/o interpretabilità delle prove che hanno trovato ingresso (vd. testimonianza, ad esempio). Ma non certo invocare prove oramai precluse, almeno credo proprio.
Edit: per chiarezza. Io non posso nemmeno escludere aprioristicamente la scelta di una strategia difensiva inadeguata eh :) Lavorando nel campo delle probabilità, e leggendo ciò che è dato leggere, ribadisco solo che mi suona molto strano che prima si parli di processo sommario e - una volta appurato che è frutto di una scelta - che tale scelta inadeguata sia stata assunta unilateralmente dagli avvocati (le strategie è ovvio che alla fine le consiglino loro, è il lavoro dell'avvocato), senza spiegare al proprio assistito a cosa sarebbe andato incontro nell'ipotesi di un giudizio a rito abbreviato e nell'ipotesi di un giudizio ad istruttoria "piena". Poi ripeto: tutto è possibile, ma in questi casi (e mi ricollego all'altro discorso che faceva @
adriano meis) è verosimilmente più facile fare commenti "a casaccio" sui social sugli esiti di sentenze facendo leva su argomenti che presuppongono la non conoscenza del sistema processuale da parte di chi legge. Tutto qui, poi nei fatti (perché SUI FATTI dobbiamo ragionare, e quelli di cui disponiamo sono elementi necessariamente parziali) staremo a vedere come va a finire. Pure a me pare strano che - se uno assume di essere innocente- non sia stata richiesta una perizia atta a dimostrare non già tanto la compatibilità dei pigmenti, quanto piuttosto (o anche) l'autografia della firma, tanto per fare un altro esempio.... Possibile che tutto questo non sia venuto in mente ad avvocati? Io non escludo niente (per carità: non faccio apologie aprioristiche nemmeno della categoria :no: ), ma ragiono su ciò che leggo, e poi guardo necessariamente ai fatti. Se poi l'imputato si dichiarerà "vittima" di scelte inadeguate dei suoi legali, leggerò anche quello :) , non ovviamente però nelle chiacchiere "da social", o almeno, se poi il peso è lo stesso delle doglianze per perizie non svolte in un processo dove sono state escluse, libera io di valutare se di "vittima" si tratta, o di "scelta" :)