Lorenzo Viani

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Su suggerimento dell'amico NonOmnis apro questo thread dedicato a uno dei più grandi e forse meno conosciuti pittori italiani di sempre: Lorenzo Viani. C'era qua e là qualcosa sul forum ma mi sembrava il caso di partire in modo più ordinato.
Io personalmente lo ritengo un gigante e me ne sono innamorato quando vidi, tanti anni fa, ad una mostra dei postmacchiaioli a Roma, quello che forse è il suo quadro più celebre, la "Moglie di marinaro". Immediatamente ho capito di avere davanti agli occhi un quadro che non avrei mai più dimenticato. E infatti lo voglio porre in apertura del thread, con tutta la cornice, come lo vidi io, perché per me i quadri non sono foto patinate sui libri, ma sono carne e sangue, legno e polvere.
Viani è stato paragonato a Munch e ad altri pittori, probabilmente nato altrove avrebbe avuto maggior fortuna. Chissà. Il pittore degli sventurati. Un pittore originalissimo, maledetto, un pittore di un altro pianeta: il nostro.

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Dobbiamo alla pregevolissima iniziativa dell'amico AM-Art la possibilità di riparlare di uno degli artisti più originali del primo Novecento: Lorenzo Viani.
Significative le parole di riconoscenza usate per lui da Ottone Rosai: "Viani è stato il babbo di tutti noi che abbiamo inteso scavare al fondo degli uomini".
Un pittore di respiro europeo, Viani, da porre in confronto anche con Munch, il cui "grido" echeggia nei "vageri" del grande pittore viareggino e nelle figure desolate di quei "vinti" che egli dipinse in sintonia con Verga e come prime prede del "male oscuro" poi raccontato da Berto.
 
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Vedo grande dignità in queste persone che sembrano non avere alcun modo per sfogarsi o lamentarsi, ma tengono dentro quel grido di sofferenza e vanno avanti nonostante i drammi della vita. Munch ha dato voce a queste persone con il suo atroce urlo silenzioso…
 
Ecco a Viani non mi sono mai avvicinato...un tipo di pittura che non mi hai mai catturato...leggero' con molta attenzione i vostri interventi....
 
Sarà una coincidenza, per carità, ma ieri sera Faccenda ha citato Viani in tutte le salse, definendolo con la stessa parola usata da me, un gigante: chissà che da un giorno all'altro non ci ritroviamo qualche quadro in vendita e scatti anche per lui l'operazione "lacrime e violini". ;)
 
Grazie AM-Art:clap::clap::clap:


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e vabbè:rolleyes:
 
Dimenticato sì, però questa opera del 1911
“Signora con crisantemo” alla Ketterer Kunst, Berlino
Nel giugno del 2012 fu aggiudicata per 189.100 euro

a volte i teTesKi sono più attenti di noi:o
 

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Dimenticato sì, però questa opera del 1911
“Signora con crisantemo” alla Ketterer Kunst, Berlino
Nel giugno del 2012 fu aggiudicata per 189.100 euro

a volte i teTesKi sono più attenti di noi:o

Be' sì, perché questa è proprio un'opera espressionista quanto mai, tipica della sensibilità estetica dei tedeschi.
 
Sarà una coincidenza, per carità, ma ieri sera Faccenda ha citato Viani in tutte le salse, definendolo con la stessa parola usata da me, un gigante: chissà che da un giorno all'altro non ci ritroviamo qualche quadro in vendita e scatti anche per lui l'operazione "lacrime e violini". ;)

Beh avrà letto un tuo intervento....ci può stare...e se lo ha fatto e' una persona intelligente...penso sia giusto memorizzare ed incamerare quello che di buono si sente e si legge...
 
Come tanti pagò il prezzo del fascismo, anche se
anche se
pagò molto di più, essendo anarchico:o

Mussolini, che ne avvertiva la purezza e la romantica ingenuità, gli piaceva, ma confidò a De Begnac: «Lorenzo Viani, fascista rimasto libertario o libertario divenuto fascista, mi scrive spesso dal suo studio viareggino (....eccetera eccetera) e mi dice che la rivoluzione deve avere come avanguardia gli artisti, non gli intellettuali, i pensatori, i filosofi. E ho capito, una volta di più, come e quanto la cultura della rivoluzione nasca proprio su quella riva del socialismo libertario, completamente avulsa da pratiche poetiche di tradizionale mediocrità» (Yvon De Begnac,Taccuini mussoliniani, a cura di Francesco Perfetti, Il Mulino, 1990, pp. 428-429).

"Fascista rimasto libertario o libertario divenuto fascista", Viani sarà sempre scomodo e controcorrente. Sempre.

Anche per questo non fu mai pienamente amato dagli esponenti di regime. Mino Maccari nei suoi confronti parlò addirittura di devianza artistica, con un’eco hitleriana inquietantemente reale. Basterebbe questo a far comprendere come per Viani il fascismo abbia rappresentato un equivoco profondo.
Un’ipoteca ideologica che ha finito per prevalere su se stesso, una zavorra ingannevole e asfissiante da cui liberare la figura di questo sfortunato ma immenso intellettuale.

E’ stato anche uno scrittore e un poeta straordinario, che ha realizzato uno dei più bei titoli della letteratura italiana: “Scriverò poesie così mi diranno poeta”:D
 

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Gli occhi, nelle figure di Viani, non guardano, scrutano, e ti trasmettono il disagio che dimora dentro loro.
Non cercano interlocutori compiacenti, ma similari, che abbiano sguardi allagati dall'inquietudine e menti disposte a interrogarsi.
Solo se senti un pugno allo stomaco, quando stupisci dinanzi ad essi, puoi dire di essere sulla strada giusta per comprendere qualcosa di "quella" verità, aspra come la sete, che non è per tutti.
 
UNA INFO: sapete chi autentica/archivia le opere di Viani?
grazie
 
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