Luciano Fabro

Alessandro Celli

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Mi pare doveroso aprire un 3D a Lui dedicato.
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Luciano Fabro, Lo spirato.
“Io rappresento l’ingombro dell’oggetto nella vanità dell’ideologia. Dal pieno al vuoto senza soluzione di continuità. “


= Sappiamo che l’autore iniziò a lavorarvi nel 1968. Una serie di fotografie lo ritraggono steso a terra, il corpo adagiato su un giaciglio, semicoperto da un lenzuolo e con la testa poggiata sul cuscino. Da quella posa venne tratto il calco in gesso e dal gesso il pregiato e costoso marmo.
Per finanziarlo, Fabro emise cento cedole e ne vendette cinquanta facendo de Lo spirato una proprietà collettiva della quale era il maggiore azionista. L’opera, sottratta in questo modo alla speculazione del mercato, è anche espressione di un’altra significativa sottrazione: dalla realtà alla sua trasposizione in arte, il corpo si è volatizzato, ne rimane solo la forma trattenuta dal panneggio del lenzuolo e dall’impronta lasciata sul cuscino.
Anno cruciale, per Fabro, il 1968, quando passò dalla tautologia all’ontologico (l’espressione è sua).

Rinunciò a lavorare sul dato di fatto abbandonando la prassi che le avanguardie dell’epoca impiegavano come antidoto all’idealismo e che lui stesso aveva adottato per «scansare ridicole interpretazioni e fare cose di facile lettura». Si dedicò, di contro, alla cosa in sé, il cui valore non doveva essere particolare (legato al singolo oggetto), ma esemplare (valido per tutti).=
 

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Pietro Coletta, a proposito di Fabro.

Nel 1969, ancora studente all’Accademia di Brera, presi un affitto uno spazio in corso Garibaldi 44, come atelier di scultura che in seguito divenne anche la mia abitazione. Un giorno vidi a pochi metri dal luogo in cui lavoravo una porta verde con l’iscrizione “Fabro”.
Pensai: < Bene, sono fortunato ad avere come vicino un fabbro per il mio lavoro. Sarà comunque bravo, anche se ha dimenticato di aggiungere una “b” alla scritta>.
Un giorno vidi vicino alla porta verde un giovane snello, accovacciato mentre impastava il gesso in un bacile. Mi avvicinai, lo salutai e gli dissi: << Ma il fabbro di solito lavora il ferro!>>.
Mi guardò sorpreso e immediatamente si aprì in un dolce sorriso. Quello stesso sorriso che mi apparve in sogno la stessa notte della sua dipartita mentre usciva da quella porta verde spingendo una grande scultura su due ruote di luce. Sorpreso gli dissi: << Luciano, dove stai andando?>> .

Mi guardò e rispose solo con lo stesso sorriso del nostro primo incontro: quel sorriso dolce, plasmato da mani invisibili annegate nel magnetico pallido gesso vomitante pensieri arcani di memorie ancestrali echi di materia antica alchimie poetiche disegni sognati dalle mani dell’anima affondate nel pallido gesso ricordo di quel dolce sorriso.
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Opera : "tre modi di mettere le lenzuola"
 

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Fabro è stato uno degli artisti più intellettuali e concettuali, secondo me tra i più sottili ma anche tra i più difficili da capire.
 
Da una intervista a Rosalind Krauss
Lei è a Torino, la culla dell’Arte Povera: le interessava questo gruppo di artisti?
«Moltissimo, in particolare il lavoro di Luciano Fabro, il suo modo di affrontare la scultura come una reinvenzione del Barocco».
 

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Complimenti, non è semplice organizzare una mostra di Fabbro...
 
questa è una bella notizia prima della buona notte a tutti!
 
tanto per tornare su una b sola

riporto quanto sopra:
Pietro Coletta, a proposito di Fabro.

Nel 1969, ancora studente all’Accademia di Brera, presi un affitto uno spazio in corso Garibaldi 44, come atelier di scultura che in seguito divenne anche la mia abitazione. Un giorno vidi a pochi metri dal luogo in cui lavoravo una porta verde con l’iscrizione “Fabro”.
Pensai: < Bene, sono fortunato ad avere come vicino un fabbro per il mio lavoro. Sarà comunque bravo, anche se ha dimenticato di aggiungere una “b” alla scritta>.
Un giorno vidi vicino alla porta verde un giovane snello, accovacciato mentre impastava il gesso in un bacile. Mi avvicinai, lo salutai e gli dissi: << Ma il fabbro di solito lavora il ferro!>>.
Mi guardò sorpreso e immediatamente si aprì in un dolce sorriso. Quello stesso sorriso che mi apparve in sogno la stessa notte della sua dipartita mentre usciva da quella porta verde spingendo una grande scultura su due ruote di luce. Sorpreso gli dissi: << Luciano, dove stai andando?>> .
 
Perché hanno tutte la doppia datazione?

Perché la prima data é quella della realizzazione dell'opera , la seconda é quella della realizzazione delle edizioni seguenti... esempio tondo e rettangolo realizzato nel 1964 la prima realizzazione ha solo la data del 1964 ed é di proprietà dell'archivio. Questa opera é tirata a 8
 
Perché la prima data é quella della realizzazione dell'opera , la seconda é quella della realizzazione delle edizioni seguenti... esempio tondo e rettangolo realizzato nel 1964 la prima realizzazione ha solo la data del 1964 ed é di proprietà dell'archivio. Questa opera é tirata a 8

Perfetto! Grazie
 
Alla Biennale di Sydney : unico artista italiano presente:o

La 21a Biennale di Sydney, che si terrà fra il 16 marzo e l’11 giugno 2018 in numerose gallerie e varie località di Sydney, ospiterà quest’anno alcune opere di Luciano Fabro, noto esponente del movimento artistico italiano d’avanguardia Arte Povera. Il movimento, sviluppatosi nella seconda metà degli anni ’60 soprattutto a Torino, era formato da una dozzina di artisti che realizzavano le loro opere – soprattutto sculture - utilizzando materiali comuni e che intendevano evocare un’era pre-industriale come terra, pietre, tessuti, carta e corda.

L’artista e scrittore concettuale Luciano Fabro (1936-2007) ha dedicato il suo percorso artistico alla ridefinizione del potenziale artistico della scultura utilizzando una vasta gamma di materiali, sia tradizionali che non, sfidando le possibilità creative di questo mezzo. Seguendo tale metodologia, Ogni ordine è contemporaneo d’ogni altro ordine. Quattro modi di esaminare la facciata del SS. Redentore a Venezia (1972) consiste in un disegno lineare serigrafato in quattro parti. Fabro trae ispirazione dal Convivio (1304 circa), un testo incompiuto di Dante Alighieri nel quale l’autore esplora tutta una serie di idee riguardanti l’etica, la politica e la filosofia. All’interno dei quattro trattati Dante fornisce parametri distinti per interpretare un’opera d’arte: il letterale, l’allegorico, il morale e l’anagogico. In linea con le istruzioni di Dante, Fabro presenta quattro possibili letture degli elementi architettonici della facciata della Basilica del Santissimo Redentore, anche nota come Il Redentore, una chiesa cattolica romana del XVI secolo situata nel sestiere di Dorsoduro, Venezia.

Nel 2018 la Biennale di Sydney celebra il suo 45o anniversario. Si tratta dellalogo biennale 21a Biennale da quando venne fondata nel 1973, allineandosi con la tradizione di esibire opere stimolanti di autori sia australiani che stranieri. Fra il 16 marzo e l’11 giugno 70 artisti e collettivi artistici provenienti da 35 paesi presenteranno le loro opere presso l’Art Gallery of New South Wales, l’Artspace, Carriageworks, Cockatoo Island, il Museo di Arte Contemporanea, la Sydney Opera House il 4A Centre for Contemporary Asian Art.

La Biennale di Sydney fornisce una piattaforma per le arti e le idee ed è riconosciuta a livello internazionale in quanto presenta opere d’arte innovative e stimolanti provenienti sia dall’Australia che dal resto del mondo. Molto apprezzata a livello internazionale, nel corso della sua storia la Biennale di Sydney ha presentato i lavori di quasi 1.800 artisti provenienti da oltre 100 paesi. A partire dal 1973 ha attratto oltre quattro milioni di visitatori e detiene una posizione di rilievo sulla scena sia nazionale che internazionale. Il tema della Biennale di quest’anno è SUPERPOSIZIONE: Equilibrio e Impegno.

La presentazione dell’opera alla 21a Biennale di Sydney è stata resa possibile grazie alla generosa assistenza di Penelope Seidler AM.

Biennale of Sydney
 

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ma no, dai, ragazzi:(

due pagine per Luciano Fabro e 30 mila per i vari della pop art:mad:

cerco di rimediare....

Fabro montando la sua opera: Ogni ordine è contemporaneo ad ogni altro ordine.
Palladio.
Era il 1973 a Milano alla galleria Borgogna
 

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"...L'attività di un artista è costituita dal mettere in forma atti artistici.
Questo non avviene, però, solo attraverso gli oggetti, avviene attraverso tutta una serie di attività che uno che si è dedicato all'arte fa di continuo, distribuisce nel corso della giornata.
Se io, ad esempio, ho messo in questo momento un grano attivo nella vostra testa, adesso siete diversi da quello che eravate un'ora fa, questo è un atto artistico. Diversi in senso vitale non nel senso che adesso sapete due cose in più, che potete mettere in biblioteca... No siete proprio diversi, non potete più tornare indietro, che è una cosa non indifferente...Gli atti artistici di chi ha come centro di interesse l'arte si moltiplicano e si distribuiscono all'intorno, lungo il tempo, lungo i giorni, lungo le varie attività.
Anche se non sono catalogabili, sono però importanti, determinanti e profondi.
Bisogna infatti rendersi conto che c'è stata anche un'epoca, quella degli sciamani, in cui arte, lavoro e metafisica erano legati.
Erano, diciamo, all'interno dello stesso mestiere e, probabilmente, per loro questo discorso non sarebbe stato particolarmente difficile, mentre per noi che stiamo diventando sempre più ignoranti diventa un'osservazione molto difficile da fare accettare"

( da "Arte torna Arte" Lezioni e conferenze 1981-1997 Luciano Fabro).
 

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Eh Brix... difficile animare un 3d su un personaggio così etereo.
Fabro è un artista estremamente complicato e sfuggevole nonchè quasi impossibile da collezionare (sia per i pochi pezzi sia per gli alti prezzi).
Posso aggiungerlo all'elenco degli artisti che avrei avuto l'occasione di prendere una decina di anni fa ad un prezzo "contenuto" di cui però in quel momento non avevo la disponibilità immediata e mi è anche mancata la prontezza decisionale.
Si sa, in certi casi è veramente la determinazione definitiva che fa la differenza nel riuscire o meno a cogliere al volo un'opportunità: ci pensi un attimo di troppo ed è too late...
 
opera importante in Soth's Londra.
 

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mi piace ricordarlo così:
 

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