Architettura radicale

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Alessandro Celli

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il classico 3D che potevo intitolare
"tanto non gliene frega a nessuno"
:yeah:

ma almeno 1 post mi va di scriverlo,
se poi ci fosse un seguito
ben venga
(ma la vedo dura, eh:wall:)

no, dai concedetemi 2 post:o
 

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secondo post
poi giuro che non rompo più:o

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Erano architetti e designers ma delle case e dei casalinghi non importava loro nulla, “il più grande progetto”, dicevano, “è progettarsi una vita intera sotto il segno della ragione”. L’architettura radicale è stata una breve folgorante stagione fra gli anni Sessanta e Settanta in cui per un momento è sembrato possibile costruire rapporti nuovi e significativi col mondo, la natura, gli altri.
Non hanno costruito case:no::no: o molto poche, ma hanno prodotto libri, manifesti, volantini, le tracce visibili dei loro pensieri.;)


Nel 1966, poco prima della nascita dell'Arte Povera, si definisce il concetto di architettura radicale, fatta non tanto di proposte quanto di premonizioni, domande e oggetti, celebrata con la mostra Italy. The New Domestic Landscape al Moma di New York nel 1972.
Fondato a Firenze da un gruppo di giovani architetti – Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris e Alessandro Poli - Superstudio partecipa alla Biennale d'arte del '78, proprio a sottolineare la voluta confusione tra i due linguaggi. Disegno unico , Dodici città ideali , la serie di film Atti fondamentali sono alcuni dei progetti esposti, in cui si nota l'uso di materiali tipici dell'arte concettuale, la fotografia, il collage, la scritta didascalica. Un'idea di architettura liquida, al passo coi tempi ma oggi certamente residuale, nonostante l'indubbio sapore vintage .
Quella di Superstudio era una strategia che mirava a dare all'utopia un valore concreto; la sua visione di città, ad esempio, è poco tranquillizzante e serviva a descrivere società diverse rispetto a quelle in cui si viveva allora. L'idea forte era abitarle in maniera collettiva, giusto per coltivare lo spirito freak dei '60, e il monumento non era che un elemento simbolico spesso accostato a scenari bucolici.

Ancora :
"Negli anni 1960 si sviluppa in Europa, in contrapposizione alle tematiche del Funzionalismo, una vera e propria ricerca architettonica d'avanguardia che proponeva varie tematiche legate all'utopico al fantascientifico e all'irrazionale. I promotori di questa avanguardia sognavano linguaggi per esprimere in architettura la propria contemporaneità e liberarsi dall'eredità del Movimento Moderno.
I concetti di Razionalismo e Funzionalismo, avvertiti come causa di una sorta di disumanizzazione degli spazi della città alimentavano una contrapposizione diffusa alle architetture espresse dall'International Style. Germano Celant, all'inizio degli anni '70, è il primo ad adottare il termine di "architettura radicale" per raccogliere questi atteggiamenti in un unico fenomeno architettonico. Atteggiamenti e non movimento, perché l'architettura radicale non presentava caratteri omogenei ben definiti, tanto da destare spesso confusione (...per dirne una, anche il Postmoderno fu accostato all'architettura "radicale").
L'architettura radicale fu promossa da numerosi gruppi architettonici quali i Superstudio di Firenze, gli UFO, o il gruppo Archigram di Londra. Nel panorama europeo emergono, nell'ambito di questo atteggiamento radicale, due nomi soprattutto: quello di P.Cook per Archigram e quello dell'italiano Nicolini per Superstudio.

Alcune utopie si concentrano sul tema dello sviluppo urbano, visto questa volta come la negazione della differenziazione delle funzioni. Archigram vede la città piuttosto come sintesi di relazioni energetiche o metafore fantascientifiche del mondo tecnologico (si fa spesso uso di una grafica di tipo fantascientifico). Si elaborano proposte progettuali, che non rimandano a realtà riproducibili ma si pongono come autonomi atti comunicativi. Nasce il concetto di action-planning che vede in una spontanea e immediata gestualità, un metodo di pianificazione strutturale. Nel 1963 a Londra si svolge la mostra “Living City”.
Le opere di Cook sono frutto di un atteggiamento edonistico e giocoso, di una tecnologia avveniristica. Analoghe per certi versi, all'esperienza Archigram, sono quelle italiane di Superstudio, fondato nel 1966 da Natalini, a Firenze. Mentre Archigram proponeva utopie che guardavano alle possibilità della tecnologia, Superstudio coltivò utopie in negativo in cui l'irrazionale veniva esaltato per contrapporsi all'eccessivo razionalismo e al mito del funzionalismo. L'intento è quello di divulgare l'architettura e il design di avanguardia - Es. l'antidesign di Gaetano Pesce. La mostra svoltasi nel 1966 in una cantina di Pistoia dal titolo “Superarchitettura”, è da considerare il manifesto di Superstudio.

Nel 1972, il MoMA di New York, organizza la mostra di controdesign dal titolo: Italy: the New domestic Landscape. Protagonisti i radicali.:eek::eek:

Dalla seconda metà degli anni settanta pare dissolversi il mito positivistico che aveva dominato il pensiero architettonico nel primo Novecento e si spengono anche i fervori che avevano alimentato il senso di rifiuto verso l'eccesso del “funzionale “in urbanistica ed in architettura. Successivamente anche i protagonisti dell'architettura radicale seguiranno strade che li porteranno lontano dalle posizioni iniziali. Superstudio viene sciolto nel 1986. Oggi, alcuni studi condotti in Francia tendono ad evidenziare l'influenza di Superstudio e Archizoom, sul lavoro di Rem Koolhaas e Bernarnd Tschumi.
Anche in Italia si attuerà una rilettura del fenomeno: alla Biennale di Venezia nel 1996, dove per il padiglione italiano, si è organizzata una retrospettiva sul fenomeno radicale e nel 1999 al Palazzo Fabroni di Pistoia, dove Pettena:cool::cool: curerà la mostra dal titolo: Archipelago. Architettura sperimentale 1959-99, dove gli sviluppi dei radicali sono accostati ad alcune architetture contemporanee di tipo sperimentale.
= grazie a Paola Campanella =

rimando pure qui:
Gianni Pettena



e finalmente chiudo:D:D:D con un
collage originale elaborato da Adolfo Natalini per Superstudio utilizzando una fotografia in bianco e nero scattata da Carlo Bachi, in cui sono immortalate le persone che il 12 gennaio 1973 si riunirono nella redazione di Casabella per fondare la Global Tools. L’intervento di Natalini riguarda i volti delle persone da lui cerchiate a pennarello colorato e l’aggiunta di quattro sagome disegnate in nero che sostituiscono gli artisti mancanti (Gaetano Pesce, Piero Frassinelli, Cristiano Toraldo di Francia, Alessandro e Roberto Magris). Esternamente alla foto sono trascritti a pennarello nero i nomi di Superstudio, (Remo) Buti, (Riccardo) Dalisi, (Gianni) Pettena, Zigguratt e 9999. Una variante di questa fotografia venne pubblicata come immagine di copertina del n. 337 di Casabella (maggio 1971).

fine:o

si riaprano i sipari sulla pop art:vicini::vicini:
 

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Aria fresca, bene!
(Ce la suoniamo e ce la cantiamo tra di noi as usual ;))
 
visti gli innumerevoli contributi
:asd::asd::doh:

io vado con il terzo post:cry::cry:

Sotto la direzione di Alessandro Mendini, esce un numero speciale di Casabella con in copertina l’immagine di un gorilla beringei:eekk: che stringe una scritta: ‘Architettura radicale’ . I movimenti degli anni sessanta che tanto si erano battuti contro le semplificazioni del Funzionalismo vengono, d’un tratto, etichettati.
Come se il sistema tentasse di controllare il dissenso, nominandolo.
Superstudio non ci sta. :no::no:
Nel 1978 il gruppo si scioglie.
Rimane il ricordo di un’avventura entusiasmante, fondamentale per traghettare l’architettura verso la cosiddetta “terza modernità”.

Grazie a Marcel Duchamp «ogni limite è divenuto inammissibile. Agire, pensare, comunicare sono diventati fatti estetici ed artistici. Duchamp ha fatto esplodere l’apparenza dell’arte e vi ha sostituito l’idea.».

:D
 

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Per approfondire c'è questo bel librone uscito proprio quest'anno che è una sorta di catalogo generale:

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Riporto da google books.

Superstudio. Opere (1966-1978)

Questo volume è il "meridiano" del Superstudio. Raccoglie per la prima volta tutte le opere, i testi e i progetti, del più celebre gruppo di "architettura radicale", secondo la definizione canonica di Germano Celant. Dopo cinquant'anni in cui alle rimozioni storiografiche si sono alternati continui revival sia in ambito nazionale che internazionale, il libro fa il bilancio di questa eccezionale esperienza collettiva dell'architettura del Novecento. Oggi i disegni, i modelli, i celebri fotomontaggi, le lampade, i tavoli e gli altri oggetti di design creati dal Superstudio sono esposti in molti musei del mondo, fra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Frac di Orléans, il Centro per l'arte contemporanea Pecci di Prato e il MAXXI di Roma. Non deve quindi meravigliare che il Superstudio sia un classico. Tutti i progetti del Superstudio, dai più noti "Il Monumento Continuo" e "Le dodici Città Ideali" a quelli più estremi generati dal ciclo della Cultura materiale extra-urbana, sono qui generosamente illustrati da un'enorme mole di disegni e documenti inediti, frutto di un lungo e accurato lavoro di ricostruzione archivistica.
 
Maxxi.

Incontri Radicali.
Andrea Branzi e Paolo Deganello (Archizoom), Lapo Binazzi (UFO), Gianni Pettena.
 

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Torno qui:doh::doh:

Superstudio:o
 

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SUPERSTUDIO
NATALINI Adolfo
La memoria invece della vita

“Ogni anno una persona incide su una sbarra in ottone /rame alluminio) un evento da ricordare. le sbarre vengono disposte in fila sul muro. Le sbarre degli anni passati sono già incise, quelle degli anni futuri hanno solo la data incisa, quella dell’anno presente diviene supporto per gli "appunti da ricordare” (foto, scritte….). L’ultima sbarra della vita viene murata sulla tomba (oppure replica dell’ultima sbarra della vita viene murata sulla tomba). L’ultimo anno - che cancella tutto - si replica. La vita privata può divenire pubblica, i ricordi personali possono essere esposti in pubblico. Il confine pubblico / privato si sposta in continuazione: memoria privata e memoria collettiva possono coincidere. A Vienna, col Superstudio, ho attaccato le mie “Erinnerungsschielder al muro della stazione della metropolitana disegnata da Wagner sul Naschmarkt. Questo perché l’arte per la città è fatta di monumenti e non dei gesti delle paure e delle speranze di quelli che l’abitano. La città ricorda solo i suoi dominatori e suoi costruttori. Nelle strade la città ricorda con lapidi cittadini insigni ed eventi memorabili. Questa è la parte pubblica del ricordo. Così tutti ricordano il faraone ma nessuno ricorda uno per uno le migliaia di schiavi che eresse la piramide. Volevo cominciare a ricordare tutti, uno per uno. Il Vignoli ha inciso le sbarre. Mauro Ciatti ha fatto il contenitore in faggio. Paolo Mannelli ha fatto il contenitore in pelle. Michele De Lucchi e Toraldo di Francia hanno fatto le foto”.
 

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Rilancio l'argomento con questo vecchio catalogo ritrovato ora mettendo a posto in casa:

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Argomento intrigante.
Sono un appassionato di quell’architettura rivoluzionaria che si sviluppò in Francia all’epoca della Rivoluzione Francese, ma anche in Inghilterra ed in Germania.

Un vecchio film di un altro genio visionario, Peter Greenaway, Il ventre dell’architetto, narra le vicissitudini di un uomo ossessionato da
Etienne-Louis Boullée, uno degli architetti utopisti dell'illuminismo francese del '700.
Un’occasione per riscoprire film ed architettura visionaria.
 
Ultima modifica:
Bravo:clap::clap::clap:

sempre Adolfo Natalini
 

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Vado fuori tema, vediamo che succede, di architetti si tratta non so se radicali abbastanza: Gilles Clément "il giardino in movimento", di sicuro non ama i giardini all' italiana; Toyo Ito "White U", che bello vivere in una lettera, la U di ... (fate voi!).
Collezionare progetti originali (disegni, schizzi, ecc.) di architetti famosi è una cosa fattibile e come?
Saluti
 

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Archizoom:o

gruppo di architetti e designers costituitosi a Firenze nel 1966. Ai fondatori Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello e Massimo Morozzi si uniscono, nel 1968, Dario e Lucia Bartolini. Influenzati dall'architettura utopistica, sperimentata dai colleghi inglesi dello studio Archigram,catturano l'attenzione internazionale con la mostra “Superarchitettura”ideata con il gruppo Superstudio, tenutasi a Pistoia (1966) e a Modena (1967). I numerosi progetti e saggi realizzati in questi anni, in linea con le tendenze italiane e internazionali più all'avanguardia, testimoniano dell'interesse del gruppo per il design urbano, da concepirsi però come altamente flessibile e basato sulle tecnologie più avanzate. Questo spiega le creazioni, spesso provocatorie, proposte da Archizoom, come i celebri divani Superonda e Safari, nei quali gli elementi modulari si combinano con finiture di plastica lucida e pelle leopardata. Il desiderio di stimolare la creatività e la fantasia individuale è stato il perno di installazioni come quelle presentate a “Italy: The New Domestic Landscape”, mostra tenutasi al MoMA di New York nel 1972, e il movente dei film Vestirsi è facile e Come è fatto il cappotto di Gogol che il gruppo ha realizzato nel 1974, poco prima di sciogliersi.
 

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... prima che Carlo Vanoni si metta a fare ricerche su Superstudio
gli diamo un aiuto noi:p

“«L'accampamento». Uno sta dove gli pare, portandoci tutta la tribù o la famiglia. Non c’è nessun bisogno di ripari, poiché le condizioni climatiche e i meccanismi corporei di termoregolazione sono stati modificati così da garantire un confort totale.

Tutt’al più, si fa un riparo per gioco, per giocare alla casa, anzi per giocare all’architettura. «Una favoletta morale sul design che scompare». Il design divenuto perfetto e razionale, procede inglobando sincreticamente realtà diverse, e infine si trasforma, ma non uscendo da sé, bensì rientrando in sé, nella sua essenza ultima di filosofia naturale.

La progettazione coincide così sempre più con l'esistenza: non più esistere al riparo degli oggetti del design, ma esistere come progetto. Finito il tempo in cui gli utensili generavano le idee e quello in cui le idee generavano gli utensili, ora le idee sono gli utensili. E' con questi nuovi utensili che la vita si struttura liberamente in una coscienza cosmica. Se gli strumenti del design sono divenuti affilati come bisturi e sensibili come sonde, possiamo adoperarli per una delicata lobotomia.
Così al di là delle convulsioni della superproduzione potrà nascere uno stato di calma in cui si configuri un mondo senza prodotti e rifiuti, una zona in cui la mente sia energia e materia prima e sia anche prodotto finale, l'unico intangibile oggetto di consumo. La progettazione di una regione libera dalla pollution del design è molto simile a un progetto di paradiso terrestre...

Questo è il progetto definitivo/questo è solo uno dei progetti di metamorfosi meravigliose".
 

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