E' giusto difendere in asta un giovane artista ?

marcdeni

Nuovo Utente
Registrato
26/11/14
Messaggi
2.742
Punti reazioni
114
Prendo spunto da alcuni commenti sull'invenduto di Sassolino (che comunque ha una cinquantina di anni e tanto giovane nu me pà :D )
ma in particolare modo mi piacerebbe avere i vostri commenti su questa discussione che porto avanti da un po' di tempo con un amico gallerista , che tratta un giovane ( 34 anni ) che io seguo e colleziono.
E' giusto che se passa in asta un'opera di un giovane artista , seguito da alcune gallerie italiane , le medesime non si interessino al fatto che l'opera possa essere aggiudicata ad una cifra molto più bassa di quella richiesta in galleria , o che vada invenduta ?
Oppure devono sostenerlo , almeno nelle prime aggiudicazioni ?
Quindi libero mercato o mercato sostenuto ? (o altre opzioni che preferite )
 
Prendo spunto da alcuni commenti sull'invenduto di Sassolino (che comunque ha una cinquantina di anni e tanto giovane nu me pà :D )
ma in particolare modo mi piacerebbe avere i vostri commenti su questa discussione che porto avanti da un po' di tempo con un amico gallerista , che tratta un giovane ( 34 anni ) che io seguo e colleziono.
E' giusto che se passa in asta un'opera di un giovane artista , seguito da alcune gallerie italiane , le medesime non si interessino al fatto che l'opera possa essere aggiudicata ad una cifra molto più bassa di quella richiesta in galleria , o che vada invenduta ?
Oppure devono sostenerlo , almeno nelle prime aggiudicazioni ?
Quindi libero mercato o mercato sostenuto ? (o altre opzioni che preferite )

Va difesa fino al prezzo corrispondente al proprio coefficiente di vendita.
Poi spazio al mercato..se ne resta!
 
Va difesa fino al prezzo corrispondente al proprio coefficiente di vendita.
Poi spazio al mercato..se ne resta!
Però se la galleria lo difende fino al coeff di vendita (diritti inclusi) che vantaggio ne ha il collezionista ad acquistare in asta ?
Nel senso che in asta c'è solo quell'opera di quell'anno con quelle dimensioni-tecnica-colori ecc , in galleria , normalmente, si ha un'ampia scelta
 
Però se la galleria lo difende fino al coeff di vendita (diritti inclusi) che vantaggio ne ha il collezionista ad acquistare in asta ?
Nel senso che in asta c'è solo quell'opera di quell'anno con quelle dimensioni-tecnica-colori ecc , in galleria , normalmente, si ha un'ampia scelta

Infatti il giovane andrebbe comprato in galleria(per i vantaggi descritti) e non svenduto in asta poco dopo(con conseguente incazzament:censored:!)
P.S.
Ma se capitasse..il povero:D gallerista dovrebbe metterci la pezza!
P.S.2
Se no a che serve il ricco:D gallerista?
 
infatti il giovane andrebbe comprato in galleria(per i vantaggi descritti) e non svenduto in asta poco dopo(con conseguente incazzament:censored:!)
p.s.
Ma se capitasse..il povero:d gallerista dovrebbe metterci la pezza!
P.s.2
se no a che serve il ricco:d gallerista?

:d :d :d :d
 
Esco un momento dalla tomba :D perché l'argomento mi interessa.
Innanzitutto, il gallerista povero cambi mestiere. :p
Poi non farei tanta differenza tra giovani e non giovani, perché anche i prezzi di listino di Pinelli, Mariani o Arman (scandalosa la minusvalenza del lotto 414 vercellese) devono avere una motivazione. Nomi a caso, ma la lista è infinita.
Io credo che la difesa vada fatta almeno ad un livello di credibilità.
Se il pezzo di Sassolino è un pezzo che in galleria si vende a 50000 Euro, credo che Anselmi o Continua non facciano bella figura quando va invenduto a 18000 + diritti.
Altrimenti, se il pezzo, a listino costava 25000 non penso sia un dramma.
E' anche vero che le gallerie non possono certo ricomprarsi (perché quello significa) tutte le opere vendute che vanno in asta.
Anche perché si crea un meccanismo tale per cui se un'opera fa un ottimo risultato (magari alzato artificiosamente), molti collezionisti con bisogno di liquidità porteranno in asta altri pezzi.. che poi van difesi :D
La nostra linea è quella di arrivare a qualche rilancio dal listino, poi se lo prende qualcun altro, tanto meglio :)
 
Condivido. Torna più spesso Lazzaro.
 
Esco un momento dalla tomba :D perché l'argomento mi interessa.
Innanzitutto, il gallerista povero cambi mestiere. :p
Poi non farei tanta differenza tra giovani e non giovani, perché anche i prezzi di listino di Pinelli, Mariani o Arman (scandalosa la minusvalenza del lotto 414 vercellese) devono avere una motivazione. Nomi a caso, ma la lista è infinita.
Io credo che la difesa vada fatta almeno ad un livello di credibilità.
Se il pezzo di Sassolino è un pezzo che in galleria si vende a 50000 Euro, credo che Anselmi o Continua non facciano bella figura quando va invenduto a 18000 + diritti.
Altrimenti, se il pezzo, a listino costava 25000 non penso sia un dramma.
E' anche vero che le gallerie non possono certo ricomprarsi (perché quello significa) tutte le opere vendute che vanno in asta.
Anche perché si crea un meccanismo tale per cui se un'opera fa un ottimo risultato (magari alzato artificiosamente), molti collezionisti con bisogno di liquidità porteranno in asta altri pezzi.. che poi van difesi :D
La nostra linea è quella di arrivare a qualche rilancio dal listino, poi se lo prende qualcun altro, tanto meglio :)

Ma anche il gallerista che si ritrova in asta tutte le opere che ha venduto,pur ricco,dovrebbe cambiare mestiere o no?
Che cavolo vende agli ignari speculatori?
E poi..noi speculatori:D non pretendiamo sempre l'ottimo risultato..ci potremmo anche accontentare ogni tanto di una dignitosa minusvalenza..ma mai mai mai accetteremo.......... l'invenduto:nera:
;)
 
in questo mondo nebuloso di rialzi e di ribassi voluti o non voluti c'è ancora molto che non capisco per ignoranza .. nel caso per esempio di Sassolino (che essendo più vecchio di me non reputo tanto giovane e che comunque non comprerei MAI):
il privato sapendo che c'è una galleria che lo supporta e lo vende a prezzi più alti, non può venderlo alla galleria? presumo non si possa per il contratto che lega l'artista alla galleria... ma chiedo lumi..
o ancora visto l'invenduto... non se lo può comprare in asta la galleria? in questo modo conferma la base d'asta o fa qualche rilancio, non lo lascia invenduto e comunque ci guadagnerà o no...?
non penso sia facile fare passare un giovane in asta con successo...

Nel caso dell'artista in questione per me sconosciuto direi che farlo passare alla Meeting non ha avuto molto senso... secondfo me non c'entrava nulla con tutto il resto:)
 
Mah

La mia domanda agli esperti è:
è giusto che un giovane artista abbia già passaggi in asta ? Ha un senso ?
Come riesco a valutarlo, se chi lo ha comprato, dopo poco tempo , se ne libera già ?
Sempre che non ci sia dietro qualcosa che non so.
 
Grazie Cris

Confermi i miei timori di vedere un giovane in asta.
 
Ma certo!
La produzione di un bravo artista giovane deve essere monitorata e difesa in forma maniacale. Partendo ovviamente anche dallo spessore (non parlo di tasche) dei collezionisti ai quali viene venduto.

Se li stai vendendo ad un mercante, e' ovvio che poi puoi aspettarti di tutto

Comunque, sarò prevenuta, ma un campanello di allarme mi suonerebbe. Avrei mille dubbi e alzerei le antenne.
 
Mi confortate.. anch'io nel 3d Martini ho scritto, visto che scorrendo il catalogo i "presunti giovani" erano davvero pochini... che forse era giusto così.;).

Il punto nevralgico a mio parere è il rapporto artista-galleria; non tutte mi pare abbiano la stessa caratura e capacità di spesa e come le squadre di calcio non tutte credo possano ingaggiare i fuoriclasse; anche quelle poi presumibilmente devono crearsi o comunque far coesistere un "vivaio" di new entries, garantendo un certo tasso di rinnovamento, qui più volte auspicato.

Mi domando quindi che interesse possa avere una galleria che prepara il terreno ed investe in lancio, mostre/eventi, azioni di marketing, pubblicazioni nel mandare allo sbaraglio un artista giovane, senza garantirgli un'adeguata rete di protezione e rischiando di bruciarlo, a meno che non intenda deliberatamente scaricarlo.

Per questo anche con riferimento a Sassolino, che pure non è un emergente, ritenevo poco plausibile questa chiave di lettura, trovando il tutto troppo autolesionista sia per l'artista che per la galleria... ma attendo lumi dai più esperti.
 
Ultima modifica:
Personalmente come ho avuto modo di scrivere qui:

A beneficio di tutti gli "Amici dell'Arte" che non abbiano avuto modo di leggerla nella versione cartacea, GRAZIE all'autorizzazione concessami dalla Direzione del forum di FOL posso oggi pubblicare il pdf con l'intervista che la rivista F - RISPARMIO & INVESTIMENTI | il mensile delle idee per il risparmio e gli investimenti della Brown Editore, lo stesso che gestisce il forum di FOL mi ha dedicato nel numero di Luglio-Agosto 2014.

I prezzi delle Opere d'Arte sono estremamente difficili da anticipare nel breve termine. Il mercato dell'Arte però come quello fi nanziario è un "mercato effi ciente", ovvero - come sostiene il Premio Nobel Eugene Fama per l'economia - il mercato non sbaglia e va lasciato fare senza controlli e interferenze pubbliche visto che tende spontaneamente all'equilibrio. Portando al Mercato dell'Arte i fondamenti che sono valsi a Fama il Nobel per l'economia 2013, possiamo dire che cio' che è successo al mercato azionario ha avuto un rifl esso anche per il mercato dell'Arte. I loro studi empirici sulle variazioni dei prezzi di azioni e obbligazioni sono infatti sovrapponibili a quelli dell'Arte e degli Artisti. Se prendiamo ad esempio il crack della new economy, la bolla dei subprime, la crisi dei titoli sovrani sono simili a ciò che è avvenuto anche negli stessi anni nell'Arte. Artisti osannati, portati alle stelle e poi svaniti nel nulla, oppure che hanno visto momentaneamente crollare le loro quotazioni ma che poi il tempo ha restituito o sta restituendo o restituirà in un prossimo futuro.

Non credo che "le Aste" possano al pari del nostro forum ( vedi Può questo forum cambiare il destino artistico di un Artista ?! ) davvero decretare il successo e/o l'insuccesso di un Artista.

Come dimostra l'acquisto di questi giorni dell'Amico Claudio Borghi di due Opere (molto belle-significative/importanti) di Luca Pancrazzi:


il risultato del suo acquisto/investimento si vedrà tra diversi anni, come scrive magistralmente l'Amico varoon:

Io mi meraviglio del vostro stupore. L'abbiamo visto enne volte che sui giovani (o comunque sugli artisti non storicizzati), si verifica il seguente iter:
1. il gallerista te lo vende come se fosse la pepita
2. non essendosi consolidato un mercato,se lo vuoi vendere, ti tocca venderlo come una patata
3. l'artista finirà nell'oblio dopo 20/25 anni di carriera artistica, salvo venire riscoperto (se di valore) verso i suoi 70 anni.

Chi compra il contemporaneo, lo fa per collezionismo, non come investimento.

Vediamo se l'"Amico dell'Arte" batteristasinest porta poi uleriori contributi alla discussione;) :

Rispondo un pò a tutti con questa riflessione.una collezionista importante che aprì anche un museo a Venezia, non faccio nomi tanto sapete chi è, se non avesse seguito certi artisti sarebbero comunque saliti nell olimpo?ecco dunque che galleristi importanti hanno decretato cosa poi è diventata storia dell arte.oggi ci sono anche le aste e alcuni scavalcano,nel bene o nel male, ciò che tempo fa era normale ossia affidarsi al gallerista che poi rivende o vendeva per lui.oggi si vede sempre più spesso un diretto contatto con le aste scavalcando galleristi.i galleristi dunque oggi possono ancora far scrivere pagine di storia dell arte? Ma c è dell altro che risparmio per eventuali repliche.☺
 
Ma certo!
La produzione di un bravo artista giovane deve essere monitorata e difesa in forma maniacale. Partendo ovviamente anche dallo spessore (non parlo di tasche) dei collezionisti ai quali viene venduto.

Se li stai vendendo ad un mercante, e' ovvio che poi puoi aspettarti di tutto


:clap:
 
Intervengo in quanto mi interessa la discussione e mi riallaccio alla risposta di Arcange.

Se vedo in asta un giovane artista che colleziono, prima mi preoccupo ponendomi le seguenti domande:
1) arriva da un privato?
Se la risposta è SI, mi aspetto che il gallerista lo difenda e se non accade (almeno fino ad una quotazione decente) meglio accendere i sensori del monitoraggio.
2) arriva direttamente dalla galleria?
Se la risposta è SI. Mi aspetto che lo "po.mpino" ben benino e se non accade... meglio darlo via ed anche velocemente.
3) arriva direttamente dall'artista?
Se la risposta è... SI è va bene... lo tengo perché il mercato è recettivo. Se va male meglio darlo via subito.

In tutti i casi avviso immediatamente il gallerista di turno e attendo pazientemente sulle sponde del fiume per vedere cosa accade.

In linea di massima meglio comunque che un "giovane", specie se di belle speranze, in asta non ci arrivi proprio. All'estero molte gallerie ti fanno firmare un divieto in tal senso prima di un tot anni. Anche vero che si impegnano però a ricomprarsi l'opera.

Non mi pare che in Italia ci sia qualcuno che proponga la stessa formula e siamo sempre alle solite... ma mi fermo qui.

Dimenticavo (e aggiungo in modifica) che le manine nel portafoglio le può mettere anche l'artista e quanto accaduto al Sassolino dimostra che l'autore è tutto tranne che un fenomeno, come mi è sembrato di leggere.


ciao Cris, mi fa piacere leggerti...

al solito hai un approccio pragmatico, che ben rappresenta il profilo del "collezionista moderno"

su un punto dissento in modo "totale": saro' un romantico e ingenuo osservatore ma non voglio neanche immaginare artisti che intervengono in asta x comprare loro lavori x difenderli o addirittura pomparli.. (a meno che non si attivino x motivi "sentimentali", magari x rientrare in possesso di un'opera storica che ritengono fondamentale..). l'artista, se tale, x me deve fare l'artista, punto. il mercato lo deve curare il gallerista a cui l'artista affida il proprio lavoro.

detesto la deriva attuale che premia artisti manager di loro stessi che smettono es. di fare i brooker finanziari e iniziano a fare gli artisti x fare soldi...solitamente senza avere grandi idee da comunicare: es. J.K.

un saluto!!
 
Ultima modifica:
in questo mondo nebuloso di rialzi e di ribassi voluti o non voluti c'è ancora molto che non capisco per ignoranza .. nel caso per esempio di Sassolino (che essendo più vecchio di me non reputo tanto giovane e che comunque non comprerei MAI):
il privato sapendo che c'è una galleria che lo supporta e lo vende a prezzi più alti, non può venderlo alla galleria? presumo non si possa per il contratto che lega l'artista alla galleria... ma chiedo lumi..
o ancora visto l'invenduto... non se lo può comprare in asta la galleria? in questo modo conferma la base d'asta o fa qualche rilancio, non lo lascia invenduto e comunque ci guadagnerà o no...?
non penso sia facile fare passare un giovane in asta con successo...

Nel caso dell'artista in questione per me sconosciuto direi che farlo passare alla Meeting non ha avuto molto senso... secondfo me non c'entrava nulla con tutto il resto:)
Il lavoro di un gallerista è notevole nel caso voglia seguire e fare crescere un giovane , deve organizzare mostre personali ed inserirlo in collettive , deve far preparare testi critici , fare cataloghi , sovvenzionare l'artista , foto, articoli su giornali , portare le opere alle fiere , insomma deve investire parecchio denaro .
In cambio sceglie le opere migliori e le paga un prezzo che gli consentono di rientrare degli investimenti fatti ed avere un proprio guadagno.
E' quindi logico che non sia per lui economicamente interessante acquistare in asta un'opera del proprio artista .
Ci sono galleristi che difendono i loro artisti , giovani o storicizzati che siano , come dice Morto fanno qualche offerta per sostenere il prezzo o per non farlo andare invenduto, ma tutto fino ad un certo punto .
Spunto interessante è perché lo stesso artista , se ne ha le possibilità economiche , non provveda egli stesso a ricomprarsi l'opera.
Altra considerazione interessante è che così facendo il gallerista , dà l'idea al mercato che ci sia sempre o quasi un'acquirente pronto ad acquistare , generando un possibile eccesso di offerta , non sostenibile nel medio periodo.
 
Intervengo in quanto mi interessa la discussione e mi riallaccio alla risposta di Arcange.

Se vedo in asta un giovane artista che colleziono, prima mi preoccupo ponendomi le seguenti domande:
1) arriva da un privato?
Se la risposta è SI, mi aspetto che il gallerista lo difenda e se non accade (almeno fino ad una quotazione decente) meglio accendere i sensori del monitoraggio.
2) arriva direttamente dalla galleria?
Se la risposta è SI. Mi aspetto che lo "po.mpino" ben benino e se non accade... meglio darlo via ed anche velocemente.
3) arriva direttamente dall'artista?
Se la risposta è... SI è va bene... lo tengo perché il mercato è recettivo. Se va male meglio darlo via subito.

In tutti i casi avviso immediatamente il gallerista di turno e attendo pazientemente sulle sponde del fiume per vedere cosa accade.

In linea di massima meglio comunque che un "giovane", specie se di belle speranze, in asta non ci arrivi proprio. All'estero molte gallerie ti fanno firmare un divieto in tal senso prima di un tot anni. Anche vero che si impegnano però a ricomprarsi l'opera.

Non mi pare che in Italia ci sia qualcuno che proponga la stessa formula e siamo sempre alle solite... ma mi fermo qui.

Dimenticavo (e aggiungo in modifica) che le manine nel portafoglio le può mettere anche l'artista e quanto accaduto al Sassolino dimostra che l'autore è tutto tranne che un fenomeno, come mi è sembrato di leggere.
Grazie Cris !
Mi fa davvero piacere questo tuo intervento
 
La "difesa" in asta da parte di gallerie e mercanti andrebbe proibita e sanzionata dalla legge.
 
Il lavoro di un gallerista è notevole nel caso voglia seguire e fare crescere un giovane , deve organizzare mostre personali ed inserirlo in collettive , deve far preparare testi critici , fare cataloghi , sovvenzionare l'artista , foto, articoli su giornali , portare le opere alle fiere , insomma deve investire parecchio denaro .
In cambio sceglie le opere migliori e le paga un prezzo che gli consentono di rientrare degli investimenti fatti ed avere un proprio guadagno.
E' quindi logico che non sia per lui economicamente interessante acquistare in asta un'opera del proprio artista .
Ci sono galleristi che difendono i loro artisti , giovani o storicizzati che siano , come dice Morto fanno qualche offerta per sostenere il prezzo o per non farlo andare invenduto, ma tutto fino ad un certo punto .
Spunto interessante è perché lo stesso artista , se ne ha le possibilità economiche , non provveda egli stesso a ricomprarsi l'opera.
Altra considerazione interessante è che così facendo il gallerista , dà l'idea al mercato che ci sia sempre o quasi un'acquirente pronto ad acquistare , generando un possibile eccesso di offerta , non sostenibile nel medio periodo.

in buona sostanza e considerato il lavoro che fa il gallerista o che dovrebbe fare... mi sembrerebbe giusto che il giovane artista venga supportato e trattato solo in galleria! forse le aste le lascerei per gli anni successivi, dopo un periodo di sedimentazione, ...:)
 
Indietro