Gina Pane

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Alessandro Celli

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Vi prometto di aver utilizzato immagini moderate, del resto sono o non sono moderatore?:D:D

Se apro il mio corpo affinché possiate guardarci il mio sangue, è per amore vostro: l’altro
Gina Pane, da “Lettera ad uno sconosciuto”, ottobre 1974

Del resto Lea Vergine affermò:
“L’uomo è ossessionato dalla necessità di agire in funzione dell’altro, ossessionato dalla necessità di mostrarsi per poter essere.”

E mi tocca citare sia Herbert Maercuse, Eros e civiltà e sia Lea Vergine, Body art e storie simili il corpo come linguaggio, Skira, Milano 1974, per dare un senso a questo 3D:o

E mi tocca anche riportarVi sia qui:
http://www.finanzaonline.com/forum/investimenti-arte-e-collezionismo/1713484-joseph-beuys.html
e, mi spiace per Voi ma anche INEVITABILMENTE qui:
http://www.finanzaonline.com/forum/investimenti-arte-e-collezionismo/1702013-azionismo-viennese.html
 

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Siamo negli anni in cui si assiste ad un progressivo superamento dell’arte e dell’estetica come dicotomia tra artista che crea e pubblico che fruisce: l’arte si fa meno trascendentale e si avvicina al quotidiano. Gli artisti sembrano vivere con ansia la divisione tra pubblico e privato e avvertono che il corpo è il palcoscenico sul quale questa divisione è maggiormente visibile: un corpo che, giorno per giorno, risente di quel conflitto tra l’istinto di piacere, che non conosce “né valori, né bene e male, né moralità.OK!

Pane è stata una delle poche artiste, insieme a Günter Brus e Rudolf Schwarzkogler (artisti dell’Azionismo viennese), ad incidere e ferire il suo corpo e a mettere alla prova l’integrità del sé incarnato.

Ma
Le ferite di Pane non sono solo fisiche, ma anche mentali: sono un’apertura al mondo. La ferita, che l’artista s’infliggeva in performance minuziosamente documentate in servizi fotografici, rappresenta i segni della società, che lei rende dolorosamente espliciti sulla sua stessa carne: “trasforma il suo corpo in un luogo di ribellione.
 

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Gina Pane assumeva su di sé e sul proprio corpo i segni di un sociale, che appiattisce gli individui omologando la comunicazione tra essi, nel segno del principio di realtà, che non concepisce una comunicazione passionale tra gli esseri viventi. Per esempio nella performance Escalade non-anesthésiée (1971), realizzata nel suo studio, l’artista utilizzò una scala molto particolare: sui pioli erano fissati dei chiodi. Con le mani e con i piedi nudi, Pane salì uno ad uno i gradini della scala, alludendo, nelle sue intenzioni, all’escalation americana nella guerra del Vietnam, conflitto che in quegli anni era al suo culmine più sanguinoso, e alla situazione degli artisti, costretti ad “arrampicarsi” sugli scalini della società: chiaro riferimento alle leggi di un mercato, che stava diventando il nuovo padrone dell’arte. Le sofferenze di Pane diventano, quindi, un vettore di comunicazione, provocando ripugnanza nel pubblico e puntando i riflettori su quelle perdite (come il sangue, l’urina e così via), che la società finge di ignorare: questi corpi sono colmi di perdite. Queste opere, come anche quelle d’altri artisti a lei contemporanei, che hanno usato il loro corpo come “materiale” delle loro creazioni, danno voce alle sofferenze represse e “private” d’individui emarginati dalla società, in quanto membri di determinate realtà sociali, come le donne, i gay, i malati.

Gina Pane studia gli scritti di Klee, Kandinsky, Delacroix e soprattutto Van Gogh (“la pittura con lui diventa carne”), dai ritratti e dai paesaggi – copiati e decontestualizzati (è il caso di un’ambientazione sarda) – fino all’orecchio tagliato (Action mélancolique 2 x 2 x 2, 1974). Dal 1975 al 1990 insegna pittura alle Beaux-Arts di Le Mans e solo nel 1978 condurrà un seminario sulla performance al Centre Pompidou. Ma nel 1973 incolla su una tavola di legno 28 pennelli usati con una gradazione cromatica dal rosso al blu nonché 23 coperchi di pittura (Les outils de travail de ma pratique artistique terminée en 1965). La pittura continuerà a vivere nel colore, nel bianco del latte e dei suoi vestiti, nel rosso della ferita che Pane definisce “il mio monocromo”. Persino nel sangue mestruale (Une semaine de mon sang menstruel, 1973). Nella storia dell’arte, il simbolismo mestruale è stato colto già nelle macchie dei dipinti astratti di Helen Frankenthaler. Mala sensibilità di Gina Pane resta lontana dal Genital panic di Valie Export.
Vi rimando qui:
http://www.finanzaonline.com/forum/44957935-post17.html
 

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Gina Pane decide di usare l’arte come forma di rivolta per i diritti umani, politici e ambientali, rendendo quelle stesse tematiche nucleo espressivo della sua indagine.OK!

Abbandonate le tecniche artistiche tradizionalmente intese, inizia ad agire in senso più ampio. È l’esordio delle prime performance, da lei stessa ribattezzate action, per rimarcarne l’energia gestuale.
Qui il corpo non è ancora protagonista. I suoi primi interventi si riferiscono infatti a quello che lei stessa amava definire “corpo ecologico”: la natura. Un corpo che appartiene a tutti, un corpo che è di ogni uomo e che ogni uomo può dunque scegliere di amare, curare, aggredire, ascoltare. È certamente lei ad intervenire sul territorio, ma non desidera avere pubblico attorno a sé.


In Escalade non anesthésiée Gina Pane sale, malgrado il pericolo di ferirsi. Per arrivare in cima, per raggiungere la meta, deve saper sopportare il dolore; deve sviluppare resistenza. Arrampicandosi, le mani e i piedi iniziano a sanguinare. Inevitabilmente. Come inevitabile è il dolore che ogni guerra è capace di causare.:(


Poi, nel 1990, sarà un cancro a cancellare definitivamente quel suo corpo. E con esso la genialità sovversiva di un’artista coraggiosa.

e quindi ricordiamola così.
:bye::bye:
 

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e chiedo scusa
se non sono entrato nel merito del suo mercato.:o

Non mi pareva opportuno:no:
 

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Ale, innanzitutto GRAZIE per aver dedicato questo spazio del FOL a questa grandissima protagonista.:bow:

Grazie soprattutto per le tue eleganti, puntigliose e intriganti presentazioni.:bow:

Mi permetto di inserire qui un mio precedente intervento.;)

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FONTE DELL'IMMAGINEGina Pane, una delle principali protagoniste della Body Art, al Mart

Probabilmente sono i lavori meno conosciuti dell'immensa Gina Pane....le sculture dei Martiri, concettualmente ci presentano le stesse tematiche dell'attività performativa della Pane: la sofferenza che porta alla liberazione del corpo.

La Pane attraverso le sue performance mette, concettualmente, vicino il suo corpo a quello dei santi martiri spesso raffigurati, caratterizzati dalla loro eroica compostezza, nelle antiche e grandi Pale d'Altare.

Le azioni della Pane sono mosse da una tragica compostezza, movimenti misurati e lenti danno vita ad una azione quasi sacra e rituale.

E proprio attraverso questo rito composto e allo stesso tempo tragico, Gina Pane mette in evidenza il corpo che ''diventa l'idea stessa mentre prima era solo un trasmettitore di idee''.

Il corpo come idea, il corpo come concetto, teatro dell'azione e azione stessa, il quale , attraverso le azioni performative della Pane, ''non è più rappresentazione ma trasformazione'' :bow:
 
Grazie a Te,

poi per il mercato ci penserà il resto del FOL:bye:
 

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io ormai meglio che consigli solo libri
per il resto non faccio fede:no:

GINA PANE / PARTITIONS
Opere multimedia 1984-85
A cura di Lea Vergine

Testi di: L. Vergine, G. Manganelli
Nota Lingua: italiano, francese, inglese
72 Pagine - 77 Illustrazioni ( 15 a colori )
Dimensioni: 21x23 cm.
ISBN: 978-88-202-0648-2
Prezzo di Copertina: € 18,08
 
Gina, Gina, di sangue torinese.:ave::ave::ave:
 
breve recensione su questo libro di Lea Vergine.

Agli inizi dell' '81 compare la parola «partizione» in luogo di «azione». Partizione come l'atto del dividere, del ripartire, del mélanger forme, materiali, colori, talvolta sonorizzazioni o suoni; ma partizione anche come partitura, come struttura musicale che include la lettura e l'interpretazione dell'opera da parte di chi guarda... Cosa racconta? La vita. Come prima. Sulle pareti, sui muri - gli schermi dell'esistenza - e poi dinanzi a essi, sono disposti disegni, oggetti trovati e costruiti, foto di particolari azioni da lei eseguite, bicchieri, tazze, giocattoli e molte altre tracce... Il corpo non c'è più. C'è l'evocazione del corpo. Gina Pane si è tolta dalla scena e il suo corpo si è diffuso. Per la prima volta forse nella storia del fare arte, il concetto del corpo è messo a fuoco. Il corpo in quanto tale manca ma non sparisce affatto" .
 

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e concludo da una sua intervista:

« Vivere il proprio corpo vuol dire allo stesso modo scoprire sia la propria debolezza, sia la tragica ed impietosa schiavitù delle proprie manchevolezze, della propria usura e della propria precarietà. Inoltre, questo significa prendere coscienza dei propri fantasmi che non sono nient'altro che il riflesso dei miti creati dalla società… il corpo (la sua gestualità) è una scrittura a tutto tondo, un sistema di segni che rappresentano, che traducono la ricerca infinita dell'Altro. »

____________________________________________________________

Tanto per completare il quadro:o
Il primo esempio di body art, ovvero di intervento sul corpo dell’artista stesso per fini artistici può essere considerato Tonsura (stella a cinque punte, o pentacolo) di Marcel Duchamp (foto di Man Ray),
 

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Un grosso grazie Artebrixia! Gina Pane è davvero un'artista meritevole di essere ricordata. ;)
Purtroppo in quegl'anni era un'artista controversa e criticatissima, come altri suoi colleghi "borderline", proprio per la crudezza delle sue performance.
E' rimasta, comunque, sempre coerente alla sue scelte, mai cadendo nel banale e nel commerciale.

L'apprezzamento nei confronti di Gina Pane o, come giustamente hai ricordato, degli artisti legati all'Azionismo Viennese, viene quasi totalmente da parte dei Musei e grazie ad essi questi artisti hanno segnato un'epoca.
Nonostante la fama e la presenza nei più importanti musei internazionali, il mercato non si ricorda di questi artisti e di ciò che hanno voluto rappresentare con la loro arte certamente provocatoria.
Tutti... all'infuori di Hermann Nitsch che ha trasformato le sue performance sanguinolente in un mero atto commerciale, perdendo quindi il suo vero significato provocatorio e dissacrante, sostituitendolo con un significato merceologico e monetario.

Con questa puntualizzazione non voglio incolpare Nitsch per aver scelto di guadagnare dei soldi dal mercato dell'arte, ma vorrei lodare Gina Pane e gli altri come lei, per la loro coerenza. OK!
 
questa sera
= scusatemi =

ma non ho voglia di tradurre:rolleyes:

MUSAC (León) acoge 'Intersecciones', una exposición dedicada a Gina Pane (Biarritz, 1939 – París, 1990), figura clave en el desarrollo del accionismo o 'arte corporal', que ha pasado a la historia del arte contemporáneo como autora de acciones en las que la agresión al cuerpo mediante la herida está continuamente presente.

Releer a Gina Pane - hoyesarte.com | hoyesarte.com - Primer diario de arte en lengua española
 
Mostra Ensemble

Volevo segnalarvi che c/o la Galleria L'elefante di Treviso Dal 2 Aprile al 4 Maggio 2016 ci sarà una personale dal titolo Ensemble

Ensemble è il titolo di questa mostra che, a distanza di qualche anno da Les Ultimes, le ultime in ordine di tempo grandi opere, ripercorre i tre periodi che hanno caratterizzato la ricerca di Gina Pane dopo un’iniziale,importante attenzione verso la pittura.
L’artista compie qualcosa di radicale nel pensiero contemporaneo e lo fa per mezzo dell’arte poiché, “la comunicazione visuale è di tipo universale” e l’esperienza estetica modo di vita.
Ama il mondo attraverso se stessa ed è tutt’uno con la sua opera. Dotata di un’intensa forza creatrice, coglie nel gesto di spostare una pietra da un luogo umido a uno soleggiato il significato più intimo dell’esistenza e con la ferita/apertura del suo corpo quello della comunicazione: decisa a “rompere con la segregazione delle coscienze individuali”, è il solo mezzo in grado di restituire l’unità originaria.
Una conoscenza integrale che va oltre il linguaggio artistico e la parola, che supera le distinzioni ed entra nella sfera delle emozioni, del vissuto, nella magia della nostra storia.
Dobbiamo sottrarla allo stereotipo di artista del corpo per restituirle il suo voler essere “corpo nel mondo”.
Il rigore delle opere ci sarà di aiuto e nulla sarà più un segreto. Metafore, associazioni di idee, giocattoli, oggetti, musica, colore, tutto.
Apparirà un affresco, la sua immensa opera d’arte, di vita, d’amore.
Sotto
“L’homme à la branche verte qui n’avait pas lu ‘Les fleurs du mal’ – Partition pour une Blessure”. 1982, ceppo di legno, cuneo, foto, disegno, cm. 170 x 80 x 80.
 

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Volevo segnalarvi che c/o la Galleria L'elefante di Treviso Dal 2 Aprile al 4 Maggio 2016 ci sarà una personale dal titolo Ensemble

Ensemble è il titolo di questa mostra che, a distanza di qualche anno da Les Ultimes, le ultime in ordine di tempo grandi opere, ripercorre i tre periodi che hanno caratterizzato la ricerca di Gina Pane dopo un’iniziale,importante attenzione verso la pittura.
L’artista compie qualcosa di radicale nel pensiero contemporaneo e lo fa per mezzo dell’arte poiché, “la comunicazione visuale è di tipo universale” e l’esperienza estetica modo di vita.
Ama il mondo attraverso se stessa ed è tutt’uno con la sua opera. Dotata di un’intensa forza creatrice, coglie nel gesto di spostare una pietra da un luogo umido a uno soleggiato il significato più intimo dell’esistenza e con la ferita/apertura del suo corpo quello della comunicazione: decisa a “rompere con la segregazione delle coscienze individuali”, è il solo mezzo in grado di restituire l’unità originaria.
Una conoscenza integrale che va oltre il linguaggio artistico e la parola, che supera le distinzioni ed entra nella sfera delle emozioni, del vissuto, nella magia della nostra storia.
Dobbiamo sottrarla allo stereotipo di artista del corpo per restituirle il suo voler essere “corpo nel mondo”.
Il rigore delle opere ci sarà di aiuto e nulla sarà più un segreto. Metafore, associazioni di idee, giocattoli, oggetti, musica, colore, tutto.
Apparirà un affresco, la sua immensa opera d’arte, di vita, d’amore.
Sotto
“L’homme à la branche verte qui n’avait pas lu ‘Les fleurs du mal’ – Partition pour une Blessure”. 1982, ceppo di legno, cuneo, foto, disegno, cm. 170 x 80 x 80.

Già vista ad Artefiera, non mi è piaciuta.
Mi aspetto qualcosa di meglio dalla rassegna "decades" questo weekend al MiArt dove saranno presenti oltre alla Gina anche altri artisti della Body Art, con lavori della decade "giusta" ;)
 
... tanto vale metterla pure qui ...
Miart 2016
 

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