Alessandro Celli
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:lamer:
Per sfuggire costantemente e pervicacemente all'estetismo come forma di comunicazione e come tradizione rappresentativa e per non condividere la responsabilità del proprio lavoro e del proprio mestiere con l'attesa e con l'intendimento dello spettatore borghese, sempre pronto a estetizzare e quindi a consumare ogni energia innovatrice delle ricerche in arte, i movimenti artistici di quest'ultimo quinquennio hanno teso sistematicamente a evitare l'omogeneità linguistica e attitudinale. Sono passati dal linguaggio scritto alla natura, dall'operazione mentale all'incontro concreto e fisico, dal "detto" al "non detto", dall'organico all'ecologico, dall'oggetto all'opera a scomparsa totale. Hanno eliminato lo spettatore "cadavere", e hanno cercato l'implicazione, coscienziale e fisica, di un pubblico prima passivo e omogeneo per ricondurlo al trauma dell'arte e per farlo uscire dall'ebetismo.
Pubblicato su Domus 509 / aprile 1972
Scultore, performer, e videoartista, inizialmente si è dedicato alla poesia e alla scrittura sperimentale. Protagonista della Body Art e tra i maggiori protagonisti dell’arte performativa, le sue prime indagine, spesso giudicate scandalose, risalgono al 1969. I suoi lavori fotografici, i video e le performance si concentrano sul proprio corpo, sul rapporto tra sé e gli altri e sulla relazione con lo spazio architettonico. Dagli anni Ottanta Acconci si è dedicato a sculture e installazioni permanenti diventando uno degli artefici della Public Art. Alla fine degli anni Ottanta viene creato lo Studio Acconci.
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Non vado oltre
Due precedenti, che avrebbero continuità con questo di Acconci, li tentai qui:
http://www.finanzaonline.com/forum/investimenti-arte-e-collezionismo/1702013-azionismo-viennese.html
e qui
http://www.finanzaonline.com/forum/investimenti-arte-e-collezionismo/1705062-gilbert-george.html
ma fui aborrito, come direbbe Mughini
Per sfuggire costantemente e pervicacemente all'estetismo come forma di comunicazione e come tradizione rappresentativa e per non condividere la responsabilità del proprio lavoro e del proprio mestiere con l'attesa e con l'intendimento dello spettatore borghese, sempre pronto a estetizzare e quindi a consumare ogni energia innovatrice delle ricerche in arte, i movimenti artistici di quest'ultimo quinquennio hanno teso sistematicamente a evitare l'omogeneità linguistica e attitudinale. Sono passati dal linguaggio scritto alla natura, dall'operazione mentale all'incontro concreto e fisico, dal "detto" al "non detto", dall'organico all'ecologico, dall'oggetto all'opera a scomparsa totale. Hanno eliminato lo spettatore "cadavere", e hanno cercato l'implicazione, coscienziale e fisica, di un pubblico prima passivo e omogeneo per ricondurlo al trauma dell'arte e per farlo uscire dall'ebetismo.
Pubblicato su Domus 509 / aprile 1972
Scultore, performer, e videoartista, inizialmente si è dedicato alla poesia e alla scrittura sperimentale. Protagonista della Body Art e tra i maggiori protagonisti dell’arte performativa, le sue prime indagine, spesso giudicate scandalose, risalgono al 1969. I suoi lavori fotografici, i video e le performance si concentrano sul proprio corpo, sul rapporto tra sé e gli altri e sulla relazione con lo spazio architettonico. Dagli anni Ottanta Acconci si è dedicato a sculture e installazioni permanenti diventando uno degli artefici della Public Art. Alla fine degli anni Ottanta viene creato lo Studio Acconci.
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Non vado oltre
Due precedenti, che avrebbero continuità con questo di Acconci, li tentai qui:
http://www.finanzaonline.com/forum/investimenti-arte-e-collezionismo/1702013-azionismo-viennese.html
e qui
http://www.finanzaonline.com/forum/investimenti-arte-e-collezionismo/1705062-gilbert-george.html
ma fui aborrito, come direbbe Mughini