Alessandro Celli
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Spesso ho trattato qui di questo
"difficile Artista"
ma non gli è mai stato dedicato un thread
Ma che aspettavo?
Partiamo dalle cose "facili e note"
_____________________________________________
La performance di Beuys più nota ” I like America and America likes me” ebbe luogo nel maggio del 1974 a New York, presso la René Block Gallery, al 409 di West Broadway.
L’artista era contrario alla guerra in Vietnam così, quando atterrò a New York, per evitare di toccare il suolo americano, si fece trasportare in ambulanza fino alla galleria avvolto da una coperta di feltro.
Là svolse per tre giorni la sua performance, insieme a un coyote, in una sala appositamente recintata. Per molte ore al giorno Beuys restava accucciato al centro della sala avvolto nella coperta di feltro con un bastone da pastore in pugno. Per alcune ore, invece, si distendeva su un giaciglio di paglia che si era fatto preparare in un angolo.
Il coyote, dapprima guardingo, acquistò gradualmente confidenza: cominciò a girare in tondo, ad annusare l’artista, tirò via in modo giocoso la coperta, si accucciò per dormire in un angolo, urinò sulla pila di copie del Wall Street Journal che giornalmente, su indicazione di Beuys, veniva disposta nella sala.
La performance era punteggiata da azioni rituali ripetute quali far tintinnare tre volte un triangolo appeso al collo (simbolo alchemico del fuoco), far riprodurre in un’area esterna il rumore di una turbina (allusione all’energia) e dopo di ciò indossare o gettare verso il coyote i grossi guanti indossati dall’artista.
Quei guanti ampi a forma di zampa d’orso ricordavano significativamente quelli indossati da uno sciamano graffito sulla parete della grotta dei Trois Freres scoperta nel 1910 e risalente a circa 13.000 anni fa.
Per i nativi americani il coyote era un dio potente, uno psicopompo in grado di mediare tra il mondo materiale e quello spirituale, aveva anche rubato il fuoco per donarlo agli uomini.
Il coyote per Beuys era l’immagine simbolo di una ferita aperta che attendeva di essere guarita: l’uomo aveva tentato addirittura di sterminarlo prigioniero di un pensiero materialistico, positivista e scientista, che imponeva infatti, il dominio sulla natura.
La riconciliazione con il coyote con i mezzi dello sciamanesimo artistico era un principio di dialogo, un passo necessario verso un nuovo stadio evolutivo dell’umanità caratterizzato da una visione olistica della natura.
Interrogato sul perché non avesse voluto toccare il suolo americano Beuys rispose lapidario:
“Volevo isolarmi, proteggermi, non vedere degli Stati Uniti null’altro che il coyote“.
Vabbè, mi andava di dargli un contributo,
tanto qui non sponsorizziamo proprio nessuno, eh?
Buona serata
"difficile Artista"
ma non gli è mai stato dedicato un thread
Ma che aspettavo?
Partiamo dalle cose "facili e note"
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La performance di Beuys più nota ” I like America and America likes me” ebbe luogo nel maggio del 1974 a New York, presso la René Block Gallery, al 409 di West Broadway.
L’artista era contrario alla guerra in Vietnam così, quando atterrò a New York, per evitare di toccare il suolo americano, si fece trasportare in ambulanza fino alla galleria avvolto da una coperta di feltro.
Là svolse per tre giorni la sua performance, insieme a un coyote, in una sala appositamente recintata. Per molte ore al giorno Beuys restava accucciato al centro della sala avvolto nella coperta di feltro con un bastone da pastore in pugno. Per alcune ore, invece, si distendeva su un giaciglio di paglia che si era fatto preparare in un angolo.
Il coyote, dapprima guardingo, acquistò gradualmente confidenza: cominciò a girare in tondo, ad annusare l’artista, tirò via in modo giocoso la coperta, si accucciò per dormire in un angolo, urinò sulla pila di copie del Wall Street Journal che giornalmente, su indicazione di Beuys, veniva disposta nella sala.
La performance era punteggiata da azioni rituali ripetute quali far tintinnare tre volte un triangolo appeso al collo (simbolo alchemico del fuoco), far riprodurre in un’area esterna il rumore di una turbina (allusione all’energia) e dopo di ciò indossare o gettare verso il coyote i grossi guanti indossati dall’artista.
Quei guanti ampi a forma di zampa d’orso ricordavano significativamente quelli indossati da uno sciamano graffito sulla parete della grotta dei Trois Freres scoperta nel 1910 e risalente a circa 13.000 anni fa.
Per i nativi americani il coyote era un dio potente, uno psicopompo in grado di mediare tra il mondo materiale e quello spirituale, aveva anche rubato il fuoco per donarlo agli uomini.
Il coyote per Beuys era l’immagine simbolo di una ferita aperta che attendeva di essere guarita: l’uomo aveva tentato addirittura di sterminarlo prigioniero di un pensiero materialistico, positivista e scientista, che imponeva infatti, il dominio sulla natura.
La riconciliazione con il coyote con i mezzi dello sciamanesimo artistico era un principio di dialogo, un passo necessario verso un nuovo stadio evolutivo dell’umanità caratterizzato da una visione olistica della natura.
Interrogato sul perché non avesse voluto toccare il suolo americano Beuys rispose lapidario:
“Volevo isolarmi, proteggermi, non vedere degli Stati Uniti null’altro che il coyote“.
Vabbè, mi andava di dargli un contributo,
tanto qui non sponsorizziamo proprio nessuno, eh?
Buona serata