Joseph Beuys

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Alessandro Celli

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Spesso ho trattato qui di questo
"difficile Artista"

ma non gli è mai stato dedicato un thread
Ma che aspettavo?:wall::wall:

Partiamo dalle cose "facili e note":D
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La performance di Beuys più nota ” I like America and America likes me” ebbe luogo nel maggio del 1974 a New York, presso la René Block Gallery, al 409 di West Broadway.

L’artista era contrario alla guerra in Vietnam così, quando atterrò a New York, per evitare di toccare il suolo americano, si fece trasportare in ambulanza fino alla galleria avvolto da una coperta di feltro.

Là svolse per tre giorni la sua performance, insieme a un coyote, in una sala appositamente recintata. Per molte ore al giorno Beuys restava accucciato al centro della sala avvolto nella coperta di feltro con un bastone da pastore in pugno. Per alcune ore, invece, si distendeva su un giaciglio di paglia che si era fatto preparare in un angolo.
Il coyote, dapprima guardingo, acquistò gradualmente confidenza: cominciò a girare in tondo, ad annusare l’artista, tirò via in modo giocoso la coperta, si accucciò per dormire in un angolo, urinò sulla pila di copie del Wall Street Journal che giornalmente, su indicazione di Beuys, veniva disposta nella sala.

La performance era punteggiata da azioni rituali ripetute quali far tintinnare tre volte un triangolo appeso al collo (simbolo alchemico del fuoco), far riprodurre in un’area esterna il rumore di una turbina (allusione all’energia) e dopo di ciò indossare o gettare verso il coyote i grossi guanti indossati dall’artista.
Quei guanti ampi a forma di zampa d’orso ricordavano significativamente quelli indossati da uno sciamano graffito sulla parete della grotta dei Trois Freres scoperta nel 1910 e risalente a circa 13.000 anni fa.
Per i nativi americani il coyote era un dio potente, uno psicopompo in grado di mediare tra il mondo materiale e quello spirituale, aveva anche rubato il fuoco per donarlo agli uomini.

Il coyote per Beuys era l’immagine simbolo di una ferita aperta che attendeva di essere guarita: l’uomo aveva tentato addirittura di sterminarlo prigioniero di un pensiero materialistico, positivista e scientista, che imponeva infatti, il dominio sulla natura.

La riconciliazione con il coyote con i mezzi dello sciamanesimo artistico era un principio di dialogo, un passo necessario verso un nuovo stadio evolutivo dell’umanità caratterizzato da una visione olistica della natura.
Interrogato sul perché non avesse voluto toccare il suolo americano Beuys rispose lapidario:
“Volevo isolarmi, proteggermi, non vedere degli Stati Uniti null’altro che il coyote“.



Vabbè, mi andava di dargli un contributo,
tanto qui non sponsorizziamo proprio nessuno, eh?

Buona serata;)
 

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Rispetto a tanti più acclamati concettuali
trovo limpida questa affermazione:
"Vi è qualcosa di così radicale nel suo modo di essere, che verrebbe da pensare che egli abbia davvero identificato completamente l’arte con la vita."
 

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ma ora spengo televisioni e computer
vi raccomando
non fatemi usare l'accetta:p

ciao Fol:bye:
 

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Grazie Black,
allora riaccedo la TV

Nell'ottobre del 2012 scrissi qui nel FOL:

Ma riprendo il tema del risveglio culturale grazie alla rilettura di qualche bella pagina su Joseph Beuys.

Leggete almeno la prima parte, ossia:
Beuys era molto convinto che, grazie all'Arte, "potesse nascere una società migliore, a tal punto da dichiarare che "era semplicemente impossibile per gli esseri umani portare la loro forza creativa nel mondo in qualunque altro modo che con l'azione."

Allora? Bella, eh?:D

Una fotografia della performance, in cui Beuys è seduto con la lepre, è stato descritto "da alcuni critici come un nuovo Mona Lisa del 20° secolo", anche se Beuys in disaccordo con la descrizione.... incredibile!

Beuys ha spiegato la sua performance così:

"Nel mettere il miele sulla mia testa sto chiaramente facendo qualcosa che ha a che fare con il pensiero. Capacità umana non è quello di produrre miele, ma di pensare, di produrre idee. In questo modo il personaggio diventa simile alla morte del pensiero realistico di nuovo. Per il miele è indubbiamente una sostanza vivente.

Il pensiero umano può essere troppo vivace.:yes::yes:


"L'oro e miele indicano una trasformazione della testa, e quindi, naturalmente e logicamente, il cervello e la nostra comprensione di pensiero, di coscienza e tutti gli altri livelli necessari per spiegare i quadri ad una lepre: lo sgabello caldo isolamento con feltro ... e il ferro solo con il magnete. Ho dovuto camminare su questa sola quando ho effettuato il giro lepre da foto a foto, per cui insieme al zoppicare strana è venuto il rumore metallico del ferro sulla pietra dure per pavimenti, che era tutto ciò che ruppe il silenzio, dal momento che le mie spiegazioni sono state muti ... " Questa sembra essere stata l'azione che la maggior parte catturato l'immaginazione della gente.
Ad un certo livello questo deve essere perché tutti consapevolmente o inconsapevolmente riconosce il problema di spiegare le cose, in particolare dove l'arte e il lavoro creativo sono interessati, o tutto ciò che comporta un certo mistero o domanda.

L'idea di spiegare ad un animale trasmette un senso di segretezza del mondo e dell'esistenza che fa appello alla fantasia. ;);););)

Poi, come ho detto, anche un animale morto conserva più poteri di intuizione di alcuni esseri umani con la loro razionalità ostinata.

"Il problema sta nella 'comprensione' della parola e dei suoi vari livelli, che non può essere limitato ad analisi razionale. Immaginazione, ispirazione e desiderio tutte le persone che portano a percepire che questi altri livelli anche svolgere un ruolo nella comprensione. "
 

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.... intanto che di là:rolleyes::rolleyes:
vi agguerrite per Cintoli:rolleyes::confused::rolleyes:

io sto di qua:D

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Vi consiglio la lettura di:

De Domizio Durini, Lucrezia, Il cappello di feltro. Joseph Beuys. Una vita raccontata, Milano, Charta, 1998,
Donà, Massimo, Joseph Beuys. La vera mimesis, Cinisello Balsamo (Milano),
Silvana, 2004
Eco, Umberto, Opera Aperta. Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee, Milano, Bompiani, 1962
Stachelhaus, Heiner, Joseph Beuys, Napoli, Pironti.


Riflessione : Un passato comune può servire al futuro


«The pack» che nell’opera del 1969 rievocò l’esperienza al fronte in Crimea durante la Seconda guerra mondiale
 

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Se interessa: Beuys ha sempre fatto un frullato di concezioni steineriane atteggiandosi ad "iniziato", ma in realtà cannibalizzando ed esibendo concetti in modo sostanzialmente consumistico.
I suoi "risultati" nulla hanno a che fare con le premesse: questo non sarebbe un problema, se non fosse che, senza quelle premesse, risultati non se ne vedono.
In sostanza, se uno avesse letto una sola operina di Freud e fosse andato in mezzo ai selvaggi proclamandosi saggio e santone, e magari riuscendo ad essere creduto per l'incapacità dei selvaggi a districarsi tra quei concetti a loro lontani, non avrebbe agito molto differentemente da come si comportò B. nei riguardi di conoscenze evidentemente mal digerite e di un pubblico assolutamente all'oscuro di quelle.
Un impostore non privo di classe ...


PS: Scusa, caro Alex, pare che ultimamente io arrivi a guastarti tutti i 3d che imposti :asd:

:boh::boh:
 
Libro sul carattere politico dell'opera di Beuys....:cool:

dai coraggio, Gino
che la vinciamo su Cintoli:D
 

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Un impostore non privo di classe ...


PS: Scusa, caro Alex, pare che ultimamente io arrivi a guastarti tutti i 3d che imposti :asd:

:boh::boh:

ma scherzi?
i tuoi contributi sono fondamentali per me
e per tutti noi:clap::clap::clap::clap::clap:

Intanto l'impostore si è offeso, però:(
Ma io no:no:
 

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E proseguo
(per ora superato CintoliOK!)

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Ma molti si chiedono in realtà "Chi è Joseph Beuys?"

Un artista stravagante dal cappello di feltro? Un poeta amante della natura? Un filosofo predicatore?

Joseph Beuys era innanzitutto un uomo che amava gli uomini e la natura in cui gli uomini vivono.

Non ha inventato nessun metodo, ma ha dedicato con generosa umanità l'intera sua vita alla ricerca del miglioramento dei metodi esistenti.
La crisi dell'uomo contemporaneo, la perdita di identità, sono le motivazioni essenziali che hanno impegnato tutta la vita dell'uomo e dell'artista Joseph Beuys.

Egli ricercava attraverso la realtà una via di accesso alla verità, che non è nel trovarla nell'arbitraria invenzione del sistema in cui viviamo, ma esiste già nel mondo; l'uomo non deve fare altro che riscoprirla, attraverso se stesso e nella natura.

L'uomo e la natura, con l'animo riconciliato, costruiranno un mondo vero. Questo è il concetto del pensiero beuysiano.
Joseph Beuys ha posto l'uomo al centro della sua ricerca artistica, l'uomo e l'energia creativa dell'uomo.

Tratto da :
"Chi è Joseph Beuys?" di Lucrezia De Domizio Durini
 
"Io pongo domande, metto sulla carta forme di linguaggio, così come forme di sensibilità, di intenti e di idee, e lo faccio con lo scopo di stimolare il pensiero. Per di più desidero non soltanto stimolare gli altri, ma anche provocarli.
Anche là dove questo carattere provocatorio non è subito evidente -
come ad esempio nei disegni- esso è comunque presente in profondità." (J.Beuys).

(Cfr.: Heinr Bastian, Jeanot Simmen, Interview with Joseph Beuys, in Drawing -cat. mostra-, National Galerie Berlin.)
 

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Sled
Multiplo, ma che multiplo!
 

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Per capire Beuys, così come ogni artista soprattutto contemporaneo, bisogna ripercorrere alcune tappe salienti della sua vita.E' sempre la vita di un artista che poi determinerà la sua arte non il contrario, se fosse il contrario non sarebbe artista ma semplice operaio.Spesso si osservano le opere di artisti senza capire l'animo di chi le ha create.Si sbaglia molto perchè poi si scrivono sconcezze come quelle scritte, come solito, da giunuzzo che lo considera addirittura un impostore.Vabbè, sorvoliamo, altrimenti poi mi si taccia di ginuzzolite:D:D:D
Una delle tappe salienti di Beuys fu la sua partecipazione attiva al nazismo (come per molti futuristi al fascismo).Ma erano convinti così come lo erano gli stalinisti che in Russia fecero un bel pò di morti tra la borghesia. Quando uno è convinto non crede di sbagliare, ovvio, però sta di fatto che si era schierato con Hitler,Quindi una certa cultura, razionale, social-materialista fredda l'aveva nell'animo, così come si vede in molte sue opere.Ma un altro fatto lo segnò. Mentre volava con aereo da battaglia fu abbattuto e rovinò al suolo.Non morì ma si schiantò e rimase in situazione critica sintanto che uno sciamano del luogo non lo curò.Questo fatto lo segnò profondamente e infatti nelle sue opere quel nonsochè di mistico, di stregonesco lo si vede sempre chiaramente segnato da quell'esperienza. Poi un altro fatto che lo segnò fu la prigionia in cam,pi di concentramento inglesi.Anche questo fatto lo segnò e nelle sue opere non sono rari i lacci, le cinture e comunque richiami a qualcosa che ricorda la costrizione.
L'amicizia con warhol lo indusse poi a sperimentare forme d'arte in cui far prevalere la gente, i consumi del popolo ecc. Poi pian piano è uscita dirompente la sua arte inizialmente fluxus , che come sappiamo bene ha nell'animo la funzione sociale dell'arte e poi divenuta personalissima ma con tutti gli ingredienti detti sopra ben mescolati e riassunti all'osso.Dunque non è affatto un impostore ma uno dei pochi contemporanei che quando crea è proprio se stesso, che piaccia o meno.
 
Per capire Beuys, così come ogni artista soprattutto contemporaneo, bisogna ripercorrere alcune tappe salienti della sua vita.E' sempre la vita di un artista che poi determinerà la sua arte non il contrario, se fosse il contrario non sarebbe artista ma semplice operaio.Spesso si osservano le opere di artisti senza capire l'animo di chi le ha create.Si sbaglia molto perchè poi si scrivono sconcezze come quelle scritte, come solito, da giunuzzo che lo considera addirittura un impostore.Vabbè, sorvoliamo, altrimenti poi mi si taccia di ginuzzolite:D:D:D
Una delle tappe salienti di Beuys fu la sua partecipazione attiva al nazismo (come per molti futuristi al fascismo).Ma erano convinti così come lo erano gli stalinisti che in Russia fecero un bel pò di morti tra la borghesia. Quando uno è convinto non crede di sbagliare, ovvio, però sta di fatto che si era schierato con Hitler,Quindi una certa cultura, razionale, social-materialista fredda l'aveva nell'animo, così come si vede in molte sue opere.Ma un altro fatto lo segnò. Mentre volava con aereo da battaglia fu abbattuto e rovinò al suolo.Non morì ma si schiantò e rimase in situazione critica sintanto che uno sciamano del luogo non lo curò.Questo fatto lo segnò profondamente e infatti nelle sue opere quel nonsochè di mistico, di stregonesco lo si vede sempre chiaramente segnato da quell'esperienza. Poi un altro fatto che lo segnò fu la prigionia in cam,pi di concentramento inglesi.Anche questo fatto lo segnò e nelle sue opere non sono rari i lacci, le cinture e comunque richiami a qualcosa che ricorda la costrizione.
L'amicizia con warhol lo indusse poi a sperimentare forme d'arte in cui far prevalere la gente, i consumi del popolo ecc. Poi pian piano è uscita dirompente la sua arte inizialmente fluxus , che come sappiamo bene ha nell'animo la funzione sociale dell'arte e poi divenuta personalissima ma con tutti gli ingredienti detti sopra ben mescolati e riassunti all'osso.Dunque non è affatto un impostore ma uno dei pochi contemporanei che quando crea è proprio se stesso, che piaccia o meno.
Scusa, Batty, con affetto :D : macchemmifrega se Morandi è sempre vissuto quasi monacalmente a Bologna oppure faceva la bella vita a Parigi tra donnine e debiti? Cambia questo qualcosa sul quadro che ho di fronte? Perché è dall'opera che poi, eventualmente, si risale all'artista, sennò, sai quante vite interessanti ci sono? Certamente dopo che ne ho apprezzato i lavori posso incuriosirmi anche della vita di Modigliani, e in tal modo magari comprenderne ancor meglio l'opera. Ma se per godere (:rolleyes:) di un lavoro devo prima aver chiare tutte le motivazioni provenienti dalla vita dell'autore, altrimenti l'opera non mi dice nulla o peggio, beh, qui siamo fuori di testa.
E nulla mi frega che questa posizione possa sembrare "reazionaria" o fuori del tempo. La confusione in testa non ce l'ho io, mentre purtroppo so bene che tu sei in vasta e rumorosa compagnia.
Detto ciò, riconosco che Beuys ha un suo stile nel proporsi come personaggio, e l'ho fatto capire. Ma non è il livello dell'arte, oppure, se di arte parliamo, siamo più tra teatro e pubblicità.
In germania di beuysiate ne ho viste molte, e se fossi tedesco andrei a chieder conto delle spese ai direttori dei vari musei.
 
Scusa, Batty, con affetto :D : macchemmifrega se Morandi è sempre vissuto quasi monacalmente a Bologna oppure faceva la bella vita a Parigi tra donnine e debiti? Cambia questo qualcosa sul quadro che ho di fronte? Perché è dall'opera che poi, eventualmente, si risale all'artista, sennò, sai quante vite interessanti ci sono? Certamente dopo che ne ho apprezzato i lavori posso incuriosirmi anche della vita di Modigliani, e in tal modo magari comprenderne ancor meglio l'opera. Ma se per godere (:rolleyes:) di un lavoro devo prima aver chiare tutte le motivazioni provenienti dalla vita dell'autore, altrimenti l'opera non mi dice nulla o peggio, beh, qui siamo fuori di testa.
E nulla mi frega che questa posizione possa sembrare "reazionaria" o fuori del tempo. La confusione in testa non ce l'ho io, mentre purtroppo so bene che tu sei in vasta e rumorosa compagnia.
Detto ciò, riconosco che Beuys ha un suo stile nel proporsi come personaggio, e l'ho fatto capire. Ma non è il livello dell'arte, oppure, se di arte parliamo, siamo più tra teatro e pubblicità.
In germania di beuysiate ne ho viste molte, e se fossi tedesco andrei a chieder conto delle spese ai direttori dei vari musei.

Senza polemizzare troppo io invece ritengo che nella pittura, differentemente che nella musica,per capire l'artista e la sua arte occorre soffermarsi almeno sui punti salienti della sua vita altrimenti si capisce l'opera solo a metà.Poi ognuno fa come crede, ma a mio avviso anche lo stesso warhol che a prima vista sembra facilissimo,non lo si capisce se non si ha ben chiaro come vivesse la sua vita.
A volte si riesce a ricostrurla altre volte si sa poco...ma se si sa qualcosa aiuta molto nella comprensione delle opere di qualunque artista

Poi tu giunuzzo non conosci la fluxus, perchè la teatralità entra di diritto e ne è componente essenziale.Vedi ginuzzo, non conoscendo gli artisti e la vita della fluxus non puoi parlare, oppure parli a srpoposito di loro e della loro arte.Fidati, è così e basta.
 
Scusa, Batty, con affetto :D : macchemmifrega se Morandi è sempre vissuto quasi monacalmente a Bologna oppure faceva la bella vita a Parigi tra donnine e debiti? Cambia questo qualcosa sul quadro che ho di fronte? Perché è dall'opera che poi, eventualmente, si risale all'artista, sennò, sai quante vite interessanti ci sono? Certamente dopo che ne ho apprezzato i lavori posso incuriosirmi anche della vita di Modigliani, e in tal modo magari comprenderne ancor meglio l'opera. Ma se per godere (:rolleyes:) di un lavoro devo prima aver chiare tutte le motivazioni provenienti dalla vita dell'autore, altrimenti l'opera non mi dice nulla o peggio, beh, qui siamo fuori di testa.
E nulla mi frega che questa posizione possa sembrare "reazionaria" o fuori del tempo. La confusione in testa non ce l'ho io, mentre purtroppo so bene che tu sei in vasta e rumorosa compagnia.
Detto ciò, riconosco che Beuys ha un suo stile nel proporsi come personaggio, e l'ho fatto capire. Ma non è il livello dell'arte, oppure, se di arte parliamo, siamo più tra teatro e pubblicità.
In germania di beuysiate ne ho viste molte, e se fossi tedesco andrei a chieder conto delle spese ai direttori dei vari musei.

Dire che è un impostore mi pare troppo, forse saranno impostori quegli artisti che vanno in giro col cappello alla Beuys a recitare la parte. Ma lui ha fatto delle cose veramente originali e che una mente normale non penserebbe mai. Casomai, se vogliamo trovargli un difetto, vedo un eccessivo mettere se stesso al centro dell'opera, le sue performance partono dal suo vissuto personale e questo mi pare un limite. Io preferisco chi cerca di avere un linguaggio che supera se stesso e si pone in comunicazione con gli altri ponendosi su delle basi di riferimento comuni. In alcune opere come quella delle migliaia alberi piantati si supera la sfera personale e si arriva ai punti più alti. Comunque un pilastro dell'arte concettuale.
La sua grandezza sta nella grande idea che l'arte può cambiare la società e il suo impegno in questo senso, il richiamo alla responsabilità individuale (la rivoluzione siamo noi) e la sua capacità di far riflettere lo pone giustamente ai vertici della considerazione mondiale.

Dovresti riconsiderarlo bene visto che non amava Duchamp che per lui aveva una visione troppo limitata (pensava troppo ai musei). Lui parlava alla società tutta e anche fuori dalle istituzioni, questo e la rottura con Fluxus dovrebbe farti capire che era un uomo serio.:yes:
 
Dire che è un impostore mi pare troppo, forse saranno impostori quegli artisti che vanno in giro col cappello alla Beuys a recitare la parte. Ma lui ha fatto delle cose veramente originali e che una mente normale non penserebbe mai. Casomai, se vogliamo trovargli un difetto, vedo un eccessivo mettere se stesso al centro dell'opera, le sue performance partono dal suo vissuto personale e questo mi pare un limite. Io preferisco chi cerca di avere un linguaggio che supera se stesso e si pone in comunicazione con gli altri ponendosi su delle basi di riferimento comuni. In alcune opere come quella delle migliaia alberi piantati si supera la sfera personale e si arriva ai punti più alti. Comunque un pilastro dell'arte concettuale.
La sua grandezza sta nella grande idea che l'arte può cambiare la società e il suo impegno in questo senso, il richiamo alla responsabilità individuale (la rivoluzione siamo noi) e la sua capacità di far riflettere lo pone giustamente ai vertici della considerazione mondiale.

Dovresti riconsiderarlo bene visto che non amava Duchamp che per lui aveva una visione troppo limitata (pensava troppo ai musei). Lui parlava alla società tutta e anche fuori dalle istituzioni, questo e la rottura con Fluxus dovrebbe farti capire che era un uomo serio.:yes:

Ti rispondo anche se non sono ginuzzo perchè c'è qualcosa che va chiarita.Non parlo della fluxus (posto che hai detto che la rottura sua con la fluxus ti fa capire che era una persona seria.Frase a dir poco aberrante) ma di altre cose.
Nella musica intervengono nell'insieme altre persone (musicisti, arrangiatori ecc ecc) e quindi si può superare se stessi con l'ausilio di altra gente magari più capace di me;)
Nella pittura non è così.Si è soli (non sempre, ma lasciamo perdere il discorso, troppo complesso) e si è se stessi e non c'è niente da fare, non si può fingere alla propria natura, al proprio vissuto, al proprio gusto.Si può copiare altri pittori ma non si supera se stessi, si copia solamente altri più capaci magari solo tecnicamente.Ci si migliora con il tempo, o si peggiora, ma non si supera mai se stessi sfuggendo dal proprio vissuto anzi, questo rimane per sempre dentro e lo si esplica proprio nelle arti più che altrove e nella pittura al di sopra di tutto.
Non si fa arte escludendo se stessi.Puoi avere tutti i riferimenti comuni che vuoi ma la tua natura personale, la tua impronta personale rimane quella che è, dominata dal proprio vissuto, dal proprio passato, dal proprio presente e proiettata nel futuro ma sempre e solo se stessa. I finti artisti sono proprio quelli che copiano che si annullano creando arte proposta da altri, delle scimmiette, dei pappagalli dell'arte come lo erano nel medioevo tantissimi cloni di leonardo o raffaello e come lo sono oggi i vari cloni di pittori diventati famosi per aver creato qualcosa di nuovo, ma quel qualcosa era la loro natura non una cosa che non era dentro di loro.Ecco perchè dico che è utilissimo conoscere la vita dell'artista per godere della sua arte e semprechè sia sublime o comunque abbia qualcosa di importante da dire in modo artistico.
 
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Ti rispondo anche se non sono ginuzzo perchè c'è qualcosa che va chiarita.Non parlo della fluxus (posto che hai detto che la rottura sua con la fluxus ti fa capire che era una persona seria.Frase a dir poco aberrante) ma di altre cose.
Nella musica intervengono nell'insieme altre persone (musicisti, arrangiatori ecc ecc) e quindi si può superare se stessi con l'ausilio di altra gente magari più capace di me;)
Nella pittura non è così.Si è soli (non sempre, ma lasciamo perdere il discorso, troppo complesso) e si è se stessi e non c'è niente da fare, non si può fingere alla propria natura, al proprio vissuto, al proprio gusto.Si può copiare altri pittori ma non si supera se stessi, si copia solamente altri più capaci magari solo tecnicamente.Ci si migliora con il tempo, o si peggiora, ma non si supera mai se stessi sfuggendo dal proprio vissuto anzi, questo rimane per sempre dentro e lo si esplica proprio nelle arti più che altrove e nella pittura al di sopra di tutto.
Non si fa arte escludendo se stessi.Puoi avere tutti i riferimenti comuni che vuoi ma la tua natura personale, la tua impronta personale rimane quella che è, dominata dal proprio vissuto, dal proprio passato, dal proprio presente e proiettata nel futuro ma sempre e solo se stessa. I finti artisti sono proprio quelli che copiano che si annullano creando arte proposta da altri, delle scimmiette, dei pappagalli dell'arte come lo erano nel medioevo tantissimi cloni di leonardo o raffaello e come lo sono oggi i vari cloni di pittori diventati famosi per aver creato qualcosa di nuovo, ma quel qualcosa era la loro natura non una cosa che non era dentro di loro.Ecco perchè dico che è utilissimo conoscere la vita dell'artista per godere della sua arte e semprechè sia sublime o comunque abbia qualcosa di importante da dire in modo artistico.

Non era una mia posizione su Fluxus, ma di Beuy che lo criticava per l'eccessiva provocazione e l'esile contenuto intellettuale, quindi è uscito dal movimento.;)
 
Non era una mia posizione su Fluxus, ma di Beuy che lo criticava per l'eccessiva provocazione e l'esile contenuto intellettuale, quindi è uscito dal movimento.;)

No, non è affatto andata così.Anzi, non rinnegò mai la sua natura di artista fluxus conseguenza del suo passato vissuto e della volontà rimasta sino alla sua morte di dar funzione sociale all'arte.
Dopo esserne stato un membro attivo per tutti gli anni '60 uscì dal gruppo fluxus per intraprendere altre vie non certo per rinnegarla.Addirittura è rimasta celebre la sua frase che gira tuttora tra gli artisti fluxus "ogni uomo è un artista".Con quella frase ha voluto enfatizzare il concetto di arte totale portandola al paradosso, cosa che normalmente fanno gli artisti fluxus ancora oggi perchè è ancora viva quella convinzione e non è una moda.
Per favore non diciamo cose inesatte almeno sulla vita degli artisti.
 
No, non è affatto andata così.Anzi, non rinnegò mai la sua natura di artista fluxus conseguenza del suo passato vissuto e della volontà rimasta sino alla sua morte di dar funzione sociale all'arte.
Dopo esserne stato un membro attivo per tutti gli anni '60 uscì dal gruppo fluxus per intraprendere altre vie non certo per rinnegarla.Addirittura è rimasta celebre la sua frase che gira tuttora tra gli artisti fluxus "ogni uomo è un artista".Con quella frase ha voluto enfatizzare il concetto di arte totale portandola al paradosso, cosa che normalmente fanno gli artisti fluxus ancora oggi perchè è ancora viva quella convinzione e non è una moda.
Per favore non diciamo cose inesatte almeno sulla vita degli artisti.

Mia fonte:

Arte e simbolo. Lettura dell'opera "Come spiegare i quadri a una lepre morta", Joseph Beuys, 1965 | Stefania Monzani - Academia.edu


" La sua carriera ha inizio negli anni sessanta, con l’avvicinamento al gruppo
Fluxus, gruppo di artisti che concepiva l’arte come flusso energetico, connubio tra arte e vita. Questo movimento aveva origini dadaiste e venne all’inizio appoggiato da Beuys, ma dopo poco allontanato. L’artista infatti, criticava l'eccessiva provocazione e l'esile contenuto intellettuale nelle opere di Marcel Duchamp. Joseph Beuys non concepiva l'arte come "fatto da museo" ma come opera infinita di coscienza, esperienza progressiva per la società. "
 
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