Alessandro Celli
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Tanto per continuare in una estenuante ricerca al di fuori delle logiche del mercato e per dare un senso a questo Forum volto a stimolare riflessioni vecchie, nuove o mescolate fra confusi e nostalgici
mi va di trattare anche di Lui.
Ed il motivo c'è
spero.
Claudio Parmiggiani è un artista raro.
Il suo volontario “esilio” dalla scena artistica italiana, il suo ostinato silenzio, valgono, nel mondo artistico di oggi, come una presa di posizione di una radicalità pressoché unica.
= ringrazio sanmicheli per avermelo ricordato in un suo post sulla biennale "
In un contesto in cui la confusione dei valori è la regola, la sua è divenuta una presenza morale e il suo silenzio un’autorità critica. Volutamente lontano dall’“attualità” dell’arte contemporanea, lontano da gruppi o movimenti, Parmiggiani ha saputo sviluppare un linguaggio, innovativo, personale e allo stesso tempo profondamente universale.
L’arte di Parmiggiani, pur movendosi fuori dal gruppo dell’arte povera ha una storia simile a quella dei poveristi.
Stralcio di intervista:
"Sembra che la tua sensibilità si sia formata più attraverso la frequentazione della poesia e della letteratura che attraverso la storia dell'arte.
Claudio Parmiggiani -... Parola e immagine sono due mondi che si cercano, che hanno bisogno di stare vicini, anche se sono due mondi ed è bene così.
Sì, c'è sempre stata, c'è una necessità degli artisti di avere accanto la parola dei poeti per far sentire l'arte meno sola."
È del 1970 la prima delle sue Delocazioni: opere di polvere, ombre, fuoco, cenere. Raccolte di frammenti del mondo – farfalle, libri, campane, barche, carte geografiche – esprimono una consapevolezza tragica del tempo.
La chiudo così, rapidamente.
Opere di Lui non ne ho, treno perduto insieme a tanti altri.
Troppe stazioni e troppe locomotive
o forse ho capito troppo tardi.
Pazienza, l'importante è partecipare
mi va di trattare anche di Lui.
Ed il motivo c'è
spero.
Claudio Parmiggiani è un artista raro.
Il suo volontario “esilio” dalla scena artistica italiana, il suo ostinato silenzio, valgono, nel mondo artistico di oggi, come una presa di posizione di una radicalità pressoché unica.
= ringrazio sanmicheli per avermelo ricordato in un suo post sulla biennale "
In un contesto in cui la confusione dei valori è la regola, la sua è divenuta una presenza morale e il suo silenzio un’autorità critica. Volutamente lontano dall’“attualità” dell’arte contemporanea, lontano da gruppi o movimenti, Parmiggiani ha saputo sviluppare un linguaggio, innovativo, personale e allo stesso tempo profondamente universale.
L’arte di Parmiggiani, pur movendosi fuori dal gruppo dell’arte povera ha una storia simile a quella dei poveristi.
Stralcio di intervista:
"Sembra che la tua sensibilità si sia formata più attraverso la frequentazione della poesia e della letteratura che attraverso la storia dell'arte.
Claudio Parmiggiani -... Parola e immagine sono due mondi che si cercano, che hanno bisogno di stare vicini, anche se sono due mondi ed è bene così.
Sì, c'è sempre stata, c'è una necessità degli artisti di avere accanto la parola dei poeti per far sentire l'arte meno sola."
È del 1970 la prima delle sue Delocazioni: opere di polvere, ombre, fuoco, cenere. Raccolte di frammenti del mondo – farfalle, libri, campane, barche, carte geografiche – esprimono una consapevolezza tragica del tempo.
La chiudo così, rapidamente.
Opere di Lui non ne ho, treno perduto insieme a tanti altri.
Troppe stazioni e troppe locomotive
o forse ho capito troppo tardi.
Pazienza, l'importante è partecipare