Alessandro Celli
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Sarò nostalgico, sarò fuori luogo, sarò anacronistico
ma mi pareva doveroso inserire un breve contributo
(che presto finirà alla sessantaquattresima pagina)
ad un Artista che reputo
incantevole
Al di là del mercato, per una volta, se posso
Perché c’è tutta la nostra tradizione quattrocentesca quelle convessità verso l'alto, quelle linee pulite, quei toni di colore, quell’insieme atemporale di Piero Della Francesca….
Perché oltre la realtà di ordinate figure e non aggraziati visi e corpi (mani e piedi spesso enormi) si nasconde sempre e comunque la consapevolezza di ritrarre un mondo tormentato, un Non Detto, una realtà misteriosa che fatica ad uscire dal bianco e nero per trovare finalmente la luce dei colori e del sole …
E toccanti le frasi che lasciò scritte Piero Gobetti nel 1920 sul Maestro, suo grande amico. Poche righe che potrebbero essere ininfluenti sul modo di produrre arte, ma sono esemplificative sul suo concetto di disciplina e di ordine interno:
“[...] la rivelazione è sulle umili pareti scure che egli prepara nella stanza dei suoi quadri, è nella scelta delle opere che si devono collocare insieme e nella loro disposizione. [...].
Ma anche in quest’opera Casorati pone una cura speciale. E fa come un commento, un’esegesi, una rivelazione di se stesso.
Sacrifica ciò che non conta, ciò che è deviazione o ripetizione e non sviluppo.
Fa intendere l’opera sua centrale col metterle intorno gli sforzi che l’hanno preparata. Non gli abbozzi empiricamente reali, ma i veri abbozzi ideali [...]. In una interpretazione retrospettiva ci dà la storia di se stesso.”
E solo 9 anni prima, nel 1911, Casorati scrisse: "Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno".
BIBLIOGRAFIA:
Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Kustler, Leipzig 1992
AA.VV.: La Pittura in Italia - L'ottocento - Electa, Milano 1991
La Pittura Universale, Il XX Secolo - Editoriale del Drago, Milano 1983
Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo, Torino 1972
A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962
Evento da segnalare:
Cultura Italia, un patrimonio da esplorare
Vabbè, comunque la pensiate
buona serata a tutti.
ma mi pareva doveroso inserire un breve contributo
(che presto finirà alla sessantaquattresima pagina)
ad un Artista che reputo
incantevole
Al di là del mercato, per una volta, se posso
Perché c’è tutta la nostra tradizione quattrocentesca quelle convessità verso l'alto, quelle linee pulite, quei toni di colore, quell’insieme atemporale di Piero Della Francesca….
Perché oltre la realtà di ordinate figure e non aggraziati visi e corpi (mani e piedi spesso enormi) si nasconde sempre e comunque la consapevolezza di ritrarre un mondo tormentato, un Non Detto, una realtà misteriosa che fatica ad uscire dal bianco e nero per trovare finalmente la luce dei colori e del sole …
E toccanti le frasi che lasciò scritte Piero Gobetti nel 1920 sul Maestro, suo grande amico. Poche righe che potrebbero essere ininfluenti sul modo di produrre arte, ma sono esemplificative sul suo concetto di disciplina e di ordine interno:
“[...] la rivelazione è sulle umili pareti scure che egli prepara nella stanza dei suoi quadri, è nella scelta delle opere che si devono collocare insieme e nella loro disposizione. [...].
Ma anche in quest’opera Casorati pone una cura speciale. E fa come un commento, un’esegesi, una rivelazione di se stesso.
Sacrifica ciò che non conta, ciò che è deviazione o ripetizione e non sviluppo.
Fa intendere l’opera sua centrale col metterle intorno gli sforzi che l’hanno preparata. Non gli abbozzi empiricamente reali, ma i veri abbozzi ideali [...]. In una interpretazione retrospettiva ci dà la storia di se stesso.”
E solo 9 anni prima, nel 1911, Casorati scrisse: "Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno".
BIBLIOGRAFIA:
Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Kustler, Leipzig 1992
AA.VV.: La Pittura in Italia - L'ottocento - Electa, Milano 1991
La Pittura Universale, Il XX Secolo - Editoriale del Drago, Milano 1983
Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo, Torino 1972
A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni, Milano 1962
Evento da segnalare:
Cultura Italia, un patrimonio da esplorare
Vabbè, comunque la pensiate
buona serata a tutti.