Asta o galleria

Masar

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Buongiorno a tutti,
vorrei riproporre sul forum una questione già trattata qua e là e cioè se è preferibile spendere il proprio budget dedicato all'arte nelle aste pubbliche o in gallerie private.
Premetto che tendenzialmente compro opere di artisti mediamente conosciuti/storicizzati e ho un budget non molto elevato (max 10 k per anno). Devo dire che, nonostante abbia personalmente investito utilizzando le aste (dove tradizionalmente si spunta un prezzo migliore) sto notando ultimamente (escludo la fiera di Bologna) come le gallerie stiano proponendo prezzi mediamente allineati con quelli delle aste. Ieri mi è stato proposto uno Stefanoni a 4,4 k (formato piccolo), lo stesso mi è accaduto per un pezzo di Arman, mentre per un Lucio Del Pezzo (bel casellario anni 80) mi hanno chiesto 4,5 k. A questo punto chiedo un vostro illuminato parere, visto che le gallerie di regola offrono talora dei servizi aggiuntivi (maggiore scelta, possibilità di conoscere l'artista, pubblicazione, autentiche, etc.) che le case d'asta non possono offrire.
Un caro saluto a tutti
 
sto notando ultimamente (escludo la fiera di Bologna) come le gallerie stiano proponendo prezzi mediamente allineati con quelli delle aste.

Non sono le gallerie che si sono adeguate ai prezzi d'asta, ma le aste che (artatamente pompate) si sono adeguate ai prezzi d'aste e spesso anche su valori maggiori.
 
Buongiorno a tutti,
vorrei riproporre sul forum una questione già trattata qua e là e cioè se è preferibile spendere il proprio budget dedicato all'arte nelle aste pubbliche o in gallerie private.

ciao,
se economicamente ritieni vantaggiosa l'opportunità
sempre meglio la Galleria

Ha un valore aggiunto in più, a mio parere.
 
ciao,
se economicamente ritieni vantaggiosa l'opportunità
sempre meglio la Galleria

Ha un valore aggiunto in più, a mio parere.

e magari puoi (un domani) riproporle l'opera, anche come parziale permuta, per un nuovo acquisto.
 
condivido opinione di chi mi ha preceduto

a parità di tutto, molto meglio comprare in galleria

la galleria svolge un ruolo cruciale nella selezione degli artisti, dei loro lavori e nella valorizzazione lungo termine della loro opera (mi riferisco, per lo più, al mercato primario ... ma anche nel secondario, se fatto seriamente)

io non solo preferisco la galleria in genere ... ma anche fra gallerie, tendo a rivolgermi sempre alle stesse ... si crea un rapporto a due vie, che gratifica entrambi ... loro perchè capiscono che ne sostieni il lavoro nel tempo (non sei di passaggio, in altre parole), noi (collezionisti) perchè abbiamo qualche privilegio nello scegliere i lavori (prima di quelli ... di passaggio)
 
Sempre e comunque in asta dove si trovano scelte amplissime a minor prezzo

Certamente i galleristi fanno bene a difendere il loro lavoro ma tuttora, oggettivamente, non si può paragonare.

Altra cosa se si tratta di artisti giovani e del mercato primario
 
dipende, se uno ha pazienza, e vuole correre il rischio di non riuscire a comprare, allora aspetta l'asta giusta, il pezzo giusto al prezzo giusto (però si parla anche di anni di attesa in alcuni casi). se uno vuole andare al supermercato (in termine buono) e avere la scelta, subito, allora paga questo privilegio e va in galleria.
A parte che tra BP, spedizioni, assicurazioni etc etc il prezzo in asta bisogna strapparlo veramente buono per far valere la candela.
la terza via (se si può) è sempre la migliore...compravendita tra privati. ovvio anche qui devi trovare tutte le componenti al momento giusto e non è facile!
Comunque il lavoro del gallerista e della galleria va premiato...quello delle aste....mah.....
 
Non sono le gallerie che si sono adeguate ai prezzi d'asta, ma le aste che (artatamente pompate) si sono adeguate ai prezzi d'aste e spesso anche su valori maggiori.

Beh, dipende, caro mio.

Su artisti storicizzati non ti posso dare torto
ma su artisti emergenti
in asta le cose cambiano....
Arcange insegna con i suoi pupilli
;)
 
Beh, dipende, caro mio.

Su artisti storicizzati non ti posso dare torto
ma su artisti emergenti
in asta le cose cambiano....
Arcange insegna con i suoi pupilli
;)

Sono d'accordo, dipende da quello che vuoi comprare.
Se hai la fortuna che passa in asta, quanto devi aspettare ? Riesci ad aggiudicartela ? Alla fine quanto ti viene a costare ?

In galleria hai un altro servizio (sempre che siano seri) e che giustamente paghi. Magari hai più scelta e riesci a procurarti altri lavori dell'artista che ti interessano.
Insomma, per me vanno bene entrambi.

Non ho capito se intendi i miei pupilli (non più emergenti) o i pupilli (emergenti) ;)
 
Non sono le gallerie che si sono adeguate ai prezzi d'asta, ma le aste che (artatamente pompate) si sono adeguate ai prezzi d'aste e spesso anche su valori maggiori.

Mi fate capire bene come funziona questa storia del pompaggio nelle aste??
Premetto che sicuramente esiste, ma come si fa oggi come oggi con le leggi su antiriciclaggio e i controlli sulla case d'asta di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate?? Io voglio pompare un artista e sono costretto a comprare tutto quello che c'è sul mercato al prezzo massimo, pagare diritti a go-go e lasciare una traccia di movimentazioni finanziarie svolte...magari compro dall'estero, ma non credo che il giochino possa durare a lungo.
Io ho potuto verificare che ci sono alcune case d'asta che "difendono" alcuni artisti e questo può risultare normale, ma "pompare" un artista su tutto il mercato delle aste mi sembra una cosa complicata e comunque assai problematico per quegli artisti "liquidi" con passaggi d'asta frequenti
 
Io non compro praticamente mai in asta.
Un giorno, con un amico certamente più influente di me, mi sono trovato a visionare delle opere importanti qualche giorno prima di un'asta di quelle che contano davvero. Questi aveva chiesto di passare alla lampada di wood alcune opere: non avete idea di quanti ritocchi anche grossolani abbiamo scoperto.
Ho raccontato questo episodio perchè sono sempre più convinto che alle aste passano un buon numero di opere "scartate" da mercanti, o da galleristi, o da collezionisti. Un'opera può definirsi uno scarto (non necessariamente in termine spregiativo, ma comunque da "far fuori") per mille motivi: perchè il mercante non è riuscito a venderla, perchè il gallerista non ci crede più, perchè si è rovinata, perchè è brutta ed è stata comprata solo per speculazione, perchè il collezionista la considera ormai uno dei tanti errori di gioventù, ecc. ecc. Insomma secondo me è davvero difficile creare una collezione di buon valore comprando solo alle aste per risparmiare qualche migliaio di euro. Naturalmente parlo di opere alla portata della gente comune: per le opere da centinaia di migliaia o milioni di euro il discorso è diverso, almeno in parte. Per le opere che interessano mediamente il collezionista normale è molto più probabile che la qualità si trovi in gallerie affidabili e specializzate (non certo in quelle gallerie che sembrano dei luridi magazzini) il cui compito dovrebbe essere proprio quello di saper selezionare e di saper "consigliare" i collezionisti, almeno quelli più fedeli. Un tempo era sicuramente così, oggi magari il gallerista è spesso un avventuriero che vende per vendere, tanto ogni tre o quattro anni cambia nome e indirizzo. Comunque sono tutti aspetti da tenere in grande conto quando si decidono acquisti di un certo valore.
P.S. passano alle aste anche opere pregevoli ovviamente, ma quante sono le opere pregevoli in un catalogo di 200 o 300 o 1000 proposte?
 
Io non compro praticamente mai in asta.
Un giorno, con un amico certamente più influente di me, mi sono trovato a visionare delle opere importanti qualche giorno prima di un'asta di quelle che contano davvero. Questi aveva chiesto di passare alla lampada di wood alcune opere: non avete idea di quanti ritocchi anche grossolani abbiamo scoperto.
Ho raccontato questo episodio perchè sono sempre più convinto che alle aste passano un buon numero di opere "scartate" da mercanti, o da galleristi, o da collezionisti. Un'opera può definirsi uno scarto (non necessariamente in termine spregiativo, ma comunque da "far fuori") per mille motivi: perchè il mercante non è riuscito a venderla, perchè il gallerista non ci crede più, perchè si è rovinata, perchè è brutta ed è stata comprata solo per speculazione, perchè il collezionista la considera ormai uno dei tanti errori di gioventù, ecc. ecc. Insomma secondo me è davvero difficile creare una collezione di buon valore comprando solo alle aste per risparmiare qualche migliaio di euro. Naturalmente parlo di opere alla portata della gente comune: per le opere da centinaia di migliaia o milioni di euro il discorso è diverso, almeno in parte. Per le opere che interessano mediamente il collezionista normale è molto più probabile che la qualità si trovi in gallerie affidabili e specializzate (non certo in quelle gallerie che sembrano dei luridi magazzini) il cui compito dovrebbe essere proprio quello di saper selezionare e di saper "consigliare" i collezionisti, almeno quelli più fedeli. Un tempo era sicuramente così, oggi magari il gallerista è spesso un avventuriero che vende per vendere, tanto ogni tre o quattro anni cambia nome e indirizzo. Comunque sono tutti aspetti da tenere in grande conto quando si decidono acquisti di un certo valore.
P.S. passano alle aste anche opere pregevoli ovviamente, ma quante sono le opere pregevoli in un catalogo di 200 o 300 o 1000 proposte?

Io non la penso così. Per quanto riguarda almeno i cataloghi d'Asta d'arte Moderna più importanti, sono gli stessi galleristi i primi a comprare all'asta rivendendo poi al doppio o al triplo e questo la dice lunga su quanto sia più conveniente l'asta rispetto alla galleria.
Si tratta quindi delle stesse opere che prima passano in asta poi in galleria per cui il discorso sulla qualità dell'opera non credo regga!
 
tendo a condividere opinione di menzio

con una precisazione

più che galleristi, li definirei mercanti o galleristi-mercanti

per gallerista-mercante intendo un gallerista che si approvvigiona in larga misura sul secondario ... non direttamente dall'artista

che organizza - al contempo - anche mostre e cataloghi/profili critici ...
 
Le aste nascono e tutt'ora sono territorio per galleristi e mercanti, meno per il privato, o meglio,solo per i privati superscafati che conoscono molto bene il mercato.
io rimango della mia idea che nell'arte ci guadagnano i mercanti e il 5-10 per cento dei collezionisti e di questo 10 per cento il 90 per cento sono collezionisti che investono più di centomila euro all'anno. Quindi la percentuale di noi piccoli collezionisti a livello di specula/guadagno è veramente bassa...insomma il colpo di c....
 
Io non la penso così. Per quanto riguarda almeno i cataloghi d'Asta d'arte Moderna più importanti, sono gli stessi galleristi i primi a comprare all'asta rivendendo poi al doppio o al triplo e questo la dice lunga su quanto sia più conveniente l'asta rispetto alla galleria.
Si tratta quindi delle stesse opere che prima passano in asta poi in galleria per cui il discorso sulla qualità dell'opera non credo regga!

Non direi. I mercanti-galleristi comprano all'asta principalmente le opere di notevole pregio e di valore alto e medio-alto. Le opere medio-piccole in gran parte e le frattaglie per intero, vengono battute e comprate da privati, magari speculatori e mercantucoli-improvvisati, ma privati. E' una leggenda che alle aste comprino i galleristi: i galleristi tra hammer e diritti non hanno margine comprando alle aste. I galleristi si riforniscono dai mercanti veri e dagli artisti. Questa è la regola. Poi le eccezioni ci sono eccome.
Lascia stare i Fontana, i Manzoni e compagnia di alto bordo. Guarda alle proposte piccole e medie: credi davvero che un gallerista possa comprare all'asta uno Stefanoni, un Pinelli o un Pignatelli (ho nominato a caso i primi tre che mi sono saltati in mente) e rivenderlo al doppio o al triplo?? Ma dai!
Ecco perchè ho scritto che da un certo livello in su, le aste sono territorio di grandi mercanti, grandi galleristi o grandi collezionisti. Ma per il fritto misto sotto i 15-20k c'è un solo tipo di acquirente: il privato (vero o pseudo-mercante che sia). E non sempre (anzi, molto raramente) questo tipo di acquirente mette al primo posto la qualità.
 
Galleria tutta la vita se è seria... La frequenti, ti prendi i tuoi tempi, magari conosci l'artista, hai modo di sceglierti l'opera... Diventi parte integrante del processo ...
 
Non direi. I mercanti-galleristi comprano all'asta principalmente le opere di notevole pregio e di valore alto e medio-alto. Le opere medio-piccole in gran parte e le frattaglie per intero, vengono battute e comprate da privati, magari speculatori e mercantucoli-improvvisati, ma privati. E' una leggenda che alle aste comprino i galleristi: i galleristi tra hammer e diritti non hanno margine comprando alle aste. I galleristi si riforniscono dai mercanti veri e dagli artisti. Questa è la regola. Poi le eccezioni ci sono eccome.
Lascia stare i Fontana, i Manzoni e compagnia di alto bordo. Guarda alle proposte piccole e medie: credi davvero che un gallerista possa comprare all'asta uno Stefanoni, un Pinelli o un Pignatelli (ho nominato a caso i primi tre che mi sono saltati in mente) e rivenderlo al doppio o al triplo?? Ma dai!
Ecco perchè ho scritto che da un certo livello in su, le aste sono territorio di grandi mercanti, grandi galleristi o grandi collezionisti. Ma per il fritto misto sotto i 15-20k c'è un solo tipo di acquirente: il privato (vero o pseudo-mercante che sia). E non sempre (anzi, molto raramente) questo tipo di acquirente mette al primo posto la qualità.

Per quanto riguarda Stefanoni o Pinelli non saprei dirti.
Io ho parlato di arte Moderna perché è ciò che seguo e che più mi interessa e ti posso assicurare che posso farti decine di esempi di opere di Rosai, De Pisis, Carrà, solo per fare tre nomi, comprati da Farsetti o Pananti, sempre per fare 2nomi, e rivisti in Gallerie più o meno famose al doppio e anche al triplo dopo pochi mesi se non addirittura settimane.
 
Le aste nascono e tutt'ora sono territorio per galleristi e mercanti...

Questo è in parte (solo in parte) vero per Sotheby's, Christie's, e poche altre di alto livello. Vorrei proprio sapere quanti galleristi trovano conveniente comprare con regolarità (perchè le eccezioni ci sono, ma sono eccezioni) alla Meeting, da Farsetti, da Martini, da Boetto, da Poleschi (e cito solo i meno peggio, lasciando perdere i rigattieri). Pagherebbero opere mediamente mediocri a prezzi quasi pieni. Per rivendere a quanto? Guardali bene i risultati d'asta: trovi che ci sia margine sufficiente per tenere in piedi un'attività commerciale? Oggi che i prezzi li conoscono tutti e appena un'opera passa due volte tutti la riconoscono al volo?
Certo, se parliamo di top lot il problema è diverso: un Castellani un buon gallerista può comprarlo a 200k per rivenderlo a un facoltoso cliente a 250/300k. Ma parliamo di Castellani, di gallerie al top e di clienti facoltosi. Che senso avrebbe comprare un Costalonga a 8k e impazzire per rivenderlo a 10k perchè tanto non si trova nessuno che ti dia di più. Anzi! Il cliente-taccagno poi per 1000 euro di sconto è disposto a duelli interminabili così il guadagno si riduce a 1k!!! Non tutti i galleristi hanno clientela da Boetti, da Fontana o da Burri. La maggior parte dei galleristi hanno clienti che spendono al massimo qualche decina di migliaia di euro all'anno. Su questa fascia di lavoro, non c'è alternativa: il gallerista deve comprare dal mercante o dall'artista, o, quando gli va bene, da qualche collezionista accondiscendente che vuole disfarsi di qualche opera comprata a poco molti anni prima.
 
Premetto che sicuramente esiste, ma come si fa oggi come oggi con le leggi su antiriciclaggio e i controlli sulla case d'asta di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate??

E' anarchia totale,
credimi:wall::wall::wall:

vai a leggerti la chiacchierata sui diritti SIAE:cool::cool::cool:
 
Per quanto riguarda Stefanoni o Pinelli non saprei dirti.
Io ho parlato di arte Moderna perché è ciò che seguo e che più mi interessa e ti posso assicurare che posso farti decine di esempi di opere di Rosai, De Pisis, Carrà, solo per fare tre nomi, comprati da Farsetti o Pananti, sempre per fare 2nomi, e rivisti in Gallerie più o meno famose al doppio e anche al triplo dopo pochi mesi se non addirittura settimane.

Senza offesa nè polemica, Rosai, De Pisis e Carrà, a parte i capolavori, non sono "caldi" sul mercato. Le opere molto mediocri di questi "nomi" si trovano un po' a tutti i prezzi perchè è in atto una svendita generale: chi li ha se ne disfa, pochi sono disposti a investire su di loro. Non sto a dire se sia giusto sbagliato (per me è giusto), ma il mercato oggi non ruota più intorno a queste cose, quindi nello scarso interesse, si può dire che costano 10-15-20-30k e va un po' tutto bene.
 
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