Operai Fiat acquista tele di Gaugin e Bonnard ad un'asta di oggetti smarriti

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RITROVATE TELE DI GUAGUIN E BONNARD: UN EX OPERAIO FIAT LE AVEVA ACQUISTATE AD UN’ASTA DI OGGETTI SMARRITI DELLE FERROVIE DELLO STATO NEL 1975 PER 45 MILA LIRE – OGGI I QUADRI VALGONO TRA I 30 E I 40 MILIONI DI EURO


Grazia Longo per ‘La Stampa'

«Lo confesso: aver apprezzato e comprato due capolavori senza sapere che lo erano, da semplice operaio, mi rende molto orgoglioso». Linguaggio semplice ma argomenti forti per Nicolò, 70 anni, proprietario a sua insaputa di un Gauguin e un Bonnard. Ci sono miracoli che si nutrono di cultura e di arte anche se ti guadagnavi da vivere alla catena di montaggio della Fiat.


Come dimostra la storia di Nicolò (il nome è di fantasia: «Ho paura, ci sono troppi soldi in ballo») a un passo dal diventare milionario. I quadri di Paul Gauguin e Pierre Bonnard, scelti e comprati tra gli oggetti smarriti sui treni, per 45 mila lire nel 1975, valgono tra i 30 e i 40 milioni di euro. «Ma al di là della possibile ricchezza - confessa l'ex operaio oggi in pensione -, la cosa che più mi rallegra è l'orgoglio per l'acquisto e il piacere di aver convissuto così a lungo con due capolavori».

Per 39 anni li ha ammirati nel salotto di casa, prima a Torino dov'era emigrato, poi, una volta pensionato, in Sicilia. «Di recente mio figlio ha scoperto che possedevo un tesoro e così abbiamo avvertito i carabinieri». Ed ecco che i militari della Tutela patrimonio culturale, agli ordini del generale Mariano Mossa, hanno ricostruito la storia.

Rubate il 6 giugno 1970 a Londra ai coniugi Marks e Kennedy (che risultano senza eredi e dove Marks sta per Marks & Spencer, quelli della catena di grandi magazzini) e ritrovate su una carrozza del Parigi-Torino (i corrieri-ladri sono stati disturbati?), le due preziose ma sconosciute tele finiscono abbandonate in un deposito delle Ferrovie e all'asta. Non risultavano nella banca dati delle opere da cercare, ma poi è emerso che sono dei maestri dell'Impressionismo e dei Nabis Paul Gauguin e Pierre Bonnard, il «Fruits sur une table ou nature au petit chien» e «La femme aux deux fauteuils».


«Sono sempre stato curioso e appassionato di pittura - ricorda il pensionato-. Non ero tipo bar o da giochi di carte con gli amici e così, finito il turno a Mirafiori, giravo tra i mercatini dove c'erano quadri e disegni degli studenti dell'Accademia di Belle arti e due volte all'anno andavo all'asta delle Ferrovie in via Sacchi. Duravano anche due settimane, tanta era la roba dimenticata. E pensi che l'annuncio dell'asta, con tanto di elenco degli oggetti in vendita, lo leggevo proprio su La Stampa».

I due appuntamenti annuali si rivelano fonte di enorme soddisfazione. «A parte diversi quadri, ho comprato di tutto. Una collezione di pipe, bastoni da passeggio e un oftalmoscopio degli Anni 30. Nel mio cuore però al primo posto ci sono sempre state quelle due tele di cui mi sono innamorato a prima vista».

Meglio ancora di una vincita alla lotteria. «Eh sì, perché sarò pure stato fortunato, ma ho avuto buon gusto. A dirla tutta le ho anche pagate meno del prezzo iniziale». Possibile? «Certo, il prezzo base era di 60 mila lire, ma non ho alzato la mano perché sapevo che se andava deserta la prima, si faceva una seconda offerta con il 20% di sconto. E infatti la seconda vendita è partita da 40 mila lire: a quel punto è partita una gara con un altro signore a colpi di 100 e 500 lire, fino appunto ad arrivare a 45 mila lire. Era comunque una bella cifra, calcolando che oggi corrisponderebbe a 300 euro. Ma mi piaceva l'idea di investire nelle cose belle».

Un interesse talmente profondo da essere stato trasmesso ai due figli. Una è laureata in Storia dell'arte, l'altro si è improvvisato detective e ha capito che le «croste» in realtà erano state realizzate da due stelle dell'Impressionismo e dei Nabis. La ricerca non è stata semplice, ma ancora una volta è cominciata dall'amore per l'arte.
«Un pomeriggio, sfogliando una monografia di Bonnard, mi sono accorto che il giardino dove lui era raffigurato assomigliava incredibilmente a quello del quadro appeso in salotto.


Ed è stato mio figlio a dirmi: "Ma allora l'autore è Bonnard, non Bonnato o Bonatto come leggevamo noi e come il professore delle superiori a Torino mi aveva suggerito, scambiandolo per l'opera di un piemontese dell'800". A quel punto mio figlio ha proseguito le ricerche e si è insospettito pure dell'altro quadro». Quello di Gauguin, non firmato, ma con un minuscolo cagnolino rosso in basso a destra. «Mio figlio ha scoperto che ricorreva anche in alcune lettere di Gauguin e e ha confrontato la sua grafia con quella della dedica a una contessa, sul quadro. Era la sua!».

Immediata la segnalazione ai carabinieri della Tutela Patrimonio culturale che hanno svelato tutta la verità. È grazie al lavoro dell'Arma se i due capolavori sono stati svelati al pubblico. Ieri mattina a togliere il drappo rosso c'era il ministro dei beni culturali Dario Franceschini. «Ho visto il filmato al Tg e mi sono commosso», conclude Nicolò. E ora per lui - se la procura di Roma confermerà che il suo è stato «un acquisto inconsapevole» - si spalancano le porte della ricchezza. «Tenerli? È impossibile».
 
RITROVATE TELE DI GUAGUIN E BONNARD: UN EX OPERAIO FIAT LE AVEVA ACQUISTATE AD UN’ASTA DI OGGETTI SMARRITI DELLE FERROVIE DELLO STATO NEL 1975 PER 45 MILA LIRE – OGGI I QUADRI VALGONO TRA I 30 E I 40 MILIONI DI EURO


Grazia Longo per ‘La Stampa'

«Lo confesso: aver apprezzato e comprato due capolavori senza sapere che lo erano, da semplice operaio, mi rende molto orgoglioso». Linguaggio semplice ma argomenti forti per Nicolò, 70 anni, proprietario a sua insaputa di un Gauguin e un Bonnard. Ci sono miracoli che si nutrono di cultura e di arte anche se ti guadagnavi da vivere alla catena di montaggio della Fiat.


Come dimostra la storia di Nicolò (il nome è di fantasia: «Ho paura, ci sono troppi soldi in ballo») a un passo dal diventare milionario. I quadri di Paul Gauguin e Pierre Bonnard, scelti e comprati tra gli oggetti smarriti sui treni, per 45 mila lire nel 1975, valgono tra i 30 e i 40 milioni di euro. «Ma al di là della possibile ricchezza - confessa l'ex operaio oggi in pensione -, la cosa che più mi rallegra è l'orgoglio per l'acquisto e il piacere di aver convissuto così a lungo con due capolavori».

Per 39 anni li ha ammirati nel salotto di casa, prima a Torino dov'era emigrato, poi, una volta pensionato, in Sicilia. «Di recente mio figlio ha scoperto che possedevo un tesoro e così abbiamo avvertito i carabinieri». Ed ecco che i militari della Tutela patrimonio culturale, agli ordini del generale Mariano Mossa, hanno ricostruito la storia.

Rubate il 6 giugno 1970 a Londra ai coniugi Marks e Kennedy (che risultano senza eredi e dove Marks sta per Marks & Spencer, quelli della catena di grandi magazzini) e ritrovate su una carrozza del Parigi-Torino (i corrieri-ladri sono stati disturbati?), le due preziose ma sconosciute tele finiscono abbandonate in un deposito delle Ferrovie e all'asta. Non risultavano nella banca dati delle opere da cercare, ma poi è emerso che sono dei maestri dell'Impressionismo e dei Nabis Paul Gauguin e Pierre Bonnard, il «Fruits sur une table ou nature au petit chien» e «La femme aux deux fauteuils».


«Sono sempre stato curioso e appassionato di pittura - ricorda il pensionato-. Non ero tipo bar o da giochi di carte con gli amici e così, finito il turno a Mirafiori, giravo tra i mercatini dove c'erano quadri e disegni degli studenti dell'Accademia di Belle arti e due volte all'anno andavo all'asta delle Ferrovie in via Sacchi. Duravano anche due settimane, tanta era la roba dimenticata. E pensi che l'annuncio dell'asta, con tanto di elenco degli oggetti in vendita, lo leggevo proprio su La Stampa».

I due appuntamenti annuali si rivelano fonte di enorme soddisfazione. «A parte diversi quadri, ho comprato di tutto. Una collezione di pipe, bastoni da passeggio e un oftalmoscopio degli Anni 30. Nel mio cuore però al primo posto ci sono sempre state quelle due tele di cui mi sono innamorato a prima vista».

Meglio ancora di una vincita alla lotteria. «Eh sì, perché sarò pure stato fortunato, ma ho avuto buon gusto. A dirla tutta le ho anche pagate meno del prezzo iniziale». Possibile? «Certo, il prezzo base era di 60 mila lire, ma non ho alzato la mano perché sapevo che se andava deserta la prima, si faceva una seconda offerta con il 20% di sconto. E infatti la seconda vendita è partita da 40 mila lire: a quel punto è partita una gara con un altro signore a colpi di 100 e 500 lire, fino appunto ad arrivare a 45 mila lire. Era comunque una bella cifra, calcolando che oggi corrisponderebbe a 300 euro. Ma mi piaceva l'idea di investire nelle cose belle».

Un interesse talmente profondo da essere stato trasmesso ai due figli. Una è laureata in Storia dell'arte, l'altro si è improvvisato detective e ha capito che le «croste» in realtà erano state realizzate da due stelle dell'Impressionismo e dei Nabis. La ricerca non è stata semplice, ma ancora una volta è cominciata dall'amore per l'arte.
«Un pomeriggio, sfogliando una monografia di Bonnard, mi sono accorto che il giardino dove lui era raffigurato assomigliava incredibilmente a quello del quadro appeso in salotto.


Ed è stato mio figlio a dirmi: "Ma allora l'autore è Bonnard, non Bonnato o Bonatto come leggevamo noi e come il professore delle superiori a Torino mi aveva suggerito, scambiandolo per l'opera di un piemontese dell'800". A quel punto mio figlio ha proseguito le ricerche e si è insospettito pure dell'altro quadro». Quello di Gauguin, non firmato, ma con un minuscolo cagnolino rosso in basso a destra. «Mio figlio ha scoperto che ricorreva anche in alcune lettere di Gauguin e e ha confrontato la sua grafia con quella della dedica a una contessa, sul quadro. Era la sua!».

Immediata la segnalazione ai carabinieri della Tutela Patrimonio culturale che hanno svelato tutta la verità. È grazie al lavoro dell'Arma se i due capolavori sono stati svelati al pubblico. Ieri mattina a togliere il drappo rosso c'era il ministro dei beni culturali Dario Franceschini. «Ho visto il filmato al Tg e mi sono commosso», conclude Nicolò. E ora per lui - se la procura di Roma confermerà che il suo è stato «un acquisto inconsapevole» - si spalancano le porte della ricchezza. «Tenerli? È impossibile».
Come si vede la figlia laureata in Storia dell'arte e il professore d'arte che non ha "visto" nulla dimostrano quello che sostengo maniacalmente: non solo che gli studiosi non capiscono nulla se non glielo spiegano (ma allora ... hanno veramente capito?), ma soprattutto che non hanno alcuna autonomia di giudizio, quella che è bello esercitare, per esempio, andando per mercatini. Ciò deriva probabilmente dal fatto che l'arte non viene studiata "sul campo", ma solo in teoria, con riproduzioni e, comunque, passivamente.
Le rare eccezioni, come Zeri (prima di lui solo il Cavalcaselle) sono state EMARGINATE dal mondo ufficiale, quello che di fronte alle finte teste di Modì ha detto OOOH e cominciato a ... spiegare :rotfl::rotfl:

Complimenti, invece, al figlio detective.
 
veramente in gamba padre e figlio.
e anche il contenuto delle dichiarazioni lo confermano.
tanti felici auguri per la nuova vita.
 
Grande Gino come sempre
La domanda sorge spontanea:
voi cosa avreste fatto al suo posto?
Consegnate ai carabinieri, col rischio di non rivederle più?
Taciuto e continuato a convivere con le tele?
Forse Nicolò si sarà pentito...
 
Si tratta di una bellissima storia.
ginogost, pensa se ti fossi aggirato tu per quei mercatini ricolmi di opere di cui parla il pensionato ! Battevi sul tempo tutto e tutti.
 
Grande Gino come sempre
La domanda sorge spontanea:
voi cosa avreste fatto al suo posto?
Consegnate ai carabinieri, col rischio di non rivederle più?
Taciuto e continuato a convivere con le tele?
Forse Nicolò si sarà pentito...

mi sarei prima informato bene sul destino delle opere ( e dei soldi) una volta fatta la denuncia ai carabinieri :rolleyes:
In questo caso mi pare di aver capito che i soldi andranno all'ex-operaio.
Le due tele andranno all'asta? :confused:
 
Io avevo capito che fossero state rubate.
Devo aver capito male.
 
mi sarei prima informato bene sul destino delle opere ( e dei soldi) una volta fatta la denuncia ai carabinieri

Sì, non ne facevo una questione economica (anche se qui è tutt'altro che da sottovalutare), ma separarsi da due opere con le quali hai convissuto 40 anni...
Non so, non la vedo così facile
 
Io avevo capito che fossero state rubate.
Devo aver capito male.
Sì erano state rubate in Inghilterra, ritrovate a Torino sul treno, vendute all'operaio all'asta delle ferrovie, la provenienza quindi è lecita. Anch'io avevo anticipato questo thread ma Artebrixia è arrivato un po' prima. Che dire... Questi o sono furbissimi oppure hanno una fortuna sfacciata, perfino che i proprietari sono morti senza eredi. Rischiano veramente di diventare ricchi. Se lo sono meritato comunque.:clap:
 
Con tutto l'amore che posso nutrire per l'arte…dico che con 40 milioni di euro la vita ti cambia,eccome se ti cambia. :eekk::eekk:

Mamma mia…ma quanti sono 40 milioni di euro ?:'(:'(:'(

Mi dispiacerebbe togliere dalla parete due opere con le quali ho vissuto 40 anni della mia vita….ma con 40 milioni di euro :uh: avrei sistemato per sempre la mia famiglia e avrei costruito piano piano una nuova collezione.

Molti potranno dirmi ''Eh ma tu non sei collezionista'', ma sinceramente, davanti a quella cifra, credo che pochi sarebbero disposti rimanere con la sola pensione o stipendio e il quadro appeso nella parete.

Oppure mi libererei solo di uno e l'atro lo terrei.


Questo concetto non può essere capito dai benestanti….ma dai comuni mortali che vivono di stipendio e pensione che rientrano nella norma.:sbonk:
 
RITROVATE TELE DI GUAGUIN E BONNARD: UN EX OPERAIO FIAT LE AVEVA ACQUISTATE AD UN’ASTA DI OGGETTI SMARRITI DELLE FERROVIE DELLO STATO NEL 1975 PER 45 MILA LIRE – OGGI I QUADRI VALGONO TRA I 30 E I 40 MILIONI DI EURO


Grazia Longo per ‘La Stampa'

«Lo confesso: aver apprezzato e comprato due capolavori senza sapere che lo erano, da semplice operaio, mi rende molto orgoglioso». Linguaggio semplice ma argomenti forti per Nicolò, 70 anni, proprietario a sua insaputa di un Gauguin e un Bonnard. Ci sono miracoli che si nutrono di cultura e di arte anche se ti guadagnavi da vivere alla catena di montaggio della Fiat.


Come dimostra la storia di Nicolò (il nome è di fantasia: «Ho paura, ci sono troppi soldi in ballo») a un passo dal diventare milionario. I quadri di Paul Gauguin e Pierre Bonnard, scelti e comprati tra gli oggetti smarriti sui treni, per 45 mila lire nel 1975, valgono tra i 30 e i 40 milioni di euro. «Ma al di là della possibile ricchezza - confessa l'ex operaio oggi in pensione -, la cosa che più mi rallegra è l'orgoglio per l'acquisto e il piacere di aver convissuto così a lungo con due capolavori».

Per 39 anni li ha ammirati nel salotto di casa, prima a Torino dov'era emigrato, poi, una volta pensionato, in Sicilia. «Di recente mio figlio ha scoperto che possedevo un tesoro e così abbiamo avvertito i carabinieri». Ed ecco che i militari della Tutela patrimonio culturale, agli ordini del generale Mariano Mossa, hanno ricostruito la storia.

Rubate il 6 giugno 1970 a Londra ai coniugi Marks e Kennedy (che risultano senza eredi e dove Marks sta per Marks & Spencer, quelli della catena di grandi magazzini) e ritrovate su una carrozza del Parigi-Torino (i corrieri-ladri sono stati disturbati?), le due preziose ma sconosciute tele finiscono abbandonate in un deposito delle Ferrovie e all'asta. Non risultavano nella banca dati delle opere da cercare, ma poi è emerso che sono dei maestri dell'Impressionismo e dei Nabis Paul Gauguin e Pierre Bonnard, il «Fruits sur une table ou nature au petit chien» e «La femme aux deux fauteuils».


«Sono sempre stato curioso e appassionato di pittura - ricorda il pensionato-. Non ero tipo bar o da giochi di carte con gli amici e così, finito il turno a Mirafiori, giravo tra i mercatini dove c'erano quadri e disegni degli studenti dell'Accademia di Belle arti e due volte all'anno andavo all'asta delle Ferrovie in via Sacchi. Duravano anche due settimane, tanta era la roba dimenticata. E pensi che l'annuncio dell'asta, con tanto di elenco degli oggetti in vendita, lo leggevo proprio su La Stampa».

I due appuntamenti annuali si rivelano fonte di enorme soddisfazione. «A parte diversi quadri, ho comprato di tutto. Una collezione di pipe, bastoni da passeggio e un oftalmoscopio degli Anni 30. Nel mio cuore però al primo posto ci sono sempre state quelle due tele di cui mi sono innamorato a prima vista».

Meglio ancora di una vincita alla lotteria. «Eh sì, perché sarò pure stato fortunato, ma ho avuto buon gusto. A dirla tutta le ho anche pagate meno del prezzo iniziale». Possibile? «Certo, il prezzo base era di 60 mila lire, ma non ho alzato la mano perché sapevo che se andava deserta la prima, si faceva una seconda offerta con il 20% di sconto. E infatti la seconda vendita è partita da 40 mila lire: a quel punto è partita una gara con un altro signore a colpi di 100 e 500 lire, fino appunto ad arrivare a 45 mila lire. Era comunque una bella cifra, calcolando che oggi corrisponderebbe a 300 euro. Ma mi piaceva l'idea di investire nelle cose belle».

Un interesse talmente profondo da essere stato trasmesso ai due figli. Una è laureata in Storia dell'arte, l'altro si è improvvisato detective e ha capito che le «croste» in realtà erano state realizzate da due stelle dell'Impressionismo e dei Nabis. La ricerca non è stata semplice, ma ancora una volta è cominciata dall'amore per l'arte.
«Un pomeriggio, sfogliando una monografia di Bonnard, mi sono accorto che il giardino dove lui era raffigurato assomigliava incredibilmente a quello del quadro appeso in salotto.


Ed è stato mio figlio a dirmi: "Ma allora l'autore è Bonnard, non Bonnato o Bonatto come leggevamo noi e come il professore delle superiori a Torino mi aveva suggerito, scambiandolo per l'opera di un piemontese dell'800". A quel punto mio figlio ha proseguito le ricerche e si è insospettito pure dell'altro quadro». Quello di Gauguin, non firmato, ma con un minuscolo cagnolino rosso in basso a destra. «Mio figlio ha scoperto che ricorreva anche in alcune lettere di Gauguin e e ha confrontato la sua grafia con quella della dedica a una contessa, sul quadro. Era la sua!».

Immediata la segnalazione ai carabinieri della Tutela Patrimonio culturale che hanno svelato tutta la verità. È grazie al lavoro dell'Arma se i due capolavori sono stati svelati al pubblico. Ieri mattina a togliere il drappo rosso c'era il ministro dei beni culturali Dario Franceschini. «Ho visto il filmato al Tg e mi sono commosso», conclude Nicolò. E ora per lui - se la procura di Roma confermerà che il suo è stato «un acquisto inconsapevole» - si spalancano le porte della ricchezza. «Tenerli? È impossibile».


che c.lo !!!!

soprattutto il figlio.....:cool:
 
Mah, sono contentissimo per loro, però faranno una brutta fine, come tutte le persone NON abituate a maneggiare tanti soldi......Non è che glielo auguro, è la statistica che lo dice
Poi i complimenti per l'eccezionale acquisto ci stanno tutti !
 
Come si vede la figlia laureata in Storia dell'arte e il professore d'arte che non ha "visto" nulla dimostrano quello che sostengo maniacalmente: non solo che gli studiosi non capiscono nulla se non glielo spiegano (ma allora ... hanno veramente capito?), ma soprattutto che non hanno alcuna autonomia di giudizio, quella che è bello esercitare, per esempio, andando per mercatini. Ciò deriva probabilmente dal fatto che l'arte non viene studiata "sul campo", ma solo in teoria, con riproduzioni e, comunque, passivamente.
Le rare eccezioni, come Zeri (prima di lui solo il Cavalcaselle) sono state EMARGINATE dal mondo ufficiale, quello che di fronte alle finte teste di Modì ha detto OOOH e cominciato a ... spiegare :rotfl::rotfl:

Complimenti, invece, al figlio detective.

Credo che ne esistano tanti di addetti ai lavori che non capiscono granché dei "lavori" o che magari hanno una conoscenza marginale di quello che studiano...magari alla figlia e al professore qualcuno gliela imposto di studiare storia dell'arte, sennò non si spiega la cantonata che hanno preso. Perlomeno avere il dubbio...che so che si poteva trattare di copie ad esempio.
In tutti i campi la passione fa il 99 per cento del lavoro, è quello dell'arte è un campo molto delicato. Vi ricordate della figura che fece ai tempi G.C. Argan a proposito delle teste di Modì, mentre Zeri al contrario riconobbe subito l'inghippo. Esempio: qualche anno fa, mi trovai a parlare di pittura con dei ragazzi laureandi che facevano e fanno un'ottimo lavoro con un rivista di arte e cultura a livello regionale e che spesso organizzavano mostre anche in ambienti istituzionali. Ebbene durante l'allestimento di una mostra a cui partecipavo non so come venne fuori il nome di Valerio Adami, e questi di contro mi fanno... Adami! Adami chi? Scusate, gli faccio io, organizzate mostre d'arte e non sapete chi è Valerio Adami. Mi sembrava una cosa inconcepibile:confused::'(
 
Dimenticavo di fare i complimenti al mio conterraneo per l'acquisto delle opere con rilanci pazzeschi di 100 e 500 lire...:bow::bow: ...che storia!!!
 
Mah, sono contentissimo per loro, però faranno una brutta fine, come tutte le persone NON abituate a maneggiare tanti soldi......Non è che glielo auguro, è la statistica che lo dice
Poi i complimenti per l'eccezionale acquisto ci stanno tutti !

Dài, hai ragione, ma è meglio dire: speriamo che non facciano una brutta fine :D

Di jettatori sul Fol ce n'è già uno ... :p


Colgo l'occasione per propormi ai due quale gestore gratuito, mi basta che mi paghino le trasferte in Sicilia.:fiufiu:
 
Dài, hai ragione, ma è meglio dire: speriamo che non facciano una brutta fine :D

Di jettatori sul Fol ce n'è già uno ... :p


Colgo l'occasione per propormi ai due quale gestore gratuito, mi basta che mi paghino le trasferte in Sicilia.:fiufiu:
ho detto chiaramente che NON glielo auguro :)

solo che con il mestiere che faccio ne ho visti più di uno perdere tutto in pochi anni. Perchè iniziano con la casa, l'auto sportiva, i viaggi. "Tanto abbiamo x milioni in banca....". Gli fai una gestione che gli rende l'8/10% all'anno e si montano le testa. Ogni 3/4 mesi ti fanno vendere qualcosa perchè "sai ho visto quella cosa, costa 300k euro, ma è bellissima, tanto i soldi ci sono...." e via così. Nel frattempo la casa gli costa xk al mese di mantenimento, gli hanno tirato parecchie fregature con gioielli, tappeti, opere d'arte, eccetera eccetera
Poi spuntano decine e decine di parenti .......

Personalmente ne ho visto 5 finire male....tutti con patrimoni guadagnati "per fortuna" superiori ai 10M

Io mi offro come gestore all'1% con garanzia di rendimento annuale del 10%. Spero di poterti battere :)
 
ho detto chiaramente che NON glielo auguro :)

solo che con il mestiere che faccio ne ho visti più di uno perdere tutto in pochi anni. Perchè iniziano con la casa, l'auto sportiva, i viaggi. "Tanto abbiamo x milioni in banca....". Gli fai una gestione che gli rende l'8/10% al l'anno e si montano le testa. Ogni 3/4 mesi ti fanno vendere qualcosa perchè "sai ho visto quella cosa, costa 300k euro, ma è bellissima, tanto i soldi ci sono...." e via così. Nel frattempo la casa gli costa xk al mese di mantenimento, gli hanno tirato parecchie fregature con gioielli, tappeti, opere d'arte, eccetera eccetera
Poi spuntano decine e decine di parenti .......

Personalmente ne ho visto 5 finire male....tutti con patrimoni guadagnati "per fortuna" superiori ai 10M

Io mi offro come gestore all'1% con garanzia di rendimento annuale del 10%. Spero di poterti battere :)

Chi sei, Warren Edward Buffett? Perchè garantire il 10% mi pare un'impresa ;):specchio:
 
E' un po quello che e' successo in piccolo con i disegni di banksy, che son stati pagati 60 dollari e hanno un valore di almeno 50000 dollari.
 
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