Max Ihlenfeldt

Alessandro Celli

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Forse non tutti sanno che Massimo Campigli fu uno pseudonimo, il suo vero nome era Max Ihlenfeldt.
In alcuni libri si legge che si chiamava invece Klein Felder :confused::confused:

Max viene assunto nel 1914 al "Corriere della sera" come segretario particolare di Renato Simone.... particolare, in che senso? :mmmm:

Max in quel periodo si avvicinò alla corrente futurista milanese (incredibile, eh? ) e con lo pseudonimo di Massimo Campigli pubblicò sulla rivista "Lacerba"un saggio "Parole in libertà", che lui stesso, definirà anni dopo, essere stato un "sciocchezzaio futurista". :eek::bow:
 

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... e pensate che Massimo Campigli fu un grande sostenitore di, chi l'avrebbe mai detto:eek::eek: Zoran Music !!!!

Già, alla Biennale del 48 e poi nel 1951, proprio su iniziativa di Campigli e di Gino Severini venne organizzato in Italia il Prix de Paris. Il premio per la pittura venne assegnato a Zoran Music (ma anche ad Antonio Corpora)
 

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.... se avete ancora voglia di leggere:wall:, ecco una stupenda recensione di Filippo De Pisis, su Campigli .... del 1925


Fra la sconfinata moltitudine dei pittori che vivono e operano a Parigi (operare può anche voler dire imbrattare tele) quelli che hanno una personalità ben definita, che si riconoscono di primo acchito, che non seguono la moda, ma si sforzano di esprimere “un loro mondo” non sono poi tanti. Fra essi è da porsi un italiano: Massimo Campigli. E’ un pittore nuovo nel vero senso, un autodidatta: alla pittura giunse attraverso le ricerche spirituali. La sua arte perciò è viva: attinge a succhi che hanno la loro origine nel “travaglio dello spirito”. Visitando le troppe esposizioni (chilometri quadrati di tela dipinta!) si presenta chiara questa verità: attraverso alle più geniali opere del cubismo, dell’espressionismo, attraverso gli sforzi del “futurismo” di elevare e foggiare in “arti plastiche”, materie e forme che esorbitano dal campo dell’arte, la pittura va disfacendosi: è la bancarotta della pittura – intesa nel senso della tradizione. Dopo le arditezze tecniche del Tintoretto, del Greco, di Franz Hals, poco, restava a fare!
Per “arte moderna” dunque deve intendersi qualcosa di diverso. I tentativi di ricondurre l’arte a forme neo-classiche sono ridicoli e nessun beneficio possono apportare. Pittore è colui che ha un suo mondo da esprimere e che riesce a trovare perciò una sua forma.
Campigli è fra questi: la sua personalità è ben decisa. Un suo quadro lo riconoscereste fra mille. La povertà del colore, in un senso prettamente pittorico, o “pitturale” pare porre in rilievo (dando alle sue composizioni una atmosfera particolarissima, vorremo dire di sogno) il loro “contenuto spirituale” che sconfina dal puro interesse pittorico. Egli però non disdegna la tradizione, anzi di essa si serve in quanto che essa può servire ai suoi fini. Il suo dipingere a corpo, con la sola coltellina, conferisce alle sue tele una pastosa solidità che ci riconduce agli affreschi quattrocenteschi: nessuna idea di neoclassicismi però nel nostro pittore, e ciò ben lo distingue da De Chirico, Oppi, Casorati, Morandi, ai quali, in certo modo, lo avvicina la ricerca di valori che possiamo chiamare “metafisici” nelle ombre, nei solidi, negli spazi, nelle attitudini delle figure.
Parigi, conosce ormai il pittore Campigli, sue tele sono apparse al Salon d’Automne, agli Indépendants, in Gallerie di prim’ordine. Ora ha esposto due tele di cui dirò qualcosa.
Le due tele esposte al Palais de Bois, sono una vasta composizione: Due donne filano sedute su una scalea; quella più in alto regge la gugliata fra le mani con una specie di trepida gioia; l’altra, più in basso, si è addormentata, in un sonno dolce e profondo. Le figure pure, così solidamente disegnate, hanno qualcosa di irreale. Sono figure greche, preistoriche.
L’altra tela, più piccola è un ritratto di donna. Un profilo ardito, sopra un cielo terso azzurrino: e destra una costruzione chiara dalle linee semplici, arcaiche.
Il sorriso che erra fra le labbra, nella fronte pallida in tutto il volto ben modellato si fonde con quello dello spazio, dell’aria che circola attorno.
A lungo vorrei parlare della tela delle filatrici, se non pensassi che inutili sono le parole. Innamoratosi per un certo tempo delle teorie Freudiane, il Campigli se ne servì in alcuni primi tentativi; ora va avvicinandosi piuttosto, cercando di rivelarne la anima più riposta, alla natura.
Anche la tecnica si fa più larga, e, pure rifuggendo dalle bravure dell’impressionismo, non vuol essere piatta e di una semplicità troppo elementare.
Vasto il mondo delle ricerche per i “pittori nuovi” vasto come quello del filosofo e del poeta. Ma solo mettendosi in questa via la pittura potrà avere un suo posto e un suo significato.
- Filippo De Pisis –

... e vi inganno con Fontana e Severini in una sala di Campigli:p:p
 

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... ed ecco, tanto per chiudere in solitudine questa mia chiacchierata, un aforisma di Campigli:

" Di un tondo posso fare una testa oppure un torso mettendovi sopra un altro tondo. Il rettangolo che incornicia il tondo non so, da principio, se diventerà spalle o cappello "

:D
 
scherzi a parte...

ma questa l'avete vista?
Lot | Sotheby's

195
Massimo Campigli
1895 - 1971
IL CIRCO
firmato e datato 43 - olio su tela - cm 53x73

... vabbè, tanto per non parlare dei soliti castellanibonalumiboettifontana, eh?;)
 
carissimo,

non è facile sintetizzare l'operato di Campigli, che per certi versi oserei dire, sia contemporaneo, ma questa può aiutarti:

"La sua è sempre stata una ricerca di rigore e di simmetria, di armonia e di equilibrio, ma anche di una quiete interiore che traspare dai suoi dipinti attraverso la purezza del segno velato talvolta da una garbata ironia. «Vorrei che le mie tele offrissero una consolazione» sosteneva infatti Massimo Campigli «…che il quadro arrivasse ad una perfezione formale che appagasse sensi e spirito tanto da poterci vivere assieme pacificamente…vorrei che con i miei quadri si potesse convivere in pace come con un lento pendolo silenzioso».


In «quelle cose antiche e lontane», dunque, in quel tempo primitivo del sogno che inizia con l’origine del mondo, Campigli trova ora quello che forse ha cercato per tutta la vita e che ha aspettato con la pazienza di un giardiniere che attende il risultato di un innesto: la memoria di un tempo e di uno spazio che si allontanano dall’uomo verso l’infinito e nel quale, alla fine, l’artista riesce a cogliere il mistero e il segreto dell’essenza
 
scherzi a parte...

ma questa l'avete vista?
Lot | Sotheby's

195
Massimo Campigli
1895 - 1971
IL CIRCO
firmato e datato 43 - olio su tela - cm 53x73

... vabbè, tanto per non parlare dei soliti castellanibonalumiboettifontana, eh?;)

:clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap:

e bravissimo artebrixia menomale che c'è qualcuno che pensa anche ad altri!!!!

:clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap:
 
grazie Ale
è incredibile come nelle giornate fiacche del fol tu riesca sempre a risollevarne il morale con post interessanti e con un taglio inconsueto
a fare copia e incolla di una biografia san fare tutti
a partire da un lotto di Campigli in asta e finire con una foto di Fontana passando per aneddoti vari riesci solo tu! OK!
 
Grazie,
ragazzacci:bow::bow::bow:

Allora proseguo...:wall::D

Pittore dell’antico e del nuovo, Campigli rifiutava le mode ("Chi s’ingegna a seguire una moda che ha il suo quarto d’ora di successo, è punito da una lunga mediocrità"), lo "sciocchezzaio futurista", il cubismo e il surrealismo: "Da giovani si bada più alle teorie che alle opere, ciò che ancora oggi fa la fortuna passeggera degli ismi".


Ed ancora:
"Ciascuna opera ha diritto a esistere indipendentemente dal pittore. Si tratta di "estrarla": e è "ciò che poi non mi riesce quasi mai. L’ho già detto: la differenza di ciò che riesco a fare e quello che volevo è enorme, è una disperazione. Resta la consolazione di riuscire qualche volta a portare a termine il quadro, come ha voluto lui, non io, secondo esigenze pittoriche sue, non mie".

Difficoltà, ricerche, prove, disfacimenti, ritocchi, pause e la psicanalisi – agli albori in quegli anni – per capire e per intendere, mai per interpretare o per teorizzare. E, ancora, contraddizioni e controsensi: "Ma so di non dover rettificare: dipingono uno stato d’animo in cui potrei mettere ordine solo a spese dell’autenticità".

Tanti dettagli, frammenti, episodi, Dutza e Giuditta – le sue due donne – e, nei suoi quadri, tante donne anonime e innominabili, esposte in una serie infinita di nomi il cui elemento di distinzione è il gioiello, a volte una collana, un bracciale, un orecchino, metallo intoccabile e inavvicinabile, provocatorio e insopportabile: impossibile da indossare e da assumere, come il colore, i cui contorni restano indefiniti.....
 

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Se per qualcuno
è artista cupo

per me è geniale:)
 

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aharon, ti consiglio di andare a forlì a gustarti questo dal vivo:
14%20Campigli,%20Massimo_784_2631.jpg

e tutti gli "amici" che lo circondano ;)
 
I grandi artisti servono l'arte con grande pietà,non offrendole vittime(immagini),ma glorificandone lo spirito;
I grandi artisti professano il dogma essenziale della dottrina di Orfeo e Pitagora,quello della preesistenza di un'anima dell'Arte, conseguenza e ragione della Sua immortalità;
in parole povere:
io di fronte al NS. mi sento come se fossi davanti a immagini di una,diciamo, nuova Pompei,non coinvolto.....non Lo sento e mi dispiace perché è sicuramente colpa mia.
Perdonami Aharon ma questa volta non sono d'accordo con te. Indipendentemente dal piacerti o meno l'arte di Campigli, cosa vuol dire che gli artisti servono l'arte? Un Artista non serve l'arte, un Artista e' l'Arte e non c'entra nulla la pieta, la dottrina o altro. Deve esprimere in immagini il suo pensiero, la sua visione, il suo essere. Liberi di far vedere al mondo il tutto uscendo da ogni schema, da ogni ipocrisia e di far vedere l'invisibile ai comuni mortali che non hanno la loro genialita'. Loro hanno il terzo e quarto occhio ! Scusate lo sfogo.
 
peeeeerrdonatiiiiiiissssssssssima.
:):)
ma:
(il suo pensiero, la sua visione, il suo essere)cit.
possono fare di un Uomo un Grande Pittore,ma,ripeto è un mio modo di vedere,non un Artista.
io voglio la Sua Anima.
a meno che non si chiami Lucio Fontana,ma questa è un'altra storia.
adesso però perdonami Tu.
Perdonato ma continuo a non capirti.... Non ho parlato di Pittore, ho parlato di Artista. Dalla tua risposta leggo che un pittore non e' un artista ??!!?? Un Artista comprende tutto. Anch'io amo Fontana, ma Fontana non deve escludere gli altri.
 
Oh,

che bravi ragazzi:clap::clap:

Finalmente non si tratta dei soliti artisti ma soprattutto finalmente di tratta di arte e NON solo di mercato.:bow:

Caro Aharon
non ti piace il Max Inlefeldt
e rispetto i tuoi sentimenti.

Vi ringrazio ovviamente per l'attenzione:yes:
 
cari amici, anche io mi associo all'amico aharon.
Un artista che non ho nelle corde. Nessun brivido o voglia di approfondire.
Ciò non toglie che sia comunque un Maetro del '900 e che sia presente in importanti collezioni. Un aneddoto racconta di una Fiera di Bologna dove un Campigli fu venduto ad una nota famiglia di imprenditori fiorentini ad una cifra record.
Chi invece continua a stupirmi continuamente e il Grande Artebrixia :bow: e la sua passione smisurata per il bello e per la Storia dell'Arte.
:clap::clap::clap:
 
cari amici, anche io mi associo all'amico aharon.
Un artista che non ho nelle corde. Nessun brivido o voglia di approfondire.
Ciò non toglie che sia comunque un Maetro del '900 e che sia presente in importanti collezioni. Un aneddoto racconta di una Fiera di Bologna dove un Campigli fu venduto ad una nota famiglia di imprenditori fiorentini ad una cifra record.
Chi invece continua a stupirmi continuamente e il Grande Artebrixia :bow: e la sua passione smisurata per il bello e per la Storia dell'Arte.
:clap::clap::clap:
Carissimi, son tornato al nido con una strapazzata di 1300 km in un giorno :rolleyes: Sono in pezzi :D
Ora vorrei aggiungere una considerazione personale non teorica. All'epoca ho avuto dei Campigli (o Max Ileeeevattelapesken), litografie of course :p
Li ho sempre dati via tutti. Massima stima ecc ecc. Ma se ne avessi tenuto uno o due per me lo avrei fatto solo in ossequio all'assenso generale. Del quale. come si sarà capito, m'importa una cippa. A me piaceva, ma non cantava. Come per Aharon.

E aggiungo che, visti i prezzi che a un cero punto giravano, nemmeno come investimento avrebbe funzionato.
Ripeto:apprezzo l'artista, davvero. Ma, come massaggiatore - dell'anima - ho scelto altri. Tutto qua.
 
Quali sono caro Gino i tuoi "massaggiatori dell'anima" ?
 
Quali sono caro Gino i tuoi "massaggiatori dell'anima" ?
Prima dell'inizio :D Chagall Kandinskij (il pre-astratto e il primo astratto) Simone Martini Beato Angelico
All'inizio Cobra (Jorn Corneille Appel) Singier e Matta
poi Redon Bresdin (eh eh) Monet Nolde Klinger Bonnard Marc Denis Goya :eek:
poi Alexandre Lunois, Maurice Neumont (vedilo qui NEUMONT, MAURICE "Parisienne" 1904 Original lithograph | eBay),
anche Marino Marini, Masson, Edward Hopper, Segantini
e gli antichi Taiée, Brunet-Desbaines

in generale mi serve un segreto, un mistero
ma un mistero vero, di verità,
Ho persino preso un'icona in quanto non del tutto chiara.
E se non c'è mistero ma chiarezza voglio una chiarezza umana
e mi spiego
per me Picasso è un violento (bravo :D ), Dalì un furbo, De Chirico un po' sopravvalutato, Renoir ha troppo zucchero
Klee mi va a genio
ma mi fa anche paura :eek:
mi fermo qui, ormai mi sono tradito.
 
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